- Note
a
fine capitolo :)
- Undicesimo capitolo –
Non c’è due senza
tre.
- BELLA’S POV
- Cercai
di scansarmi, ma non ci riuscii.
- Le
sue mani vagavano su tutto il mio corpo, e dovetti fare forza sul suo
petto,
per riuscire a staccarlo da me.
- Ansante
lo guardai fisso negli occhi, pulendomi con una mano la bocca.
- “Non
so di caffè.” Disse soltanto, arcuando le
sopracciglia.
- Ma
quanto poteva essere scemo?
- No,
perché non riuscivo a trovare una risposta.
- “Non-”
Non terminai la frase, perché mi scompigliai i capelli
frustrata.
- Poi,
presi un bel respiro. “Non sai di caffè?! Ma ti
rendi conto di quello che mi
hai appena detto?” Continuai, sbattendo le mani
all’aria.
- “Che
non so di caffè?” Era come se fosse caduto dalle
nuvole, in quel preciso
istante.
- “EDWARD!
Mi hai detto che mi ami!!” Quasi urlai, ricordandomi qualche
secondo dopo che
al piano inferiore c’era ancora Charlie.
- “Sì?”
Sembrò quasi una domanda.
- Come
se dovessi confermagli quello che lui
aveva appena detto pochi istanti prima.
- “Oh,
Gesù.” Sussurrai appena, sedendomi sul letto e
appoggiando i gomiti sulle
gambe.
- No,
quello doveva essere un incubo.
- Una
volta l’avrei definito un sogno.
- Caspita,
Edward Cullen mi aveva appena detto che mi amava.
- Ma
ora, dopo tutto quello che era successo, quello era tutto
fuorché un sogno.
- Un
tremendo incubo. Ecco, cos’era.
- “Che
c’è, Bella?”
- E
mi domandava anche cosa avevo?
- “Che
valore dai ai sentimenti, Edward?” Gli chiesi a bruciapelo,
alzando poco la
testa per guardarlo dritto negli occhi.
- Iniziò
a fissare intensamente una mattonella, e poi si sedette vicino a me.
- “E’
che…”
- “E’
che non ti sei neanche reso conto di quello che hai detto.”
Finii io per lui,
scuotendo la testa sconsolata.
- “Non
è vero.”
- “Sì
che è vero.”
- Si
morse il labbro inferiore, quasi a disagio.
- Avevo
ragione. Avevo fottutamente ragione.
- Gli
passai una mano fra i capelli ramati, scostandogliene un po’
dalla fronte.
- “Non
dovevi dirmelo.” Esordii, dopo qualche secondo di silenzio.
- Si
voltò verso di me con il viso arrossato e gli occhi lucidi.
- Poteva
essere sempre più bello?
- “Perché?”
- “Perché
non lo pensi davvero.” Risposi, cercando di combattere con le
mie di lacrime.
- Aveva
detto tutto a Jacob, ed ancora doveva parlare con Tanya.
- Come
potevo credere al suo ‘Ti Amo’? Non potevo e basta.
- Gli
era uscito così spontaneamente, come se volesse scusarsi, ma
non sapeva come
fare.
- Ma
con un ‘Ti Amo’, di certo le cose non sarebbero
cambiate.
- “E
se lo pens-”
- “Edward,
vai via.” Dissi, indicandogli la porta.
- Non
mancava poco prima che scoppiassi definitivamente, e di certo non
volevo lui a
consolarmi.
- Non
dopo quello che aveva detto.
- “Cosa?”
- “Puoi
andartene?” Ripetei con più calma, mentre la voce
si faceva sempre più roca.
- “Per-”
- “Vai
e basta, okay?” Questa volta ero stata autoritaria, infatti
si alzò,
dirigendosi verso la porta.
- Appena
arrivò sullo stipite, si voltò per tornare
indietro e per stamparmi un bacio
sulla fronte.
- Poi
uscì definitivamente dalla mia camera, lasciandomi
amareggiata e con le lacrime
che ormai strabordavano dai miei
occhi.
- *
- “Secondo
me lo pensa davvero.” Decretò Angela, passandomi
un altro Kleenex. L’ennesimo.
- Edward
se ne era andato da alcune ore, ed io avevo bisogno di parlare con
qualcuno.
- Qualcuno
che mi capisse al volo, e non c’era niente di meglio delle
mie due migliori
amiche.
- Peccato
che non me l’ero sentita di chiamare anche Alice.
- Era
pur sempre la mia migliore amica, ma anche la sorella di Edward.
- E
non avrebbe di certo risparmiato un cazziatone
a suo fratello. E questa cosa riguardava soltanto Edward e me.
- E
quindi chiamai Angela, che in meno di cinque minuti si era catapultata
a casa
mia con una scorta di dolciumi e
Kleenex.
- I
dolciumi erano tutti intatti.
