Ekko…adesso magari le cose vi confonderanno un po’… perché Remus sarà un po’ diverso da quello che vi immaginate…
Però spero possiate apprezzare comunque
il mio lavoro…!
CAPITOLO 4
FARTI AVERE PAURA
Danielle
gli prese il viso tra le mani, e gli posò un piccolo bacio sulle labbra,
sfuggente e delicato, accompagnato da un sorriso malizioso.
-odio
quando c’è la luna piena. Odio quando te ne vai a fare il cretino con i tuoi
amici.- un broncio altrettanto malizioso sorse tra le sue guance asciutte.
-lo
so… ma tu sai che io non ci rinuncerò.
-dimmi,
cosa c’è di tanto speciale nel mettersi a fare gli animali in una villa
diroccata.
Sirius
rise. –fare gli animali… quanti esatti doppi sensi!
Dani
lo picchiò con un po’ troppa forza. –cosa fate?
-dopo
che Lupin si è trasformato?
-esatto.
-eh…se
te lo dicessi non sarebbe più un segreto.
-ma
pensa! È proprio per questo che lo voglio sapere.
-ti
adoro quando ti arrabbi con me.
Dani
si lasciò sfuggire un sorriso. Ma si corresse, ripronunciando il suo broncio.
–guarda che non mi compri! Eddai, che sarà mai? non lo dico a nessuno, tanto
non importa a nessun altro.
-bhè,
anche Lily non doveva dirvi di Remus, e guarda com’è finita.
-Lily,
per tua informazione, aveva il diretto permesso di Remus. E se oggi noi non lo
sapessimo, non sai quante cose sarebbero diverse.
-ad
esempio?
-questa
conversazione. Dovresti dirmi molto, molto di più.
lui
alzò un sopracciglio e si mise a ridere. –okay, okay, te lo dico.
Dani
si gonfiò un poco, soddisfatta, e si strinse di più nel giubbotto, mentre la
fredda aria notturna le riempiva i polmoni. –ma abbiamo pochissimo. Oggi devo
passare per primo.
-okay,
dai, dimmi.
-però
non devi giudicare.
-prometto.
-beviamo
un po’.
-cosa?
-te
l’ho detto che era un segreto. Uno a turno, oggi tocca a Remus, va nelle cucine
e un elfo nostro amico ci da una bottiglia di alcolico. Beviamo, finchè Lupin
non si trasforma, e siamo costretti a farlo anche noi. Allora lo facciamo, e
superata la sua fase peggiore andiamo a fare un giretto- qui espose verso di
lei uno sguardo che voleva eloquentemente avvertirla di non dire niente –e poi
noi tre torniamo, mentre lui resta li fino all’alba. Appena Minus si
addormenta, io e James parliamo. Parliamo di voi, sì.
-e
cosa dite?
-DaniDani…
chiedi troppo.
Lei
annuì, arricciando le labbra. –portami con te. Solo per una volta. Solo per
stasera.
Sirius
scoppiò a ridere. –ma che, sei pazza? La risposta è no. scordatelo.
I
suoi occhi si fecero tristi. –Sirius, io non voglio restare qui ad aspettare
che torni, terrorizzata da cosa ti può succedere.
Il
riso del ragazzo si trasformò in un sorriso dolce, paziente, commosso. La prese
tra le braccia e le baciò la testa, inspirando il sapore fresco dei suoi
capelli sulle guance e tra le labbra.
-Dani,
non c’è mai successo niente…perché dovrebbe oggi?
-infatti
io non mi preoccupo solo oggi, ma tutti i mesi, mese dopo mese. Però, se
vedessi, se sapessi davvero quello che succede, potrei farmene una ragione.
-no,
no piccola, non potresti.
-e
poi me lo sento. Stasera sarà diverso…più pericoloso.
-certo,
lo sarà. Se ci sei tu.
