CAPITOLO 2
QUELLO CHE E’ STATO
James
chiuse l’ultimo cassetto e sospirò. Era tornato davvero. Non ci poteva credere
di essere di nuovo ad Hogwarts… era quasi un sogno che si avverava. Il profumo
del castello lo faceva come respirare meglio, più a fondo, con più forza. E il
peso che gli aveva oppresso i polmoni alla prospettiva del piano delle ragazze
per tutta l’estate, improvvisamente era sparita. Era stato quello che aveva
detto Lily sul treno. Sul fatto che l’importante stesse nel scegliere se si
voleva lottare. E lui voleva. Era stufo di essere solo… solo James Potter.
Questo pensiero lo fece ridere. E chi altro voleva essere? Si sentì uno
stupido. Era l’unico ad aver dubitato… dubitato del piano di Lily… e adesso si
diceva di voler essere qualcosa… di più? scosse il capo e iniziò a scendere
verso la Sala Comune. Era tardi, erano passate le 11. sapeva che ci avrebbe
trovato solo poche persone, e la cosa lo tranquillizzava. Dopo il discorso di
Silente non aveva voglia di vedere nessuno…
“non
cercate di capire quello che non potete… non cercare di cambiare qualcosa che
non è in vostro potere… sapete che io credo nelle vostre potenzialità. Ci ho
sempre creduto e ci crederò sempre. ma questa volta, dovete restare al vostro
posto.”
-pensi a quello che ha detto Silente, vero?- lui annuì, alzando gli occhi su
Lily. Era in piedi vicino alla finestra, le gambe in pantaloni aderenti di una
tuta blu, una larga felpa di marca che le arrivava alle cosce, le nascondeva le
curve precise, facendola sembrare insieme indifesa eppure adulta. I suoi occhi
struccati erano cresciuti, parevano dimentichi delle risate, e nella sua voce,
qualcosa era cambiato. Teneva sciolti i lunghi capelli rossi sulle spalle, e
sorrideva, tranquilla.
-non
devi aver paura Ramoso.
Lui
annuì. –e chi ha paura?
-non
fare il grande con me Potter, non ha mai funzionato, lo sai. Rinuncia.-
Lui
le rivolse un sorrisetto, tentando di renderlo ironico, ma seppe che aveva
fallito quando gli occhi della ragazza si addolcirono e la vide inumidirsi le
labbra.
-lo
so che è una cosa strana… infondo non cambia niente se lo facciamo…- accarezzò
il vetro freddo della finestra –ma non posso sopportare di dormire, notte dopo
notte, con la consapevolezza di essere solo un sassolino sulla spiaggia, che basterà
un’onda più forte per farmi volare lontano…
-è
questo che mi sorprende di te, Lily. Con o senza di noi, tu porteresti quei
pacchi.
Lei
annuì. –sì. E sai perché? Perché io amo questo mondo, e non voglio che uno
stronzo qualunque me ne privi. E non voglio che questo stronzo qualunque mi
uccida, uccida la gente che amo… sapendo di non aver neanche lottato.
James
sorrise. –hai mai pensato di candidarti in politica? Convinceresti un fifone a
buttarsi dal decimo piano…
Lily
rise, -io direi dalla torre di astronomia!
-bhè,
più o meno…
lei
si sedette sul davanzale della finestra. –allora? Com’è andata l’estate?
-deprimente
stressante calda… la tua?
-aggiungici
una dozzina di litigate giornaliere con mia sorella e capisci perché sono
contenta di essere di nuovo a Hogwarts… persino con te Potter!
Lui
sospirò. –cos’ho di male?
Lei
scrollò le spalle. –mi diverte prenderti in giro… lasciami almeno questo sfogo.
-se
ti fa felice…
-come
fai a essere carino con me?
lui
alzò un sopracciglio, -devo dirtelo davvero? Mi pare che tu l’avessi capito già
molto tempo fa…
lei
annuì. –mi dispiace James. Non voglio far star male nessuno… anche se…
-cosa?
Lei
sospirò, mettendosi una mano nei capelli. –dov’è Remus?
-lo
lascerai non è vero?
lei
si strinse nelle spalle. –è ridicolo… non lo vedi? Siamo solo migliori amici
che giocano ai fidanzatini… è stupido…
James
trattenne un sorriso. –forse.
-no,
davvero. Ma ho così paura di litigare con l’unico che mi sta sempre accanto…
-cosa
vuoi dire?
