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Autore: Nebula216    08/07/2011    12 recensioni
Stava per parlare, quando vide accanto a Ino il suo futuro coabitante: capelli argentati tirati indietro, occhio viola, sorrisetto divertito… sbiancò e lo stesso fece il ragazzo.
-TU!?-
Urlarono entrambi all’unisono. La Yamanaka li fissò entrambi, sorridendo soddisfatta.
-Lara, non sapevo conoscessi Hidan!-
-LO CONOSCO PERCHE’ MI HA RIGATO LA MOTO CON QUELLA SUA FOTTUTA CINTURA!-
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hidan, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Epilogo

 
Buio.
Soltanto buio.
Ogni essere umano lo teme e lo ammira.
È come una legge naturale.
Si nasce dal buio, quello rassicurante e caldo del ventre materno, e si torna ad esso, il tanto temuto mantello cupo della morte… freddo… inquietante. Il ciclo non si può mai interrompere, e mai deve essere interrotto.
Si sentiva distaccata dal mondo terreno, percepiva tutto alienato, persino i battiti del suo cuore.
Era morta?
Era viva?
Non lo sapeva nemmeno lei.
-Perché non si sveglia? Deidara senpai, perché Lara chan non si sveglia?-
-Dai Lara non farci preoccupare, svegliati!-
Le palpebre erano pesanti… troppo pesanti, non aveva la forza per aprirle. Le era sembrato di sentire la voce di Ino, quella di Tobi… li stava già osservando dall’oltretomba? Possibile, però… l’aldilà faceva così male alle braccia? Sembrava che le avessero impiantato degli aghi nelle vene. Vide materializzarsi i suoi genitori e Matt.
“Mamma… Papà… Matt.”
Il giovane caporale le sorrise, così come i genitori.
“Lara, non è ancora giunto il tuo tempo. Hanno bisogno di te.”
Disse la madre, abbracciandola come ormai non faceva da tempo. Si lasciò andare ad un pianto di gioia, prima di passare alle braccia del padre: le erano mancati molto, sentiva che stavano bene, sentiva che le erano e le sarebbero stati sempre vicini. Adrian lasciò che Matt l’abbracciasse.
“Mi sei mancata ribelle.”
“Matt… mi dispiace… io…”
“Va tutto bene Lara. Hai chi può proteggerti adesso… non far soffrire anche lui. Svegliati.”
-Lara, per Jashin svegliati! Ti prego svegliati!-
Non si può andare incontro al buio se non si è ancora arrivati al capolinea.
Non si può andare incontro al buio se non si viene chiamati.
Non si possono sovvertire le leggi della natura…
Nessuno può farlo.
Nessuno.
 
Aprì gli occhi pesanti, vedendo tutti i suoi amici intorno al lettino d’ospedale dove stava riposando. Le amiche piangevano dalla gioia, Tobi stava stritolando Deidara per la paura di perderla, con tutti gli altri membri dell’Akatsuki nervosi… e Hidan era seduto accanto a lei, con la mano che stringeva la sua, una stretta dolce e preoccupata. Accennò un sorriso, debolmente.
-Sto bene…-
L’argenteo ricambiò il sorriso, venendo però scostato da un Tobi troppo agitato per poter esser trattenuto. Il mascherato strinse la ragazza, urlando quanto fosse contento di vederla viva; le cercò di calmarlo, ridendo a stento viste le ferite che l’operazione aveva richiuso.
-Sto bene Tobi, tranquillo.-
-E meno male! Tutti quei soldi per l’operazione non li rispendo, quindi guarda di sopravvivere ancora un bel po’ Scarlett!-
La castana sorrise: sebbene Kakuzu provasse a fare il serio si vedeva che aveva avuto paura anche lui, poteva percepirlo dal suo tono di voce leggermente incrinato dall’emozione, dal sollievo di vederla sveglia. Lo ringraziò, abbracciandoli poi ad uno ad uno, prima che Tsunade entrasse e chiedesse cortesemente a tutti quanti di uscire.
Hidan si alzò in piedi.
-Potrei… restare un altro po’? Devo parlare con Lara… in privato.-
-Mh, va bene. Forza, voi uscite.-
L’argenteo si rimise a sedere, aiutando la ragazza a fare altrettanto.
-Bhè Scarlett… prima di tutto…-
Non fece in tempo a finire che una palla di peli bianco-nera saltò sul letto scodinzolando e leccando le mani alla ragazza sorridente. Iniziò ad accarezzarlo sorpresa, sotto lo sguardo ametista di Hidan.
-Oddio, è bellissimo Hidan!-
-Auguri Lara, lui è Demon.-
-Ciao piccolino, oddio come sei carino…-
Tornò a guardare il coinquilino, mentre il cucciolo mordicchiava le coperte dell’ospedale.
-Hidan… cos’è successo dopo che… sono svenuta?-
Hidan si accomodò, iniziando a raccontarle tutto e prendendo quella peste bicolore in braccio.
 
