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Autore: TheWhiteFool    04/07/2011    4 recensioni
Willard Demetris: il giovane figlio di mercanti della città di Veshibal. Ma non aspettatevi certo il tipico eroe senza macchia e senza paura: è molto più probabile che lo vedrete scappare a gambe levate difronte al pericolo (a meno che il pericolo non sia qualche ragazzo che minaccia la virtù delle sorelle...).
Willard è un egocentrico, possessivo, vanitoso protagonista. E anche abbastanza sfigato. Questa storia è ambientata nell'universo di Dragon Age, ma non occorre conoscere la saga per gustarsi le follie di questo pazzo, pazzo personaggio e della sua famiglia di sclerati.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Willard Demetris si agitò sulla sedia imbottita di velluto, a disagio. Si trovava nella Sala Verde di Villa Graciel, seduto fra sua madre e sua sorella Fanny. La stanza era semibuia e le uniche torce erano rivolte verso il palco, dove gli attori di una famosa compagnia teatrale stavano mettendo in atto una parodia del terzo Flagello. La sala era gremita di spettatori invitati personalmente da lord Graciel stesso, ed era riservata ai membri delle famiglie nobili, e a coloro che, grazie al patrimonio, un titolo nobiliare se lo sarebbero potuti comprare.

Willard si allentò il colletto della camicia di seta blu scuro, la migliore che aveva, e degludì. Non riusciva a prestare attenzione alla musica d'orchestra composta da flautisti e arpisti, né alle incredibili contorsioni dei danzatori, che venivano puntualmente accompagnate da un “ohhh!” del pubblico. Alla sua destra, due posti a sedere più in là e proprio accanto a Fanny, sedeva suo cugino Thomas. Lui e Fanny sembravano molto... intimi negli ultimi tempi. Il giovane osservò come si protendevano l'uno verso l'altra, corti ricci castani verso un arruffata coda di cavallo rossa. Willard sbuffò contrariato: sua sorella non riusciva a rendersi presentabile nemmeno per le serate di gala. Quando, durante i preparativi a casa, lui l'aveva pregata di lasciarsi acconciare i capelli, la sciocca risposta di lei era stata:

-I capelli? E allora? Avanti, Willard, stiamo andando a teatro. La sala sarà buia. Nessuno baderà ai miei capelli!-

-Chissà, magari Thomas potrebbe farlo- le aveva risposto Willard acido, prima di riuscire a trattenersi.

A quel punto sua sorella si era limita a pestarli un piede prima di passarsi una mano fra le ciocche per arruffarsele ancora di più, fissando il fratello con sguardo di sfida.

Ma non era la sciattezza di Fanny la cosa che lo pungeva di più sul vivo. Inspirò, cercando di calmarsi, quando vide come Thomas e sua sorella ridacchiavano insieme, imbarazzati ma felici come due piccioncini, ignorando completamente lo spettacolo.

Willard strinse le mani guantate a pugno. Aveva promesso, aveva promesso a suo padre (dopo che lui l'aveva minacciato di dare fuoco al suo armadio), di lasciare Fanny vivere la sua vita.

Voleva la felicità della sorella ma era preoccupato per la sua sicurezza, anche se sapeva che una preoccupazione immotivata. Thomas, che regalava a tutti un sorriso gentile e non sarebbe stato capace di far del male nemmeno ad una formica, non avrebbe arrecato a suo sorella alcun male.

Era da qualche settimana che i due si frequentavano, ormai, e lui stava cominciando ad accettare la cosa, più o meno.

Peccato solo che ora Thomas sia troppo occupato a passare del tempo con Fanny per dedicarsi al suo migliore amico” pensò Willard, con espressione a metà fra il seccato e il ferito.

Non che i due facessero niente. Per la maggior parte del tempo se ne stavano in biblioteca a commentare i libri che avevano letto, occupazione che Willard trovava troppo noiosa anche solo per restare nella stessa stanza e controllare che i due non facessero niente di strano.

Sbuffò, distogliendo lo sguardo da Thomas e Fanny, ma questa mossa fu ancora meno saggia. Due file davanti a lui, circondata dalle sue amiche pettegole, lady Graciel stava assistendo allo spettacolo, in uno splendido abito di tulle verde chiaro che (Willard l'aveva notato prima che spegnessero le luci) faceva risaltare i suoi boccoli biondo scuro.

Willard aggrottò le sopracciglia, al tempo stesso facendosi piccolo piccolo nella sua sedia imbottita. Era una tortura restarsene lì fermo, con Fanny e Thomas che sprizzavano amore e gioia da tutti i pori da un lato e la ragazza che un tempo aveva chiamto “tesoro” a pochi metri davanti a lui.

