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Autore: So I Don T Know    08/07/2011    3 recensioni
Piccola storia di pochi capitoli incentrata sull'infanzia di Mello, di come la sua baby sitter, nonchè sua migliore amica, scopre la sua intelligenza.
Una cosuccia per raccontarvi come è andata secondo me prima che Mihael entrasse alla Wammy's House.
Paws Up.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, Mello, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Due ore.

Due maledette ore.

Due estenuanti ore.

Esattamente il tempo che ci mise il professor Conner a farmi una specie di interrogatorio di terzo grado:

<< Allora, Mihael, ti piace la matematica? >>

Lui pensava che la risposta fosse scontata:

<< Si, cioè...No, a dir la verità,

preferisco la fisica quantistica. >>

Però devo ammettere che mi piaceva la faccia

(da pesce lesso )

che faceva Conner quando sentiva le mie risposte.

<< Quindi ti interessa la fisica? >>

" Ma va?! - pensavo - elementare Watson! "

<< Certo. Postulati a parte: non concepisco che una cosa possa essere vera se non è nemmeno provato che lo sia.

Capisce cosa intendo? >>

Conner si limitava ad annuire allibito.

<< Magari adesso mi vuole chiedere come faccio a sapere queste cose pur avendo a malapaena 10 anni, corretto?

Credo che il segreto risieda nella mia memoria fotografica.

Mi basta leggere una qualsiasi pagina di un qualsiasi libro e riesco ad assimilare anche il concetto più difficile. >>

O - oh...forse lo stavo shoccando un po' troppo.

Poveraccio.

Dopo le famose, maledette, estenuanti due ore mi pregò di uscire, lo accontentai.

<< Allora, come è andata Enstein? >> mi canzonò Carmilla, che mi stava aspettando dietro la porta.

Probabilemnte aveva sentito tutto.

Anzi, sicuramente aveva sentito tutto.

<< Non male direi, ma credo che il tuo prof si fara dare un paio di settimane di vacanza... >>

Ridemmo insieme.

Adoravo la sua risata.

Non era come quella di tutte le mamme o baby sitter che sputano risatine false solo per far contento il bambino.

La sua era vera.

Sentita.

Reale.

Mi faceva sentire bene.

O se non altro...meglio.

<< Signorina Doyle, può entrare per un istante? >> la chiamata del professore non tardò.

Ero sicuro che volesse fare qualche domanda anche a Carmilla.

<< Scusa, me lo tolgo dai piedi subito, poi andiamo a farci un gelato da Barnes, ok? >>

<< Certo, certo, vai pure. >>

la liquidai con un sorriso.

Appena entrata si chiuse la porta alle spalle, e io ne approfittai per appoggiarmi e premere il mio orecchio al legno freddo.

Origliare era il mio forte.

Ormai avevo l'orecchio allenato.

<< Dove lo ha tenuto nascosto per tutto questo tempo? >> questo era lui.

<< Prof, io sapevo già che lui era speciale... Ma di certo non così speciale! >>

<< Doyle! Ma che diamine di risposta è? >>

Una risata.

Quella di lei.

<< Non lo so. - lo stava letteralmente prendendo epr il culo! - Glielo giuro io non lo so! >>

Silenzio.

Poi ancora la voce di Carmilla, d'un tratto seria e composta:

<< Però... La prego, non gli distrugga l'infanzia. La prego.

Mel' cioè...Mihael, ha solo bisogno dell'amore dei suoi genitori... e del mio.

Non lo faccia diventare adulto prima del dovuto.

Solo questo... >>

Wow.

Un frammento di quella risposta lo sapevo già:

lei mi voleva bene.

Una cosa sola però non mi andava giù:

lei aveva detto che avrei perso la mia infanzia.

Io la vedevo diversamente:

avrei investito la mia infanzia.

Avrei tagliato i promi vent'anni di istruzione che è costretta a fare una normale persona.

Avrei iniziato a lavorare si e no a 17 anni.

Avrei potuto guadagnare tantissimo, così i miei avrebbero lasciato il lavoro.

Saremmo rimasti insieme.

E sarebbe stato fantastico.

<< Ok. Le do la mia parola. >> La voce di Conner pose fine alla conversazione.

Mi staccai veloce dalla porta, così da non essere colto in flagrante e mi misi seduto su una sedia poco distante.

Nenache il tempo di appoggiare le chiappe sulla fredda plastica che la porta si aprì.

<< Mello, andiamo. >> mi intimò Carmilla.

Oh, finalmente si era dimenticata la " w "!... chissà dove poi.

Mi misi in piedi di scatto, decisamente sollevato.

<< Un attimo solo, -la voce di Conner...

 e adesso cosa vuole quel prof logorroico? -

signor Keehl, prima di andare vorrei sottoporla ad un piccolo test. >>

Cosa? Non gli era bastato tempestarmi delle più ridicole domande per due ore piene?!

