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Autore: Nusia    08/07/2011    11 recensioni
Edward Masen, figlio di un importante avvocato di New York, si prepara alle elezioni per diventare rappresentante degli studenti del suo liceo con tutta la forza che gli garantiscono la sua arroganza e una sfacciata spavalderia. E' bello e lui sa di esserlo ed è proprio per questo che il suo motto è: "L'apparenza prima di tutto" ed è proprio il suo essere così superficiale che lo porterà ad affrontare una sfida difficile. Al party per la sua vittoria subirà un incantesimo che gli farà cadere i capelli e gli renderà il suo bellissimo viso mostruoso e sfregiato.Da quel momento, ha un anno di tempo per far innamorare una ragazza di sé o porterà quelle sembianze per tutto il resto della sua vita. Come andrà a finire?
Genere: Commedia, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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3
Buona sera a tutte come state? Ho appena finito di rispondere alle vostre recensioni e ho deciso di postare, anche perché non ero sicura di riuscirci domani. Bene, questo è più che altro un capitolo di passaggio, conosceremo ancora un pò il nostro Edward, ma il capitolo importante, quello che darà il via alla storia, sarà il prossimo *-* Ci leggiamo di sotto, buona lettura ;)



Riesci ad immaginare un amore così?



E' una storia, sai, vera più che mai, 
solo amici e poi uno dice un "noi", tutto cambia già. 
É una realtà che spaventa un po', 
una poesia piena di perché e di verità! 
Ti sorprenderà come il sole ad est, 
quando sale su e spalanca il blu dell'immensità! 
Stessa melodia, nuova armonia, 
semplice magia che ti cambierà, ti riscalderà! 
Quando sembra che non succeda più, 
ti riporta via, come la marea, la felicità! 
Ti riporta via, come la marea, la felicità...


•  3- Capitolo

Pov. Edward

Poteva la gente essere così scontata e superficiale? Avevo vinto le elezioni, ero il nuovo presidente del comitato studentesco, il che rispondeva senza indugi alla domanda. A volte mi capitava di pensare se la mia filosofia di vita fosse sbagliata, ma bastava guardarmi intorno per capire che era giusta. Signori e Signore la società non è affatto cieca, ci vede benissimo ed è questo che la rende sbagliata e priva di buoni propositi. Se solo essa non riuscisse realmente a vedere, sono sicuro che tutto andrebbe meglio perché si giudicherebbe il cervello anziché l’aspetto estetico. Che mondo di merda! Anch’io avevo votato, avrei potuto dare il voto a me stesso e invece l’avevo dato a Leah. Quella ragazza era in gamba, sapeva come agire e poi era una delle poche persone della scuola che mi teneva testa. Sarebbe stata un ottimo leader. Non mi stavo lamentando, affatto, ero contento di aver vinto perché quello significava solo una cosa: crediti per il college, dico solo che la gente è idiota, tutto qui.
“Ehi dove scappi?” Rose mi afferrò per il polso baciandomi delicatamente le labbra. Mi toccai nervosamente i capelli.
“congratulazioni tesoro”  Se non mi avesse bloccato avrei fatto in tempo a raggiungere Isabella. Volevo congratularmi con lei per la sua nuova carica. Mi piaceva stuzzicare quella ragazza, era… divertente.
“grazie! Ma era scontato che vincessi io”
“ed ecco il nuovo presidente del comitato studentesco” mi scimmiottò Emmett avvicinandosi a noi. Alzai gli occhi al cielo.
“Si, ho vinto. Vi ringrazio per le congratulazioni, ci vediamo tra mezz‘ora alla gelateria in centro, vi pago il gelato, adesso scappo” parlai così velocemente che non ero sicuro avessero capito, ma non m’importava poi molto in effetti.
“EHI, MA DOVE CORRI?” sentii gridare ad Em ma non mi premurai di rispondere.
“Ehi Angela” dissi trovandomela di fronte. Sorrise cordiale.
“Edward congratu…”
“si si anche a te, sai dov‘è la Swan?” chiesi interrompendola.
“l‘ho vista andare verso l‘uscita” mi allontanai senza aggiungere altro sotto il suo sguardo stupito e perplesso.
Arrivato in cortile feci solo in tempo a vederla salire in sella alla moto di Black e partire. Santo cielo, quel tizio mi aveva sempre dato sui nervi!
Mi avviai alla mia macchina sbuffando a più non posso senza sapere se mi dava più fastidio il non essere riuscito a parlarci o il fatto che fosse andava via con quel coglione di Jacob. Avevo parlato con quella ragazza per circa 2 minuti ma era interessante, insomma mi piaceva. Avrei potuto benissimo lasciare Rosalie per lei, bastava solo che mi desse un segno. Infondo chi ragazza non vorrebbe stare con il sottoscritto? Me la sarei portata a letto per qualche settimana,  o mese se fosse stata brava, poi l’avrei scaricata come tutte le altre. Il fatto che mi piacesse non voleva dire che volessi mettere la testa apposto. No, proprio per niente. Infondo anche Rose all’inizio mi interessava, ma come si dice? A lungo andare la gente si stufa della solita routine.

