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Autore: _Joan    05/07/2011    5 recensioni
Salve ^^ questa è la mia prima fanfiction e sono un po' nervosa. Ho scelto come soggetti Misaki e Usui perchè mi viene molto spontaneo scrivere su di loro, e anche perchè li adoro ^^. Spero che vi piaccia e...buona lettura :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Restammo abbracciati ancora per un po’, finchè non mi ricordai che avevamo bisogno di vestiti asciutti.
-Usui. Dovremmo cambiarci. Però, adesso che ci penso, non so se ci sia qualcosa che ti possa andare bene…-
-Non importa, Misa-chan. Vorrà dire che starò nudo.- sussurrò, mordendomi l’orecchio.
Mi alzai da terra sbuffando.
-Non ti smentisci proprio mai, Usui.-
-Beh, ma è proprio questo che piace a Misa-chan, no?-
Gli lanciai un’occhiataccia, ma lui continuava a guardarmi sorridendo.
-Stai zitto…-
Sbuffai nuovamente e gli tesi la mano per aiutarlo ad alzarsi. La prese gentilmente e si tirò su senza troppo sforzo. Non lo guardai, né lasciai andare la sua mano.
-Bene…andiamo a cercarti dei vestiti.- 
Lo trascinai fuori dalla stanza fino ad un vecchio ripostiglio dove tenevamo vestiti che ormai nessuno usava più.
Frugai un po’in alcuni scatoloni finchè non trovai qualcosa che potesse andargli bene. Sussultai inavvertitamente.  
-Mmm…prova questi. In teoria dovrebbero starti…dovrebbero essere della tua misura…-
Sentii una mano posarsi sulla mia testa.
-Vanno benissimo. Grazie Misa-chan.-
Non fece alcuna domanda sui vestiti che gli avevo dato. Forse aveva intuito, o forse non c’era niente da chiedere.
-Figurati. Se vuoi cambiarti il bagno è lì in fondo. Ti aspetto in camera.-
Ci allontanammo in direzioni diverse e ci chiudemmo nelle rispettive stanze. Presi i miei vestiti di ricambio e iniziai a spogliarmi. 
Fissai il vuoto davanti a me, ripensando a quello scatolone. Doveva essere vuoto. Eppure… non lo era. Quei vestiti dovevano essere stati buttati via, lontano, senza lasciare traccia. Invece erano rimasti, dimenticati, sì, ma erano rimasti. Sentii una lieve fitta al cuore. Quei vestiti erano appartenuti a mio padre, se si poteva ancora chiamare così un uomo tale. Pensavo ci fossimo sbarazzate di ogni cosa gli riguardasse, quei vestiti però… 
Quell’uomo ci aveva abbandonate, umiliate, aveva rovinato la nostra vita. Aveva lasciato mia madre in totale deriva, addossando su di noi tutte le sue responsabilità e i suoi problemi. Aveva fatto affogare questa famiglia nei debiti. Aveva privato Suzuna di un’adolescenza tranquilla e normale, facendola entrare con forza nel mondo degli adulti. Ma di certo non ci siamo fatte sopraffare così dalla disperazione. Siamo sempre stata una famiglia che lottava duramente per raggiungere i propri obbiettivi, ed è grazie a questo che siamo riuscite a rialzarci, traendo forza dal nostro dolore. 
Andai alla finestra e strinsi forte i pugni. Questa era la mia forza, l’odio che provavo verso gli uomini. Era questo che mi permetteva di proteggere la mia famiglia e di lottare ancora più duramente. Non avrei mai più permesso che qualcun altro ci facesse del male. 
Sentii una mano dischiudere la mia con gentilezza e accarezzarla dolcemente.
-Misaki, ascolta. Non so esattamente cosa ti tormenti in questo momento ma sappi che non sei sola. Ti sei sempre confidata solo con te stessa, soffrendo in solitudine. Ma, Ayuzawa, non combattere le tue battaglie sempre da sola. A volte, chiedere aiuto o condividere i propri pensieri ci fa sentire meglio. No, Misa-chan?-
Alzai lo sguardo e vidi il suo riflesso sulla finestra. Come sempre sul suo viso era presente quel sorriso gentile che tanto amavo.