Le aveva parlato quando erano arrivati a Villa Graciel, insieme a tutti gli altri ospiti, pronti per la cena a poi per lo spettacolo. Lei l'aveva accolto con qualche scambio di battute cordiali e veloci prima di andare a salutare gli altri ospiti, da perfetta figlia del padrone di casa.

Willard si raddrizzò sulla sedia (anche se era buio e al massimo gli altri invitati potevano intravedere la sua figura, non amava starsene scomposto: non era mica Fanny), e cercò di concentrarsi sull'opera. Osservò con le sopracciglia agrottate la protagonista femminile sul palco, che veniva rapita da due attori che impersonavano i mostri, i prole oscura, e una decina di secondi dopo ne perse interesse. Gli attori erano piuttosto bravi, ma la commedia sapeva di già visto e di banale.

Inoltre, gli abiti di scena erano degli stracci inguardabili.

Gli occhi grigio-azzurro del ragazzo tornarono a concentrarsi sulla figura dai boccoli biondo scuro, illuminata di striscio dalle torce sul palco. Sospirò. Ora che non aveva Thomas con cui parlare, gli sarebbe piaciuto scambiare due parole con Gracie, sopratutto di quello che considerava il tradimento del suo migliore amico. Nessuno l'aveva capito, fin'ora. Con Fanny e Thomas non poteva certo sfogarsi, e quando aveva provato a parlarne con sua madre.... beh, Elena, forse per rispettare la tradizione di famiglia, aveva fatto “orecchie da mercante”. Suo padre era solo contento di vedere felice la sua figlia prediletta. Ed Alise, davanti ai monologhi di Willard, si era limitata a pulirsi la mano dalle caccole sui pantaloni nuovi del fratello.

Willard rabbrividì. Se solo la sua sorellina minore non avesse avuto quelle insane abitudini, sarebbe stata adorabile. Di certo Alise non gli avrebbe pestato i piedi, né si sarebbe messa a slinguazzare il suo migliore amico, quando avrebbe raggiunto l'età di Fanny.

E, tanto per sicurezza, non avrebbe più portato i suoi amici a casa.

I suoi amici... certo, Willard aveva tante persone con cui avrebbe potuto sfogarsi. Persone a cui era affezzionato, dell'alta nobiltà e non, persone a cui voleva bene. Ma Thomas era un'altra cosa. Lui pensava che sarebbe sempre stata la spalla dove avrebbe potuto aggrapparsi in caso di difficoltà. Era un ancora sicura. Era Thomas.

Thomas, che ora si sta limonando con tua sorella” pensò stizzito, cercando di ignorare i suoni di risucchio e i mugolii che provenivano dalla sua destra. Era talmente sconvolto che non se la sentiva neanche di rimproverarli per la maleducazione.

Dovrò essere più selettivo con i miei amici. Far completare un quiz a risposta multipla a tutti, infilandoci dentro la domanda “cosa faresti se mia sorella ci provasse con te”, o qualcosa del genere”.

Sospirò. Nessuno l'avrebbe capito... a parte Gracie. Era abbastanza gelosa delle sue cose e delle persone a cui voleva bene per capire l'agonia di Willard.

Il giovane aveva lo sguardo distante, oltre le mura della sala gremita da persone, perso nei suoi pensieri. Probabilmente, Gracie si sarebbe indignata e avrebbe affrontato Fanny e Thomas per strada, alla prima occasione, sputandogli contro frecciatine velenose senza senso il cui unico scopo confuso sarebbe stato quello di difendere lui. Sorrise. Ricordò come la donna usasse stringere gli occhi quando era arrabbiata, come per mettere meglio a fuoco il comportamento del rivale. Ricordò i suoi discorsi di quando era emozionata, con le guance accalorate e di come non riusciva a tenere ferme le mani per l'agitazione. Ricordò i suoi grandi e tondi occhi nocciola, e il leggero profumo alla vaniglia che metteva sui polsi e sul collo. Ricordò di come pretendesse sempre di avere ragione, a volte inventandosi storie prive di senso per confermare la sua tesi, e ridacchiò divertito. Ricordò di come amasse disegnare, e che odiava essere chiamata col suo vero nome, “Palmidora”. Ricordò di come amassero parlare di vestiti insieme.

Ricordò...

Willard sussultò. Tutte le persone intorno a lui, nella platea, si erano alzate per applaudire la fine dello spattacolo. Turbato, li imitò, applaudendo come un automa.

Ma perchè pensava ancora a lady Graciel? Era passato più di un anno, ormai, da quanto si erano lasciati. Basta. Era storia finita. E in più, certo, magari ora lei gli mancava, ma quella ragazza aveva talmente tanti difetti di carattere che...

