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Autore: Blue Flower    04/07/2011    1 recensioni
Bianca Cedric è stata trasformata in vampiro dal suo ragazzo, Dan, alla fine del liceo. A quei tempi aveva una grande amica: Ambra. Ma sono passati vent'anni ormai e le due si sono perse di vista in seguito alle diverse scelte di "vita" che hanno fatto. Eppure nessuna delle due riesce a dimenticare quella splendida amicizia che ci fu: i giochi, le risate, le confessioni rimbombano ancora nella mente di ognuna come lontane eco del passato. Sarà forse questo a riavvicinarle o un altro evento ben preciso, paranormale ed inatteso, le costringerà ad unire ancora una volta le loro forze?
Un viaggio attraverso la mente di queste due improbabili eroine e delle persone a loro più care, ci porterà a capire che l'amicizia vera - così come l'amore- dura per sempre.
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. Vecchie conoscenze, il ritorno

 

Oggi era il suo compleanno.

Doveva proprio capitare quel giorno? Raffaele sarebbe stato a lavoro per tutto il giorno, Emma era arrabbiata con lei da buona adolescente, Sophie faceva i capricci per un giocattolo che aveva visto in televisione… E in più non aveva un’amica con cui sfogarsi. Beh, ce ne aveva di amiche ma non se la sentiva di parlare con nessuna di loro.

L’unica con cui voleva parlare l’aveva persa vent’anni fa.

Si guardò allo specchio mentre si vestiva: quei trentotto anni iniziavano a farsi sentire con le rughette vicino agli occhi e il fisico da ragazzina che l’aveva abbandonata tempo prima, dopo le due gravidanze.

Din don! Un solo squillo. Nessuno di quelli che conosceva squillavano una sola volta. Lei però doveva finire di vestirsi. “Emma! Vai ad aprire” “Eccheppalle mamma!” però sentì i passi di sua figlia che si dirigeva verso la porta.

 

 

La palazzina non era delle migliori, un po’ decadente come tutto in quel quartiere. Bianca entrò e suonò delicatamente con le sue dita laccate di nero.

“Sì?” era incredibile. Forse si era sbagliata? Forse Ambra aveva deciso di diventare anche lei una vampira? Sembrava che non fosse passato un giorno da quando la aveva lasciata. “Ambra…” sussultò. La ragazza parve perplessa. Bianca la abbracciò, felice. “Ehm… c’è stato un errore” disse la ragazza rimanendo immobile. “Io sono Emma, Ambra è mia madre!” la vampira si staccò in un secondo da Emma.

Sogno finito.

“Oh, scusa. E’ che vi assomigliate davvero tanto” “Tsh… lascia perdere” detto ciò se ne andò lasciando la porta aperta. “Mia madre è dentro” poteva essere un invito a entrare? Provò a varcare la soglia ma niente. Evidentemente non era un invito ad entrare. Forse quella era la cosa più irritante di tutte da quando era diventata una vampira. A parte il sole, ovvio. Peccato che non ci fosse un anello anche per quello…

Dei passi, finalmente qualcuno stava venendo verso la porta. “Chi è?” una voce che Bianca non riusciva ad identificare, forse per il fatto che era cambiata nel corso degli anni, forse perché era da tantissimo tempo che non la sentiva. “Ambra?” domandò incerta tenendo le mani strette al muro nel tentativo di sorpassare quell’invisibile barriera.

I passi si facevano sempre più vicini, ma erano più frettolosi ed ecco che dal corridoio sbuca una donna a cui Bianca avrebbe dato tranquillamente una quarantina d’anni. Forse era la balia delle sue bambine. No, in cuor suo la vampira sapeva già la verità. Appena la vide fece di nuovo scendere la maschera sul suo viso e si appoggiò al muro, tra la barriera e lo stipite della porta. Sulla sua faccia, dipinto un sorriso leggermente strafottente.

