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Autore: misspepper    06/07/2011    2 recensioni
"Come se il boccino avesse letto i suoi pensieri, improvvisamente cambiò direzione scendendo vertiginosamente verso il basso.
- Albus, è troppo pericoloso. – disse Scorpius fermandosi a guardare.
Ma Albus era già sceso in picchiata verso il terreno di gioco.
Sugli spalti, tutti erano con il fiato sospeso: Harry si era alzato in piedi, così come Rose e Lily. Persino Julia non riusciva più a commentare.
- Mamma mia, se Albus sopravvive questa sarà una delle catture del boccino più emozionanti che Hogwarts possa ricordare. – esclamò Clark eccitato."
Dopo la Battaglia di Hogwarts, il mondo magico ha vissuto un lungo periodo di pace e prosperità nel segno della vittoria di Harry Potter su Lord Voldemort. Diciassette anni dopo, Albus Severus Potter e Rose Weasley approdano a Hogwarts, dove conosceranno Scorpius Malfoy, il tormentato figlio di Draco e Astoria, Julia Harris, timida ma coraggiosa purosangue e tanti altri nuovi amici.
Nonostante le antiche rivalità sembrino inizialmente prendere il sopravvento, durante il sesto anno misteriose forze oscure riapriranno i giochi.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Hai fatto un altro di quegli incubi?
Julia sembrava seriamente preoccupata: Albus percepiva il suo timore così chiaramente che gli pareva di udire un ronzio costante nelle orecchie.
- Smettila, Julie. – disse infastidito – Non è successo niente di grave.
Era solo il secondo giorno di permanenza a Hogwarts, eppure tutti gli studenti avevano già di che parlare. I figli di Harry Potter erano sempre stati parecchio popolari a scuola – e James ne aveva approfittato per fare amicizia soprattutto con le ragazze più carine – ma mai come adesso Albus si sentiva osservato.
- Ehi, Al, tutto a posto? – gli chiese un ragazzo del quarto anno.
Albus fece un cenno con la testa.
- Ma come fanno tutti a sapere di ieri sera? – borbottò mentre si avviava verso il lago, trascinandosi dietro Julia e cercando di evitare gli sguardi di tutti.
Quando furono giunti in una zona abbastanza isolata, si sedettero sotto un albero.
- Finalmente un po’ di pace. – disse Julia alzando lo sguardo al cielo mentre il vento le sferzava i lunghi capelli scuri. I suoi occhi adesso erano quasi neri.
Albus li osservò con attenzione: era incredibile come cambiassero colore a seconda del tempo e degli stati d’animo della ragazza.
- Julia, da quando i tuoi occhi... – chiese con un po’ di titubanza – sono neri?
Julia rimase in silenzio e gli lanciò l’ennesima occhiata preoccupata.
- Non mi guardare, lo sai che non posso farci niente. – rispose nascondendosi il volto.
Era imbarazzata: Albus fece un sorrisetto e, con estrema lentezza, le spostò le mani dal viso appuntito. Julia sembrò arrossire, ma il ragazzo non ci fece caso.
Da quando la conosceva, era sempre stata incredibilmente timida.
E poi successe qualcosa.
Gli occhi di Julia iniziarono a cambiare lentamente colore, mentre le varie sfumature e tonalità si increspavano sulla loro superficie come onde sulla parte esterna del mare.
Piano piano, il nero inquietante della paura fu sostituito da un pallido verde speranza, per poi sfociare nell’azzurro più vivo e intenso.
- Mio dio... – mormorò Albus estasiato da quella visione.
- Non avevi mai visto i miei occhi cambiare? – chiese Julia timidamente.
- No, santo cielo, sei eccezionale. Veramente. Cioè. Hai capito.
- Sì, ho capito.
La discussione sembrava destinata a concludersi con il più imbarazzante dei silenzi, quando Hugo, Lily e Rose sbucarono da dietro l’albero.
- Ciao, piccioncini! – esclamò Hugo maliziosamente.
- È vero, Al? – chiese Rose prima che Albus potesse rispondergli per le rime.
- Vero cosa?
- Che ieri stavi quasi per soffocare in sogno?
- Soffocare? – ripetè Julia con un’espressione di sorpresa dipinta sul volto.
La superficie dei suoi occhi ricominciò a vorticare speditamente.
Albus iniziava a stancarsi di tutte quelle domande: era sempre stato diverso dai suoi fratelli e da tutti gli altri maghi, ma lo era stato anche suo padre, ed era ancora vivo e vegeto. Sembrava sempre che, invece, lui dovesse morire da un momento all’altro.
Sin da quando era piccolo sognava, come sognavano tutti.
Solo che lui vedeva delle cose. Cose che a volte diventavano realtà o che, forse, già lo erano. Cose orribili.
- Albus, dovresti avvertire lo zio Harry. È un auror, può aiutarti!
