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Autore: Tinotina    06/07/2011    9 recensioni
Voldemort e Bellatrix, nulla più che semplice passione - solo questo - sfociata però in una bellissima bambina, non voluta, abbandonata, ma mai lasciata.
E quando si ritroveranno, su schieramenti opporti, cosa scegliere?
Cosa fare? Chi essere?
Questa è una Fanfic On Demand presa dal forum di EFP. Idea originale di jaybree88
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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A  Merope Molly Lestrange, che è stata così pazza da segnalare questa storia come storia scelta.
Grazie di tutto.



 
16. Morirai ….
 

 
Ora mai era chiusa in quella stanza da poco più di una settimana e ancora nessuno aveva ricevuto il permesso per andare da lei. La sola cosa che aveva la possibilità di accedervi era l'unico pasto del giorno che, magicamente, appariva all'interno della sua camera sempre alla solita ora.
Non che lei avesse voglia di passare le sue giornate con luridi mangiamorte, sia chiaro, però quella staticità non la rendeva affatto tranquilla.
Come mai Voldemort non si era ancora presentato davanti alla sua porta per obbligarla a qualche inutile prova di fedeltà? Perché la lasciava ancora vivere in pace?
All'inizio era stata contenta, perfino entusiasta, dell'essere lasciata sola in compagnia di quella piccola libreria, ma ormai questo fatto si stava facendo sospetto.
Qualcosa non andava, se lo sentiva. Rimaneva solo da capire cosa.
Andò in bagno a rinfrescarsi le idee. Sentiva l'acqua pulita scorrerle sul viso. Aveva preso questa insolita abitudine che la rilassava. Alzò il viso e, attraverso lo specchio, si rispecchiò nei suoi occhi.
Avvertì la rabbia crescerle in corpo e, con un gesto fulmineo, colpì lo specchio davanti a lei,staccandone una scheggia moderatamente appuntita.
Accidenti!
Provò ad aggiustarlo, ma il frammento non aveva nessuna intenzione di rientrare al suo posto.
Pazienza. Ci avrebbe pensato più tardi. - pensò prima di mettersi il frammento in tasca.

 
***

 
<< Kreacher! >> gridò Voldemort. Immediatamente comparve al suo cospetto il vecchio elfo della famiglia Black.
<< Cosa comanda a Kreacher, Signore? >> chiese inchinandosi davanti a lui.
<< Dove si trova Bellatrix? >>
<< La padrona è uscita con il padron Rodolphus, Signore. Kreacher non sa dove. Kreacher chiede perdono per la propria inutilità, Signore. >>
<< Fai bene, miserabile mostro. >> disse Voldemort velenoso. << Ho bisogno che tu faccia una cosa per me: sigilla ogni persona di questa casa nelle proprie stanze, prendi le loro bacchette e mettile sotto chiave. Poi, quando ritorneranno i signori Lestrange, dovrai chiudere Rodolphus nelle segrete e accompagnare Bellatrix da me. >>
<< Kreacher lo farà subito, Signore. Subito subito, così non lo punirete, il povero Kreacher >>
E all'istante sparì sotto la vista di un Lord Oscuro molto compiaciuto.
<< Ora posso concentrarmi su quella piccola bastarda >>


***

 
Aveva sbagliato qualcosa; fatto male i calcoli.
Eppure, dopo una settimana, pensava di essere riuscito a superare la fase critica, ma forse era stato proprio lì il suo errore. Quando vivevi sotto la supremazia di Voldemort, le fasi critiche non finiscono mai.
Aveva sentito la tensione alla presenza del Signore Oscuro, ma non aveva dato troppo peso a quelle impressioni dettate, secondo lui, più dalla paura che altro.
Che ingenuo!
Ed ora, per colpa di questa sfrontatezza era prigioniero nella sua stessa casa, e per di più privato della sua bacchetta.
Draco di chiese cosa poteva fare adesso. Se aveva ordinato di rinchiuderlo, Voldemort aveva deciso di entrare in azione. Il punto è … come uscirne indenni?
Come salvarsi? Come salvarla?


