-Salvagente-
Draco
era confuso. Attorno a lui non riusciva a scorgere nulla che non fosse il buio
totale, quando a un certo punto dei rumori, delle voci iniziarono a farsi
sentire.
«Sono
due giorni che è fermo immobile, credi che…».
«Non
dirlo neppure per scherzo, ci ha salvato la vita!».
«Non
mi hai ancora detto cosa ti è succ…».
«Niente
Ron, niente». Le voci si fecero più forti.
«Non
è vero, dannazione! Sei così preoccupata per lui che nemmeno mangi!».
«Sono
fatta così, lo sai. Comunque dove siamo?»
«Dobby
è… insomma lo sai. Quel maledetto tagliacarte l’ha preso dritto al cuore, non c’è
stato verso di rianimarlo, solo lui sapeva dove ci ha smaterializzato».
«Eppure
questo luogo mi è familiare…»
Un
odore di acqua stagna gli colpì forte il naso. Aveva sentito per sette anni
quell’olezzo, l’avrebbe riconosciuto ovunque.
«Il…»
«Ron
si muove! Sta… sta cercando di dire qualcosa!»
«Lago»
«Come
fa a sapere che siamo vicini a un lago se non si è mosso da quando siamo
arrivati?».
«Non
lo so, fa silenzio, vuole dire qualcosa!».
«Smettila
di trattarlo come se fosse importante! Per Merlino, sei impazzita?»
«Ron
devi smetterla di…»
«Nero»
«Tu
devi smetterla! Dai retta a uno che si è spaccato due giorni fa! E per
riattaccargli gamba e braccio quasi smetti di vivere!».
«Santo
Cielo, Ron! Non lascio che una persona muoia, nonostante tutto quello che è successo!».
«Stiamo
parlando di Malfoy!»
«Porco
Godric!»
Draco
aprì gli occhi e, per quanto riuscì, guardò male i due ragazzi che si erano
messi a litigare sul suo corpo. «Lago Nero. È qui che siamo»
«Come
fai a…»
«Non
è stato l’elfo a smaterializzare tutti ma io. Devo aver… ah… pensato a questo…
ah… posto»
«Scusa
Malfoy ma ti sei spaccato e dovevo…».
«Non…
niente.» Draco strinse i denti e sputò fuori un ‘grazie’ masticato tra i denti.
Gli occhi della ragazza si spalancarono increduli mentre Weasley borbottava
qualcosa che suonò molto come: «Vado a chiamare Harry».
Infatti,
Potter comparve poco dopo che il rosso era uscito dalla tenda. O almeno da
quello che doveva sembrare. Infatti, erano un paio di mantelli stirati su dei
rami, in modo da offrire rifugio in caso di pioggia.
«Giorno,
Malferrett».
«Fanculo
Potty».
«Bene,
ora che vi siete salutati dobbiamo controllare come sta Malfoy prima di partire».
«Partire
per dove?», s’intromise la Loovegood, che era appena entrata seguita dal rosso
e il fabbricante di bacchette. Quest’ultimo non sembrava messo bene, ma almeno
si reggeva in piedi.
«Per
Hogsmeade.»
«Che
cos…»
«Se
siamo davvero al Lago Nero, allora siamo vicini a Hogwarts e da lì arrivare al
villaggio per fare un po’ di rifornimento non passa molto».
«Ma
bene, sei passata da infermiera privata di Malfoy a capo del gruppo adesso?
Perdona la mia sorpresa, mi devo essere perso il passaggio…».
«Ronald
non fare l’idiota!» esclamò la Granger alle parole dell’amico.
«Ron,
Hermione ha ragione, abbiamo bisogno di cibo e medicinali…»
Ma
il rosso non voleva sentire ragioni. Iniziarono a discutere tra loro e Draco ne
approfittò per uscire un attimo insieme alla Loovegood e a Olivander. Nessuno
aveva voglia di sentire Weasley fare i capricci come un bambino perché la sua
donna aveva distolto la sua attenzione da lui a un poveraccio.
Non
appena il panorama gli si stagliò di fronte Draco comprese di aver avuto
ragione. Quello era il Lago Nero.
Si
estendeva per miglia e miglia e, quando stava a Hogwarts, amava andare spesso
sulla riva. Lì riusciva a rilassarsi ma di recente non aveva avuto molte
opportunità di svago.
Ripensò
agli ultimi avvenimenti e scandagliando le motivazioni che l’avevano spinto
alla fuga, trovò un motivo ricorrente, quasi onnipresente. La Granger.
Non
era ancora riuscito a parlarle e finché Weasley fosse rimasto di guardia non
sarebbe riuscito a farlo. La ricordò com’era in cella: una bambina con il capo sporco di terra sommerso da una cresta di
capelli sporchi, i vestiti strappati e consunti, il volto terrorizzato. Poi
ripensò a come l’aveva vista appena risvegliatosi dallo svenimento. I capelli
arruffati ma puliti, il volto tirato e gli occhi pieni di speranza. E libertà.