La donna rimase impassibile lì dov’era, incapace di far altro. “Ehi Ambra! Non si saluta una vecchia amica?” inizialmente non rispose, la scrutò solo da capo a piedi. Mentre a Bianca c’era voluto solo un secondo per inquadrare l’immagine della sua amica, e a carpirne ogni singolo particolare, Ambra stava ancora osservando la vampira. Certo, gli umani avevano una mente meno spaziosa, era ovvio che il ragionamento era rallentato. “Cosa ci fai qui?” “Beh, sai… Volevo passare a farti una visita, certo pensavo che tua figlia fossi tu ma… Questi sono dettagli. Ti potrei spiegare meglio davanti ad una tazza di caffè fumante” “Certo, vado subito a prepararlo…” stava per andarsene ma Bianca disse: “Che c’è, non mi inviti ad entrare?” “No preferisco dartelo sulla porta”.

Detto ciò, andò verso la cucina. Poi si aprì una porta e ne uscì una bambina con un orsacchiotto sotto braccio e gli occhi arrossati. “Ehi piccola!” lei si girò verso la porta. “Ciao tesoro, sono una cuginetta di tua madre. Tu sei sua figlia?” la bambina annuì senza avvicinarsi. “E come ti chiami?” “Sophie” sussurrò lei. “Okay Sophie, ma non avere paura di me, vieni qua vicino e dimmi perché piangi. Lei la guardò con un’occhiata interrogativa che solo i bambini riuscivano a fare, ma poi si avvicinò. “Allora?” “Mamma non mi vuole comprare la Barbie…” “Uh… Che peccato, ma io passavo di qui e ho portato un regalo a te e a tua sorella” per fortuna che ci aveva pensato. Estrasse dal bauletto di Vuitton una confezione plastificata con dentro una di quelle Barbie super innovative. La bambina si lasciò sfuggire un sospiro di ammirazione e poi tese le mani. “Era questa, per caso?” lei annuì continuando a tendere le mani. “Ecco a te! Ora mi faresti il piacere di invitarmi a entrare?” non era sicura che la bambina capisse ciò che le diceva ma poi sussurrò: “Sì, entra”. Un piede, un altro piede.

Era dentro.

“Ora vado un attimo dalla tua mamma… Dov’è la cucina?” la bambina indicò un corridoio. Bianca lo percorse e poi vide una porta aperta. Ambra canticchiava la sua canzone preferita, How To Save A Life, mentre si dava da fare ai fornelli. Non stava preparando il caffè. Evidentemente pensava che Bianca se ne fosse andata, ma lei non si sarebbe arresa facilmente. “Non è così che si trattano gli ospiti” la donna sobbalzò e si girò. “C-chi t-ti ha i-invitato?” “Tua figlia, le è piaciuto molto il regalo che le ho portato. Sai… mi sembrava brutto venire qui a mani vuote perciò, nell’eventualità che tu avessi dei figli o delle figlie, ho portato qualcosa” si sedette su una sedia e sorrise. “Ti dispiace presentarmi la tua famiglia? Ho già conosciuto Sophie, ma devo ancora dare il regalo a Emma…” “Vai via” “Che ostilità, volevo solo passare un po’ di tempo con te!” “Senti non sono venuta qui per litigare di nuovo… Voglio chiarire, e…” “E?” “Dirti che tra un mese mi sposo” Ambra sbarrò gli occhi. “Davvero?” “Già… E ti volevo chiedere se volevi farmi da testimone ma ora tolgo il disturbo” posò due pacchetti sul tavolo della cucina e se ne andò. “Ah a proposito… Buon compleanno, gemella. Spero che il regalo ti piaccia” lo disse senza neanche voltarsi.

 

Ambra si sentì malissimo.

A quanti eventi della vita della sua amica era mancata? Gemella… la aveva chiamata con quel soprannome che adoravano darsi quando avevano sedici anni. E lei l’aveva cacciata come una stupida dopo tanti anni che aveva desiderato più di tutto il resto quel momento.

