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Autore: ElizabethLovelace    16/03/2006    5 recensioni
I Malandrini rimasti e chi è ora al loro fianco dovranno fare i conti con i ricordi divertenti e tristi del passato... le loro vite torneranno a intrecciarsi per decidere cosa fare una volta per tutte di ciò che è stato. La chiave? Elizabeth Lovelace... sospesa fra un passato ed un presente che Harry &Co. trovano indecifrabili: chi è, da dove viene? Come può essere... ciò che è?
Inserita quasi esattamente nel 5° e 6° libro della rowling.
GRAZIE per seguirmi ancora così tanto, prometto che oltre alle revisioni dei primi capitoli posterò prestissimo anche i tre conclusivi!!! Ma GRAZIE
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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***RIVEDUTO E CORRETTO***



Ed eccomi di nuovo qui! Stavolta devo davvero scusarmi con voi per il ritardo, ma sono state delle giornate terribili, non ero mai a casa nemmeno per accendere il pc, mi sentivo una trottola! In compenso oggi ho passato la giornata in biblioteca, quasi sempre da sola, e mi sono messa a guardare le persone che passavano... mìimmaginavo le loro vite, chi fossero, cosa provassero... e così ad un certo punto ho trovato Elizabeth. Ho trovto lei e gli altri, e mi sono accorta di qualcosa, ho scritto e scritto ed è qualcosa che posterò solo più avanti, ma già l'amo molto. sperém :p naturalmente devo ringraziarvi ancora, sapete quanto m'incoraggiate commentando... un grazie enorme a chi è nuovo perché è sempre entusiasmante vedere una voce in più, ed uno altrettanto speciale a chi mi segue dall'inizio senza mai abbandonarmi! siete dei tesori!!!

Hogwarts, 20.


41.
Bessie aveva accompagnato Piton alla porta, ringraziandolo con calore per le lezioni di Occlumanzia che avrebbe dato ad Harry sebbene non ne sembrasse granché entusiasta. Quando era tornata indietro Sirius fissava cupo il corridoio.
“Ma bene, vai con lui, seguilo. Stai pure dalla sua parte, adesso!”
“Dalla sua…? Non fare il bambino, Sirius,” aveva reagito con insofferenza. “Io non sto dalla parte di nessuno!”
“A parte trotterellare dietro un Mangiamorte che mi insulta in ogni modo e cercherà di rendere a Harry la vita impossibile, intendi?” aveva commentato lui, tagliente.
“E’ il figlio di James, per l’amor del cielo! Che cosa pretendi? Gli avete fatto passare i momenti peggiori della sua vita -- non guardarmi così, Sirius: non sto affatto cercando di giustificarlo. Ma nessuno qui dentro è un agnello sacrificale, e sai bene che tu ti saresti comportato nello stesso modo!”
Sirius aveva calciato via la sedia. “E’ un Mangiamorte!”
“E’ un ex Mangiamorte! Ti ricordo che se n’è andato a suo rischio e pericolo!”
“Come lo sappiamo? Come fai a sapere che se n’è andato davvero?” Sirius muoveva freneticamente le mani su e giù accanto al volto sciupato, evidenziando le sue opinioni con foga inequivocabile.
“Io mi fido di Severus, e credo nella sua lealtà,” aveva replicato lei tranquillamente.
“Bella mossa, Lovelace!” era sbottato lui.
Bessie aveva sollevato un sopracciglio. “Un po’ come fidarsi del più grosso evaso di Azkaban, no?”
Sirius l’aveva fissata in silenzio per un istante, prima di esplodere in un: “Oh, al diavolo!”
Se n’era andato sbattendo qualcosa contro il tavolo a mo’ di sfogo. Harry stava per aprire bocca quando aveva sentito le risa soffocate di Tonks.
“E tu da quando stai lì?” le aveva domandato Bessie, incredula.
“Da abbastanza per non perdermi la gustosa scenetta, mon trésor!”
“Ma che dici, stramba?”
“Ma scusa, è da memoriali! Finalmente! È tutta la vita che attendo questo momento--”
“Dora!!!” aveva protestato Bessie, poco ascoltata a dire la verità.
“Eddai Bes, non ci vuole la bacchetta per capirlo, erano anni-- Sirius Black, il mito di Hogwarts, uno dei migliori, il più bello, il più affascinante, colui che fa ciò che vuole nonché il temibile Mangiamorte braccio destro di Tu-sai-chi… è geloso marcio di Piton, lo sfigato Pitocchio!”
“TONKS!!!” l’aveva redarguita severamente Bessie, ma Harry aveva notato che sotto sotto gli occhi le brillavano. “Che poi lo è sempre stato,” aveva aggiunto l’altra grattandosi la testa. “Solo che non lo ammetterebbe neanche a morire.”