<< Ok, ma si spicci, ho un gelato che mi aspetta. >> risposi con il solito tono freddo.

Seguii Conner per un minuto buono attreaverso la scuola, con la mia baby – sitter dietro a farmi da scorta, finchè non mi pregò di accommodarmi dentro

un'aula.

Uno schifo di aula aggiungerei.

Una di quelle classiche classi spoglie, con le pareti di un color verde marcio.

<< Si accomodi pure dove ritiene giusto. >>

Mi invitò l'insegnate mentre cercava qualcosa in un cassetto della cattedra.

Primo banco accanto alla porta.

<< Mel, vedi di spicciarti, ho un buco allo stomaco! >>

esclamò Carmilla.

<< Stai traquilla, vedrò di metterci il meno possibile. >> la rassicurai.

<< Ecco a lei – si intromise Conner –

una penna e il suo test, ha al massimo un'ora.

Se finisce prima mi chiami pure, sarò fuori insieme alla signorina. >>

Mi porse un fascicolo e una biro nera, poi si accomodò fuori.

Finalmente soli:

io e me.

Guardai il primo foglio del fantomatico " test ":

 

" Calcolo del quoziente intellettivo "

Ah, è così?

Molto bene.

Sotto al titolo erano riportati i classci campi :

 

Nome_______________________ Cognome_____________________

 

Io, da bravo teppista in erba,

non potei fare a meno di riempire entrambi gli spazzi con una sola parola:

MELLO

Beh, devo ammettere che ascritto a caratteri cubitali fa la sua porca figura!

Il test si componeva di 14 gruppi di problemi:

7 verbai e 7 di abilità.

Iniziai...il divertimento.

 I primi erano davvero semplici, poi,

man mano che continuavo mi parevano sempre più difficili,

tanto che l'ultimo mi portò via sei minuti buoni.

<< Hei Prof! Ho finito! La smetta di flirtare con la mia amica! >>

Urlai.

Poi guardai l'orologio.

Erano passati solo 34 minuti.

Troppi, per il sottoscritto.

<< Impossibile, Keehl, non può avere già finito. >>

Ribattè Conner.

<< Le dico di sì! E adesso ci lasci andare! >>

<< Ma... >> Com'è noioso!

<< Ma basta! Mi ha già intrattenuto che basta per oggi! >>

<< ...I Risultati! >> Continuò.

Forse era sordo...ma devo ammettere che mi interessava sapere com'ero andato.

<< Mi chiami a casa. Il numero lo trova di sicuro nell'elenco. Chieda di me.

Carmilla, andiamo. >> tagliai corto.

<< Certo! >>

La mia baby – sitter era contenta quanto me di lasciare l'università.

Arrivati in parcheggio salimmo in macchina e in un quarto d'ora raggiungemmo la gelateria Barnes.

Scendemmo in fretta dall'auto e ci precipitammo dentro al negozio.

Carmilla non perse tempo e si fiondò al bancone pieno di ogni più squisita prelibatezza:

<< Salve! Allora, per me un cono... con...fragola, menta e un po' di panna sopra, grazie! >>

Venne immediatamente servita e poi venne il mio turno:

<< In una coppa,  due di cioccolato,

con sopra del cioccolato fuso,

e un biscotto...sempre al cioccolato. >>

Il commesso mi guardò storto, ma non ci badai più di tanto.

Quando il mio ordine fu ultimato io e Carmilla ci sedemmo ad un tavolo isolato.

<< Allora, giornata di fuoco oggi, eh? >> cominciò lei, succhiando avidamente il gelato.

<< Ah, non me ne parlare, una noia mortale. >>

<< Dimmi, Mello. Perchè lo stai facendo? >>

Ough, colpo diretto.

<< Per me stesso ovviamente. >>

Non potevo di certo far cadere la mia faccia di bornzo solo perchè lei era la mia unica confidente e sapevo che con lei potevo sfogarmi ecc ecc...

<< Tesoro, io prima della fisica, studiavo psicologia, non mi ci vuole tanto per capire che menti.

E' per i tuoi? >>

Touchè.

<< Certo che no! >>

Sbottai, forse un po troppo vistosamente.

Mi ricomposi all'istante, per poi addentare il mio biscotto.

<< Bugiardo. >> insistette lei.

<< Ti dico che non è così. >>

<< Getta quella poker face, Mello, con me non attacca. >>

<< Non c'è nessuna poker face su questa face >>

stupida cocciuta, smettila! Se continui così finirò col tradirmi da solo.

<< Tu pensi che la tua intelligenza ti porterà ad un lavoro stra pagato... >>

<< Sta zitta! >> sbottai.

