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Autore: Haruma    07/07/2011    6 recensioni
Non avevo paura dopotutto, la mia vita l’avevo trascorsa anche se tra gli ospedali. Sempre in compagnia di mia madre, mio padre, mia sorella, delle persone a cui tenevo di più al mondo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Senza troppi giri di parole vi lascio la seconda ed ultima parte.

*****

Disease

-Non hai mai visto una spiaggia?

-Una volta, ma di sfuggita. Non c’è nessuno…

-Meglio, no?

-Forse… si… meglio.

Shade si distese sulla sabbia… -Peccato che fa un po’ freschetto, altrimenti avrei fatto volentieri un bagno, ma mi piace di più stare con te.- si girò dalla mia parte sorridendomi

Rossa?! Forse lo ero diventata, in quegli ultimi giorni il mio viso si era sentito troppe volte accaldato e il cuore mi accellerava sempre o perdeva qualche battito appena lo sentivo pronunciare parola o parlarmi dolcemente.

-Vuoi andartene?

-Perché? No! No, sto bene qui. Mi ci accamperei per notti intere!- ero nervosa

-E’ stata davvero una fortuna incontrarti… delle volte, quando ho saputo della mia malattia, pensavo che non avrei fatto più amicizia con nessuno visto che già a quei tempi di amici ne avevo ben pochi. Quando i ragazzi della mia età mi rivolgevano la parola sentivo nella loro voce pena e compassione, cosa che tutt’ora non mi va giù. Poi quando ho conosciuto te…- si soffermò sulla sua ultima frase

-Shade…- sussurrai tra me e me

-Tu sei diversa, Fine. Forse è perché condividiamo lo stesso malore… ma io ti considero sul serio la mia più cara e migliore amica…

-Grazie… vale lo stesso.

Calò completamente il sole.

-Di solito dici “IDEM”.- rise

-Meglio essere originali, non credi? E poi vedi che tu non sembri assolutamente un ragazzo che ha la leucemia! Tutt’altro… se quel giorno non mi avessi specificato la tua malattina, non ci sarei mai arrivata da sola, te lo assicuro!

-Vuoi qualcosa?

Delle volte io e lui non ci rispondevamo subito… avvolte cambiavamo discorso.

-In che senso?

-Siccome so che ti piace mangiare, vuoi qualcosa?

-Gelato: cioccolato, panna e fragola!

-Vado a prenderlo.

-Aspetta ti do i soldi!

-Non ci pensare nemmeno! L’altra volta sei riuscita nel tuo intento di pagare, ma stavolta giuro che non ce la farai così facilmente!

Sbuffai.

-Non mi piace avere debiti!- risposi

-Non è una questione di debiti…

-La prossima volta offro io!

-Ok, vedremo…

-Ce la farò a convincerti!

-Va bene.

-Che gusti ti piacciono?

-Uno vale l’altro… a dire il vero non sono nemmeno un amante del gelato, ma ti accontento… anche perché è ormai da secoli che non ne mangio uno!

-Io ieri l’ho mangiato con mia sorella… ci siamo messe a parlare e a fare un piccolo spuntino di mezzanotte! Ti giuro, è come se non lo mangiassi da tanto!- risi

-Io lo dicevo che eri strana… chi me lo ha fatto fare di prendere il tuo numero di cellulare quel giorno, e dire che non volevo andare nemmeno all’ospedale!- si alzò

-Ehy!- feci la finta offesa

Presi un mucchietto di sabbia tra le mani e feci finta di buttarglielo.

-Permettiti e te la faccio pagare!

-Ho il coraggio, che ti credi?

Mi guardava con menefreghismo.

-Ah, è così?

Non resistei e gli lanciai all’istante quello che avevo nelle mani.

-Lo hai fatto!

-Si, problemi?

-Se ti ammazzo? Hai qualche obiezione?

-Certo! Dovrò già morire, quindi lascia che viva ancora per il tempo che mi è rimasto! Non voglio ora!

-E se guarisci, scusa?

-Dovrò comunque morire come del resto fanno tutti gli esseri viventi! E poi, non mi piacerebbe comunque essere immortale! Non credi sia noioso?

-Si… un immortale non ha un limite di tempo… e non avendolo non sa come spenderlo. E di certo non avrà mai un interesse nella vita.

-Raggioni bene!

-Perché, credevi non ne fossi in grado?

-Bhè… si.

-Più ti conosco più capisco che non hai un briciolo di sensibilità!

-Tutt’altro, come ti permetti?

-Dopo quello che mi stai dicendo, cosa dovrei pensare?

-Ora va a prendere quello che mi avevi promesso, sto morendo di fame!