- Rose, non scomoderò mio padre per uno stupido sogno. E questo è tutto. – tagliò corto Albus – Vado a lezione di Pozioni. Ci vediamo. – aggiunse alzandosi da terra.
Camminava speditamente, senza guardarsi indietro, verso il castello.
Forse avrebbe dovuto veramente contattare suo padre.
E poi chi diavolo era quel ragazzo che aveva visto nel suo sogno?
Perso com’era nei suoi pensieri, Albus non si accorse di dove stesse andando finchè non sbattè contro una figura enorme e cadde rovinosamente a terra.
- Al! – gridò Hagrid offrendogli la manona – Che fai qua?
Albus l’afferrò e si ritirò su.
- Niente, Hagrid. Stavo andando a Pozioni.
- Pozioni! – esclamò il guardiacaccia – So che sei molto portato, mica come tuo padre. Anche se credo che il problema di Harry era il professor Piton. Grand’uomo, grand’uomo.
- Mi hanno detto che mia nonna, Lily, era un’abile pozionista.
- Lily – ripetè Hagrid con gli occhi che luccicavano pericolosamente – grande donna. Una strega fantastica. E dal cuore d’oro. Come tuo padre, Al. Come te. Bella gente. Non come la famiglia di quello là. – disse indicando Scorpius Malfoy, che si stava dirigendo verso l’interno del castello – Sangue puro. Bah! Vigliacchi. Ecco cos’erano!
Albus seguiva Malfoy con lo sguardo: sentiva come un alone di paura intorno a lui.
Era una di quelle cose che non riusciva a spiegarsi, il fatto che riuscisse a percepire le emozioni negative di chi gli fosse intorno. Angoscia, terrore e ansia lo cercavano e lo stanavano ovunque egli fosse.
E ad Albus non dispiaceva poi così tanto.
 
Scorpius non aveva ancora avuto il coraggio di rivolgere la parola a Rose dopo quello che le aveva fatto la sera prima. Era spaventato e angosciato, ma era necessario che lei non ricordasse quel che aveva visto. Per il suo bene.
Improvvisamente, si sentì osservato: si voltò rapidamente e scorse lo sguardo di Potter che lo scrutava, con le narici dilatate, come se stesse odorando qualcosa.
Per un attimo si chiese se sapesse dell’incantesimo di memoria che aveva praticato sulla cugina, ma non era possibile. Forse era un legilimens e adesso stava tentando di scoprire i suoi segreti più nascosti.
Ruppe il contatto visivo e si allontanò rapidamente.
- Scorpius?
La voce di Rose lo fece saltare sul posto, letteralmente.
Si aspettava che fosse ancora arrabbiata con lui.
Poi si ricordò che di certo non ricordava assolutamente niente.
- Ehi, ma che hai? – continuò Rose con la sua voce squillante – Ho come l’impressione che non ci siamo parlati ancora... che strano.
Scorpius deglutì faticosamente. Si sentiva in colpa come non mai.
- È così, Rose. Non ci siamo... visti. Non ancora. – rispose con un nodo in gola.
Lei lo guardò intensamente. Era terribile quando lo osservava in quel modo.
Forse era lei ad essere una legilimens e non Potter.
- Beh, dobbiamo rimediare! – esclamò Rose dissipando ogni dubbio sul fatto che stesse leggendo la mente di Scorpius o no – Andiamo a Pozioni insieme, che dici?
Malfoy sorrise leggermente: dal volto pareva avesse sofferto le più temibili disgrazie.
- Se vuoi... basta che non devo schiantare nuovamente James.
- Perché, hai mai schiantato mio cugino? – chiese Rose spalancando gli occhi.
- Ehm, no. Scherzavo, ovviamente. – si affrettò a rispondere il ragazzo, ricordandosi di stare più attento a quel che avrebbe detto – Dopo di lei, signorina.
Rose si aggrappò al braccio di Scorpius e si lasciò scortare verso i sotterranei.
- Sai per caso se Albus è unlegilimens?
- Cosa? Scherzi? Non riuscirebbe a leggere nella mente di un bambino.
Scorpius tirò un sospiro di sollievo.
D’altronde, la giornata non era iniziata poi così male.
 
La giornata di Albus non poteva iniziare peggio.
Sentiva gli sguardi di tutti i Serpeverde seguirlo mentre attraversava i bui corridoi dei sotterranei da solo. Che razza di posto per avere una sala comune pensò.
- Ti sei perso, Potter? – esclamò uno – Puoi sempre chiamare paparino.
Ormai Albus aveva imparato ad ignorare gli scherni dei Serpeverde.
- Lascia in pace mio fratello, idiota, a meno che tu non voglia che il nostro paparino ti porti a fare una visitina a tuo padre ad Azkaban. – gridò James con aria di sfida.
Era spuntato dalla classe di Pozioni con i suoi amici.
Il ragazzo che aveva preso in giro Albus si rabbuiò.
- Prima o poi tuo padre smetterà di avere fortuna, Potter.
Fu un attimo: James scagliò i suoi libri da una parte e tirò fuori la bacchetta.