Arrivato in gelateria trovai l’intero corpo studentesco, o quasi, della Buckston School seduto ai soliti tavolini del locale. C’era da aspettarselo: Arturo faceva il miglior gelato di New York, d’ altrove era italiano.
“UN APPLAUSO AL PRESIDENTE” urlò qualcuno tra la folla appena misi piede dentro. Sorrisi smagliate, mi piaceva riceve attenzioni. Qualche ragazza mi fece l’occhiolino, qualcun altro mi sorrise, altri ancora lanciavano qualche urlo. Si, era bello essere popolare! Feci segno di stare in silenzio, avevo un annuncio da fare.
“Domani sera il New Moon aprirà la stagione invernale con un grande party. Vi voglio tutti li alle 20.30 per festeggiare quest‘anno scolastico e il vostro nuovo presidente”
Una bella festa era quello che ci voleva per festeggiare la mia carica.
“Ah ovviamente gli sfigati restano a casa” disse la Standley alzandosi in piedi. Le feci l’occhiolino e lei per poco non svenne. Jessica Standley, la peggior scopata della mia vita. Mi venivano i brividi solo a pensarci.
“Yeahh domani si balla!” esclamò Emmett appena li raggiunsi al tavolo.
“allora Edward ce lo offri o no questo mega gelato?” chiese  Quil porgendomi un bigliettino.
“cos‘è questa, la lista della spesa?”
“le nostre ordinazione Ed. forza offrici questo gelato che hai talmente tanti soldi che ti escono per le orecchie” mi beffeggiò Embry.
“perché voi no vero?”
“mai quanto te pelo di carota” prima o poi avrei ucciso Emmett per quel soprannome.
Senza replicare andai al bancone e attesi il mio turno.
“il solito Ed? O hai deciso di cambiare gusti?” chiese Arturo avvicinandosi.
“Il solito, sono una tradizionalista” scherzai “e poi mi fai quest’ altri” aggiunsi porgendogli il foglietto.
“5 minuti e sono al tavolo campione e complimenti per la nomina di presidente”
“già complimenti, prima non ho avuto modo di farteli” si intromise una voce alle mie spalle. Mi voltai per vedere chi fosse e sorrisi sghembo.
“anche a te mio tesoriere” dissi mentre si accomodò al bancone.
“gr-azie. Non me l‘aspettavo per niente” farfugliò in imbarazzo.
“ehi Bella tesoro, cosa prendi?” cercò impacciata qualcosa dalla tasca e sorrise trionfante quando trovò un piccolo foglietto.
“Allora un mega gelato alla nutella, uno al puffo, vaniglia e panna, un altro a fragola e frutti di bosco e per me…”
“il solito” concluse Arturo facendola ridere. Restai affascinato da quella risata così limpida e solare.
“esatto, pistacchio, stracciatella e qualche scheggia di cioccolata, oggi voglio esagerare”
“anche io adoro il pistacchio” dissi ottenendo la sua attenzione “penso che potrei drogarmi di pistacchio se solo fosse possibile” vidi il suo sorriso sparire all’improvviso e il suo sguardo farsi più cupo. Cos’avevo detto?
“beh sarebbe davvero una droga salutare” farfugliò.
“si e benefica, non come tutte quelle porcherie che circolano in giro” ancora una volta la sua espressione mutò, alzò il capo e mi sorrise teneramente.
“già, hai perfettamente ragione”
“però pistacchio e stracciatella non si può sentire. Insomma non si possono accostare questi due gusti, è…bleah!” scosse la testa scioccata.
“Ehi!” esclamò colpendomi il braccio “sono buonissimi insieme e non offendere i miei gusti” brontolò. Alzai le mani in segno di resa.
“Oh non volevo offenderti!” risi “resta il fatto che sono pessimi insieme”
“EDWARD VIENI” urlò Rose indicandomi il gelato.
“va prima che si sciolga” mi suggerì Bella.
“Io dire prima che me lo rubino” si passò una mano tra i capelli ondulati e ridacchiò spensierata.
“ci si vede a scuola presidente” le strizzai l’occhio e andai via senza aggiungere altro. Forse ci sarebbe stata per davvero.