- I
Kleenex un po’ meno.
- “Come
fai a dirlo?” Le domandai, soffiandomi il naso energicamente.
- Non
poteva essere vero. No.
- “Per
quanto Edward Cullen si sia divertito con tutte le ragazze della
scuola, te l’ha detto. Ti
ha detto che ti ama,
Bells. E secondo me non stava scherzando. Sarà anche il
più figo della scuola,
ma non è scemo.” Precisò, incrociando
le gambe sul letto.
- E
come potevo darle torto?
- Edward
era tutto, fuorché
scemo.
- E
per dire tutto, intendevo proprio tutto.
- Bello,
intelligente, simpatico e… innamorato.
- Possibile?
Possibile che fosse innamorato, e proprio di me?
- Della
ragazza non vedeva solo che lui da due mesi.
- Succedeva
soltanto nei film romantici, o nelle fiabe.
- Ma
non a Forks. E non a Isabella Swan.
- “Dovresti
parlarci.” Continuò, stiracchiandosi le braccia.
- Non
potevo parlargli. Non dopo quello che avevo combinato
poche ore prima.
- L’avevo
praticamente cacciato da casa mia, perché stavo per
scoppiare in una crisi
isterica.
- “Non
voglio parlarci.”
- “Allora
parlane con Alice. Sai che è lei è molto
convincente, no?”
- Cancellai
immediatamente il solo pensiero che Alice parlasse con Edward.
- Lo
avrebbe ucciso. Proprio perché quella stessa mattina mi
aveva definita la sua cognatina.
- Ed
ora, non c’era più nulla.
- “Non
posso dirlo ad Alice.”
- “Perché
no? Lo sai che lo verrà a sapere comunque, vero?”
- Perché
io dovevo parlare proprio con Angela?
- La
persona che aveva sempre e solo ragione?
- Sbuffai,
inarcando le sopracciglia.
- “Ho
capito. Fai come vuoi.” Si arrese infine, dandomi almeno un po’ di corda.
- “Bene.”
- “Bene.”
- “Okay.”
- “Devi
dirlo ad Alice.”
- “ANGELA!”
Gli puntai un dito contro, con gli occhi che mi uscivano fuori dalle
orbite.
- “Tesoro.”
Si avvicinò, posandomi una mano
sul mio braccio. “Non sai neanche tu in che guaio ti sei
cacciata. Non sai se i
sentimenti di Edward sono veri o meno, perché sei arrivata
da sola alle tue
conclusioni. Non sai nulla. E perché non dirlo ad Alice? Lei
ti potrà aiutare
più di quanto sto facendo io.”
- “Ne
sei proprio sicura?” Chiesi timidamente, appoggiando
l’altra mano libera sulla
sua.
- “Sì.”
- “Okay,
ne parlerò con Alice.”
- “Ottimo.
Allora chiamala.” Mi passò il suo cellulare, ma io
ritirai subito la mano.
- “Che
ne dici se prima mangiamo tutte le schifezze
che hai comprato?” Le indicai, aprendo una busta di
caramella.
- Lei
sbuffò, accettando la mia idea ed iniziando a mangiare
insieme a me.
- *
- “Non
ci credo.”
- Infine
avevo seguito il consiglio di Angela.
- Avevo
chiamato Alice. Peccato che da parte sua non c’era stata
nessuna esaltazione,
ma un minimo ed accennato ‘Non ci
credo’.
- “Invece
è così.”
- “Fammi
capire… mio fratello ti ha detto che ti ama?”
Sentii un po’ di trambusto
provenire dall’altro capo del telefono, segno che quella
nanetta aveva
combinato qualcosa.
- “Cos’è
stato?”
- “Niente.
Jasper è caduto dal letto.”
- Quasi
sputai tutta l’acqua che stavo bevendo, ma non
perché Jasper era caduto dal
letto.
- No.
- Perché
Alice aveva detto quella frase ad
alta voce, e quindi anche lui sapeva.
- “Non
preoccuparti. Non dirà niente a nessuno.” Mi
rassicurò, sbraitando poi contro
il suo amato fidanzatino.
- “Fantastico.”
- “Okay,
ritorniamo a noi. Quindi mio fratello ti ha detto che ti
ama.”
- “Così
sembra.”
- “E
quindi la conclusione è… che dopo questa grande
rivelazione avete fatto sesso
selvaggio, vero?”
- Peccato
che ora non stavo bevendo nulla, e quello che uscì dalla
bocca fu proprio uno
sputo.
- Uno
schifosissimo sputo.
- “E’
tuo fratello, Alice.”
- “Sì.
E ti ha detto che ti ama.”
- “Ma
non era vero.” Puntualizzai, basandomi sempre sulla mia teoria.
- Che
Angela aveva definito alquanto bizzarra e idiota.
- Tradotto
nelle mie parole: una vera e propria stronzata.
