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Autore: NemesyBlack    06/07/2011    1 recensioni
La luce che filtrava dalla finestra illuminò quello che, agli occhi di un estraneo, poteva sembrare il letto di due amanti. Ma Alexis e Fucsia non erano niente di tutto ciò. Erano conoscenti, compagni di sventura, niente di più.
Lui aveva salvato la vita a lei, e lei adesso teneva a bada, per quanto fosse difficile, il caratteraccio di lui. {il personaggio maschile NON è di mia invenzione per ritrovarlo cercate qui --> http://gobeyondwonderland.blogspot.com/ }
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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alexis fucsia 5

{Il personaggio maschile NON è di mia invenzione. La sua creatrice è Lady Scarlatta e potete ritrovarlo anche qui }


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Alexis scese dalla carrozza senza nemmeno aspettare la cameriera. Durante il tragitto aveva pensato ai molti modi in cui avrebbe riportato Fucsia a casa sua. Nessuno di quei modi comprendeva maniere gentili e parole di scusa. Era così concentrato sul suo scopo, in altre parole prenderla e riportarla indietro nel minor tempo possibile, che non si accorse nemmeno di una giovane dai capelli rossi che lo stava chiamando. Se ne avvide solo quando questa si mise fra lui e il portone della villetta. Il Mangiamorte la squadrò da capo a piedi. Non aveva la più pallida idea di chi fosse quella piccola sciagurata che si era messa fra lui e ciò che voleva. Ma un particolare colse la sua attenzione, gli occhi di un color azzurro molto chiaro. Alexis ebbe un'illuminazione, doveva essere la sorella di Fucsia, Dalila. Sì, doveva essere lei, avevano gli stessi occhi. "Chi siete?" la voce brusca della ragazza lo distolse da quei pensieri "Il signor Penko, sono qui per tua sorella. Fatemi entrare" disse fissandola negli occhi. La giovane rise spudoratamente "E perché dovrei?". Alexis imprecò mentalmente "Perché sono un Mangiamorte che non ha tempo da perdere con ragazzine come te" sibilò spingendola piano verso la porta "Aprila, adesso". Dalila aprì la bocca per ribattere ma la richiuse subito e aprì la porta velocemente. Il biondo la superò come un fulmine. Non si fermò nemmeno nel soggiorno per controllare, corse su per le scale dirigendosi verso le stanze da letto. Aprì una porta a caso, ma non vi trovò nessuno. Aprì una seconda porta, ma si trovò davanti solo le cameriere che rassettavano quella che doveva essere la stanza della madre di Fucsia. Si fermò davanti alla terza porta, la mano gli formicolava mentre si avvicinava alla maniglia, poi con un unico scattò spalancò la porta. Ma anche lì non c'era nessuno. Alexis entrò nella grande luminosa stanza da letto. Chiuse gli occhi cercando di calmarsi, in quel frangente gli arrivò al naso un profumo familiare e capì di essere nella stanza giusta. Si guardò attorno, osservando il micro-mondo attorno a lui. Tutto di quella stanza rispecchiava la proprietaria. Il grande letto a baldacchino, così massiccio era adornato da tende di lino bianche, dello stesso colore delle lenzuola. Il biondo le sfiorò con la punta delle dita, bianche morbide lenzuola di seta. Sì, rispecchiavano in pieno Fucsia. Forte come una quercia e delicata come i fiori di prato. Alexis si bloccò. Perché adesso stava pensando a questo? Lui era lì solo per portarla in salvo, perché stava pensando a lei in quel modo? Si allontanò dal letto volgendo lo sguardo al piccolo scrittoio davanti ad esso. Ma poi la sua attenzione fu catturata da altro, dalla libreria in mogano posta nell'angolo vicino al letto. Alexis passò in rassegna i titoli con una veloce occhiata. Romantica e intellettuale, pensò sorridendo fra se. I libri di Jane Austen si facevano spazio fra i romanzi di Wilde e le raccolte di Baudelaire e Byron.