_____________
“Santo cielo, ho mai detto che odio la matematica?” borbottò Emmett una volta usciti dall’aula.
“almeno una volta al giorno negli ultimi 5 anni amico”
“beh non smetterò mai di ripeterlo è…”
“noiosa?” scosse la testa “difficile?”
“no neanche. La matematica è…”
“complicata? Indecifrabile?”
“immatura” alzai un sopracciglio e lo guardai perplesso.
“è cosa?”
“immatura. Insomma che si risolvesse i proprio problemi da sola, mica ho tempo da perdere io?!” scoppiai a ridere come un deficiente e gli diedi un pugnò sul braccio.
“Sei davvero un coglione Em!”
“Beh si, me lo dicono in molti” concordò ridendo con me. Proprio in quel momento il telefono vibrò nella tasca dei jeans.

- La strega è su tutte le furie perché sei presidente -

“Chi è?”
“Rosalie, ha detto che a quella Alice non le sta bene che sono presidente”
“direi che l‘ha fatto capire in tutti i modi possibili. Ma gli hai mai guardato quel enorme neo che ha vicino alle labbra? È orribile!”
“Mh no, è talmente racchia che non ricordo neanche come sia fatta”
“beh allora dagli un‘occhiata adesso” mi consigliò indicandomela mentre ci passava  a fianco. In quel momento mi venne un’idea pazzesca. Si sarebbe pentita di aver sfidato il sottoscritto.
“aspetta un attimo Em” dissi incamminandomi verso di lei.
“Mi avrebbe fatto piacere se sarebbe salita Leah al mio posto” iniziai facendola voltare verso di me “se può farti sentire meglio, io ho votato per lei” mi guardò di sottecchi ed io non potei non guardare il suo enorme neo. Ah mannaggia ad Emmett!
“stronzata si scrive con la z?”
“non è una stronzata, ho davvero votato per lei”
“mh interessante. Si, davvero interessante ora però se non ti dispiace andrei” continuai a seguirla e misi su la miglior finta faccia dispiaciuta della storia.
“senti forse non due abbiamo cominciato con il piede sbagliato, ma posso rimediare”
“e come sentiamo”
“ho 2 pass per il party che danno stasera al New Moon, ne vuoi uno?” si fermò di colpo mettendo su un’ espressione indecifrabile.
“dov‘è la fregatura Masen?”
“non c‘è la fregatura, te l‘ho detto voglio rimediare”
“praticamente mi stai chiedendo di venire con te al party dell‘anno” chiarì.
“proprio così, allora?”
“e che fa la tua ragazza?” chiese riprendendo a camminare. Ah, ma non poteva star ferma?
“chi, quella barbie super abbronzata? L‘ho mollata ieri” mentii.
“stanco della solita minestra?” domandò.
“beh non proprio”
“quindi ora sei alla ricerca di nuove prede e, fammi indovinare, pensi che io sia tanto tonta da cascarci non è così?”
“ti sbagli io…” mi interruppe con un sospiro.
“Non so a che gioco stai giocando, ma ci sto”
