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Autore: Psyker_    08/07/2011    1 recensioni
[Dal capitolo II]
“Sai perché non sono mai scappato prima d’ora?”
“... perché?”
“Per te”
“Cosa...?”
“Non volevo abbandonarti ma adesso che sei con me, niente mi tiene più legato a Kubara”
Il Luthus, quella stessa sostanza che un tempo aveva reso grandi i Maghi, adesso è il motivo della loro rovina. Valerian, l'unico superstite con poteri magici a questa nuova forma di energia presente ormai in tutto il mondo, si ritroverà costretto a intraprendere un viaggio per comprendere il proprio scopo da ultimo mago del Saar.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo di Saar'
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revisione 17

Valerian si affacciò ad una delle finestre dell’abitazione di Carian e guardando la distruzione all’esterno non riusciva a credere a come la famiglia che l’aveva cresciuto per quasi dieci anni potesse essere la responsabile di tale flagello. A quel punto gli si avvicinò il giovane Golden che riponendo la sua spada in un angolo della stanza, lo affiancò prendendo la parola:

“Non sono uno stupido Valerian, so quello che ho visto. Tu hai usato stregoneria prima”
“Che cosa ne vuoi sapere tu? Anche se conosci qualche trucchetto non sei un mago e non lo sarai mai”
“Ehi, guarda che non ti ho mica offeso e sinceramente dopo aver trovato qualcuno disposto ad aiutarci non ho la minima intenzione di andarlo a denunciare, figurati”
“Che vuoi che ti dica allora?”
“Sei uno stregone o no?”
“Vuoi proprio saperlo? Vuoi conoscere tutta la storia?”
“Te l’ho chiesto, quindi sì... forza”
“Ok d’accordo, ma sappi che sei la prima persona a cui lo racconto, sei la prima persona che riesce a strapparmi informazioni sul mio passato e se dovessi raccontarlo a qualcuno non esisterà Luthus capace di fermare la mia ira”
“Ok starò zitto, ma cerca di capirmi se insisto, voglio sapere con chi ho a che fare”
“Molto bene, io non sono figlio dei sovrani di Kubara, sono stato adottato circa dieci anni fa. Il padre di Mera mi trovò tutto solo in uno dei campi a Nord del Ventus e intorno a me vi erano decine di corpi senza vita”
“Chissà perché ma lo sospettavo, non somigli per niente a quella donna”
“Risparmiati le tue battute, non sono ancora entrato nel vivo del mio racconto”
“Prego allora!”
“Ho sempre raccontato di non ricordare niente del mio passato, ogni volta che mi chiedevano da dove venissi rispondevo di avere un vuoto nella mia testa che non riuscivo a colmare. Il Re di Kubara mi prese con sé e notando la mia particolare capacità non poté far altro che accettarmi nella sua famiglia”
“Credi di essere stato adottato solo per il tuo essere mago?”
“E per quale motivo sennò? Kubara si trovava lì quel giorno per respingere uno dei sempre più frequenti attacchi da parte di Vera e i corpi morti intorno a me possedevano le loro armature”
“Eheh che bastardo, ti prese con sé per scopi unicamente militari”
“Ero solo un bambino ma riesco a ricordare con che occhi mi guardava ogni giorno che passavo in quella tenuta, era quasi spaventato da me e sono sicuro che non vedesse l’ora di liberarsi di un fardello tanto pesante. Comunque sia io ricordo benissimo ciò che era avvenuto prima di quell’incontro”
“Allora perché hai sempre mentito?”
“Io stavo scappando”
“Scappando?”
“Io VOLEVO dimenticare il mio passato, volevo ricominciare una nuova vita cancellando il destino che altri avevano deciso per me”
“Di cosa parli?”
“Mia madre, la mia vera madre, era una strega potentissima, tanto potente da poter radere al suolo una città con il solo controllo mentale. Voleva fare di me ciò che era diventata lei, mi vedeva come un’eredità che avrebbe continuato quella scia di sangue, ma io… ero diverso!”
“E’ lei che ti ha insegnato la stregoneria?”
“Sì, ogni anno che passavo al castello mi accorgevo di come questo potere volesse esplodere all’esterno, ogni giorno diventava sempre più difficile resistere alle provocazioni che suscitava dentro di me. Cominciai a studiare la storia dei maghi per cercare di sopprimere questo bisogno ma l’unica cosa che scoprii fu l’unica cosa che non avrei mai voluto sapere: ero l’unico mago rimasto al mondo. A quel punto cominciai a preoccuparmi, cominciai a temere di scomparire anch’io a causa del Luthus corrotto e di non riuscire più a controllarmi. Usare la stregoneria era l’unica possibilità ma ciò avrebbe significato sacrificare la vita delle persone che mi circondavano, le persone che amavo”
“E quindi sei scappato dal castello?”
“Ho sfruttato la storia che aveva messo in piedi mio padre, voleva allontanarmi per non farmi finire totalmente in balia del Luthus e senza perdere altro tempo fuggii con mia sorella Mera, la principessa di Kubara, oltre il mare. Volevo provare l’ultima possibilità che mi era rimasta. Durante le mie letture ero venuto a conoscenza di un monte sacro in cui riposava un Ebrion bianco, l’unico capace di curare ogni ferita e purificare ogni animo corrotto, volevo solo liberarmi della stregoneria attraverso il suo potere, volevo ripristinare il mio essere, ma dopo tutto quello che è successo dopo... sento di averne ancora bisogno”
“E’ incredibile, ho sempre sentito di maghi voler diventare stregoni ma non di stregoni voler tornare ad essere semplici maghi. C’è una cosa che però non mi è ancora chiara, dov’è tua madre? Intendo... la tua vera madre. Perché eri da solo in mezzo a dei soldati di Vera?”
“E’ morta combattendo un Ebrion, non so altro… non so del perché ero lì, so solo che mi ci sono trovato improvvisamente”.

