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Autore: Blue Flower    07/07/2011    1 recensioni
Bianca Cedric è stata trasformata in vampiro dal suo ragazzo, Dan, alla fine del liceo. A quei tempi aveva una grande amica: Ambra. Ma sono passati vent'anni ormai e le due si sono perse di vista in seguito alle diverse scelte di "vita" che hanno fatto. Eppure nessuna delle due riesce a dimenticare quella splendida amicizia che ci fu: i giochi, le risate, le confessioni rimbombano ancora nella mente di ognuna come lontane eco del passato. Sarà forse questo a riavvicinarle o un altro evento ben preciso, paranormale ed inatteso, le costringerà ad unire ancora una volta le loro forze?
Un viaggio attraverso la mente di queste due improbabili eroine e delle persone a loro più care, ci porterà a capire che l'amicizia vera - così come l'amore- dura per sempre.
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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15. Sottoterra.

 

La donna aveva perso i sensi da svariato tempo ormai. Era un po’ troppo vecchia per avere a che fare con dei vampiri… di solito loro sceglievano vittime giovani e di bell’aspetto. Questa donna dev’esser stata davvero bella da giovane, constatò Lena Hawkins mentre continuava ad osservare l’ultima vittima dei goblin. Proprio non capiva perché un uomo illustre come suo padre, che castigava i vampiri per i loro crimini ingiusti e per le loro furie omicide, dovesse scendere a compromessi con esseri del genere.

Lui meritava la gloria con gli altri umani, non le fognature condivise con dei goblin.

L’unico vampiro che Lena avesse mai visto in vita sua, era quel mostro dagli occhi cremisi che suo padre gli aveva mostrato poche ore dopo la cattura. Era divorato dalla sete, non riusciva a controllarsi. Suo padre, il giorno dopo, le disse di averlo castigato e di voler riservare lo stesso trattamento a tutti i vampiri di Roma.

Gli stessi vampiri che tanto tempo fa avevano preso sua madre.

Gli stessi vampiri che le avevano rovinato la vita.

Lena sorrise nel silenzio dei cunicoli.

 

 

“Allora qual è il piano, capo?” domandò Dan dopo un lunghissimo giro nella macchina di Beth con Bianca e Jack. La strega fermò improvvisamente la macchina. Era completamente buio: nessun umano sano di mente sarebbe andato in quel posto, ma i vampiri potevano benissimo vedere che Beth li aveva portati alla discarica. “La discarica?” chiese Bianca incredula. “Sì, qua sotto c’è la via d’accesso più facile alle fognature” spiegò risoluta la ragazza muovendo i fluenti capelli neri. “Perfetto, andiamo a squartare qualche goblin” disse Dan mettendo già un piede fuori dall’auto. “No!” tuonò la strega. “Abbiamo bisogno di un infiltrato. Qualcuno che riesca ad eludere…” “… la figlia del capo” concluse il vampiro dagli occhi rossi. “Come fai a saperlo?” azzardò Bianca. “Quando mi hanno portato lì sotto, lei faceva la guardia ai prigionieri… Suo padre mi ha mostrato a lei dopo avermi fatto tutte quelle cose. Ha detto che io ero il vampiro cattivo” a Jack si illuminarono gli occhi. Tutti gli sguardi furono rivolti verso di lui. “Dan, questa è un’ottima notizia!” “Ehm… io non credo…” “Ma certo! Adesso la ragazza pensa che tutti i vampiri abbiano gli occhi rossi e siano… come te” osservò il ragazzo biondo, compiaciuto di sé stesso. “Quindi uno di voi potrà scendere là sotto…” analizzò Beth. “… E eludere la sua sorveglianza!” esclamò Bianca soddisfatta. “Ma il problema è… chi?” si guardarono tutti per diversi secondi. “Vado io” disse infine Jack. “Manderò un messaggio a Bianca quando ci sarà il via libera” “E cosa ne farai della ragazza?” gli domandò alla svelta Dan mentre lui già scendeva dalla macchina. “Lei… sarà la merce di scambio” un sorriso a mille watt illuminò il volto di Jack. Poi scomparve nella fresca umidità della notte, pronto ad andare sottoterra.

