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Autore: NemesyBlack    08/07/2011    1 recensioni
La luce che filtrava dalla finestra illuminò quello che, agli occhi di un estraneo, poteva sembrare il letto di due amanti. Ma Alexis e Fucsia non erano niente di tutto ciò. Erano conoscenti, compagni di sventura, niente di più.
Lui aveva salvato la vita a lei, e lei adesso teneva a bada, per quanto fosse difficile, il caratteraccio di lui. {il personaggio maschile NON è di mia invenzione per ritrovarlo cercate qui --> http://gobeyondwonderland.blogspot.com/ }
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Alexis e Fucsia 6
 {Il personaggio maschile NON è di mia invenzione. La sua creatrice è Lady Scarlatta e potete ritrovarlo anche qui }

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Era quasi ora di cena, ma Fucsia non accennava a svegliarsi. Era stesa sopra le lenzuola, ancora con l'abito addosso. Si era addormentata appena aveva toccato il letto. Stava sognando, era un bel sogno. A colori, come quelli che faceva da bambina. 
Era in un grande prato verde punteggiato da papaveri rossi. Stava correndo, non sapeva bene dove stesse andando, ma stava correndo. Sentiva che era felice in quel sogno, che non aveva preoccupazioni. Poi si fermò, smettendo di correre. Qualcuno l'aveva delicatamente fermata da dietro, poteva sentire il tocco delicato delle mani sulle braccia. Sentiva la carezza salire fino al volto, sfiorandole il mento. Si voltò appena per guardare in viso chi l'aveva fermata. Dio, persino in sogno quegli occhi erano così belli? Passò una mano fra i suoi capelli, erano morbidi. Sorrise timidamente mentre lui si avvicinava e la baciava... sembrava così vero... Sentì la propria voce chiamarlo, sembrava un sussurro ovattato... Alexis...

Spalancò gli occhi e si tirò su. E che cavolo! Nemmeno nel sogno si liberava di lui? Respirò profondamente prima di alzarsi per sedersi ancora, stavolta al tavolino da toletta. Osservò la propria immagine riflessa, ancora stupita da quello che la sua mente le aveva fatto vedere. Non poteva permettersi di cadere in quella rete. Era troppo rischioso, troppo sbagliato. L'avrebbe sempre guardata dall'alto in basso, si sarebbe sempre dimostrato un bastardo insensibile. Non sarebbe mai cambiato, non per lei. Non che a lei interessasse molto... Però... però... Fucsia scosse la testa violentemente. Alexis l'avrebbe distrutta, l'avrebbe fatta soffrire e poi abbandonata, o peggio uccisa. Continuava a ripetersi queste cose, anche se non ci credeva veramente. Non credeva che lui le avrebbe mai fatto del male. Si sentiva come quella stupida volpe che cercava scuse, tutto perché non riusciva a raggiungere l'uva. Chiuse gli occhi passandosi una mano fra i boccoli castani. Si stava veramente innamorando dell'uomo più pericoloso che avesse mai conosciuto? Anche se fosse, si disse, non sarebbe andata a letto con lui. Non si sarebbe svenduta. Lui non la amava, non lo avrebbe mai fatto. Perciò era inutile continuare a pensarci. Era una missione impossibile, se avesse tentato~, ne sarebbe uscita distrutta, e non voleva farsi distruggere da nessuno, nemmeno da lui.
Si alzò e tornando calma iniziò a vestirsi. 


