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Autore: LovelyKim    04/07/2011    5 recensioni
Ormai si avvicina il periodo dell'anno che Temari odia di più: la primavera, che col profumo dei petali di ciliegio porta con se' incubi e ricordi dolorosi. Ma adesso non ha tempo per preoccuparsi, perchè l'Hokake ha deciso di affiancarla a Shikamaru per una missione molto particolare: ritrovare le persone scomparse in un villaggio della Valle dell'Eco, antico nemico di Suna. E in mezzo a fantasmi scarlatti, vecchietti che profumano di mentine, una vecchia magione i cui contorni si perdono nella nebbia, tradimenti e antichi riti demoniaci, la ragazza dovrà scegliere tra un nuovo, prepotente sentimento e un passato che brilla tra le ombre.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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I Ricordidelle Ombre 

Capitolo primo: Richiesta d’aiuto

Si dice che il buio sia nero, più nero delle ali setose del corvo, più nero di una goccia d’ inchiostro. Ma è pura follia, poiché non ha colore il buio, non ha voci, non ha risa, non ha lacrime. Non ha cuore il Buio.
 
Il cuore nel petto batte a singhiozzo, così maledettamente forte da sembrare sul punto di scagliarsi fuori dal corpo e mettersi a correre per conto suo. Ma non mi fermo, non mi posso fermare. Corro veloce attraverso i rovi, dirigendomi alla cieca in un punto o nell’altro del labirinto, ma non sto cercando di uscire, no. Sto cercando qualcuno. Non so chi, lo scoprirò nel momento in cui l’ avrò trovato, ma la sensazione di urgenza non si attenua, diventa più forte e mi attanaglia le viscere. I rami mi graffiano, feriscono  la carne e sento un liquido caldo e viscoso che cola da mille ferite. Ma non ho tempo di fermarmi. Sento che sono vicina, manca poco.  D’ un tratto mi blocco: ho paura. C’ è qualcosa di sbagliato, qualunque cosa vedrò so che non mi piacerà. Un urlo, disumano, disperato, lacera l’ aria attorno a me.  I brividi mi scorrono lungo la schiena mentre, con la mano tremante, scosto le ultime foglie dalla mia visuale. Davanti a me vedo il suo corpo, il suo bellissimo corpo, martoriato e coperto di sangue. Gli occhi fuori dalle orbite mi fissano in un misto di orrore e paura, mentre la bocca esangue si apre a mormorare poche, flebili parole:
-Perché mi hai fatto questo, Temari?
Vorrei  urlare, discolparmi, dire che io non ho fatto nulla. Ma non ci riesco. Rimango a guardarlo, terrorizzata. Con uno sforzo sovrumano, mentre la morte gli porta via le forze residue, mi parla un’ ultima volta:
-Cosa… mi hai…fatto?
Nel momento in cui i suoi occhi si chiudono, un altro urlo rompe il silenzio. Un grido di dolore, di pura e semplice disperazione. Questa volta sono io a urlare.
 
Alcuni energici colpi contro il muro la svegliarono. I suoi occhi si spalancarono, e per un secondo Temari non riconobbe il luogo in cui si trovava. La fronte imperlata di sudore, si guardò attorno e con non poco sollievo si ricordò di essere nel soggiorno del suo appartamento a Konoha. Sul tavolo di legno c’ erano ancora i resti della cena che aveva consumato qualche ora prima, il ventaglio gigante che utilizzava come arma chiuso e appoggiato alla sedia, e sul letto di fronte a lei, i soliti vestiti gettati alla rinfusa. Ancora vagamente confusa, la kunoichi della Sabbia cercò di ricordare cosa era successo. Quella notte era andata a dormire molto tardi per via del lavoro all’Ambasciata: i nuovi trattati di alleanza tra Suna e il Villaggio della Foglia l’ avevano impegnata fino a notte fonda, costringendola a portarsi persino a casa alcuni documenti. Aveva appunto intenzione di passare la notte in bianco per controllarli, e per questo si era seduta su una poltrona vicino al camino, ma poi doveva essersi addormentata. Si alzò, contraendo il viso in una smorfia di dolore: la posizione scomoda le aveva fatto venire il torcicollo, e per di più le faceva male la gola.
“Scommetto che ho di nuovo urlato nel sonno” pensò “quel dannato incubo mi sta perseguitando.”
Si avvicinò al frigorifero per prendersi un sorso d’acqua, quando altri colpi alla porta la bloccarono. Che fossero i vicini venuti a lamentarsi? Temari sospirò e si aggiustò la camicia da notte alla bell’e meglio. Era già la terza volta consecutiva che si svegliava gridando,  si aspettava che prima o poi ci sarebbero state proteste. Andò alla porta decisa a scusarsi, ma quando l’ aprì non trovò il brutto muso dell’arcigno signor Takenaga, bensì una piccola lettera appoggiata sullo zerbino. La prese esitante e notò che recava il sigillo dell’Hokage; una convocazione ufficiale quindi. Anticipandone il contenuto, Temari sospirò. Il cielo all’ orizzonte si era tinto di piacevoli color pastello, mentre il sole sorgeva timidamente e Konoha si svegliava lentamente dal sonno. Per qualche minuto la ragazza rimase ferma, appoggiata allo stipite della porta, lasciando che la brezza leggera la rinfrescasse e scacciasse i brutti pensieri.
 