Lei
si voltò un poco, annegata nel suo petto, nascosta sotto il suo mento. –Sirius…
Una
supplica. Quei grossi occhi intrisi di paura, di amore, di preoccupazione vera,
di affetto, il suo sorriso fresco, pulito, timoroso e affettuoso…come mai
nessun sorriso gli era arrivato, come mai nessuno sguardo gli era stato
diretto. Lei alzò le sue mani ad accarezzargli i capelli, piano, senza
baciarlo. Chiuse gli occhi. Improvvisamente, a Sirius venne in mente la sera in
cui aveva cercato di baciare Lily. Il fatto che poi si fosse accorto di non
provare nulla per lei…era stata Dani. Sì, era sempre di Dani la colpa di tutto
quello che accadeva dentro di lui. perché? Lo sapeva. Perché forse lo
divertivano le battute di Kelly, la sua innocenza eppure euforia, il suo essere
bambina e donna con allegria. E gli era sempre piaciuta la sicurezza di Lily,
il suo essere forte, il fatto che un momento prima di piangere le venivano gli
occhi lucidi, ma che erano anni che non le vedeva versare una lacrima, una
lacrima vera. e la sua strana inteligenza, la sua ironia, il suo coraggio, sì,
belle qualità. Ma Dani…eccola, dolce, accucciata nel suo petto, con la sua
bellezza un po’ strana, la sua pelle chiara, i suoi capelli corvini che si
alzavano nella brezza notturna, le labbra carnose dischiuse. Ma soprattutto…il
modo con cui era materna con lui, con cui era innamorata di lui. e gli diceva
se stava bene esattamente quanto gli diceva che stava male. E adesso, gli
chiedeva di vedere, di vedere con i suoi occhi, quel segreto che avevano nascosto
per tutti quegli anni. Quello che realmente accadeva al di la di quel tronco
palpitante.
Le
prese una mano e la tirò dietro alle scale dell’ingresso di Hogwarts.
-non
è un bello spettacolo Dani…
-ti
prego.
Lui
si morse il labbro inferiore e poi la baciò piano. –mi devi seguire. Devi
correre.
Lei
gli prese la testa tra le mani e sorrise, accucciandosi con lui man mano che le
sue guance diventavano pelose, che il suo muso si allungava e i suoi capelli si
arruffavano.
-che
bel cagnolone il mio Sirius.- sorrise ai suoi occhi ancora così umani, e gli
accarezzò la schiena, dandogli un piccolo colpo sulla coda. –corri allora.
Seguì
Felpato fino al Platano, dove il cane fermò il battere frettoloso dei rami, e
lei si tuffò dietro di lui, con il cuore che sobbalzava rapido, giu, verso la
Stamberga Strillante, verso l’unica cosa che di Sirius ancora credeva segreta.
Remus
fissò il vetro verde e freddo della bottiglia che teneva tra le mani. La luce
vi filtrava attraverso, colorando la sua pelle. Ne aveva un’altra nella tasca
della giacca. Il cuore gli batteva forte, mentre fuori pian piano scendeva la
sera. Aveva poco tempo per arrivare. Che rabbia. La sola immagine di Lily e
James seduti insieme a pozioni gli torceva lo stomaco. Ma vaffanculo!
Bell’amico! Neanche tu sei stato tanto meglio. Lui le sbavava dietro e tu ti ci
sei messo, si disse. Ma è stata lei a scegliere, no? già, questo è il problema.
Come ha scelto una volta sceglierà la seconda. E chi sceglierà? Non è giusto,
non è giusto che il mondo giri intorno a lei. Sceglierà James. Con rabbia aprì
la bottiglia e ne ingerì una sorsata. L’alcol gli bruciò lo stomaco, la fronte
gli si imperlò di sudore. Ma sì, sceglilo. Alla fine tutti decidono di amare
James, e di ignorare me. al massimo possono votare per Sirius. Ma chi voterebbe
per me? ne bevve un’altra grande sorsata che gli riempì la bocca. Come per
Kelly. Nessuno si accorge di lei perché ci sono le sue amichette. È la stessa
identica cosa. Ancora, ancora, ne bevve altre boccate. Forse tu non eri innamorata
di me, stupida puttana, ma io sì, io lo ero, ti amavo credo. Sì, forse ti
amavo, solo che non te l’ho mai detto. E sai perché? Perché sapevo che non mi
sarei sentito rispondere “anche io”. Saliva le scale invece che scenderle,
rincorrendo l’unica consapevolezza che aveva nella mente annebbiata dall’alcol
che ormai era quasi finito nella bottiglia: li c’era la torre di Grifondoro. Li
c’era Lily. E lui gliel’avrebbe fatta pagare. Non ti va bene che io sia un lupo
mannaro? Non ti va bene? e perché? Perché non posso essere bello come James,
simpatico come James, allegro come James…ROMANTICO come James?
Però
farò una cosa che lui non farebbe mai.
Sarò
coraggioso.
Kelly
sorrise, appoggiandosi alla finestra.
-ehi
Potter…ma perché noi non possiamo venire?
Il
ragazzo si mise in borsa una coperta.
-e
quella a che ti serve?
-per
sdraiarci.
-e
non ti piacerebbe se ci fossimo anche noi a sdraiarci sull’erba con voi?
Un
sorriso malizioso, e James rise. –sì, molto in effetti. Ma voi non potete
venire. Siete donne.