<< ...Così i tuoi si licenzieranno e potrete stare finalmente insieme... >>

<< Sta zitta! >>

<< ... Quello che ti manca non è altro che... >>

<< Sta zitta! >>

<< ...Un padre... >>

<<< Ti ho detto zitta! >>

<< ... E una madre. >>

<< CHIUDI QUELLA BOCCACCIA! >>

Urlai disperato.

Aveva fatto centro.

Per la prima volta mi sentii messo a nudo, svuotato di tutti i miei sentimenti più nscosti.

Carmilla era letale quando si comportava così.

Dannata psicologia!

Finimmo in silezio i nostri gelati, poi lei andò a pagare il conto.

Ormai si era fatta l'ora di cena, e dovevamo rincasare.

 

Per tutto il tragitto in macchina, dal negozio fino a casa, entrambi non fiatammo.

Quando raggiungemmo villa Keehl mi venne in contro Hannah, una della nostre cameriere.

<< Signorino! Buonasera, volevo informarla che i suoi genitori sono appena partiti

per un viaggio di lavoro.

Adesso sono in aereo, la chiameranno appena toccheranno il suolo americano. >>

Ci avrei scommesso.

Loro viaggiano insieme.

E io solo come un cane.

A casa.

Per fortuna c'era Carmilla.

Anche se probablimente adesso era molto arrabbiata con me.

 

Cenammo muti.

Carmilla aveva messo in atto la strategia dello " sciopero del silenzio ".

E di certo non sarei stato io il primo a cedere.

Verso le nove mi sitemai in salotto per  leggere un buon libro,

e anche per aspettare la telefonata dei miei.

Dopo una mezz' oretta buona un trillo telefonico mi fece sobbalzare.

Mi precipitai alla cornetta:

<< Mamma! Papà! >>

esclamai, dando per scontato che fossero loro.

<< Mihael? Sono il professor Conner, aspettavi una telefonata? >>

<< No... cioè, sì... Vabbè , mi dica del test. >>

<< hai fatto un ottimo punteggio. >>

<< Mi dica qualcosa che non so >>

" ...e si muovi, perchè ho fretta. " avrei voluto aggiungere.

<< 198. Il tuo QI è di 198. >>

<< Ok. Grazie. Ciao. >>

riattaccai.

Che bello! Avrei potuto dirlo a mamma e papà!

Chissà se mi avrebbero fatto i complimenti?

Ma che domande!

Certo che me li avrebbero fatti!

Poi un'altro squillo, del telefono dei domestici.

Casa mia aveva due telefoni: uno dai domestici, al quale arrivavano tutte le telefonate, e uno " secondario "  dove venivano inoltrate dal primo le telefonate

dirette ai familiari.


Forse, a quell'ora, poteva essere il fornaio.

Beh, nulla di importante.

Fino a quando , pochi minuti dopo:

<< CARMILLA! >>

Hannah si era messa a strillare dalla cucina, anzi, stava venendo in salotto con il suo passo goffo.

<< Hannah, fà un po' di silenzio. Carmilla è in camera sua, credo. >>

Lei mi guardò.

Aveva gli occhi lucidi.

Singhiozzò un istante, poi si mise a piangere e corse via.

La sentii sbattere la porta della camera della baby – sitter.

 

Dopo qualche minuto vidi la cameriera e Carmilla venirmi in contro.

La prima piangeva, mentre l'altra si teneva una mano davanti alla bocca e tratteneva i singhiozzi a stento.

<< Li avevo serviti per 17 anni... >>

Hannah borbottava cose senza senso...

<< Mello... Ti devo dire una cosa. >>

Mi guardò come non mi aveva mai guardato prima.

Nei suoi occhi c'era un mare di dolore.

Un brivido mi percorse la sciena:

Non ho mai avuto paura come in quel momento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice.

 

Oh, cielo, vi ho stroncato il capitolo.

Bwahahahahah ma che autrice sadica che sono!

Ok , no sul serio era meglio così. Sennò diventava una cosa troppo lunga e noiosa.

In questo capitolo ho cercato di scavare un po' più in profondità...fino ai recogniti meandri della mente contorta di Mello... Spero di esserci riuscita!

Ma, piuttosto, secondo voi cos'è che Carmilla deve dire di così importante a Mello?

Vorrei sentire qualche vostro parere.

Ah, il nome " Hannah " è una spece di riferimento a Hannah Anafeloz ( si scirve così, vero? ) la camerira di Kuroshitsuji 2. Uh credo che potrei anche

inventarmi che a villa Keehl
lavori un maggiordomo di nome Sebastian! ( si e poi mi fara indossare una benda sull'occhio e mi farai chiamare " Bocchan " da

tutti, vero? NdMello ) No no ....meglio di no per carità.

Mamma mia certo che me ne faccio di trip mentali!

Ok, per concludere, ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito e inserito in preferite, ricordate e seguite!

A presto con il prossimo capitolo!

Paws Up!

So 

  
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