 

 

L’attesa si stava facendo snervante… Perché suo padre aveva catturato quella donna? Non era un vampiro. I vampiri erano mostri, quella era una normalissima donna di mezza età. Forse la voleva tranquillizzare, dirle che non avrebbe mai più ricevuto attacchi dai vampiri. O magari era una vittima in stato di transizione e in quel caso avrebbe dovuto abbatterla. “Ehm… scusa?” la voce proveniva dalla fine del cunicolo. Lena si voltò, subito sulla difensiva. Davanti a lei c’era un ragazzo di cui riusciva solo ad intravedere i lineamenti, perché il buio era così fitto da impedirle di vedere altro. “Penso di essermi perso… dove sono?” lei rise. “Oh, ti sei perso di sicuro. Siamo nelle fognature” “Uh… in questo caso penso che me ne dovrei andare” “Dovresti eccome” “Acidina la ragazza?” “Solo con i malintenzionati” “Oh tu pensi che io sia… Oh ma fammi il piacere!” “Allora dimmi il tuo nome. Voglio sapere chi sei” “Jack” “Jack cosa?” “Jack e basta” silenzio.

“Allora piacere, caro Jack-e-basta. Vieni alla luce, non mi impressiono. Cosa sei, un mendicante? Un vagabondo?” il ragazzo fece un passo verso lo spiraglio illuminato. “Veramente… un modello. Ma se ti trovi più a tuo agio con un barbone, va bene. Sono un barbone” Lena rimase senza fiato.

Era bellissimo.

Aveva i capelli di un biondo scuro, un po’ alzati. I contorni del suo viso e del suo corpo erano scolpiti, sembravano quasi levigati in un marmo pregiato e senza epoca: dalla mascella squadrata, al naso aristocratico, alle ampie spalle muscolose. E i suoi occhi… erano verdi. Verdi come una foresta tropicale, impossibile da penetrare a mani nude.

Prese un respiro.

“Quindi tu saresti un modello?” domandò Lena cercando di darsi un contegno. “Sì, mi pare di averlo già chiarito. E tu saresti…?” lei gli tese la mano. “Lena” “Lena cosa?” “Lena e basta” “Allora a quanto pare siamo parenti” risero tutti e due.

 

 

Era una ragazza testarda.

Stavano parlando da diversi minuti ormai e Jack sapeva di averla in pugno, ormai. Forse il suo aspetto aveva fatto il settanta percento del lavoro, ma lui ce la stava mettendo tutta.

Per mio fratello.

Per Ambra.

Per Bianca.

Quella Bianca che non sarebbe mai stata sua, ma che avrebbe avuto sotto gli occhi per molto tempo ancora. Come poteva continuare ad amarla? Quanto avrebbe voluto avere un interruttore per spegnere i suoi sentimenti nei confronti di quella vampira. Ma era impossibile. Lei era troppo perfetta per essere semplicemente spenta.

Cercò di concentrarsi sulla sua missione, così focalizzò la sua attenzione sul viso della ragazza che aveva davanti. Era semplice: viso ovale, occhi grandi e marroni, capelli biondicci. Non era niente di straordinario.

“Oh, qui sotto non c’è campo” osservò Jack, cercando di apparire il più ingenuo possibile. “Se vuoi ti posso accompagnare di sopra” si offrì lei. Colpita e affondata! “Sì, mi farebbe molto piacere Lena-e-basta” così si diressero, finalmente, all’aria aperta.

“Ma qui è buio pesto…” “Ah davvero?” domandò lui. Oh no! Ho fatto un passo falso. “Certo. Perché, tu riesci a vedere qualcosa?” “Assolutamente niente, ma ho la luce del cellulare” disse tirando fuori l’iPhone dalla tasca. “Bel telefono” indicò lei. “Cellulare aziendale” spiegò senza mezzi termini Jack.

 

A: Bianca Cedric

Da: Jack

Potete andare. Io non posso raggiungervi. Ci vediamo a casa tra un’ora.

 

“Perché non puoi raggiungerli?” lui rimase in silenzio. “Jack, chi è Bianca?” di nuovo silenzio. Lena fece un passo indietro. Un altro passo. Ma ormai era caduta nella trappola. “Sono venuto per vendicare mio fratello” Jack si parò davanti a lei con una velocità inumana. La ragazza fece appena in tempo a vedere e sentire i canini affilati del ragazzo che le trapassavano la pelle del collo.

Poi fu tutto buio.

  
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