Rimase seduta al tavolo della cucina, a contemplare il pacchetto a forma di parallelepipedo che Bianca aveva lasciato lì. C’era scritto a caratteri cubitali, con una grafia impeccabile Per La Mia Gemella. Evidentemente Ambra non era l’unica ad immaginarsi quel momento in un altro modo.

“Mamma con chi parlavi? Con quella tua amica?” era Emma, incuriosita dal trambusto di poco prima. “Non è una sua amica, è un angelo custode cugina… Vero mamma?” domandò la piccola Sophie. “Ti ha lasciato un regalo?” “Sì quello piccolo è per te, Emma. E comunque lei è una mia… amica del liceo” Emma strabuzzò gli occhi. “Cosa?” “Sì, è così” “Ma si è fatta qualche plastica facciale, qualche iniezione di botulino?” “Non ne ho la più pallida idea…” Emma si avvicinò al piccolo pacchetto e lo scartò.

Erano delle grandi cuffie per l’iPod, con dei disegni gialli, turchesi e fuxia sopra. Dentro al pacchetto c’era scritto: Ho pensato che se hai gli stessi gusti di tua madre alla tua età, queste ti piaceranno di certo! B.

“Sono bellissime! E’ il nuovo modello 3000. Vado subito a provarle!” detto ciò scomparve nel corridoio.

“Mamma tu non apri il tuo regalo? Oggi è il tuo compleanno!” la donna prese incerta il pacco e lo scartò. Era una scatola di legno turchese, con dei fregi viola. “Ma è bellissima!” esclamò Sophie. Ambra però, sapeva che il regalo non era solo quello perché non era da Bianca, perciò aprì la scatola e strabuzzò gli occhi meravigliata. Una morbidissima sciarpa di cachemire turchese e fuxia, degli orecchini a cerchio gialli e una scatolina davvero piccola con sopra inciso Tiffany. Bianca non poteva aver speso tutti quei soldi per una persona che non vedeva da una ventina d’anni. Ma lo aveva fatto. Perché lei era sempre stata imprevedibile. Aprì la scatolina di Tiffany e c’era un ciondolo a forma di cuore con scritto “Forever Friends”. Sul fondo della scatola, c’era una busta. Aprì anche quella e la prima cosa che vi vide fu il nuovo e introvabile cd dei The Fray in versione limitata. Però c’era anche una lettera. La prese delicatamente e la lesse.

 

Sai, non inizierei mai una lettera con qualcosa del tipo “Cara Ambra”, mi fa troppo “Dear John”… Comunque ti ho fatto questo regalo per dirti che mi dispiace di tutti i compleanni a cui sono mancata, nei quali tu hai spento le candeline e io non c’ero. Prima di tutto c’è la scatola. L’ho presa in un viaggio in Cina. Il commesso mi ha detto che è della dinastia Ming, o almeno così ho capito perché aveva un accento incomprensibile! Però l’importante è che sia turchese. La sciarpa invece è un pezzo unico di Chloé ed è anche quella dei tuoi colori preferiti. Gli orecchini sono dei cerchi gialli perché mi sono ricordata che li stavi cercando disperatamente e spero che tu non li abbia già trovati. Ti ricordi quando volevamo condividere un mezzo cuore? Beh, io però voglio il meglio, quindi ho fatto un salto da Tiffany. Infine il nuovo cd dei The Fray. E’ stata un’impresa trovarlo ma alla fine ci sono riuscita. Sapevo che ci tenevi tanto. Spero che quando leggerai questa lettera saremo di nuovo amiche, che io me ne sarò andata con la consapevolezza di non averti persa per l’eternità.

Bianca.

P.S: Questa la potremmo chiamare “Vecchie conoscenze: il ritorno” mi fa molto film horror ma del resto quelli come me a quale altro film possono appartenere?

 

Due lacrime scesero lievi sul volto di Ambra. Già: Vecchie Conoscenze il Ritorno. Peccato che era stato un ritorno davvero fulmineo…

  
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