Draco
pensava che fuggendo avrebbe ritrovato la libertà, invece la situazione non
sembrava cambiata.
Che
cosa doveva fare per ottenere il cambiamento?
Si
sedette in riva al lago e incrociò le gambe. O almeno ci provò. Infatti, fu
preso da un lancinante dolore al ginocchio sinistro e al contempo si accorse di
quanto gli doleva la spalla destra. Weasley aveva detto che si era perso una
gamba e un braccio, ora sapeva quali.
Draco
non era mai stato troppo attento al suo corpo. Il dolore fisico non lo
spaventava, teneva molto di più alla sua sanità mentale e aveva il terribile
presentimento che viaggiando con quel gruppo sarebbe arrivato presto alla
pazzia.
Infondo li ho liberati
e sono fuggito. Sono già pazzo.
Finì
di sedersi con le spalle all’accampamento improvvisato così non sentì la
Granger che gli si avvicinava finché non gli si sedette accanto.
«Credi
di riuscire a viaggiare?»
«Ce
la posso fare». Scrollò le spalle.
«Malfoy,
ti devo dire una cosa. Tre giorni fa… quando ho collegato le nostre menti…».
«Granger
non mi piace la gente che tentenna, vai al sodo, sopravvivrò», la esortò brusco
cercando di non far notare quanto fosse turbato da quel discorso.
Lei
scrollò a sua volta le spalle e buttò lì un discorso che lo sconvolse.
«Le
nostre menti tre giorni fa si sono unite, si sarebbero dovute staccare con la
distanza fisica o perlomeno grazie alla tua incoscienza, ma non è stato così.
Nonostante una parte di te sia costantemente concentrata a proteggere la tua
mente con una barriera io sono… come dire… dentro quella barriera.». Draco la
guardò con gli occhi sgranati. «Non so come descrivertelo… è come essere in una
città e vedere dall’interno le mura di protezione. Loro ci sono però io posso
comunque muovermi per la città».
«Mi
stai dicendo che hai libero accesso alla mia mente?», la voce di Draco uscì in
un sussurro sconcertato.
«Anche
tu, se è per questo»
«E
me lo dici con tutta questa tranquillità? Insomma sono un Mangiamorte, tuo
nemico, traditore da una e dall’altra parte, sono un…».
«…ragazzo
di cui ho visto durante i due giorni di tua incoscienza paure e desideri,
speranze e dubbi. Malfoy, ti sembrerò ingenua ma io credo che ci sia una
seconda opportunità per tutti. Incluso te.»
«E…»,
non sapeva cosa dire «Potty e Lenticchia che dicono?» Lei sembrò tentennare, ma
rispose. «Ron non l’ha presa bene, dice che mi influenzerai ma io so che ti
posso contrastare. Harry invece è tranquillo»
«Lui
si fida di me» aggiunse in un sussurro.
«Come
si fa a interrompere il legame?» La Granger alzò lo sguardo su di lui e i suoi
occhi nocciola lo scrutarono «Ancora non lo so. Ci sto lavorando»
«Com..
cos… ma tu sei Hermione Granger! Conosci la risposta a ogni dannatissima
domanda! Come può Salazar essersi accanito così tanto con me da averti messo
davanti all’unica cosa che non sai risolvere?»
Si
schiaffò le mani in volto e lo lasciò lì sepolto.
«So
che per te è difficile accettare la cosa, ma ho avuto qualche giorno in più per
rifletterci sopra e pensavo che se collaborerai non ci saranno disagi per
nessuno dei due. Anzi si può rivelare utile! Potremmo rimanere in contatto a
lunghe distanze e far.. »
«Ho
capito, ho capito»
Lei
lo guardò e rimase qualche minuto in silenzio.
A
un certo punto si accorse di non essersi lamentato per esser stato collegato
contro il suo volere a una Sanguesporco, che odiava per di più, e di nemmeno
volerlo fare.
Assurdo.
All’inizio di quell’avventura non sarebbe andato di certo così. Avrebbe
scalpitato e offeso tutti. Ora si lasciava scivolare addosso tutto mentre stava
seduto a terra accanto alla Granger e le parlava in modo quantomeno decente se
non cortese.
Questo
perché sei più di quanto tuo padre non voglia. Sei più di un ragazzino razzista
con un marchio sul braccio.
Granger non provare a
farmi il lavaggio del cervello.
Non
sto cercando di farti nessun lavaggio del cervello. Solamente penso che…
…ecco non pensare.
Malfoy…
Conosco il mio nome.
Sei
un idiota.
