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Autore: Vals Fanwriter    09/07/2011    1 recensioni
Questa è una raccolta di one-shot, incentrate esclusivamente su Crack Pairigs, assegnatimi da alcune pazze fan-writers per una specie di sfida. Spero vi piacciano.
- [Narcissa Malfoy/Albus Dumbledore]
- [Ginny Weasley/Victoire Weasley]
- [Neville Longbottom/Dolores Umbridge]
- [Walburga Black/Hermione Granger]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Di nuovo per Roxanne Potter,

che ormai si diverte a mettermi in difficoltà.

 

 

 

 

I can’t be her.

 

 

 

            Urla di orrore, vani strimpelli di voce, provenivano dal ritratto di Walburga Black. Lei, nobile purosangue, non era mai riuscita a sopportare la vista di tali abomini in casa sua. Non bastava il figlio rinnegato, un lupo mannaro, la prole della traditrice Andromeda. Bisognava aggiungere lei.

            “Sporca mezzosangue, via da casa mia… via!”.

            Solita solfa, certo, ma quello che Walburga non sapeva, era che anche una ragazzina di appena quindici anni poteva avere modo di ribattere in maniera adeguata.

            “Sa, lei è davvero sconveniente”, le aveva detto un giorno, e quegli occhi fiammeggianti di disappunto avevano zittito il ritratto della donna. Aveva sicuramente continuato per giorni ad urlarle contro insulti anche peggiori, ma con un’intensità ed una furia man mano più fievoli.

            Una tale ragazzina poteva incuterle timore?

            No, Walburga non aveva paura di nessuno, nemmeno di una sanguesporco in grado di poter proferire locuzioni ricche di spregio, seppure con una pacatezza propria di un nobile.

            Lei poteva rimanere affascinata dalla sua sfrontatezza?

            Può darsi, sebbene Walburga ritenesse che fosse indecoroso per una donna di alto ceto, quale lei era.

 

 

 

            “Una sanguesporco non è degna di rimanere nella mia dimora”, si arrischiò a dire Walburga il giorno successivo, e la giovane, voltatasi, non parve turbata dal ribrezzo espostole, o forse ne era ormai abituata.

Dischiuse le labbra con una lentezza snervante, pensando a lungo a cosa dire.

            “Non sarebbe ora di smetterla? Le ricordo che lei è soltanto un dipinto, ergo la casa non le appartiene”.

            Furono queste le parole che ebbe in risposta e furono parole che si accinsero a ferirla.

            Ma Walburga non si lasciava intimidire e, figurarsi, offendere. Lei era superiore. Lei poteva passare al di sopra di quelle frasi. Non l’avrebbero nemmeno scalfita. Walburga era forte. Walburga era combattiva. Walburga era…

            “Io non sono Walburga”.

 

 

 

            Per giorni le urla furono di dolore, non più di odio verso i suoi inquilini. Gli occupanti di quella casa spesso si domandarono il perché, da qualche giorno, ai piedi della tenda che ricopriva il ritratto, ci fosse sempre una pozza d’acqua, finché un giorno Ron Weasley non disse la sua.

            “Sai, Hermione, questa stanza sembra il bagno di Mirtilla Malcontenta ultimamente”.

            Il ragazzo dai capelli rossi scosse la testa e poi se ne andò di sopra, dove probabilmente sarebbero arrivati meno decibel di quelle urla.

            La ragazza, cui Ron aveva fornito quell’illuminazione, aggrottò le sopracciglia, si avvicinò alla tenda e la spalancò, senza pensarci due volte. La donna del dipinto aveva una pila di fazzoletti affianco ed era impegnata a soffiarsi il naso con uno di essi. Si bloccò, le mani ancora intente ad armeggiare col pezzo di stoffa bianco e gli occhi ora spalancati, nel vederla lì.

            Hermione sospirò.

            “Non ne faccia una tragedia”, disse quieta. “Dopotutto lei è l’essenza di Walburga Black”.

            La bocca di Walburga si spalancò, mentre la ragazza andava via.

            Era stata consolata… consolata da una sanguesporco.

            Ma Walburga non avrebbe mai e poi mai approvato la pietà del nemico. L’avrebbe ucciso all’istante, pur di non sentire parole di conforto da un essere tanto impuro. Walburga avrebbe preferito morire piuttosto di essere la protagonista di quella scenetta glicemica. Walburga avrebbe chiamato il suo fedele Kreacher pur di non vedere più il viso di quella stupida nata babbana. Walburga…

            Le sue labbra si contrassero in una smorfia molto simile ad un sorriso.

            “Ma io non sono Walburga”.

 

Walburga Black/Hermione Granger

 

 

 

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