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“Si trova nelle Terre Aride”
“Come hai fatto a scoprirlo?”
“Non sono venuta qui solo per leggere qualche piccola storia sui cacciatori della notte Ruphis, Spell è la dimora delle più potenti arti magiche dell’intero Saar. Ho usato un particolare libro che unito alle mie capacità mi ha permesso di creare un incantesimo ‘rivelatore’”
“Com’è possibile una cosa del genere?”
“Mi è bastato un pizzico di stregoneria, le conoscenze tenute in quel libro ed un qualcosa appartenuto al quinto cacciatore o che comunque ne ha a che fare”
“Incredibile!”
“Ancora più incredibile il fatto che avevo ragione”
“Che vuoi dire?”
“Vuoi sapere che cosa ho usato come oggetto strettamente legato al cacciatore?”
“... Cosa?”
“Un capello di Valerian”
“Che cosa?!”

Il piccolo drago sgranò gli occhi cercando di trovare immediatamente una spiegazione plausibile all’affermazione della strega. Liz sorrise e sedendosi in una delle postazioni della biblioteca cominciò a sfogliare uno dei numerosi libri lì presenti.

“Il quinto cacciatore è la madre di Valerian”
“Com’è possibile?! Lui sa che è ancora viva?”
“Non lo sarà ancora per molto quindi è inutile parlarne. Andremo a trovare la nostra cara cacciatrice nella zona proibita”
“Non so che dire davvero...”

Mezz’ora dopo i due si diressero verso l’esterno della città e riprendendo l’equipaggiamento si mossero in direzione Nord per entrare nelle famigerate ‘Terre Aride’: un luogo tempestato di presenze demoniache, illusioni, belve mistiche e soprattutto ospitante una strega il cui nome riecheggiava nella storia. Intorno ai due viaggiatori non vi era nulla, solo distese immense di desolazione ed un deserto macchiato da alti promontori di forma piuttosto inquietante. All’orizzonte erano visibili ombre danzare illuminate dalla fioca luce del sole che bloccato da alcune nubi di color roseo non riusciva a far filtrare quei raggi dal calore rasserenante. Era un luogo oscuro, senza acqua, senza vita ma soprattutto senza un percorso da seguire. Il draghetto rallentò titubante e dopo aver ripreso fiato si accorse di una sorta di posto di blocco non distante dal punto in cui si trovava.

“Guarda, ci sono degli uomini lì!”

Liz si avvicinò al gruppo di soldati probabilmente appartenente al corpo di guardia della città di Spell.

“Dovremmo passare”

L’uomo più alto si staccò dagli altri e avvicinandosi alla donna la informò che il resto del percorso era stato bloccato dai guardiani di Spell per salvaguardare i visitatori più inesperti. La strega sorrise e osservando il malcapitato con quegli occhi ammaliatrici gli si rivolse a voce bassa:

“Ti sembriamo visitatori inesperti?”
“S-Scusi signorina ma davvero non posso farla passare, ci è stato dato l’ordine di bloccare il confine per non far accedere più nessuno”
“Non mi lasci altra scelta”

Ruphis diede un colpo alla compagna cercando di farla ragionare ma dall’aura rossastra che cominciò a circondarla fu possibile intuire che era ormai troppo tardi. La guardia indietreggiò impaurita, poi si girò verso i suoi compagni e con una spada colpì i due che gli erano più vicini. Gli altri cedettero per terra traversati da alcune fiamme indomabili e tra quelle urla di sofferenza, la strega avanzò soddisfatta verso le Terre Aride. Il drago nano la seguì a testa bassa provando inutilmente a chiedere il motivo di quella scelta così estrema ma la donna sorrise di tutta risposta e senza indugiare oltre accelerò il passo in quel covo diabolico.