-Come se non mettessi qualcosa sotto i denti da mesi! Che esagerata!

-E io sarei l’insensibile?!

-Vado!

-Ti conviene!

Shade corse al chioschetto che si trovava poco più distante dall’ingresso della spiaggia e arrivò dopo circa cinque minuti.

-Tieni.- mi diede il mio gelato dopodiché si sedette accanto a me

-Grazie…

-E anche questi. Non mi sono affatto serviti. Stavolta te l’ho fatta!

-Non hai pagato con i miei soldi!

-Certo che non l’ho fatto!

-Me la paghi.

-Mangia, su. Si scioglie!

-Che gusto lo hai preso il tuo?

-Fragola e fiordilatte. Ne avevo voglia…

-Femminuccia!

In quel preciso istante scostò il cono dalla bocca e i suoi occhi si accesero.

Girò il volto verso di me in una maniera innaturale!

-C…cosa hai detto?- restò calmo

Mi turbava il suo modo pacato di parlarmi ma cercai di stare calma anche io.

-Femminuccia.- ripetei leccando il mio gelato tranquillamente, d’altronde sapevo che non avrebbe alzato un dito su di me… Era il mio migliore amico. Per quanto io e lui ci sfottessimo, non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo.

-Tu non mi conosci allora!

-Davvero? E cosa non so di te? Riguardo al fatto che ti piacciono i gusti che di solito prendono di più le femmine, questo l’ho saputo ora, poi?

-Avevo voglia di questi in particolare, te l’ho già detto, io il gelato non lo amo così tanto come lo ami tu.

-Mi turbi un po’, sai? Comunque per me resti una femminuccia!

-Maschiaccio!

-Ne vado fiera… e poi guarda che un maschio considerato una femminuccia dovrebbe avere più vergogna di una femmina che è considerata un maschiaccio.- restai calma.

-Bhè… se uno sa che non lo è che vergogna dovrebbe avere? Io me ne frego di quel che pensa la gente.

-Su questo hai ragione, però…- avevo di nuovo perso con lui e maledette le sue risposte improvvise.

Mandai al diavolo nella mia mente la sua capacità di zittirmi all’istante. Era frustrante!

-Mi piacciono le donne.

Sghignazzai

-E sentiamo, hai mai baciato una ragazza?

-Certo che si! Cosa che di sicuro tu non hai mai fatto, con un maschio, intendo!

-Baciare?

-Si.- mi rispose sicuro con un irritante gigno stampato in faccia.

Lo avrei tanto voluto ammazzare, e avevo una tale voglia di  rovinargli a forza di pugni quel suo bel faccino provocante che si ritrovava.

-T…ti sbagli! Non è vero! Che ne sai tu scusa?

Avevo già iniziato male con il tono di voce.

-Capisco subito quando stai mentendo o quando stai dicendo la verità… sei un libro aperto per me, oramai.

-E invece caro mio questa volta ti sei proprio sbagliato di grosso!

-Ti metto alla prova, ok?

-Certo!

-Il tuo primo bacio, raccontamelo, su. Com’è stato?

Mi sentii mancare, ma di certo dirgli una qualunque bugia non sarebbe stato male.

-Uhm… diciamo.

-Età?

Dovevo fargli capire che non ero un’inesperta, quindi mi buttai sul primo numero che mi passava per la testa.

-Dieci, si… mi sembra dieci.

-A dieci anni?

-Si, problemi, Miss perfettino!?

-Semmai Mr!

-Non eri una femminuccia, scusa?

-Non cambiamo discorso; dimmi allora…

Mi tremavano le mani, anzi tutto il corpo; perché quando iniziava a riflettere su una qualunque domanda o quiz che avrebbe voluto farmi, tutto d’un colpo, diventava spregevole e malefico.

-…nome del poveretto che hai baciato?- continuò scherzoso

Gliel’avrei fatta pagare di sicuro.

-S…s… imon.

-Cosa? Ho sentito solo un sibilo.

Rise, per l’ennesima volta.

-SIMON!- gli urlai

-Scusa… quanti anni aveva più di te.

-Un anno. Perché usi il passato?

-Non sai che dopo averti baciato si muore?

-Come sei simpatico!

Aveva i minuti contati.

-Dove vi siete conosciuti?

-Ma a te che interessa?- lo zittii

-Così… non ho niente di cui parlare. Allora, dove vi siete conosciuti?

-A scuola.

-A scuola? Ok… bene, bene, scusami se non ti ho creduto subito.

Sospirai sollevata, se l’era bevuta.

-Io comunque, sai, non ci credo.- continuò

-SHADE!