“Spalancò la porta, speranzoso di vedere la castana in piedi, di vederla nascosta dal killer. La scena che gli si parò davanti gli fece accapponare la pelle: lei era accasciata al suolo, ferita a morte, e non reagiva ai calci di Kabuto, sorridente per il lavoro che aveva fatto. Strinse con rabbia i pugni, percependo chiaramente le pupille restringersi a minuscole fessure; l’ex poliziotto si voltò, ghignando con occhi pazzoidi.
-Troppo tardi Jashinista! Ha raggiunto i suoi familiari! Orochimaru ha avuto la sua vendetta!-
L’argenteo non rispose, si limitò a stringere il ciondolo del suo credo con forza, imponendosi di chiudere gli occhi e pregare. Kabuto caricò le pistole, tirando un ultimo calcio alla ragazza esanime, proprio quando Hidan aveva riaperto gli occhi e preso una delle spine che portava sempre con sé nel giubbotto di pelle nera.
-Hai sbagliato Kabuto… hai fatto del male alla persona sbagliata, hai preso in giro la mia religione… e adesso te la vedrai con me. Vedremo per quanto ancora riderai!-
Corse contro di lui, ignorando i proiettili che si conficcavano nella sua carne: si sentiva ribollire di rabbia, quel viscido doppiogiochista l’aveva brutalmente ferita, l’aveva ridotta in fin di vita… meritava una fine peggiore.
Riuscì a graffiargli una guancia, quanto bastava per scrivere la parola “Fine” alla sua vita schifosa. Ghignò, vedendo il terrore attraversare le iridi nere del ragazzo.
-Ammira il vero potere di Jashin, infedele.-
Leccò il sangue sulla spina, vedendo come Kabuto impallidiva davanti al mutare della sua pelle: da pallida a nera come la pece, striata di bianco in corrispondenza delle ossa. Il Jashinista fissò Lara mentre si tagliava il palmo della mano e lasciava cadere il suo sangue per terra, per poi usarlo come se fosse inchiostro, tracciando il simbolo perfetto di Jashin intorno a lui. Guardò Kabuto ghignando, infliggendosi il primo colpo alla coscia, vedendo come il figlio adottivo di Orochimaru si lamentava a causa del dolore. Continuò, colpendosi parti del corpo vitali per regalargli un’agonia lenta.
Una morte dolorosa.
Tutto quello che si meritava.
Kabuto lo guardò terrorizzato: mancava soltanto il cuore e sarebbe morto. Silver Head impugnò meglio l’aculeo, trapassandosi lentamente il mediastino: Kabuto si contorse dal dolore, urlando con tutto il fiato che aveva in gola, lo stesso che aveva usato per deridere Lara. Lo vide morire, così come i precedenti seguaci di quel serpente viscido. Quando la sua pelle tornò normale, prese la castana, sentendo un’ambulanza arrivare con a seguito la polizia e gli amici della ragazza.
-E’ tutto finito Lara, resisti!-
Percepì calde lacrime solcargli le guance: mai avrebbe pensato di piangere, mai avrebbe immaginato di disperarsi fino a quel punto. Si tolse il giubbotto di pelle nera, poi la sua t-shirt, usandola per coprirle il ventre piatto della coinquilina grondante di sangue: era pallida, troppo pallida. Strinse la mascella.
-Devi vivere Scarlett, HAI CAPITO!? Non ti azzardare a lasciarmi solo!-“
 
-E’ andata così.-
La castana, dopo un attimo di silenzio, lo abbracciò forte, lasciandolo basito. Hidan ricambiò la stretta, sotto gli occhietti curiosi del cucciolo e degli altri, che li stavano spiando dal vetro della porta.
-Lara… c’è qualcos’altro oltre al cucciolo.-
Lei si staccò, guardandolo stralunata: c’era altro? Che si era messo a fare? Stava per dire qualcosa, quando lui la zittì con un’occhiata, indicandole il dito anulare sinistro. Appena abbassò lo sguardo, aprì la bocca dallo stupore: il dito era avvolto da un anello d’oro bianco con un diamante. Vide con la coda dell’occhio le amiche esultare, piangere dalla gioia, mentre Kakuzu crollava a terra per un infarto con Tobi raggiante intento a saltellare. Tornò a guardare Hidan, il quale la avvicinò a sé.
-Tu sei solo mia Lara, e ti voglio. Ti voglio solo per me.-
Le sussurrò a fior di labbra, causandole dei brividi lungo la schiena. Non ebbe paura a fissarlo nelle iridi ametista, le piaceva alquanto finire nella loro trappola… non c’era niente di meglio. Lui le carezzava lentamente la schiena, stuzzicandole la bocca con vari morsetti, fino a quando non ricevette un bacio dalla castana.
-Non chiedevo altro Silver Head. Sì, la mia risposta è e sarà sempre sì.-
 

Fine

 

Angolo autrice: E con questo, siamo giunti alla fine di "Coinquilini ed omicidi", ma non c'è motivo di esser tristi... perché probabilmente ci sarà un seguito! :D, una sorpresina per voi lettori! Dovrete un pò pazientare perché l'idea è agli inizi, ma nel frattempo potrete godervi la slice of life (che a breve posterò) e la nuova fan fiction "Alta la fiamma la notte del sabba". Vi ringrazio per aver seguito quest'avventura intricata, per le recensioni, per aver letto... vi ringrazio per tutto quanto! Bacioni! Nebula216

   
 
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