ORE 7:30
KONOHA – PALAZZO DELL’ HOKAGE
 
 
-Buongiorno, Temari-san.
-Buongiorno a lei, Tsunade-sama. – rispose educatamente la ragazza.
 Il suo sguardo si soffermò per un attimo sulla bella donna seduta dietro la scrivania, per poi puntarsi sullo sconosciuto dinanzi a lei. Era un uomo sulla quarantina, coi capelli brizzolati raccolti ordinatamente in una coda, una semplice blusa scura e pantaloni di tela. Il suo viso non aveva nulla di particolare, se non i grandissimi occhi azzurri che soli si mangiavano gran parte della faccia. Temari distolse lo sguardo e tornò a fissare l’ Hokage. Tsunade sospirò.
-Tu sei puntuale, ma quell’altro sfaticato si fa attendere come al solito…
In quel momento, bussarono alla porta.
-Avanti.
Shikamaru Nara fece qualche passo avanti, la solita espressione indolente dipinta sul volto.
-Scusate il ritardo – fece, soffocando a stento uno sbadiglio.
Fece un cenno verso Temari, che gli rispose con un’occhiataccia. L’atteggiamento incurante di quel ragazzo non lo aveva mai digerito, sembrava che si facesse beffa di tutto e di tutti. Persino davanti al capo del suo villaggio, pur mostrando un certo rispetto, dimostrava un disinteresse quasi irritante. Ma questo suo carattere non toglieva nulla al suo genio, anzi gli conferivano una certa imprevedibilità che talvolta coglieva di sorpresa anche lei, che pure lo conosceva da quasi cinque anni. A malincuore, aveva dovuto ammettere più volte che Shikamaru si era rivelato un buon amico non che un temibile rivale.
-Perfetto, ora che ci siete tutti, veniamo al sodo. – Tsunade prese la parola.
Aveva delle pesanti borse sotto gli occhi, segno che non aveva dormito bene.
-Questo signore è Joji Yo-Baen e proviene da un villaggio della Valle dell’Eco. Ha affrontato un lungo
viaggio per chiedere l’aiuto di Konoha.
-Questa ragazza non è del Villaggio della Foglia – la interruppe l’ uomo. Fissava con disprezzo il coprifronte di Temari, che ricambiò l’occhiataccia.
-Provengo dal Villaggio della Sabbia, signore – rispose secca. L’altro ebbe un fremito e spostò lo sguardo su Tsunade .
-Perché ha convocato anche lei? Non vogliamo avere rapporti con Suna.
-Purtroppo non c’ è scelta. Proprio ieri sono stati firmati dei nuovi accordi con il Kazekage, che prevedono una collaborazione tra ninja della Foglia e della Sabbia. Nelle missioni di livello A e S saranno formate squadre miste. – rispose Tsunade con una evidente punta di durezza nella voce.
- Per cui chiedo a lei e ai suoi concittadini di riporre ogni tipo di ostilità. Se volete l’ aiuto di Konoha dovrete andare incontro anche a Suna.
L’ uomo aprì la bocca per dire qualcosa, ma finì col ripensarci e si limitò a guardare in cagnesco la kunoichi bionda, che lo ignorò completamente.
-Qual è il nostro incarico? – domandò lei, sforzandosi di controllare la voce.
-Signor Yo-Baen, a lei la parola – ribattè Tsunade, massaggiandosi le tempie.
L’ uomo cominciò a parlare con voce aspra, puntando lo sguardo su Shikamaru.
-Da circa un mese a questa parte, ogni settimana si verificano sparizioni di cittadini del mio villaggio. All’ inizio pensavamo fosse opera di un animale proveniente dalla foresta: non è raro che qualche lupo affamato abbandoni il suo normale territorio di caccia e cominci a girovagare intorno al paese. È successo spesso in passato, ma non attaccano quasi mai gli uomini, di solito i loro obbiettivi sono gli ovili incustoditi.
Stavolta però sappiamo che i lupi non c’ entrano un accidente: non ci sono tracce di sangue, ne segni di trascinamento e non sono stati trovati corpi; le persone scompaiono di punto in bianco e di loro non si sa più niente. Abbiamo setacciato la zona, guadato il fiume, ma non abbiamo trovato nulla.- concluse.
-E’ una cosa abbastanza complicata – aggiunse Tsunade – ed è per questo che ho deciso di assegnare la missione a voi due, che siete tra i migliori Jonin e vi distinguete particolarmente per la vostra intelligenza. Conto sul fatto che dimostriate agli altri quanto fruttuosa possa essere una collaborazione tra ninja.
-Come desiderate, Hokage-sama – fece Temari.
- Allora ci vediamo. – Shikamaru si diresse verso la porta e l’ aprì. L’espressione annoiata era sparita lasciando il posto ad uno sguardo pensieroso. I due uscirono seguiti da Yo –Baen.
-Possiamo partire il prima possibile? Vorrei tornare al più presto a casa.
-Non c’ è problema. Ci vediamo fra un’ora dinanzi all’ entrata del Villaggio. – rispose Temari. L’ uomo la guardo dubbioso per qualche istante, fece un inchino e girò i tacchi. La ragazza lo guardò andare via per qualche secondo, poi si diresse nella direzione opposta.
-Come mai a quel tipo non andava giù che fossi della Sabbia? – domandò Shikamaru, seguendola.
-Tra gli abitanti di Suna e quelli della Valle non scorre buon sangue. – rispose l’altra lentamente. – Qualche anno fa c’ è stata anche una guerra. Terminò in pareggio, ma da allora c’è tensione continua tra le due nazioni, anche se Gaara sta da tempo cercando di trovare un compromesso.
-Tuo fratello sta creando legami molto forti, con tutte le alleanze eccetera eccetera – commentò il moro.
-Vuole solo che gli abitanti di Suna non debbano più soffrire per colpa di una guerra.
 