“davvero?” chiesi entusiasta. Il pesciolino aveva abboccato all’amo signori!
“tutti hanno diritto ad una seconda occasione” spiegò “è poi sai bene cosa si dice di me vero?” si, che sei una vecchia strega racchia in astinenza da troppo tempo.
“sono solo dicerie” mi sorrise in modo inquietate e scrollò le spalle.
“soli gli idioti provocano una strega” sussurrò a pochi centimetri dal mio viso “attento a te” aggiunse prima di voltarmi le spalle e andare via.
“CI VEDIAMO STASERA” urlai divertito. Se credeva realmente di essere una strega, aveva una rotella in meno.
“Ok, adesso mi spieghi” disse Emmett sbucando alle mie spalle.
“l‘ho invitata al party di stasera. Tranquillo, ci divertiremo”
“ma sei impazzito Ed? hai invitato quella…quella, insomma l‘hai visto il neo?” era scioccato!
“si, l‘ho visto. Dio  che schifo!”
“ecco, allora perché l‘hai invitata?”
“fidati di me amico, stasera ne vedremo delle belle”
“sarà…”

____________
“ESME? ESME DOVE HAI MESSO LA MIA CAMICIA?” urlai scendendo di corsa le scale. Ero già in ritardo di mezz’ora, non volevo che la strega arrivasse prima di me.
“Non urli signorino, sono qui per la miseria” borbottò entrando in salone con in mano uno di quegli aggeggi per togliere la polvere.
“dov‘è la camicia?”
“beh dipende lei dove l‘ha messa”
“sulla sedia in camera mia, ma il tempo di una doccia è sparita”
“dice quella viola chiaro?” chiese cadendo dalle nuvole.
“Oh complimenti per la memoria! Proprio quella”
“l‘ho riposata in armadio quando sono venuta a spolverare”
“quante volte le ho detto di non entrare in camera mia? La pulisco io”
“beh io non direi proprio” farfugliò sfidandomi. Ok, aveva ragione non potevo replicare.
“e poi perché pulisce a quest‘ora della sera?” domandai irritato.
“potrò fare quello che mi pare quando sono nervosa o no?” ma che aveva? Non l’avevo mai sentita parlare così.
“certo, ma a casa sua”
“se non se ne fosse accorto, io vivo qui da circa  5 anni, quindi per quanto possa fare la governante, la cameriera mi chiami come vuole, questa è anche casa mia”
“Mi sta forse urlando c0ntro?” mi alterai e lei sospirò.
“non sto urlando e lo sa benissimo. Sono solo un po’ alterata, sa mio figlio ed io abbiamo litigato e…” aveva un figlio?
“senta, racconti le sue storie tristi alle sue amiche pulisci cesso” dissi irritato andando a prendere la camicia. Quand’era che vedeva il figlio se stava tutto il santo giorno a casa mia? Ecco un altro genitore alla quale non importa un accidente dei figli. E pensare che sembrava diversa.
“non ce la fa ad offendermi” disse quando tornai di sotto. Non risposi, mi limitai semplicemente a chiudermi la porta alle spalle avviandomi finalmente al party.