-U-Usui…-
Mi girò e mi abbracciò forte. Sentii distintamente la sua presenza. Non solo in quella stanza, ma anche nella mia vita, nel mio cuore. Anche lui era un uomo, eppure… lui era diverso. Non riuscivo, non potevo odiarlo. Mi aveva sempre aiutata e lo stava facendo tutt’ora. Scoppiai a piangere all’improvviso.
-Solo…solo per un po’…- sussurrai contro il suo petto.
-Sì. Solo per un po’.- rispose appoggiando la testa sulla mia.
Non so per quanto tempo restammo in quella posizione, ma quando guardai l’orologio mi accorsi che era già ora di cena.
Mi schiarii la voce e guardai Usui.
-Dovremmo andare a preparare qualcosa da mangiare…-
Lui mi sorrise e mi accarezzò una guancia.
-Ai suoi ordini.-
All’improvviso non sentii più il pavimento sotto di me e mi ritrovai tra le sue braccia.
-U-Usui! Che fai?!-
-Ti sto portando in cucina.- 
-Mettimi subito giù! Usui!-
Mi fece sobbalzare un po’, divertito, mentre scendevamo le scale.
-Oh, oh. Misaki è morbida! Sembra una bambola.-
-Eeeh?! Usui! Dove tocchi? Mollami! Stupido Usui!-
-Ahahah. - rise ancora più forte, depositandomi su una sedia - Mi chiedo quanto pesi Misa-chan…-
Mi aggrappai forte alla sedia, rossa in viso, e gli lanciai un’altra occhiataccia.
-Che domande fai, Usui? Non sono affari tuoi…- 
Si sedette vicino a me e mi iniziò a squadrarmi. Il suo sguardo fisso su di me mi metteva in soggezione.
-C-che c’è?…-
-Misa-chan. Che mi prepari per cena?-
-Ehm…ecco…io…lo sai che non sono una cima in cucina. Qui a casa si occupa di tutto sempre Suzuna. Ma dato che stasera sono da sola…-
Abbassai lo sguardo, leggermente imbarazzata per essere una totale incapace in campo di cucina. Le poche volte in cui mi ero cimentata nell’arte culinaria erano state più o meno un disastro.
-Mmm. Si era notato che Misa-chan non se la cava con i fornelli.-
-Zitto…non tutti sono perfetti come te.-
In effetti all’apparenza sembrava perfetto. Non c’era stata ancora l’occasione di vederlo alle prove con qualcosa con la quale non aveva dimestichezza. Non ero sicura ci fosse qualche pecca in lui, a parte il suo lato da molestatore sessuale. 
-Così mi fai arrossire, Ayuzawa. Comunque, riguardo la cena…-
Si alzò dalla sedia e uscì dalla stanza senza dare spiegazioni. 
-Usui? Dove vai?- domandai confusa, seguendolo nell’ingresso.
-Misa-chan. Prenditi un cambio.-
Lo guardai perplessa, vicino alla porta d’ingresso. 
-Eh? Un cambio di che?-
-Di vestiti. Vieni a stare da me per stasera.-
Tutto convinto aprì la porta e uscì lasciandomi in casa, stranita.
-Hey! Aspetta un attimo! Usui! Chi avrebbe deciso tutto questo?-
Lo rincorsi e lo fermai afferrandolo per la mano. Lui, di tutta risposta, si girò e mi guardò fisso negli occhi.
-Io. Non voglio lasciarti da sola. Perciò vieni a casa mia. Penserò io alla cena. Diciamo che per oggi sarò io il tuo cameriere, mia signora.-
Sorrise, mi prese la mano e la baciò. Rimasi un po’ stupita, ma ormai dovevo farci l’abitudine: era Usui d’altronde.
-Ehm….ok.- 
Il suo sguardo non ammetteva repliche. Andai velocemente in camera a recuperare una borsa e un paio di vestiti. Mentre scendevo le scale fui colta da un improvviso nervosismo. Mi stavo rendendo conto lentamente avrei cenato da sola con Usui e…avrei dormito con lui?! Mi bloccai sul gradino, pietrificata per quel che stava per succedere. 
-Andiamo?-
Usui era sull’uscio di casa, che mi invitava a raggiungerlo porgendo verso di me la mano.
Deglutii e mi feci coraggio. Lo raggiunsi e accettai la sua mano, abbozzando un sorriso.
-Andiamo…-
  
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