Poi con un gesto repentino della mano la sollevò.
Ci fu un lampo di luce e subito dopo il Serpeverde penzolava in aria, come se fosse appeso ad un gancio invisibile.
- Tiratemi giù! – gridò disperatamente.
- Adesso ci penserai due volte prima di parlare di mio padre. – rispose James.
Albus osservava la scena con grande gioia, godendosi la sensazione di terrore che pareva sprigionarsi da ogni poro del ragazzo sospeso a testa in giù.
- Liberacorpus! – esclamò qualcuno dietro il capannello di studenti che si era venuto a formare intorno alla vittima di James.
Il Serpeverde cadde con un tonfo a terra e scappò velocemente.
- James Potter!
La professoressa McGranitt era talmente vecchia che Albus non riusciva a capire come facesse sia a reggersi in piedi sia ad essere così brillante e sveglia.
Un’espressione di disgusto rendeva i suoi lineamenti ancor più di duri e le rughe più evidenti. Era furibonda.
- Come OSI – continuò scandendo bene ogni parola – lanciare incantesimi non ammessi contro uno studente?  
- Ha parlato male di mio padre! – gridò irritato James – Che, se ben ricordo, ha salvato il culo anche a questo schifo di casa!
Tutti trattennero il fiato. Si udì qualche fischio di approvazione dai Grifondoro.
- Bene, Potter – disse la McGranitt – sono venti punti in meno a Grifondoro!
- Ma professoressa!
- Niente storie! Ti aspetta anche una punizione. Andiamo dal preside.
James era stato talmente tante volte nell’ufficio del preside da conoscerlo quasi a memoria. Diceva sempre ad Albus di come venisse salutato calorosamente ogni volta dal quadro di Albus Silente, mentre Severus Piton andava sempre a farsi un giro non appena lo vedeva, imprecando sommessamente.
- Professoressa, James stava difendendo me. – se ne uscì Albus.
La McGranittlo squadrò con diffidenza, ma quando i suoi occhi incontrarono quelli verdi del ragazzo la sua espressione contrita sembrò addolcirsi.
- Non posso fare altro che chiederti di venire con noi, Potter.
Albus si pentì immediatamente di essersi messo in mezzo.
Non desiderava beccarsi una punizione.
- Ma ho lezione di Pozioni!
- Sei un pozionista eccezionale, Potter. Una lezione persa non scalfirà il tuo talento.
Era evidente che la risposta della McGranitt non ammetteva obiezioni.
Albus annuì e seguì suo fratello verso l’ufficio del preside.
- Giuro che prima o poi ti ammazzo.
 
Rose e Scorpius erano appena arrivati davanti alla classe di Pozioni, quando Julia corse loro incontro.
- Rosie, non puoi immaginare cos’è successo! Albus e James sono finiti dal preside!
- Dal preside? – chiese Rose sbalordita – E perché mai?
Non era tanto stupita che James avesse combinato qualche pasticcio, anche se stavolta aveva battuto ogni record facendosi riprendere il secondo giorno di scuola; ma Albus...
- Ti aspetto dentro. – le disse Scorpius sparendo tra i vapori dell’aula di Pozioni.
- James ha stregato un Serpeverde. – spiegò Julia – E Albus è finito nella mischia.
- Albus? – esclamò Rose ancor più sconcertata – Che strega qualcuno?
- Non lo so, me lo ha detto Finnigan. Spero di no.
Gli occhi di Julia erano diventati di uno scurissimo verde bottiglia, come se riflettessero le pareti annerite e sudicie del sotterraneo.
- Ragazze – le chiamò John Davis spuntando dall’aula – inizia la lezione.
Rose prese posto accanto a Scorpius, che sembrava molto impegnato nel versare i suoi ingredienti nel calderone e nel leggere attentamente il manuale.
- Il professore ci ha chiesto di provare a fare un Distillato della Morte Vivente. – la aggiornò Malfoy mentre con il mestolo mescolava la sua pozione – Cosa è successo?
- Albus e James hanno lanciato un incantesimo ad un Serpeverde. O forse solo James.
Scorpius scoppiò a ridere.
- Scusa – disse vedendo lo sguardo contrariato di Rose – ma tuo cugino Al che strega qualcuno... è ridicolo, come gli è saltato in mente!
- Non lo so. – borbottò la ragazza afferrando il suo manuale.
Notando il suo sguardo preoccupato, Scorpius le mise una mano sulla spalla.
- Stai tranquilla, non sarà stato nulla di grave.
I suoi occhi chiari incontrarono quelli di Rose.
Improvvisamente, gli parve che la mano che aveva appoggiato sulla spalla della sua amica andasse a fuoco, come le sue guancie. La ritrasse velocemente e si concentrò esclusivamente sulla pozione per tutto il resto della lezione.
Ci sarebbe stato tempo per parlare. Anche se il tempo a disposizione di Scorpius sembrava essere limitato.

  
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