"Che fai qui?" la voce dura, secca e allo stesso tempo dolce e familiare di Fucsia lo riscosse. Il Mangiamorte si voltò a guardarla. Se ne stava lì, sulla soglia della camera, ferma come una statua a guardarlo, gli occhi azzurri colmi di qualcosa che Alexis identificò a ragione come rabbia, pura e semplice. E lui? Lui di che cosa aveva pieni gli occhi? Il biondo se lo chiese mentre vedeva la sua immagine riflessa nel grande specchio ovale accanto alla porta, accanto a Fucsia. C'era qualcosa che Alexis non aveva mai visto nei propri occhi. Era felice di vederla? Perché? Che cosa gli stava succedendo? Quei pensieri non erano proprio da lui.
"Allora?! Ti ho fatto una domanda!" ancora quella voce dura, il Mangiamorte tornò a guardarla in volto. Si schiarì la voce e fece un passo verso di lei "Sono venuto per riportarti a casa" disse secco, doveva tornare in se, doveva tornare a essere il bastardo cuore di ghiaccio che era sempre stato. Fucsia congedò la cameriera che l'aveva seguita e chiuse la porta. Fece un passo verso di lui e restò per qualche secondo ferma a guardarlo in volto, poi senza preavviso gli assestò uno schiaffo in pieno volto "Con che coraggio vieni qua? Come puoi anche solo pensare che io ti seguirò dopo quello che hai fatto?" inveì contro di lui scaricandogli addosso tutto quello che aveva provato. Alexis le bloccò il polso prima che potesse arrivargli un secondo schiaffo "Non ero io" rispose secco "Era Yvel, ti ha ingannata, ha usato la magia" aggiunse. Fucsia scosse la testa cercando di liberare il polso, con scarso successo "E tu ti aspetti veramente che io ti creda?" sibilò cercando di colpirlo con la mano libera, ma il biondo fu più veloce e la bloccò ancora. "Tu mi crederai perché è questa la verità" disse avvicinandosi pericolosamente al suo volto. La ragazza cercò di allontanarsi, voleva allontanarsi "No, non ti credo" disse distogliendo lo sguardo. Si divincolò cercando una via di fuga, ma la presa di Alexis era troppo forte "Pazienza" sibilò il biondo "Che tu mi creda o meno verrai a casa con me, sono stufo di correrti dietro. Adesso tu scenderai con me, salirai su quella carrozza e la farai finita di balterare come un'isterica, capito?". Fucsia non aveva distolso lo sguardo dal suo, e quello che vide le fece paura. Gli occhi di Alexis stavano fiammeggiando, era visibilmente irritato e piuttosto arrabbiato. Ricordò quello che Yvel le aveva detto, di non farlo arrabbiare troppo. La ragazza sospirò ed annuì, arrendendosi. Il mango le lasciò andare i polsi per tornare freddo e distaccato "Ansiamo" disse con un tono che non ammetteva repliche, per poi uscire dalla stanza a lunghi passi ed avviarsi verso la carrozza. La ragazza lo seguì in silenzio. Ci volle un po' per spiegare a sua sorella e a sua madre che il malinteso era stato chiarito, ma alla fine i due riuscirono a salire sulla carrozza. Rimasero in silenzio per tutto il tragitto. Fucsia osservava la strada pensando al perchè si era fatta convincere da Alexis, perchè gli aveva creduto. Era stato per paura? Oppure voleva credergli? Il Mangiamorte dal canto suo era arrabbiato con se stesso e con il fratello. Con Yvel perchè era un idiota imbecille capace solo di combinare guai, e con se stesso perchè, seppur per pochi minuti, si era sentito debole. Ripensò ai pochissimi minuti trascorsi da solo nella camera di lei, mentre l'aspettava. Le cose che aveva pensato, il sollievo di averla vista incolume. No, non era da lui. Che cosa gli stava succedendo? Fortuna, pensò, che aveva ritrovato il suo sangue freddo in presenza di Fucsia, non doveva mostrarsi debole o fragile. Si passò una mano fra i lunghi capelli biondi, lanciando una fugace occhiata alla ragazza seduta davanti a lui. I loro sguardi s’incrociarono per una frazione di secondo, la ragazza ne approfittò per rivolgergli la parola "Mi dispiace di essere scappata, so che la cosa ti ha irritato." disse abbassando lo sguardo. Alexis scosse la testa "Ti perdono. Comunque l'unico imbecille responsabile qui è Yvel". Fucsia annuì "Oh sì, non vedo l'ora di vederlo" sibilò. Il Mangiamorte sorrise fra se "Non fare o dire niente, è mio fratello, è un mio problema" asserì. La carrozza si fermò in quel momento "Non ucciderlo, o dovrò chiamarti Caino" scherzò Fucsia scendendo dopo di lui. Il biondo rise piano "No, mi limiterò a fargli molto molto male" rispose mentre entrava con lei in casa. Salirono insieme le scale, in silenzio e sorridendo l'uno delle parole dell'altro. Quando arrivò davanti alla sua stanza, Fucsia si voltò verso Alexis "Suppongo che avremo una cena movimentata" disse piano, tornando un poco seria "Probabile, nel caso le cose si mettano male, vai nella tua stanza e non uscire" disse lanciando un'occhiata distratta al corridoi. Fucsia annuì, poi lo osservò curiosa "Non vuoi sapere cosa mi ha convinta delle tue parole?" chiese. Alexis scosse la testa "Perchè dovrebbe interessarmi? Sei qui, questo era quello che mi interessava" disse rendendosi conto solo dopo che quella frase poteva essere interpretata in vari modi. Senza aggiungere altro si incamminò verso la sua stanza, mentre Fucsia entrava nella sua.

Chiuse la porta e vi si appoggiò con la schiena. C'era qualcosa di strano, all'improvviso sentì una strana sensazione nel petto. C'era qualcosa in lui che voleva farlo tornare indietro, farlo tornare nella stanza di lei. Chiuse gli occhi per qualche istante, brevi immagini e sensazioni lo attraversarono. Le lenzuola, il profumo nella stanza, la pelle dei polsi così delicata... Alexis scosse violentemente la testa. Che diamine gli prendeva? Non era da lui provare certe cose, non in quel modo, non per una ragazzina qualunque, una babbana! Si tolse la camicia, restando solo con i pantaloni addosso. Aprì la finestra per far entrare aria fresca, per calmarsi. "Che cos'hai tu..." chiese fra se sdraiandosi sul letto "Che cos'hai tu di così speciale dal farmi venire tutti questi dubbi?" finì la frase chiudendo gli occhi e cercando di alleggerire, da solo, la tensione che stava continuando a provare.

   
 
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