Il
Piccadilly Circus.
Erano
arrivati.
La
casa era stata ristrutturata e Liam quasi non riusciva a riconoscerla
per
quanto si era conformata alle altre villette a schiera tipiche di
Londra. Era
grande, certo. Ma non era come il vampiro dagli occhi screziati di
viola se la
ricordava: maestosa, imponente, vittoriana.
“Sei
pronta?” lei annuì lentamente.
“Sì lo sono” e così suonarono
insieme il
campanello di quella villetta, apparentemente uguale alle altre ma che
nascondeva una famiglia di mostri. Lei aprì la porta.
Ma
non era lei.
Non
può essere lei, pensarono all’unisono
Renesmee e Liam.
Eppure
erano tutti e due certi che quella davanti a loro era proprio Isabella
Swan, la
sposa immortale di Edward Cullen.
C’erano
cose in lei che di sicuro non facevano parte della trasformazione, ma
di un suo
volontario cambiamento radicale ed esagerato che a Liam fece venire la
pelle d’oca.
La
donna che aveva aperto la porta aveva un taglio lungo e biondo platino,
probabilmente con tanto di extension e meches che davano tanto
l’idea di colpi
di sole fatti da mani di un parrucchiere esperto. Il viso non
somigliava
assolutamente a quello di Bella Swan, ma era diventato più
squadrato e sembrava
più adulto, ma solo per merito di svariate plastiche che non
la rendevano più
lei, ma qualcosa di terribilmente finto.
Le
sopracciglia schiarite la facevano sembrare più vecchia e
troppo diversa.
Il
seno non era più ordinato alla sua statura media e al suo
corpo esile, ma era
tondo e grande, così grande e rotondo da essere
sproporzionato.
Liam
riconosceva vagamente l’aura della sua Bella… ma
quella davanti a lui…
Chi
era la donna davanti a lui?
Non
la dolce ragazza che aveva conosciuto anni prima.
“Isabella?”
domandò incredulo, quasi schifato.
Liam.
Sotto
il silicone, il cuore della donna perse un battito, che tra
l’altro, non aveva
già più da anni.
Renesmee.
Un
altro non-battito era andato. Un altro colpo.
Isabella
Cullen fu tentata di chiudere la porta, perché due delle
persone che lei amava
di più la guardavano con una faccia inebetita e quasi con
ribrezzo.
La
sua bambina la osservava con uno sguardo carico d’odio e di
orrore represso.
No, pensò.
Quello
era il giorno che lei aveva cercato di evitare per tanto tempo: il
confronto
con sua figlia e con Liam, che aveva abbandonato alla deriva di
chissà quale
vita.
“Isabella?”
sussultò il vampiro dai capelli biondi. “Liam?
Renesmee?” domandò lei.
Ovvio
che sapeva chi fossero, ma non riusciva a dire altro.
“Sì,
Bella” Liam le si avvicinò dolcemente, come fa un
padre con la bambina che ha
appena combinato un guaio. “Che ti è
successo?” domandò sfiorandole gli zigomi.
Fu
in quel momento, quando Liam la sfiorò, che capì
che per Isabella Swan non
provava più nessuna sensazione se non un affetto che si
può rivolgere a una
sorella e un po’ di compassione per come si era ridotta.
Renesmee
era furiosa.
Non
sarebbe dovuta andare lì da sua madre, a chiarire le cose o
a litigare ancora.
Le aveva provocato solo dolore. Aveva percepito che c’era
solo lei in casa.
Ma
prima doveva esserne certa, doveva salutare suo padre, che amava alla
follia.
“Dov’è
mio padre?” chiese con freddezza a Bella.
“Vedi
tesoro…” iniziò la donna muovendo le
grandi labbra rosse. “Non c’è. Lo
sapevo.
Andiamo a cercarlo, Liam!” la madre la prese per il polso.
“Non
puoi?” Renesmee le sarebbe saltata addosso. “Dammi
solo un buon motivo per non
andarmene subito a cercarlo” un attimo parve una vita.
“Lui e tutta la famiglia
Cullen sono affetti da un morbo che infetta solo quelli…
come noi. Non puoi
andare… per quanto ne so
vivono nei boschi, in attesa che la sete o la morte sopravvenga su di
loro” furono
parole dure. E in quel momento nella mente della ragazza
scoppiò qualcosa, un
piccolo nervo che le fece tirare fuori tutta la rabbia repressa.
“E perché tu
sei ancora qui?! Perché non hai cercato un modo per salvare
mio padre?” insieme
alla furia sgorgavano lacrime. “Tesoro, lui non è
quello che ricordi di aver
conosciuto… E’ più simile a un mostro.
Qualcosa di… spaventoso” Liam
rabbrividì, pensando alla maledizione della Bestia che lo
aveva distrutto per
secoli.
“…
E poi ho cercato di farmi una vita” concluse sua madre. Due
secondi dopo, sulla
soglia apparve un uomo che, senza preavviso, toccò il seno
di Isabella in
maniera assolutamente indicibile.
Renesmee
per poco non gli saltò addosso.
Quel
porco viveva con sua madre.
“Renesmee,
Liam… lui è George” no, la ragazza non
poteva vedere ancora un minuto di quello
spettacolo, mentre quel pervertito godeva.
“Qui
l’unico mostro sei tu!” urlò, e tutti i
passanti si girarono nella loro
direzione.
E
poi si mise a correre, schivando per poco le macchine.
Correva,
correva, correva.
Liam
guardò un’ultima volta Bella e l’uomo
dietro di lei. “Lei ha ragione” e così
si
lanciò all’inseguimento di Renesmee, con tutta la
foga possibile, lasciando la
donna da sola.
Di
nuovo.
Nota
dell’autrice:
Capitolo
un po’ scioccante… non trovate? Ecco, qui sotto ho
messo una foto di come mi
sono immaginata la “trasformazione” di Bella.
Decisamente diversa dalla nostra
Isabella Cullen, di una bellezza eterea.