***

 
Voldemort strisciava dentro Malfoy Manor. Gli occhi erano tinti di un rosso che mai avevano visto. Brillanti, letali, come quelli di una serpe incantatrice.
Esigevano sangue.
Un passo alla volta si stava avvicinando alla camera in cui aveva barricato la ragazza. Appena fu davanti alla porta, questa riconobbe il mago che l'aveva incantata e si aprì su suo muto ordine.
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato entrò senza incertezze, lasciando la porta aperta dietro di sé.
Hermione stava leggendo un libro ma quando lo vide si alzò immediatamente dalla poltrona, fiera.
<< Cosa la porta qui, signore? >> chiese senza abbassare lo sguardo.
<< Pochi convenevoli, Miss Granger. Sappiamo entrambi perché sono qui. >>
Hermione rimase in silenzio, anche quando la paura iniziò a mischiarsi con il sangue che le scorreva dentro.
Sangue Sporco.
<< E' giunto il momento >> disse << di vedere chi sei realmente. Ed ora nessuno può venirmi a interrompere. Nessuno verrà a salvarti. Siamo solo io e te. >>
<< Credevo che Bellatrix … >>
<< Credevi male. Solo io ho potere decisionale in questa … situazione anomala >>
<< Posso capirlo >>
Ma, anche se comprendeva il desiderio di Voldemort di non essere secondo a nessuno, Hermione iniziò a provare vero e proprio terrore. Per quanto pazza e violenta, Bellatrix era l'unica che riusciva a farle avere delle speranze di vita in più. Sembrava che per la strega la sua vita era molto importante, anche se non riusciva a capirne il motivo scatenante.
Voldemort, al contrario, sembrava imperturbabile verso ogni avvenimento.
Con lui, la sua vita era in pericolo. Come per chiunque altro.
<< Mi hanno sempre detto che hai una mente aperta, Miss Granger. Avrei piacere a leggerla. Mi concedete questo onore? >> e, senza alcun preavviso o assenso, lanciò l'incantesimo << Legilimens! >>
Hermione si accasciò al suolo per la sorpresa e la potenza dell'attacco.
- Era sempre stato questo il suo piano – pensò prima di iniziare a viaggiare dentro i suoi stessi ricordi.
Rivisse le memorie che vedeva anche Voldemort.

La lettera di Hogwarts; il messaggio che le rivelava la sua vera natura. La prima volta all'interno del maestoso castello; la paura nell'affrontare l'orco; i primi sorrisi rivolti a lei di Harry e Ron …

Troppo indietro.

Quarto anno. Riaffrontò il Torneo Tremaghi fino all'uscita di Harry dal labirinto insieme al corpo senza vita di Cedric Diggory ed un unica verità: “E' tornato. Lord Voldemort è tornato”
Sentì la rabbia e il dolore che aveva provato quella volta rifluirle dentro il corpo e accecarla.

Ancora non ci siamo.

L'estate dopo il suo sesto anno, alla Tana. Era in compagnia dei suoi migliori amici e la discussione si stava facendo pesante.
Voldemort capì di aver trovato un ricordo prezioso e lo capì anche Hermione, tant'è che la ragazza cercò con tutte le sue forze di bloccargli l'accesso. Inutilmente.

<< Ho bisogni di dirvi una cosa. È molto importante >> disse l' Harry del suo ricordo. << Non ritornerò a scuola, il prossimo anno. Silente mi ha affidato una missione. Se riuscirò a portarla a termine, avremo la possibilità di sconfigger Voldemort per sempre >>
<< Non ci pensare Harry, noi veniamo con te >>
<< Hermione ha ragione, amico. Cosa ti ha detto Silente? >>
<< Questa è una cosa che deve rimanere tra noi, okay. >>
Entrambi annuirono.
<< Voldemort >> iniziò << Nel corso della sua vita a dato vita ha creato degli oggetti. Oggetti molto particolari, molto oscuri, in cui racchiuse parte della sua anima. Si chiamano Horcrux >>
<< Horcrux? >> esclamò Hermione
<< Si. Se si viene uccisi non si può morire perché l'anima racchiusa all'interno dell' Horcrux continua a vivere. Noi dobbiamo trovarli e distruggerli e poi potrò avere qualche possibilità di ucciderlo >>
 