Si
mise la borsa in spalla e si avvicinò a lei. Sorrise ai suoi occhioni scuri e
innocenti. Anche Kelly sorrise, a quel viso spavaldo e ironico.
-portami
con voi. Ti prego. Voglio solo vedere il posto dove…bhè, lo sai.
-dove
si trasforma Lupin?
-non
solo. Dove riceveremo i Pacchi.
Lui
sorrise e scosse il capo, spettinanadole il caschetto come faceva sempre quando
provava tenerezza per lei.
-mi
spiace Ke. Abbiamo giurato.
Lei
sorrise.
-allora
fila, o arriverai in ritardo!
Lui
sorrise e se ne andò.
Ecco,
li c’è pure Kelly. Cosa vuoi? Mi guarda. Cos’hai da guardare? Sei rimasta
delusa, vero? Potter non ti ha baciata, eravate qui da soli, voi due…magari è
pure successo. Io che ne so? Io non ne so mai niente.
Kelly
gli sorrise. avrebbe provato con lui.
-ehi
Remus…posso chiederti se- rimase bloccata. Lui la schiacciò contro il vetro
della finestra, aggredendo le sue labbra, toccando il suo seno, la sua pancia,
i suoi capelli freschi.
Lei
non aveva più fiato, sentiva il corpo del ragazzo caldo contro di lei, e il sapore
ubriaco delle sue labbra.
Kelly
iniziò a calciarlo, ma lui le si strinse addosso, furente ed eccitato, fuori di
se come non l’aveva mai visto. Riuscì a fuggire dalla presa delle sue labbra,
ingerendo grosse boccate d’aria, mentre il viso le andava in fiamme e iniziava
un pianto terrorizzato. –Remus! Ma sei pazzo? Remus! Non sei in te!
Sentì
le sue guance ruvide sfregare sul suo collo liscio e morbido, alla ricerca di
un contatto che lei non gli voleva dare.
Gli
prese la testa tra le mani, sussurrandogli di lasciarla, ma lui la cingeva più
forte.
Poi,
improvvisamente cedette un po’, allontanandosi dalle sue labbra gonfie, e lei
lo spinse via, i grossi occhi annegati di lacrime.
-ma
che fai, Remus? Sei ubriaco?
-sì,
ubriaco.- rise. –ubriaco di rabbia.
E
cercando di prendere fiato, lo guardò sparire su per il dormitorio femminile.
Un’altra
sorsata di alcol, finendo la seconda bottiglia quasi per farsi coragio, Remus
spalancò la porta della stanza di Lily, Dani e Kelly. Vi irruppe dentro, e come
previsto vi trovò solo la prima, seduta sul letto in camicia da notte, i
capelli sciolti.
-Remus!
Menomale che sei venuto. Dobbiamo fare pace. Ma scusa…non dovresti essere alla
Stamberga?
E
lui le si avvicinò, le prese un polso, la tirò verso di te, facendola scivolare
a terra.
-Remus?
-sì,
sono io, adesso non mi riconosci più?
-no,
no che non ti riconosco! Ma che fai?
La
trascinò verso la porta, ma lei cercò di fermarlo attaccandosi al letto.
–Remus!
-sì,
sì Lily, esatto. Adesso vieni con me.
-con
te? No, non così, non da ubriaco, non da arrabbiato!
-ah, allora non ti va mai bene niente, vero? sì esatto, è così. Mi hai lasciato
perché non sono normale…
-non
ti ho lasciato per questo Remus, no, ti prego, non fare l’idiota!
-io
idiota? Eh no io non sono l’idiota!
-lasciami!!!
-no
carina, ora vieni, vieni a vedere la verità, quello che hai veramente lasciato!
-io
lo so quello che ho lasciato! E non voglio dover aggiungere motivi alla lista!
-ah,
c’è addirittura una lista!
-sì!
-e
cosa ci hai scritto? JAMES POTTER??????
Lei
lo calciò scivolando a terra, il viso rosso e umido di sudore, intriso di
terrore.
-se
anche fosse?
Lui
emise un gemito. –alla fine hai scelto lui.
-NO!
NO!- il suo urlo divenne quasi isterico –sei fissato Remus!
-ah
ddavvero? Adesso ti farò vedere perché.
-cosa?
-perché
avrei dovuto lasciarti le tue stupide domande e le tue pessime congetture, due
anni fa!- le prese la vita e se la issò in spalla, urlante e scalciante
com’era, nella sua pallida nudità celata solo dalla leggera camicia da notte.
–ti insegnerò finalmente ad avere paura!