“L’aria è piena di Luthus, probabilmente è questo fattore che ha spinto i maghi, tempo addietro, a costruire qui la città che li avrebbe ospitati”
“Lo sento bene... anche se non sono un mago questa puzza mi da la nausea”
“Beh è pur sempre Luthus corrotto, qui vivono probabilmente creature geneticamente modificate da questa nuova sostanza”
“Dimmi un po’ Liz, tu sai perché il Luthus è diventato nocivo?”
“A Spell c’era un libro che ne parlava, non hai visto?”
“No… accidenti l’ho pure cercato”
“Ascolta la storia allora: tantissimo tempo fa era considerato un mago chi riusciva a sfruttare il Luthus come fonte di energia per controllare gli elementi naturali. Un mago era capace di creare il fuoco, l’acqua, il vento, la terra, l’elettricità e quant’altro ma non poteva agire sulla mente delle persone. Poi un giorno, durante una ribellione all’interno della corte di Spell, un mago di nome Hanamir cercò di salire al potere uccidendo tutti gli uomini del Re di Magrand”
“Magrand era retta da un mago?”
“Certamente e Spell, la sua capitale, era la città più potente di tutto il Saar allora conosciuto. Comunque sia, il Re, dopo aver scoperto il tradimento di Hanamir, suo braccio destro, decise di sedare la faida personalmente sfidando in un uno contro uno il giovane mago ribelle. Lo scontro fu devastante, si racconta che il Re di Magrand riuscì ad accumulare tutto il Luthus dello stato in un unico e finale colpo magico che uccise l’avversario e sottoscrisse la supremazia della famiglia reale. La stregoneria non è che una conseguenza di quel giorno”
“Che vuoi dire?”
“Dopo quella battaglia non vi fu più Luthus a sufficienza per soddisfare i bisogni di tutti i maghi esistenti e alcuni furono costretti ad attingere energia da altro... I più forti cominciarono a rafforzarsi tramite la vita degli altri, l’energia vitale era il nuovo Luthus e questo nuovo potere donò delle abilità uniche di cui prima si poteva solo parlare nelle leggende: una magia capace di plagiare la mente delle persone, una magia demoniaca. Fu la nascita della stregoneria”
“Questo come spiega la nascita del Luthus corrotto?”
“Col passare del tempo gli stregoni aumentarono a dismisura ed ogni volta che uno di loro usava l’energia vitale per un incantesimo, questa si trasformava in una sostanza che andava ad intaccare il pochissimo Luthus puro rimasto. In altre parole fu l’uso della stregoneria a rendere il Luthus nocivo, l’utilizzo di tal potere lo ‘sporcava’ con l’energia vitale estratta dagli esseri viventi e in poco tempo i maghi costretti a difendersi finirono col morire a causa del Luthus corrotto. Fu la fine di un’era, esistevano circa cento stregoni, cento persone che da sole cominciarono una spedizione di conquista dell’intero mondo”
“Come mai esistevano solo cento stregoni? I maghi erano tantissimi”
“Usare l’energia vitale inizialmente fu un processo distruttivo per chi lo praticava, usare la stregoneria era in un certo senso l’ultima spiaggia per sopravvivere al Luthus corrotto ma d’altra parte era quasi una condanna a morte. La maggior parte dei maghi morì cercando di usare questo potere, i rimanenti finirono avvelenati dal Luthus corrotto. Restavano gli stregoni, da soli contro il mondo e vista la loro abilità di entrare nella testa delle persone, l’avrebbero probabilmente conquistato tutto se non fosse stato per...”
“… Per?”
“Gli Ebrion”
“Cosa?!”
“Quei rapaci presero le difese del Saar uccidendo tutti gli stregoni, tutti tranne cinque”
“Tu facevi parte di quei cento stregoni? Ma quanti anni hai?!”
“Abbastanza da conoscere tutta la storia di Saar…”
“Cosa successe dopo?”
“I rapaci vennero considerati ‘sacri’, Dei protettori di Saar e la stregoneria fu proibita per evitare altre rivolte. I cinque stregoni sopravvissuti decisero dunque di creare un’organizzazione per impossessarsi di un potere ancora più grande di quello della stregoneria, il potere degli Ebrion: nacquero così i cacciatori della notte”
“I sopravvissuti erano dunque...”
“Io, Danarius, Javia, Naos e...”

Una voce riecheggiante per il deserto delle Terre Aride attirò l’attenzione dei due stranieri. Era una voce femminile, giovane e piena di energia:

“Me, Seiri Cha’sid. Quanto tempo è passato Liz?”

 


  
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