E poi Bessie si era risvegliata anche da quel sogno, ricordo di un episodio avvenuto durante il periodo di Natale. Un sogno divertente, certo, ma che sul finale le aveva lasciato addosso uno spiacevole presentimento, come qualcosa di unto che non voleva saperne di levarsi dalla pelle.
Si era alzata -- tanto sapeva che non sarebbe più riuscita a riaddormentarsi. Dalla finestra s’insinuava ancora il buio, s’infilava nelle ossa come una minaccia acuta, e Bessie si era sfregata le braccia per scaldarsi. Aveva sfogliato alcune missive, soffermandosi su una ricevuta il giorno prima dalla McGrannitt che la informava degli ultimi avvenimenti ad Hogwarts: doveva proprio scrivere a Harry, incoraggiarlo dopo gli ostacoli della Umbridge - quella donna orribile! Gli avrebbe promesso che anche lei sarebbe tornata ad essere un Auror, insieme a lui!
Sirius si era rigirato nel letto, socchiudendo a fatica gli occhi.
“Che ci fai alzata?” le aveva mormorato, la voce confusa dal sonno. Bessie avrebbe voluto rimanere per sempre a guardarlo, a commuoversi così.
“Stavo pensando di scrivere ad Harry.”
Sirius aveva aperto del tutto gli occhi, ormai sveglio. “Adesso, Elizabeth?”
“Sarà -- sarà meglio chiudere la finestra, prima che entri la luce, non trovi?”
“Hai paura che il mondo sappia di noi?” aveva sogghignato lui estraendo un braccio nudo dalle coperte. Bessie si era morsa un labbro.
“Forse sì.”
Lui aveva puntato un gomito sul cuscino, poggiandovi il capo per guardarla.
“Sappiamo ancora come si fa ad essere felici?” aveva domandato lei solo per sentire la sua voce.
“Elizabeth.” Sirius si era fatto serio, e le aveva fatto cenno di avvicinarsi. Quando lei si era seduta sul bordo del letto le aveva scostato delicatamente i capelli dal volto, in quel gesto diventato dolce abitudine nel corso degli anni. Ci aveva messo tutta la tenerezza di cui era capace, tutti i sentimenti che aveva bisogno di farle capire. Tutta l’assenza di difese che era riuscito a permettersi pur essendo Sirius Black. “So di avere -- i capelli più lunghi, e la barba, se capisci quello che intendo... ma sono arrivato fin qui con gli stessi vestiti di allora. Io... ho sempre le stesse foto in tasca, Elizabeth.”
Lei aveva scrollato le spalle, decisa. “Non è più solo questo. Io -- voglio entrare nel tuo dolore, Sirius. Voglio esserci. Mi dirai anche stavolta che non è il momento?”
Sirius, incapace di parlare, aveva scosso il capo. L’aveva attirata a sé, e per una volta a Bessie non era sembrato di raspare con le unghie contro un muro, mentre si aggrappava a lui; per una volta non era stata la provvisorietà a stringerla. Aveva sentito il suono di risate che durano tutta una notte, e pezzi di conversazioni e odori diversi che si confondevano insieme, e le impronte che avevano addosso erano uscite piano per ritrovarsi. Mentre il buio piombava di nuovo nella stanza come a custodire un segreto, aveva sentito tutta la stanchezza andarsene per lasciare il posto all’amore.






Hurray for a child
That makes it through
If there's any way
Because the answer lies in you
They're laid to rest
Before they know just what to do
Their souls are lost
Because they could never find
What's this life for
I see your soul, it's kind of gray
I see your heart, you look away
You see my wrist, I know your pain
I know your purpose on your plane
Don't say a last prayer
Because you could never find
What's this life for
But they ain't here anymore
Don't have to settle the score
Cause we all live
Under the reign of one king


Creed - What's This Life For?


  
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