“Edward, ma che piacere come stai?”
“alla grande Aro, come sempre. A te?”
Aro, Caius e Marcus i tre proprietari del locale nonché 3 dei più ricchi uomini di New York. Era bello sapere che anche io facevo parte di quella categoria.
“benissimo direi”
“i tuoi fratelli?”
“Oh stanno benone. Caius è impegnato nella costruzione del nuovo locale: Volturi, mentre Marcus sta tenendo d‘occhio una festa all‘ Eclipse”
“Ehi Edward, finalmente sei arrivato!” esclamò Rose comparendo al mio fianco.
“Aro ti presento Rosalie”
“piacere Rosalie e buon divertimento, spero che la serata sia di vostro gradimento”
“come sempre” mi tese la mano ed io la strinsi con piacere “a presto”
“dai Ed andiamo a ballare” mi tirò per un braccio fino a centro pista. C’era un mucchio di gente e molti erano della scuola. Qualcuno mi salutò ed io gli feci un breve cenno con la testa.
“Emmett?” chiesi.
“che t‘importa! Balla con me, dai” Rosalie si avvicinò a me sinuosa e cominciò a muoversi sensualmente. Ancheggiava, si toccava i capelli, mi si strusciava addosso. La bloccai per le spalle.
“che c‘è?”
“dov‘è Emmett?” ripetei facendola sbuffare.
“è al bancone a bere qualcosa con Quil, la Standley, Angela,Ben, Embry… insomma i soliti”
“bene, devo chiedergli una cosa”
“e non puoi farlo dopo?”
“è piuttosto urgente. Scusa Rose” feci per andarmene ma mi fu nuovamente di fianco.
“bene, vengo anch‘io allora” alzai gli occhi al cielo senza aggiungere nulla.
“Amico finalmente! Come mai sei in ritardo? Pensavamo ti fossi perso” disse Emmett buttando giù un bicchiere di vodka a giudicare dall’odore.
“la gente importante si fa attendere” sorrisi sghembo e Angela sbuffò.
“il solito buffone!” esclamò. Le feci l’occhiolino e lei mi mostrò gentilmente il dito medio. Risi. Angela non era mia amica, ma avevamo amici in comune perciò ci ritrovavamo ad uscire insieme il più delle volte. Era simpatica e cosa importante, non mi sbavava dietro come le altre. “spiacente Masen, ma ho già il mio principe azzurro” disse indicando il suo Ben quando Emmett me la presentò.
“è già arrivata?” bisbigliai nell’orecchio di Em e lui negò con il capo.
“senti devi farmi un favore. Devi tenere impegnata Rosalie, almeno fin quando Alice non arriva” mi sorrise smagliante.
“nessun problema amico” mi sembrava fin troppo entusiasta e non ne capivo il motivo . Rosalie avvolte sapeva essere così noiosa.
“Rose, ti va di ballare con il tuo scimmione?” ridemmo tutti. Quel soprannome glielo diede al primo anno, quando per la prima volta se lo trovò d’avanti in tutta la sua grandezza. All’epoca Rose era più minuta e bassina ed Emm era già un bestione di 1.80.
“andiamo a scatenarci” acconsentì afferrandogli il polso.
Sospirai sicuro che Emmett l’avrebbe distratta per qualche ora o almeno il tempo necessario per attuare il mio piano.
Mentre attendevo l’arrivo della racchia decisi di prendermi una vodka alla fragola con un goccio di rum.
“Ehi signorina?” chiamai la barista dietro il bancone “mi farebbe un…” mi bloccai nel bel mezzo della frase.
“Ehi ciao, cosa gradisci?”
Scossi la testa e non risposi.
“cosa ci fai li dietro?”


_______________________________
Ed Eccoci qui =D, chi mai ci sarà dietro il bancone? Ho deciso di concludere il capitolo così perché altrimenti mi sarei dilungata troppo e avrei dovuto spezzare sul punto più importante. Mi perdonate vero? *-*
Ci leggiamo tra 10 giorni, pronte per il GRANDE capitolo? *-*
Per parlare con me su Facebook : Nusia Efp





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