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Autore: Sparrowhawk    04/07/2011    1 recensioni
[ATTENZIONE, POTREBBE CONTENERE DEGLI SPOILER]
[Videogame: Alice Madness Returns]
Non è mai bello quando si rimane soli al mondo.
Perdere una persona cara è già difficile, ma quando si perde tutta la famiglia, beh, la cosa forse è anche più orribile.
Ho pochi ricordi del mio passato, e tutto ciò che riesco a richiamare a me risulta sempre così distorto e labile che alla fine temo sempre di starmi sbagliando.
Se però c'è un particolare che non dimentico, che non riesco a cancellare per quanto mi sforzi, è il fuoco. Quello lo ricordo bene.
Il giorno in cui tutto è cambiato e la mia casa è bruciata, con dentro tutta la mia vita, il fuoco era così sgargiante e rosso che si è impresso nella mia testa per sempre.
Lo vedo anche adesso.
Io lo vedo.
...è un ricordo che mi fa stare male.
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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ATTENZIONE, QUESTO CAPITOLO CONTIENE DEGLI SPOILER. Non voglio in alcun modo rovinarvi il videogame e, di conseguenza, vi chiedo di attendere di aver finito di giocare prima di apprestarvi a leggere questo nuovo capitolo.
Alice Madness Returns è davvero bello e mi sentirei in colpa a rovinarvi il finale, che ho trovato assai stupendo.
Perciò, PRIMA godetevelo nell'intimo del vostro salotto -o dove giocate di solito- e SOLO DOPO cominciate a leggere, ok?
la Direzione XD




«Dimenticare è solo dimenticare, tranne quando non lo è. In tal caso ha un altro nome. Vorrei dimenticare ciò che ho fatto, ci ho provato, ma non posso.»

Alice ormai non ascoltava più.

L'unica cosa che contava era la sua vendetta. La rabbia che provava ora era quanto di più reale avesse percepito da anni. Le percorreva le vene come sangue, ma era più bollente e pizzicava mentre le inniettava la forza per muovere un passo dopo all'altro. Stava uccidendo sì, e adesso non si poneva più il quesito di stare facendo o meno la cosa giusta. Tutto era lecito quando ci si ritrovava dinanzi alla fonte di tutti i tuoi mali.

Oh, come aveva aspettato quel momento.

Le pareva di aver vissuto, o meglio, di essersi trascinata in quella stanca e orribile esistenza, solo ed esclusivamente per poter vedere arrivare quel dannatissimo giorno.

'Dimenticare' aveva detto il Cappellaio, usando l'unica parola assieme a 'Cambiamento' che il Dottor Bumby avesse mai pronunciato di fronte a lei. Sì, Alice avrebbe dimenticato, ma solo dopo. Solo quando tutto sarebbe finito e lei avrebbe vinto contro al mostro che la aveva fatta diventare ciò che era.

«So di essere colpevole, ma la punizione non si addice alle vittime del crimine.» aveva detto Alice al Brucaliffo, implorando un perdono che non era lui a doverle dare.

«L'abuso è un crimine che i forti infliggono ai deboli. Ed è vero. Chi abusa non è punito a sufficienza per il danno che perpetra. Chi è testimone di un abuso e non cerca di difendere le vittime paga un pegno.» le aveva risposto lui, volando in alto con quelle sue bellissime ali colorate, sventolando i suoi lunghi capelli scuri. Lo aveva guardato supplicante, gli occhi pieni di lacrime ora che sapeva cosa aveva visto e cosa esattamente aveva cercato di ignorare. Ma lui, impietoso, era andato avanti. «Il dolore che provi attenua il tuo intervento tardivo ma...forse non hai pagato abbastanza per aver assistito alla violenza altrui.»

Aveva le mani sporche, certo, e la sua coscenza non era da meno, ma sebbene sapesse di non aver ancora espiato del tutto i peccati commessi almeno ora avrebbe trovato un modo per riscattare non solo se stessa, sua sorella ed i suoi genitori, ma anche quei bambini che non aveva aiutato prima. Certo, poteva avere mille scuse da sciorinare se qualcuno la avesse accusata. In fondo non stava bene, era pazza quando aveva visto come il Dottor Bumby curava i suoi pazienti. Aveva una tale confusione, in testa, quando aveva avuto modo di notare le stranezze di certi suoi comportamenti, che aveva accantonato il pensiero che qualcosa non andasse come una delle sue ennesime paranoie circa il mondo esterno.

Si era mentita da sola per preservare quel pò che rimaneva della sua sanità mentale. Sì, aveva chiuso gli occhi, rinnegando la verità che anche un cieco avrebbe potuto scorgere. La questione non era mai stata non sapere, ma forse era più qualcosa come non avere la forza od il coraggio di agire.

Ebbene, adesso il coraggio lo aveva. E non solo quello.

Ciò che Bumby le aveva fatto -ciò che aveva fatto a tutti loro- non sarebbe più stato impunito, mai più.

«Cerca di dare un senso alla tua vita, Alice, o saremo tutti spacciati!»

Perfino la Regina di Cuori, nella sua infinita crudeltà, aveva saputo dirle le parole giuste. Nulla di spettacolare o di abbastanza filosofico, ovvio, ma lo stesso quanto di più chiaro e conciso ci potesse essere a quel mondo. Nel suo mondo.

La Regina era sempre stata una parte di lei nascosta, quella veramente cattiva e malata. Una parte che non troppo tempo addietro aveva tentato in tutti i modi di prendere il sopravvento, a dire il vero. Però, ora che si ritrovavano uniti tutti da un comune nemico e ora che perfino la sua malvagità era stata oscurata da quella di un nuovo venuto, era normale che anche lei aveva deciso di darle una mano.

Alice brancolava ancora nel buio per quanto riguardava il senso della sua vita. Non sapeva come mai era venuta al mondo ne perché lei sola, fra tutti i componenti della sua famiglia, era riuscita a sopravvivere a quel maledetto incendio. Certo, Dinah la aveva salvata indicandole la via di fuga, ma era proprio quella singola coincidenza ad averle dato da pensare per tutti quegli anni.

Se ci rifletteva bene, l'unico motivo che le rimaneva per cui la sua vita aquisiva davvero un significato, era che lei era una vendicatrice. Il suo unico compito, la sua unica missione, era quella di togliere di mezzo la sua nemesi finale, quella più importante.

Ciò che sarebbe avvenuto in seguito era un'incognita, però faceva lo stesso. Adesso era tutto davvero poco importante.




N.B: Ho voluto chiamare il gatto di Alice Dinah, proprio come nell'edizione inglese, in quanto all'interno del gioco alle volte chiamano Oreste sia il gatto che il coniglietto bianco della protagonista. L'ho trovato confusionario, sopratutto se in seguito deciderò di parlare anche del suo peluches. Spero mi perdoniate.
  
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