James
ridacchiò con se stesso per quello che stava facendo. Non ce n’era motivo.
Perché? Riaprì il ritratto, sorridendo. Voleva solo che Kelly vedesse, che
fosse preparata al luogo in cui avrebbero compiuto il loro compito, e quella
sera ci sarebbero stati anche gli altri, non sarebbe sucesso nulla. Che poteva
succedere? Era una specie d’iniziazione. Un’iniziazione a quel pericoloso ed
emozionante futuro che avevano davanti, si dovevano preparare ad affrontarlo, e
lo avrebbero fatto insieme.
-Ehi
Kel, sopresa! Sono venuto a prenderti!
Aprì
l’ingresso, spalancando le braccia, contento della sua decisione. Kelly era
un’amica, una buona amica, grazie a lei il loro piano si poteva svolgere.
Perché non poteva vedere? Tanto tra sapere e vedere non c’è differenza. –pronta
per vedere cose da grandi?
Ma
cio che vide non fu affatto una ragazza pronta. Se ne stava li, schiacciata
contro il vetro della finestra, il viso inondato di lacrime e paonazzo di
terrore, il caschetto che a lui piaceva disordinare disfatto sulla testa,
arruffato, scompigliato. La maglietta un po’ alzata rivelava la pancia
leggermente abbronzata, piatta, sobbalzante nel ritmo dei singhiozzi. Le si
avvicinò, e lei tremando si sottrasse dalla sua carezza.
Gli
ricordò la bambina che aveva conosciuto, ormai sei anni fa, il piccolo passero
sotto l’ala protettiva del fratello maggiore. E adesso, anche se aveva imparato
a volare, quel piccolo uccellino se ne stava li, fremente di lacrime,
umigliato, rosso, livido di speranze distrutte, di certezze infrante. E James
avrebbe voluto essere diverso. Non essere quel ragazzo strafottente, padrone
del mondo, del suo mondo perlomeno. Avrebbe voluto essere dolce, e gentile,
abbastanza da avere la sua fiducia, da non vederla sottrarre dalla sua semplice
carezza, avrebbe voluto essere semplice e sincero, come non era mai stato. E
allora, solo allora, guardando quelle lacrime di innocenza perduta scivolare
sulle guance appiccicose di una delle migliori persone che conoscesse, James capì.
Capì quello da cui Lily era scappata, quel giorno nella Foresta, tutti quegli
anni nei corridoi, giorno dopo giorno nella loro vita, nella loro recente
amicizia, capì cos’era quella cosa che lei non voleva far entrare nella sua
vita. Capì cos’aveva sempre sbagliato. E mentre si chinava sulla ragazza, le
sorrideva con calma, spalancando gli occhi per mostrarle che non c’era niente
di fraintendibile nel suo gesto, sentì che il cuore gli si alleggeriva da un
peso che lo aveva attenagliato per anni. Sentì scrollarsi di dosso tutta quella
messa in scena che aveva montato nella sua vita, e sorrise a quel passerotto,
che singhiozzò ancora.
-ehi,
Kelly, che è successo?
-Rremus…
-cosa?
Tranquilla, non voglio farti del male…- le mise una mano sulla spalla, e fece
per abbracciarla, sì, per la prima volta nella sua vita voleva solo abbracciare
una ragazza. Per te Lily, per te. Lo vedi? Sono cambiato…
Un
urlo lo fece voltare: Remus comparve nella sala deserta, con il corpo fremente
di Lily sulla spalla. Correva, tenendo ferme come meglio poteva le gambe
agitate della ragazza.
Kelly si liberò dalla sua stretta
leggera, appena abbozzata, timorosa come tutte le prime strette.
-è
ubriaco… le farà male…- saltò giu dal davanzale, asciugandosi gli occhi in
fretta con il dorso della mano. –purtroppo avrei un idea su dove la sta
portando…
James
annuì, la vista offuscata, e quel peso che se n’era andato dal suo cuore di
ritorno, con la consapevolezza, questa volta, che l’amico stesse per fare il
più grande errore della sua vita. Si morse il labbro e afferrò il polso di
Kelly, iniziando una folle corsa verso di lui.
Lontana,
complice e crudele, puntuale e irruente, candida e argentea come ogni notte,
piena e succube come solo una volta al mese, la luna si preparò a scrollarsi di
dosso le nuvole, e a fare capolino, in tutta la sua pura bellezza, innocente e
silenziosa, per bagnarli della sua luce e travolgerli, loro, non più tanto
innocenti e per poco silenziosi, già da tempo succubi del suo candido e lontano
potere.
Sconvolti? Non dimenticate
la recensione… :D