Conosco anche ciò.
Se
tu provassi veramente a cercare la libertà la troveresti, sai? È proprio qui,
ora.
Esci fuori dai miei
pensieri privati, dannazione! E dove sarebbe questa libertà, eh?
Le
lanciò un’occhiataccia e scrutò il lago, giusto per non doverla guardare oltre.
Con quei capelli voluminosi e quel sorriso sincero in volto sembrava quasi…. bella.
I
miei capelli stanno benissimo cos… bella? Hai preso una botta in testa?
Scoppiò
a ridere, ma ciò non impedì a Draco di scorgere il rossore che le invase le
guancie.
Tu,
se lo volessi, potresti essere bello. Togli le occhiaie, lo sguardo da dannato,
prendi i soldi dalla Gringott e vai in qualche casinò e vedi come ti trovi da
fare.
La
sua risata invase la riva e costrinse pure lui a fare un sorrisetto.
Simpatica… non pensare
di fregarmi così Granger, non ci casco.
Ma,
non sapeva spiegarsi il perché, nemmeno lui era troppo serio. Forse stavano
scaricando l’adrenalina così, scherzando insieme come fossero…
Amici.
Come fossimo amici.
Che cos’è un casinò?
Cercò
di sviare il discor- pensiero. Lei di rimando gli mandò un’immagine di un luogo
molto affollato e luminoso ma lui non ci capì molto.
Una
voce arrivò da dietro.
«Hermione!
Hermione! Malfoy! Ron è andato! » Potter ansimò per la corsa. « Andato con Luna,
il Goblin e il signor Olivander. A Villa Conchiglia.»
«Quando
torna partiamo», lui annuì e guardò il ragazzo. «Quindi hai accettato…»
Draco
guardò Hermione e aggrottò le sopracciglia. «Accettato cosa?»
«Sì,
l’ha fatto»
«Ma
cosa? Grang…»
«Vuoi
la libertà? Beh, seguimi, anzi seguici e l’avrai»
«Ma
voi non…»,«… salviamo il mondo?», rise. «Oh, certo che lo facciamo, ma vedi tu
non sarai libero finché Tu-Sai-Chi non sarà morto, quindi con le tue
informazioni Harry arriverà a ucciderlo prima, mentre tu sarai al sicuro».
«Al
sicuro con voi?», suonava molto scettico.
«Ma
certo, con chi sennò?»
E
la ragazza si allontanò tranquilla verso il rifugio. Draco guardò allibito
Potter che scrollò le spalle. «Quando le cose vanno bene, fa sempre così.
Aspetta che l’euforia svanisca, poi vedrai…» e con questa frase gli diede una
sorta di benedizione, allontanandosi.
«Ah,
Malfoy, solo una cosa!» si riavvicinò veloce. «Fai attenzione, ti tengo
d’occhio. Non sono così stupido come credi. Ho visto come la guardi e soprattutto
l’ha visto Ron. Lei è buona ma anche ingenua. Non è la tua ancora di salvezza».
«Potter»,
iniziò Draco con voce stanca, «se anche tu non fossi così stupido come credo,
rimarrai sempre un idiota»
E
con un ghigno si allontanò in direzione del suo salvagente personale. La
guardava canticchiare mentre smontava il rifugio, pensò che per essere un
salvagente, non fosse così terribile, ma subito dopo si accucciò svelto grazie
ai suoi riflessi svelti, che gli permisero di schivare un bollitore.
Giusto
per la cronaca, Malfoy, io sono un ottimo salvagente.
Eccomi
qui, con l’ultimo capitolo. Ma sorpresa sorpresa... in realtà non è l’ultimo!!!
:D Per ora la Fic rimarrà una Mini-Long, ma quando tornerò dalle vacanze la
completerò, in modo da spiegare per bene alcuni cambiamenti. Non diventerà una
Long eterna e non comprenderà tutta la guerra. Infatti a settembre partirò per
l’Inghilterra e vi rimarrò per un anno, dato che ho vinto una borsa di studio
che mi permette di studiare all’estero. Di conseguenza la mia attività di pseudo
- scrittrice verrà interrotta, ma cercherò di continuare almeno quella di
lettrice.
Spero
che la fine vi lasci un sorriso sulle labbra così come ha fatto con me, perché
per me questa Fic non è stata solo una grande sfida, ma anche un divertimento.
Per questo ringrazio di cuore LyliRose per l’opportunità e le altri
partecipanti al Contest per essersi messe in gioco.
Un
bacione a tutti,
Silvia
Ah,
ma volete mica sapere come mi sono classificata?? ;P
Sesta
su otto, baby! Ma ricordate, non è importante il posto in classifica, a meno
che non arrivi primo ;D
Ahahah
un BACIO, anzi un calderone pieno di baci liquidi per tutti!