-Che c’è?! Se non ci credo non vedo quale sia il problema! Che ci posso fare?

-Va bene, non ho mai baciato nessuno, contento?

-Questo lo sapevo.- sorrise

-Non mi interessa avere un ragazzo a quattordici anni. E poi, ho la leucemia… chi mi vorrebbe? A te piace qualcuna in particolare?

-Perché non dovresti mai stare con qualcuno solo perché hai la leucemia? Sei davvero stupida.

-Non hai risposto alla mia domanda.

-Devo farlo per forza?

-Sono curiosa, ecco tutto.

-Si, certo. Mi piace una persona in particolare.

-Davvero? E chi è?

-Vuoi sapere troppo, ragazza mia! Non te lo dico.

-Tanto non la conosco.

-Non vado a dire i fatti miei a nessuno.

-Nemmeno alla tua più cara amica?

-Nemmeno,

-Antipatico.

-Non iniziamo!

-Almeno il suo carattere!- insistevo

Non sapevo il perché lo volessi tanto sapere, ma era di sicuro semplice e pura curiosità. Ero molto curiosa delle volte, specialmente quando si trattava di Shade.

-E’ una brava persona.

-E basta? Ti sei sprecato.

Sbuffò. Si era stufato del mio interrogatorio, forse?

Si avvicinò al mio volto, e appoggiò la sua fronte alla mia.

-Mi hai scocciato.

-Le domande me le hai fatte anche tu prima!

Mi prese il viso tra le mani e mi baciò all’istante.

In quel momento non riuscivo a decifrare quello che mi stava accadendo.

Shade mi stava baciando, il mio primo bacio, dal mio migliore amico, oltretutto!

Non volevo, ma… lo volevo lo stesso per qualche strano e stupidissimo e maledettissimo motivo. Lo stomaco mi era diventato una specie di centrifuga in funzione.

Quando staccò le sue labbra dalle mie, rimase a guardarmi.

Eravamo fronte contro fronte e i miei occhi non sapevano dove guardare.

-Con l’iniziale del nome del primo ragazzo che ti ha baciato, ci hai azzeccato.

-Perché lo hai fatto?- gli sussurrai

-Così avrai un bel ricordo da parte mia, quando morirò.

-Non ci capisco più niente. A te non piace la brava ragazza che mi hai descritto stentatamente prima.

-Certo, mi piace ancora.

-Aspetta. Allora… perché mi hai baciata? Il mio primo bacio, dal mio migliore amico!

-Ti scoccia saperlo?

-Non lo so. Ti ho detto che ormai non so cosa pensare.

-Non ti preoccupare, non mi piaci in quel modo.- c’era una nota di tristezza nella sua voce, che sembrava andasse ad intermittenza, come le stelle che in quel momento avevano preso il posto del sole e che brillavano.

Sospirai. -Ne sono felice!

-Sono sollevato.

-Hai dei bellissimi occhi.- gli sorrisi

D’altronde, era verissimo… erano davvero belli.

Fece lo stesso con me, sorrise e mi sentii accaldata, e il cuore perdeva dei battiti.

-Fine…

Mi accarezzò la guancia.

-Che c’è?- mi sentivo turbata

-Davvero pensi che mi piaccia un’altra ragazza?

-Perché stai usando questo tono, mi spaventi.

-Niente.- calò il capo

-Shade, che hai? Non sei tu.

-Sto bene.

-Ti viene da vomitare?

-No, Fine. Non preoccuparti.- rise

-Se muori io che faccio? Come torno a casa?

-Ti preoccupa più il fatto di tornare a casa?- sghignazzò all’improvviso

-Più di te, sinceramente.

Sorrise.

-Sai come si fa a capire se quella che brilla lassù in cielo è una stella o un pianeta?

-Come?

-Le stelle brillano ad intermittenza, mentre i pianeti no.

-Ah.

Come il tono della sua voce, prima.

-Le stelle cadendi poi, spariscono in un attimo ma possono portare via i tuoi guai.

-Ce ne servirebbe una ora.

Ammirai il cielo, era la prima volta che lo vedevo così pieno di stelle.

-E’ bello.- continuai

-Davvero.- aggiunse -A che ora vorresti andartene?

-Te l’ho detto… mi ci accamperei.

-Dai sul serio!

-Vorrei restare solamente un altro po’, per piacere.

-Si.

-Certo che quando sto con te, il tempo passa subito!

-La stessa cosa vale per me.- si sdraiò sulla sabbia -Quando torno a casa andrò direttamente sotto la doccia che di sicurò farò durare un’eternità!- cominciò a ridere

-IDEM!- le mie risate si unirono alla sue.