- “Conosco
bene mio fratello, Bella. E so per certo che non avrebbe mai detto
nulla del genere,
se non lo pensasse sul serio. Quindi, ti ama.”
- “Non
sono neanche due giorni che usciamo e… e non se ne
può uscire con quelle due
parole.”
- “Di
cosa hai paura, Bella?”
- Ecco,
quella era una domanda che non doveva farmi.
- Di
cosa avevo paura?
- Di
rimanere scottata.
- Avevo
ancora quel dubbio della scommessa,
che era un fardello nella mia mente.
- Ed
io ero innamorata persa di Edward, da più di due mesi.
- E
lui, non poteva esserlo di me.
- Era
impossibile.
- “Di
niente.”
- “Sei
una pessima bugiarda. E riconosco le tue bugie anche quando stiamo a
metri di
distanza.”
- La
mia carriera come attrice non valeva nulla.
- “E
cosa dovrei dirgli, scusa?”
- “Che
anche tu lo ami. Da mooolto
più tempo
di lui.”
- Era
forse impazzita?
- Con
quale coraggio mi sarei presentata da Edward, per dirgli che lo amavo?
E da mooolto più tempo
di lui?
- “No.
Non funzionerà mai.”
- “Se
prima non ci provi.”
- “Lascia
stare.”
- “Dai,
Bells! Ti serve soltanto una spinta! Facciamo una cosa: ora vado a
casa, e
guardo come sta Edward. Se si sta crogiolando nel suo dolore, ti invio
un SMS.
Ma se balla la samba, non ti arriverà nulla.”
- ‘Se
balla la samba’ sempre nelle mie parole veniva
tradotto come: se sta
scopando con una o più ragazze, significa che non gli
interessi.
- “Grazie,
Alice.”
- “Di
niente, tesoro. A dopo.”
- “Come
fai ad esserne così sicura?”
- “Te
l’ho detto. Conosco bene mio fratello.”
- Così
attaccò, lasciandomi con il cellulare in mano e la bocca
mezza aperta.
- Dieci
minuti dopo…
- ‘Un
uomo con gli occhi arrossati mentre guarda The Notebook secondo te si
sta
crogiolando nel suo dolore?’
- L’SMS
di Alice.
- Quel
messaggio
che stavo aspettando.
- ‘Non
lo so. Dimmelo tu.’
- ‘Muoviti,
vieni a casa mia.’
- ‘Con
le stampelle ed una caviglia rotta il Pick Up non partirà
mai.’
- ‘Scendi.
Sto per venire a prenderti.’
- Come
non detto.
- Indossai
il cappotto, e scesi al piano inferiore.
- “Papà,
vado a casa Cullen!”
- “Sono
le nove, Bells.” Precisò mio padre, indicandomi
che fuori si era già fatto
buio.
- “Dieci
minuti e sono a casa.”
- “Dieci
minuti, Bella.” Assottigliò gli occhi, mentre
uscivo dal vialetto.
- Ed
Alice era già fuori, pronta per partire.
- *
- “Magari
appena entri non dirgli proprio tutto. Chiedigli di salire in camera
sua, e poi
fai questa grande rivelazione.”
- Erano
dieci minuti che eravamo ferme nel vialetto di casa Cullen.
- Mentre
Alice mi dava qualche dritta per parlare con Edward.
- Ma
io, non ne ascoltavo neanche una.
- “Okay.”
- “Non
mi stai ascoltando.”
- “Farò
quello che sento, Alice.”
- “Ottimo,
ma niente scenate. Ci sono i miei.”
- Annuii,
ed aiutata dalla mia amica scesi, trascinandomi dietro le stampelle.
- Arrivati
davanti alla porta, Alice suonò.
- Uno,
due, tre, quattro, cin-
- “Isabella
Swan?”
- Sbarrai
gli occhi, per incontrare due pozze azzurre come l’oceano.
- “Tanya?”
- E
fu Alice, a parlare per me.
- **
- NOTE:
- Sì,
uccidetemi tutti.
- Il capitolo
l’ho tirato fuori con la forza, in due orette. Peccato
che non voleva uscire per nulla al Mondo.
- Insomma, ecco a
voi la reazione di Bella e la nostra amata Tanya!
- Beh, e per
l’ennesima volta ho concluso il capitolo con un bel
colpo di scena. Cosa ci faceva Tanya a casa Cullen? Ehhhh….
- Prima che scappi
a gambe levate, vi vorrei ringraziare tutti. Dal
primo all’ultimo. Quando ho visto le 17 recensioni, sono
rimasta così: *O*
- Grazie, grazie e
GRAZIE!
- Poi, ecco a voi
la mia raccolta di One-shot Robsten
:D Andate a leggerle, su su :)
- A
lunedì prossimo! :***
- P.s.
Il capitolo di Thinking
of
you non arriverà domani, sorry
çç