Willard si immobilizzò, bianco in volto.

Gli mancava?!?

-NON MI MANCA!- urlò di colpo, infuriato. E un attimo dopo si pentì di averlo fatto.

Tutta la persone della platea si erano voltate verso di lui, compresi gli attori, che lo guardavano a bocca spalancata.

Willard Demetris, che ci teneva sempre a vestirsi bene e a tenere un altro profilo, in quel momento desiderò che il pavimento gli si spalancasse sotto i piedi per inghiottirlo.

-Ehm...- mormorò imbarazzato, le guance in fiamme -scusate, avevo, uhm... un sassolino nella scarpa, ecco. Ma ora è tutto a posto, continuate pure.- mormorò confuso. Si sentiva come se qualcuno avesse staccato il filo che connetteva il suo cervello alla sua bocca.

Alcuni si voltarono di nuovo verso gli attori, che avevano ripreso ad inchinarsi, cercando di salvare il possibile. Willard era sicuro che, se gli attori lo avessero trovato da solo una notte in un vicolo buio, non avrebbero esitato fargliela pagare. Si ripromise di non uscire da solo la sera, almeno finchè la compagnia teatrale non avesse lasciato la città.

Alcuni curiosi continuavano a voltarsi, per commentare poi col vicino nascondendo il sorrisetto con la mano. Willard avrebbe voluto morire. Sentiva lo sguardo di Elena, sua madre, che lo fissava con aria apprensiva, del tipo “mio-figlio-è-appena-impazzito”. Grazie al cielo, suo padre non c'era, o chissà cos'avrebbe fatto.

Non voleva guardare davanti a sè. Non voleva vedere se lei si era voltata o no.

Di colpo, sentì il toccò di una mano sul suo braccio. Si voltò, e vide gli occhi di Fanny, così simili ai suoi, che lo guardavano preoccupati.

-Will...- disse sua sorella a voce bassa, impacciata. Fanny non era mai stata brava a esprimere affetto e preoccupazione, non riusciva mai a trovare le parole. Al contrario, era perfettamente portata nell'insultare e nel lancio-di-libri-e-altri-oggetti-in-testa, sport che molto probabilmente aveva inventato lei stessa.

Però non tolse la mano dal braccio del fratello, e anzi, serrò la stretta, fissandolo con le sopracciglia agrottate e preoccupate.

Fu Thomas a trovare le parole per lei -Will!- negli occhi marroni del giovane la preoccupazione era talmente lampante che Willard provò una fitta di rimorso per aver pensato dell'amico.

Thomas affiancò Fanny -Come stai? Cosa...-

-Sto bene. Devo solo prendere una boccata d'aria.- si liberò dall'abbraccio di Fanny: la sala era diventata improvvisamente soffocante. Si diresse verso la porta d'uscita, voltandosi però a metà strada, per fermare sua sorella e il suo amico che stavano per venirgli dietro.

-Davvero, non preoccupatevi per me. Sto bene. Ho solo bisogno di un attimo per riflettere. Fanny, tesoro, vai a casa con mamma, io vi raggiungo. Indossa i guanti che a quest'ora farà freddo, e se non lo farei, giuro su Yenob che lo verrò a sapere. Thomas, ci vediamo domani per la cavalcata come concordato, va bene?-

Uscì dalla casa da solo e senza aspettare risposta.

Percorse il giardino dei Graciel, decorato da cipressi e bossi perfettamente curati, neri come carbone nel buoi delle notte. Willard si sedette su una panchina di marmo. Non capiva perchè era così turbato. Fanny e Thomas si stavano innamorando. E Gracie era andata. Erano cose da accettare, e basta.

-Willard?-

Alzò lo sguardo, e vide lady Graciel, nel lungo abito di tulle verde, che soreggieva una candela in mano e si stagliava davanti a lui.

 

 

Non so se nel Thedas la gente andava a teatro, ma comunque prendetela come una licenza poetica.

Dopo mesi di inattività, sono tornata. Non ho scritto per molto tempo, dato che prima non potevo accedere al pc e poi il gdr con cui partecipavo usando Will come personaggio ha chiuso i battenti, e tanti saluti all'ispirazione. Senza contare lo studio di fine anno ç___ç

Comunque, anche se non ho pubblicato più nulla, la gente ha continuato a recensirmi (HikariShadow e Brida, vi adoro!!!), e anche gente che conosco nella vita “reale” mi ha pregato di andare avanti. Quindi, eccomi qui! E anzi, questa fanfic è la prima di una serie di due, e state pur certi che questa scena continuerà nella prossima puntata! <3

 

Bacioni a tutti! *_*

   
 
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