-Oh! Eccola tornata la mia Fine!

-Tua?

-Non fraintendermi!

-No, per niente!

-Che ne dici se ce ne torniamo a casa? E’ un po’ tardino se aggiungiamo il tempo che ci mettiamo da qui a casa con lo scooter.

-Si, andiamo.

Ci alzammo e ci avviammo vicino al suo motorino.

Quella serata fu così bella, che non riuscivo a capire se l’avevo trascorsa oppure no.

Ma, non finì tutto lì.

Quando arrivammo qualche metro più distanti da casa mia e metre stavo per salutare Shade, quest’ultimo mi prese il polso e mi attirò a sé.

Il caldo mi assalì e mi sentii letteralmente incendiare dentro.

Ci mancava solo che sudassi in quel momento.

Ero convinta che nel mondo, in quel momento, non ci fosse persona più confusa di me.

-S…Shade…

-Ti prego, scusami tanto, ma è più forte di me.- mi strinse ancora di più e appoggiò delicatamente la sua testa sulla mia.

-Non è giusto, sei più alto di me.- mi lamentai scherzosa  mentre mi mise anche una mano tra i capelli e, una scossa elettrica mi oltrepassò la schiena.

-Mi dispiace.

-Cosa mi succede? Sto tremando, arrossendo, gioiendo e ho anche paura. Sono completamente impazzita Shade.

-Non dirlo a me.

-Perché ti dispiace?

-Perché non ti voglio bene come deve voler bene un amico.

Non capivo quello che mi volesse dire, era contorto il suo discorso.

-Cosa?

Mi lasciò leggermente dalla sua stretta, che, anche se quasi non mi lasciava respirare, ritenevo rassicurante e colma di qualcosa che non sapevo come chiamare.

Mi prese il volto tra le mani e mi baciò di nuovo; però, con più foga e, forse, passione.

Perché lo faceva di nuovo?

Non gli piaceva una ragazza?

Lo faceva per giocare con me?

Ma se era quello il motivo, voleva solo dire che mi aveva presa in giro dall’inizio…

…E, maledizione, perché tutto d’un tratto i miei sentimenti erano cambiati?

Ci staccammo piano piano, e dopo un po’ aprendo le palpebre -che attimi prima avevo chiuso sperando di non svegliarmi da quel bel sogno- vidi con meraviglia davanti a me che il mio migliore amico, aveva gli occhi lucidi.

-Perché lo hai fatto di nuovo?

-Fine… stupida che sei… te ne rendi conto o no che mi piaci?

-Ma lo sapevo già, la stessa cosa vale per me.

-Fine, io… mi… CAVOLI! Sono innamorato di te!

Mi mancò il fiato.

Ero felice, triste, agitata, sollevata, o… semplicemente innamorata, anche io?

-Per piacere, non morire! Non scerzare con queste cose, resta con me.- mi abbracciò per l’ennesima volta.

Che fare, se non ricambiare il gesto?

-Che significa?- continuò sorpreso

-Ti prego, non dire nient’altro. Mi basta questo. Non rovinare tutto. Tu sei il mio migliore amico. O no? Sei di più Shade, per me? Che sei? Anzi… chi sei, Shade? Io ho la leucem…

-Te l’ho detto che non mi interessa! Ce l’ho anche io se ti ricordi bene!

-Non voglio morire…- cominciai a piangere

-Sai nemmeno io… e poi, se muori tu, muoio anche io.

Sapevo quel che volevo, ormai.

Mi baciò di nuovo, un milione di volte, sempre più desideroso. Non sapevo con precisione quante volte lo fece.

D’altra parte, il dolore della nostra malattia ce l’avevamo portato dentro da sempre, entrambi. Eravamo tutti e due carichi di odio verso quella odiosa malattia che condividevamo da tempo. Ci aveva portato via la vita; la vita che -semmai non ce l’avessimo avuta, quella maledetta leucemia- avremmo potuto trascorrere serenamente e senza intoppi.

-Io… vado, ora.- gli dissi

-Ok. Ci vediamo sempre lì.

Si riferiva all’ospedale.

Sorrisi.

-Fine…- mi chiamò di nuovo

Voleva che gli parlassi, anzi che gli dicessi quello che provavo io nei suoi confronti…

-IDEM!... Ciao.

Mi guardò dapprima di sottecchi, poi con dolcezza.

Cominciai ad amare tutto di lui.

Arrivata a casa, trascinai mia sorella in camera nostra e con esitazione le dissi tutto quello che era successo.

-Ce l’hai fatta sorellina.- mi abbracciò forte mentre io diventavo sempre più rossa.

