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Autore: Mina7Z    07/07/2011    8 recensioni
Nowadays, ovvero oggigiorno. Chi sarebbero stati i nostri amati protagonisti di Versailles no bara se si fossero ritrovati a vivere nella nostra epoca
Aggiungo un elemento:e se ci fossero dei misteri da svelare? Se Francoise e Andrè non fossero chi dicono di essere e se qualcuno nascondesse loro un oscuro segreto??
Non ho mai amato particolarmente le storie ambientate ai nostri giorni, ma un pomeriggio, improvvisamente, questi personaggi hanno bussato alla mia mente e non sono riuscita a chiuderli fuori!!!
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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17
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Tripoli era una città sotto assedio, oggetto di sanguinosi scontri tra le milizie del regime e i ribelli che volevano deporre il dittatore.
Sapevamo che Magdalene non era a Tripoli, ma più a sud , a Misurata, che purtroppo era diventata il simbolo della resistenza degli insorti e che stava resistendo pervicacemente ai bombardamenti delle forze del Rais.
Razzi Grad erano stati lanciati a raffica sulla città e, secondo alcuni testimoni, al fianco dei governativi, erano comparsi anche combattenti tribali e civili. La situazione era davvero pericolosa anche perché zone residenziali abitate da civili non venivano risparmiate, mentre si susseguivano frenetiche conferme e smentite su chi, tra governativi e ribelli, avesse il controllo del territorio.
Con mezzi di fortuna riuscimmo ad arrivare in città e trovammo rifugio n uno dei pochi alberghi ancora disposti a ospitare  stranieri e giornalisti.
Passammo la prima  notte sdraiati sul piccolo letto, vestiti e con i nostri pochi oggetti personali vicino a noi, mentre  in sottofondo si sentiva chiaramente il rumore di spari, seguiti da esplosioni che sembravano  risuonare più lontane.

“Sono preoccupato Françoise, ho un brutto presentimento” mormorò Andrè girandosi verso di me”.

“In che senso? Un brutto presentimento?” chiesi incuriosita ma anche preoccupata.

“Non so, non sono tranquillo, è come  se sentissi che debba accadere qualcosa di brutto, ho un sensazione negativa, non so……..ma non ci badare…..sarà il rumore degli spari”.

“Tra poco cesseranno, vedrai, non continueranno per tutta la notte”.

Gli strinsi la mano ma anch’io sentivo un’agitazione che non era spiegabile solo dalla situazione,  seppur assolutamente critica, nella quale ci trovavamo.

“Pensa al lato positivo della situazione, se ci fosse stato Alain con noi avremmo dovuto subire le sue battutine” gli dissi sfiorando le sue labbra con un dito, nel tentativo di sdrammatizzare.

“Già, magari mi avrebbe costretto a dividere il letto con lui, invece che con te, pur di prendersi gioco di noi…..ma l’hai sentito? Troppo nervosi, troppo tesi, il dottore è diventato gay. un prete…… ma ti pare?”.

Sorrisi ripensando alla sua ricostruzione della nostra storia e a come dovevamo essergli sembrati dei matti per comportarci tanto stranamente.

“Vorrei che Alain fosse qui, con noi, sarei più tranquillo con lui, non capisco perché non l’abbiano fatto partecipare alla missione”.

“C’era un altro lavoro a cui pensare, hanno preferito mandare solo noi qui. Andrà tutto bene, non ti preoccupare troppo”.

“Va bene J, buona notte” disse dandomi un bacio sulla fronte.
 
 


Il mattino successivo, vagammo per la città in cerca di Magdalene, cercando di rintracciare familiari del ragazzo o chiunque potesse aiutarci nella ricerca e, alcuni giorni  dopo, grazie ad un contatto rintracciato da Dupois, riuscimmo a sapere dove si fosse nascosta.
Il giorno seguente, dopo avere rimediato delle armi al mercato nero, ci presentammo in una casa fatiscente, nella periferia della città, chiedendo di parlare con Magdalene. Quella che sembrava una missione impossibile, trovare una ragazza nascosta in una  città sotto i bombardamenti, si era rivelata più semplice del previsto. Saremmo tornati a Parigi, al più tardi  entro un paio di giorni grazie  a un elicottero della Croce Rossa che si era reso disponibile a condurci all’ aeroporto più vicino ancora  aperto ai voli internazionali.
Trovammo una ragazzina terrorizzata che piangendo ci supplicava di riportarla a casa e cercammo di rassicurarla sul fatto che, nel giro di poche ore, tutto si sarebbe risolto. Il ragazzo era sparito da alcuni giorni, lasciandola in compagnia delle donne della famiglia, e non aveva più dato notizie di sé.
La portammo nel nostro albergo, in attesa di ricevere la conferma sulla data e ora del recupero, conferma che arrivò il giorno dopo, chiedendoci di presentarci in una zona periferica della città, dove il rischio di essere centrati dalla contraerea dei ribelli o dalle forze del rais sarebbe stato minore.

“Françoise, ho paura” continuava a ripetermi mentre sembrava non riuscire a mettere un passo in fila all’altro, spaventata dai fischi dei proiettili che echeggiavano a pochi isolati da noi.

“Siamo quasi arrivati, non ti preoccupare, lo vedi quel palazzo grigio là in fondo? L’elicottero atterrerà  sul tetto e in poche ore saremo via da quest’inferno, te lo prometto” .

“Ferme, attente” esclamò Andrè, notando che un gruppo di uomini armati stava percorrendo la strada attigua alla nostra, rischiando di sbarrarci la via per raggiungere il punto di incontro.

“ Vado avanti a controllare se possiamo proseguire voi state qui, entrate in uno di questi androni. Ci sentiamo col satellitare.”

“Sta attento Andrè ti prego”.

Prima che andasse via, gli presi la mano che sentii però sfuggire alla mia,  e lo osservai allontanarsi per poi  girarsi  a guardarmi.

“Andrè, stai attento ti prego, Andrè” sussurrai talmente piano che solo Magdalene riuscì a sentirmi.

“Tornerà vedrai, deve tornare” mi disse stringendomi un braccio.

“Voi state insieme, vero?”.

Abbassai gli occhi e  annuii, ma poi decisi che un cenno fatto con la testa non avrebbe reso giustizia al mio sentimento per lui.

“Si, stiamo insieme” confermai con voce ferma.

Mi morsi le labbra e iniziai a ripetere ossessivamente il suo nome nella mia testa, come una cantilena, come per rassicurarmi che non gli sarebbe accaduto niente.
E mi rivolsi a Dio, implorandolo di proteggerlo, aiutarlo e riportarlo da me, sano e salvo, ma nel mio cuore cresceva una sensazione amara, come se stesse per accadere qualcosa di irreparabile, come se stessi per perdere ciò che ella mia vita contava di più.  Mi costrinsi a respingere questi pensieri ma non potei evitare di perpetrare  la mia supplica.
Il rotore del motore un elicottero mi riportò alla realtà. Mi affacciai sulla strada e vidi il velivolo della Croce Rossa che procedeva in direzione del palazzo sul cui tetto sarebbe dovuto atterrare.
Con il cuore in subbuglio, aspettai alcuni secondi e quando fui convinta che non vi fossero pericoli per noi, mi spinsi sulla strada trascinando con me Magdalene, percorrendo alcuni metri lungo la via che conduceva al punto di incontro.

Poi, improvvisamente uno sparo, a cui seguì un urlo di donna, riempì  la mia mente, mentre  tutto intorno a me si faceva buio e conf
uso.

   
 
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