Hermione aveva la testa in fiamme.
Lo sforzo immane che aveva compiuto per tenere lontano quell'intrusione e l'ira di Lord Voldemort che rimbombava all'interno della tua mente la rendevano debole come non mai.
E non era ancora finita.
Quella stupida conosceva il suo segreto. Doveva scoprire cos'altro sapeva.
Scorse gli ultimi ricordi freneticamente. Scoprì con sdegno che quell'odioso ragazzo aveva già distrutto alcuni dei suoi preziosi Horcrux. Il diario, l'anello e il medaglione non esistevano più e con loro anche l'anima che aveva deciso di racchiudervi.
Andò avanti fino al suo arrivo a Malfoy Manor.
La vide nelle segrete con Bellatrix. Un ricordo che aveva già assaporato.
Rimase nella rievocazione della sua prigionia. Doveva accertarsi che non fosse accaduto qualcosa di irrimediabile.
Vide un piccolo elfo avvicinarsi alla ragazza. Era un elfo che non conosceva.
La Mezzosangue gli disse di condurre Harry nella camera blindata dei Lestrange.
No! La mocciosa sapeva della coppa. Non poteva credere che, anche alla Gringott, uno dei suoi Horcrux fosse in pericolo.
L'elfo sparì con la notizia lasciando Hermione sola.
Aveva deciso di sacrificarsi. Che cosa ridicola.
Attese ancora fino a che non sentì la porta aprirsi.
Credeva di essere lui, ad entrare.
Si sbagliava.
Vide la figura di Draco Malfoy farsi largo nell'oscurità e accudire quella piccola sangue-sporco.
Che intenzioni aveva quel traditore del suo sangue?
Andò avanti in cerca di una risposta, che arrivò come una doccia fredda.
Scartò il ricordo della loro chiacchierata ed andò direttamente a guardare la notte inoltrata.
Come si aspettava, Draco era tornato nella cella.
Avevano iniziato a discutere, a parlare, a confidarsi.

<< Hai scelto di morire >> sussurrò Draco.
<< Esattamente. Non posso tradire Harry, quindi non ho scelte. Morirò domani all'alba. >>
Malfoy sembrò considerare quelle parole. << E se non tradirai Potter, saresti disposta a considerare la proposta di Voldemort? >>

Così l'avevano preso in giro. Due ragazzetti appena maggiorenni!
Usci di corsa dalla mente della ragazza. Aveva tutto il materiale per poter giudicarla senza sbagli. E il giudizio unanime era chiaro: morte.


 
Hermione, distesa sul pavimento, ansimava.
Voldemort la guardò. Neanche un briciolo di pietà attraversò i suoi occhi. Vedeva solamente una traditrice.
<< Così, hai deciso di sprecare la mia offerta. Che peccato. Saresti stata un'ottima strega oscura. >> commentò << E dovrei anche ringraziarti. Mi hai dato anche un valido motivo per sbarazzarmi del piccolo Malfoy. >>
Hermione provò a mandarlo all'inferno, ma fu bloccata dall'enorme dolore che invase tutto il suo corpo.
Voldemort la stava torturando.
<< Credevi davvero di poterti salvare? >> disse cattivo.
<< Mo … mo … ri … morirai ... presto >> biascicò
<< Al contrario, mia cara. Credo che la prima a soccombere sarai tu >> sussurrò prima di colpirla di nuovo con una Cruciatus.
Le urla riecheggiarono nell'intero castello.
<< Padrone … >> sussurrò un elfo apparso all'interno della stanza.
Voldemort si voltò a guardarlo con aria di sufficienza. << Ebbene? >> chiese.
<< Kreacher ha fatto come il Padrone ha ordinato. La signora Lestrange l'attende nel salotto principale, Signore >>
<< Guarda un po' che fortuna, Mezzosangue. E' arrivata la tua cara Bellatrix. Andiamo a trovarla? >>
Puntò la bacchetta verso la strega e la richiuse in una bolla inaccessibile.
<< Ah, prima che mi dimentichi! Sarà meglio portare anche il tuo adorato cugino. E tu … >> disse all'elfo << Va alla Gringott e controlla se nella camera blindata dei Lestrange c'è ancora la Coppa di Tassorosso. Subito! >>

  
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