Le chiamate di Shade, dopo alcune settimane, divennero sempre meno frequenti e ci vedevamo sempre più poco. Andavamo spesso all’ospedale, entrambi, e ci incontravamo lì, spesso e spesso all’ospedale non era affatto una cosa buona…

Un giorno in paricolare, persi le staffe; non chiamava da tanto ormai e io volevo vederlo, che si fosse già dimenticato di me? Pensavo ogni giorno.

-Rein…- eravamo da sole, dovevo fare altri accertamenti -Perché non non si fa sentire più?-

-Fine, calma, vuoi che ti chiami il dottor Jenkins, magari lui sa se si è trasferito, o altro.

-Si, ti prego.

-Non pregarmi, lo faccio con piacere.

Rise leggermente.

Uscì dalla sala d’aspetto e andò in segreteria.

Quando si avvicinò, mia sorella mi disse che il mio dottore, stava per arrivare.

-Meno male.- non lo finii di dire che il medico mi venne incontro.

-Fine! Cosa c’è?- mi chiese sorridente

-Dottor Jenkins, sa qualcosa di Shade?

-Chi, il tuo migliore amico, quel guastafeste che non ne vuole sapere di curarsi, dici?

-Si.- mentii; non era più il mio miglior amico.

Sorrise amaramente.

Sbarrai gli occhi.

-Che vuol dire?- gli urlai

-Calma, Fine! Non ti agitare così, è tutto apposto.

-Mi scusi sono troppo precipitosa.

-Andiamoci a sedere; Rein, l’abbiamo lasciata sola.

-Ok.

Facemmo come mi aveva consigliato, ci sedemmo affianco a Rein.

-Allora?- aspettavo che mi desse delle spiegazioni.

-Fine, Shade se n’è andato.- disse levandosi gli occhiali da vista.

-Si è trasferito? Dove?- domandai allarmata.

-No, Fine;… non in quel senso.- sospirò affranto

-E in che senso dottor Jenk…?

-In quel senso Fine; Shade se n’è andato.- mi interruppe

-Non capisco.- misi una mano tra i capelli.

-Fine…- sussurrò Rein

-La conosci la parola Morte? Quella brutta parola?

-No, non è possibile- cominciai a ridere -Non può essere morto, lui… mi aveva promesso che non sarebbe morto.

-Fine, è morto.- concluse alzandosi -Mi dispiace; non ti mento, ma ho pianto quando l’ho saputo, lo conoscevo da quando era piccolo e mi ci ero affezionato come mi sono affezionato a te e a tua sorella che per fortuna non è una mia paziente.

-Shade… tu, non sei morto realmente, vero? Sta scherzando il dottore, vero? Tu, non sei andato all’altro mondo.- caddi dalla sedia

-Fine, smettila, calmati.- intervenne Rein

-Come hai potuto mentirmi così? Avevi detto che non volevi morire, perché, allora, lo hai fatto?

Quel giorni e i successivi piansi e piansi come non avevo mai fatto prima.

-Che stupida vero? Sono stupida davvero.- abbracciai piangendo il mio album di fotografie -E dire che mi hanno riferito che prima di morire, tu mi cercavi e dicevi che mi avresti dovuto dire che eri davvero innamorato di me. Sai, ora lo so… davvero, cosa vuol dire soffrire… Tu sapevi di dover morire e proprio per questo che non me lo hai riferito, vero? Che cretina, non te l’ho mai detto. Hai sempre sentito uscrire dalla mia bocca ‘IDEM’ e mai una risposta compiuta. Tra un po’ arrivo. Solo ora riesco a dirtelo, Shade…

Ti amo.- piangevo ancora.

Mia madre entrò in camera mia.

-Fine.

-Mamma; io ti voglio tanto bene, dillo anche a papà, a Rachel e alla mia Rein. Dille di non piangere quando non ci sarò più, mamma. Dille di essere felice.

-Fine, ma che dici?- piangeva anche lei

-Mi abbracci?-

-Certo tesoro mio!- mi strinse forte a sé.

Ora posso morire tranquilla, serena e contenta.

Ora capisco… la domanda non era come, ne, dove e ne perché, la domanda era QUANDO dovevo morire? Risposta: ORA!

*****

Spero di non essere stata troppo smielata oppure di non aver deluso le vostre aspettative... Scusate se l'ho fatto... ma volevo provare a scrivere per una volta una ff drammatica.

Grazie mille per i commenti:  So97LoveEd, Esmeralda La Fenice Assassina, redprincess.

E  anche agli altri che l'hanno solamente letta o seguita! *°*

Baci ^^

 

   
 
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