ORE 8:30
CANCELLI PRINCIPALI DI KONOHA
 
Yo-Baen era già lì quando Temari arrivò, ma la sorpresa più grande fu vedere anche Shikamaru. Il ragazzo era tutto intento a parlare col messaggero, ascoltando con un’attenzione piuttosto insolita per lui.
 
-Sembra che finalmente tu abbia deciso di metterti a lavorare sul serio – commentò Temari. Avevano deciso di precedere Yo-Baen al villaggio, perché aspettarlo avrebbe richiesto troppo tempo. Il moro ignorò la provocazione e ribattè:
-Questa cosa mi stuzzica. A quanto pare le vittime non hanno legami fra di loro, due uomini e una donna, che tra l’altro neanche si conoscevano.
-Quindi probabilmente non si tratta di un killer psicopatico.
-Esatto. Sceglie le vittime apparentemente a caso. Un bel mistero.
-Aha. Che cosa simpatica.
Shikamaru sorrise appena.
-Non è una cosa molto bella da dire, però m’intriga.
Temari lo guardò di sottecchi, ma il rimprovero che voleva fargli non le uscì. Fissò il viso concentrato del compagno e per qualche secondo sorrise anche lei.
 
 
 
 
Commento dell’ Autrice:salve a tutti!! Prima di tutto un ringraziamento sincero e profondo a tutti coloro che sono giunti fino a qui, leggendo questa sottospecie di capitolo XD (*si inchina*) Questa fanfiction è, come avrete capito, sulla coppia ShikaTema che è una delle mie preferite *_* è inoltre la mia prima ff in assoluto e mi ci è voluto parecchio per decidermi a pubblicarla!! Per quanto riguarda il contesto, dovreste immaginare che sia dopo la guerra contro l’armata di Madara, o al massimo qualche tempo prima (ma si, prima o dopo che vuoi che cambi?! XD) la storia ruoterà attorno al mistero delle sparizioni della valle dell’ eco, ma ci sarà anche qualche altra sorpresina lungo la strada (*fa un sorriso sadico e una risatina nervosa*). Grazie ancora per aver letto e, mi raccomando, recensite!! Anche un commento minuscolo, solo per dirmi se vi è piaciuta o no!
  
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