Alexis era in soggiorno, solo e pensieroso. Era già a terzo bicchiere di vino, il che non era da lui. Yvel non era in casa, per fortuna. Se non altro aveva avuto la geniale idea di non farsi trovare. Meglio così, avrebbe cenato con calma. Osservò il bicchiere vuoto nella sua mano. Con un cenno della bacchetta fece sollevare la bottiglia dal carrello. Stese il braccio con il calice, consapevole che si sarebbe riempito da solo. 
"Non sai che non si dovrebbe mai bere da soli?" la voce delicata di Fucsia lo costrinse ad annullare il pensiero di una cena tranquilla. Si voltò appena, muovendo il calice vuoto "Non sai che non è bene fare aspettare un uomo che vuole bere?". La ragazza annuì e gli riempì il calice, per poi versare la stessa quantità di liquido scarlatto in un secondo. Si sedette sul divano, accanto al camino. Alexis le lanciò uno sguardo fugace. I capelli castani erano raccolti sulla nuca, lasciando libera solo una ciocca che scendeva lungo la linea del collo, posandosi infine sulla scollatura dell'abito. Abito che, Alexis dovette ammetterlo, era ben fatto. Seta, a giundicare la lucentezza, di un blue scuro. Non aveva molti decori, ma la sua semplicità rendeva allo spettatore impossibile non spostare lo sguardo su chi indossava l'abito. Il Mangiamorte distolse lo sguardo. Il vino stava pensando per lui. Doveva mangiare, almeno l'alcool non gli avrebbe fatto pensare o dire cose di cui si sarebbe pentito. Si alzò "Andiamo, la cena dovrebbe già essere in tavola" sentenziò e senza aspettarla si diresse verso la sala da pranzo. Fucsia lo seguì in silenzio, ancora indecisa su cosa voleva dire quel sogno. Si sedette malvolentieri davanti a lui, osservando la tavola per non guardarlo negli occhi. Cosa che Alexis notò e che lo incuriosì. Lesse velocemente nella sua mente, ormai era quasi un'abitudine, sorrise quando scoprì del sogno. Non riuscì a trattenersi "Dormito bene?" chiese osservandola, apparentemente serio. Ma Fucsia sollevò lo sguardo "Non è carino spiare nelle menti altrui, quante volte te lo devo dire?" ribatté secca. Il Mangiamorte annuì ancora guardandola "Peccato che i tuoi sogni sembrino quelli di un’adolescente, qualche senza in più e sarebbe stato credibile" ribatté iniziando a mangiare. La ragazza rise piano "Ammetto che sarebbe stato piacevole, ma se fosse stato un sogno di quel genere, dubito che ci saresti stato tu". Non voleva farlo ingelosire, voleva solo che la smettesse. Alexis rise piano "La tua, come posso dire, stoltezza? Sì, stoltezza è quasi disarmante" asserì certo di averla colta sul vivo. Ma la ragazza si pulì la bocca "Anche la tua stronzaggine, ma non te lo faccio notare ogni giorno" ribatté con un sorriso smagliante "Adesso che ci siamo scambiati le nostre solite dolci parole, possiamo mangiare in pace?" chiese mantenendo quel sorriso. Alexis annuì concedendole un sorriso sincero, che lei ricambiò. Arrivarono al dolce scambiandosi solo brevi battute, il che per loro era un record. Il domestico aveva appena deposto davanti a loro il dessert quando Alexis tornò a rivolgerle la parola "Perché sei scappata?" chiese con l'atteggiamento di chi parla tanto per parlare. La ragazza rimase spiazzata da quella richiesta "Io non... ero arrabbiata con te, cioè, con Yvel per quello che aveva fatto" spiegò mentre iniziava a mangiare il dolce. Il biondo annuì "Ma se credevi che fossi stato io, perché mi sei venuta dietro quando sono venuto a prenderti?". Fucsia non trovò una risposta decente "Da quando t’interessa quello che mi passa per la testa?" sbottò, ma se ne pentì subito "Scusa, ho alzato la voce" abbassò lo sguardo. Alexis annuì "Da quando ti scusi per aver alzato la voce con me?" chiese guardandola in volto. Quando i loro occhi s’incrociarono, entrambi capirono veramente che avevano assunto degli atteggiamenti che mai prima di allora avevano assunto nei confronti dell'altro. Vi fu un silenzio lungo e pensante, nel quale entrambi avvertirono un brivido freddo lungo le loro schiene. La prima a parlare fu Fucsia "Credo sia meglio per entrambi se smettiamo di farci domande" disse alzandosi "Torno in camera mia, se hai bisogno". Uscì a passi svelti dalla stanza. Alexis non rispose ma convenne silenziosamente con lei. Farsi troppo domande non aiutava. La sentì correre su per le scale. C'era una forza strana in lui che voleva spingerlo a correrle dietro. Ma non lo avrebbe fatto, per se e per lei. Era meglio mantenere le distanze, si stava affezionando. Per la prima volta da quando l'aveva conosciuta, si vide costretto ad ammettere che lo stava facendo anche e soprattutto per il suo bene. 


Era quasi mezzanotte ma lei non riusciva a dormire. Non sapeva se era per colpa del temporale notturno che infuriava fuori, o per le mille domande che le offuscavano la mente. Si alzò e senza mettersi la vestaglia uscì dalla stanza. Si sentiva una bambina, mentre camminava a piedi nudi per il corridoio. Si fermò davanti alla porta della camera di Alexis. Entrò senza nemmeno bussare, come aveva fatto lui la sera prima. Stava, apparentemente, dormendo. Si infilò senza troppi indugi sotto le lenzuola, rannicchiandosi contro il petto nudo di lui. Quando alzò lo sguardo, vide gli occhi azzurri di Alexis che la guardavano "Sta zitto e dormi" disse secca chiudendo gli occhi. Il Mangiamorte ubbidì, circondandola con il braccio, un sorriso sinistro stampato sul volto. Uno a zero per Alexis.

   
 
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