-io
non voglio restare sola. È questo che mi ha tenuto con lui tutto questo tempo…
lui mi da sicurezza… è come… il fratellone che non ho… il padre che non vedo
mai…
-ma
il fidanzato?
-già,
il fidanzato? Lui non lo fa mai… io voglio un ragazzo romantico… che mi
coccoli… che mi dica che sono bella… che mi faccia ogni tanto dimenticare le
schifezze del mondo…
James
sorrise. –e lui?
-passo
più tempo a consolarlo che a… lasciamo stare.
Adesso,
il ragazzo scoppiò a ridere. –già, lasciamo stare.
In
quel momento, Remus entrò nella Sala. –finito! Sirius e Dani sono a farsi due
passi… e Codaliscia ovviamente dorme…
-bhè?
Andrò a dormire anch’io… ciao piccioncini…
Lily
si irritò. Che senso aveva quella frase? Potter. Sempre la cosa sbagliata al
momento sbagliato… no. non era vero. quella volta aveva fatto esattamente la
cosa giusta al momento giusto… regalandole il momento più romantico che avesse
mai vissuto… l’unico, forse… guardò Remus. Il ragazzo non la baciò, non
l’accarezzò, si sedette di fianco a lei, in silenzio. In fondo sapeva. Sapeva
che Lily Evans non voleva quello che lui poteva darle.
-Remus…
-lo
so Lily. Lo so.
-cosa?
-non
sono stato bravo. Me lo merito. Lasciami.
Lei
gli passò un braccio intorno alle spalle, e man mano che lo stringeva, tutto
quello che si era potuto chiamare amore tra loro, svanì.
-mi
spiace Remus…
-cosa
ti spiace Lily? Se ti spiacesse non mi lasceresti!- si alzò, scostandosela di
dosso. –allora? C’è un altro vero? più bello, più forte… più NORMALE di me!
lei
si alzò, avvicinandosi a lui. –no, no Remus, no!
-e invece sì! È difficile stare con me… lo è sempre stato per tutti!- si voltò,
e fece per andare, ma lei lo afferrò per un polso.
-Remus,
sei il mio migliore amico, la persona più dolce e buona del mondo, quello con
cui parlo di più e l’unico del quale non posso fare a meno…- sussurrò –ma io ho
bisogno di…- chiuse gli occhi. Li, stampata nella sua mente, si vide nella
radura accanto all’unicorno appena nato, con James che le diceva che l’avrebbe
aspettata… che la baciava con forza eppure con dolcezza, toccandole il viso
come se fosse una cosa preziosa… aveva bisogno… -di romanticismo… di sentirmi
l’unica al mondo… indispensabile…- gli occhi le si riempirono di lacrime
–mentre per te gli unici indispensabili sono i tuoi amici… e io non posso
competere con loro.
-mi
lasci perché non sono romantico…! Che scusa idiota!
-ti
dico che è così… e anche …
-perché
quando c’è la luna piena non ti lascio venire con me.
lei
alzò gli occhi su quelli di Remus. Annuì. –è quello che intendo quando dico che
non posso competere con i tuoi amici.
Lui
strappò via il suo polso dalla stretta di Lily. –allora vedi? Ho ragione. Mi
lasci perché non sono normale.
Sirius
la guardò di sottecchi. I capelli neri, con la riga di lato, le accarezzavano
le guance magre con leggerezza, sotto i suoi grandi occhi scurissimi, una
leggera ombra livida dava serietà al suo sguardo, e le sue labbra carnose e
perfette, sembravano morbidissime anche se le piccole fossette ai loro lati le
rendevano dure.
Lontano,
il tramonto era ormai finito, e il cielo aveva assunto il tono plumbeo della
notte, eppure loro se ne stavano li, immobili, in riva al lago la cui
superficie di specchio restituiva le immagini sbiadite della realtà, non
volevano muoversi. Eppure, Sirius notò i brividi sulle braccia di Danielle.
Erano
li da parecchio ormai, in silenzio.
-Dani?
-lo
so. Dobbiamo andare.
-no,
possiamo stare qui tutto il tempo che vuoi.
Lei
sorrise. –però…
-dobbiamo
decidere.
Dani
annuì. –sì.
-la
decisione in realtà è tua. Sei tu che hai deciso questa… pausa.
Lei
rise. –che idiota vero? però…
-cosa?
La
ragazza si voltò verso di lui, e lo guardò, critica e dolce.
-non
voglio fare come l’anno scorso.
-che
vuoi dire?
-in inverno abbiamo finto che non fosse successo niente l’anno prima, e non so
neanche il perché… ci stavo malissimo! Poi a san valentino tu sei stato
dolcissimo… e poi di nuovo a far finta di niente… e poi ci siamo messi insieme…
poi giu a litigare e tu fai finta di niente… e lo so che quando ti ho chiesto
una pausa eravamo nella fase “stiamo insieme” ma io avevo troppa paura di
quando sarebbe arrivato di nuovo “litighiamo”… e soprattutto “tu fai finta di
niente”…- calde lacrime iniziarono a scivolarle lungo le guance –forse per te
io sono solo un’avventura… ma tu sei importante per me…
-piccola…
-no
Sirius, non mi interrompere. Se stai giocando con me, allora smettiamo.
Guardami! Questo sarà l’anno più duro delle nostre vite! Abbiamo fatto delle
scelte… e io devo sapere. Non posso pensare di avere in dubbio cosa… sono per
te.
-ora
posso parlare?
-sì.-
fece lei sorridendo.
Lui
si leccò le labbra. Il buio avvolgeva le spalle della ragazza, e le sue lacrime
luccicavano d’argento mentre le scivolavano lungo gli zigomi e il mento.
Cosa
voleva? Una paura sorda gli avvolse lo stomaco… non voleva più un avventura…
questo cosa voleva dire?
-lo
so Sirius, lo so che ti ho terrorizzato… ma perché? Non ti piace quando stiamo
insieme? non vorresti che fosse vero, non solo uno stupido gioco, che fosse una
cosa seria, che non può essere mandato all’aria da uno stupido litigio?
Lui
abbassò gli occhi. Una cosa seria. E poi? Si sarebbero sposati? A questa idea
abbozzò un piccolo sorriso. Perché no? ma lui sapeva come andavano finire queste cose. Esattamente come…
strizzò gli occhi, che gli bruciavano come se fossero andati in fiamme.
-Sirius,
cosa c’è?
Non
poteva. Non poteva rischiare. Già si vedeva a piangere per lei… che cosa
stupida. Piangere per una donna… non poteva.
-Sirius,
dimmelo, ti prego… perché non mi vuoi?
Io
ti voglio Dani, con tutto me stesso. Voglio le tua mani per me, i tuoi baci per
me, le tue guance… però non voglio che poi tutto finisca stupidamente, non
voglio soffrire come ho divuto sempre soffrire nella mia vita.
-okay,
ho capito.- si alzò –mi sono illusa. Sono solo un’idiota.
-no…
-cosa?
-scusami
Dani, è solo…
lei
si voltò. Era li, accucciato nell’erba, gli occhi bagnati proprio come i suoi,
i capelli scarmigliati dal vento.
gli
si accoccolò accanto.
-cosa
Si’? dimmelo.
-ci
sono già passato… mi dicono che vogliono stare con me, che mi vogliono bene,
che mi amano magari. Ma poi… resto solo come sempre.
-chi
ti ha deluso così?
Lui
girò il viso dalla parte opposta, mentre un ultimo raggio di quel sole lontano
gli pizzicava le guance.
-una
donna?
Lui
si morse il labbro inferiore.
-non
posso competere con il ricordo di una donna che ha lasciato un tale segno in
te, non è vero?
-non
è una donna… non solo.
Le
gli mise una mano sulla spalla.
-parli
della tua famiglia, vero? è per questo che hai fatto l’estate da James?
Lui
annuì. –cos’è successo?
-hanno
scoperto del piano.
-e..?
-loro…sono…
-mangiamorte?
Lui
alzò su di lei i suoi occhi umidi di lacrime.
Annuì.
-mi
dispiace Sirius… se non te la senti…
Sirius
scosse forte il capo. –io non sono loro… e lo dimostrerò…
-sono
fiera di te.
-anche
io!- scoppiarono in una risata nervosa. Sirius le avvolse la vita in un
abbraccio e se la fece scivolare in grembo. Le diede un piccolo bacio sulle
labbra calde, dischiuse ad accogliere le sue. –quello che è stato non mi
importa… adesso… me lo sto lasciando alle spalle…
-Sirius…
-per
te, Dani, per te… anzi, per noi.
E
accarezzandosi, sprofondarono in un nuovo, lungo bacio pieno di promesse.
Non dimenticatevi
di recensireee!!! Graziee…