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Autore: Sweet Pink    11/07/2011    2 recensioni
Non vi è nulla di male a sognare un uomo che rispecchi virtù e, perchè no, vizi di un ideale letterario. La signorina Callie Honeycombe la pensava così. O almeno finchè sulla sua strada non incontra proprio il tipo di uomo che, al contrario, non potrebbe mai amare.
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Su fronti nettamente opposti.'
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Sono stata a lungo indecisa se pubblicare o no questa storia. In fondo, era da parecchio tempo che non pubblicavo più e mi limitavo solo ad essere "lettrice". Però, visto che ormai questa storia è praticamente finita, ho deciso di pubblicare un'altra volta, come un tempo.  
Un' ultima cosa: gli asterischi rimandano a frasi del romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, poiché quello non l'ho evidentemente scritto io!  Se vi va fatemi sapere qualcosa!

Un bacio!






Darcy, alla pari di Elisabeth, voleva loro veramente bene, e tutti e due conservarono sempre la più calda riconoscenza verso coloro che, per averla condotta nel Derbyshire, erano stati il tramite della loro unione.*

 

Callie Honeycombe alzò gli occhi sognanti dal libro, richiudendolo di scatto. Orgoglio e Pregiudizio, probabilmente il romanzo più bello che le fosse capitato di leggere nei suoi ventun anni di vita.

Rigirò il libro ormai consumato- l’aveva letto e riletto fino allo sfinimento- tra le dita: nessuna indicazione sull’autore, solo un enigmatico “ Scritto dalla stessa autrice di Ragione e sentimento”.

Appoggiò il libro sul tavolino accanto, di fianco al servizio da tea, e si sdraiò sul divano, come poco conveniva ad una signorina di buona famiglia come lei.

Ma poco importava: il padre era in città per affari e la sorellina minore di otto anni, Henrietta, giocava sotto l’occhio vigile della balia in giardino.

Si coprì gli occhi con il braccio: poteva vederli lì davanti a lei, Mr e Mrs Darcy a braccetto che attraversavano il cortile di casa sua felici e sorridenti. Sospirò sognante.

“ Quando mi lasciano sola con un buon libro so essere molto romantica se voglio…” si prese in giro la ragazza, ridendo di sé stessa.

Già, ma quando incontrerò il mio Mr. Darcy?

La signorina Honeycombe era un’amante della vita di società: i ricevimenti, gli spettacoli a teatro, i concerti ma, soprattutto, i balli. Occasioni dove si danzava, rideva e si conoscevano persone nuove.

“ Peccato che spesso ci si trovi circondati dall’ipocrisia più assoluta!” scattò a sedere, con il viso tirato in un’espressione un poco infastidita.             

“ Gentiluomini indegni di questo nome armati di monocolo e prontissimi a mettersi in mostra! E le signore…ah! Non parliamo di loro! Siamo proprio tremende noi donne!”

I suoi occhi seccati fissarono il paesaggio fuori dalla finestra: il sole si posava dolcemente su campi e alberi in fiore. La primavera era già arrivata.

Gli uomini…sono personaggi impossibili o insipidi e ottusi o ancora cacciatori di dote!

Come può anche sperare una donna al giorno d’oggi?!

Il suo ragionamento fu interrotto dall’arrivo non annunciato della sorellina minore che si palesò sbattendo malamente la porta.

“ Sorella! Ho delle notizie da darti!” rivelò appoggiando le mani sui fianchi con fare deciso e altezzoso. Dietro di lei fece la sua comparsa una affannata e sconcertata Nanny, la balia di Henrietta.

Callie, dal canto suo, era già in piedi; intenta a darsi un contegno da padrona di casa,  per nulla stupita dall’aspetto malandato di Henrietta.

“Perdonatemi, signorina Honeycombe….ma la piccola…”

“ Non ti preoccupare Nanny, questa ragazzina verrà sgridata a dovere anche perché ha disubbidito ad un ordine diretto del signor Honeycombe…” aspirò l’aria per poi sillabare, ad alta voce “…non salire sull’albero dei vicini!”

“Ma loro hanno la casetta sull’albero e noi no!” protestò la piccola.

Callie fu impassibile “ Non m’importa…Nanny puoi ritirarti, qui ci penso io.”

“Ma…”

La ragazza fece un cenno con la testa “è tutto a posto…”

La balia si inchinò “ Serva vostra “ e, gettando un ultima occhiata esasperata ad Henrietta, uscì.

Le due sorelle si guardarono: una ragazza castana in un bel abito da giorno azzurro e una bambina bionda tutta sporca e lacera. Il silenzio calò in modo grave fra loro.

Poi Callie scoppiò a ridere e si lasciò cadere sul divano “ Hennie ti adoro!” disse prendendo le mani della bambina che sorrideva, furbetta. Sapeva di potersela sempre cavare con Callie; perché anche lei, se avesse potuto, sarebbe volentieri salita sugli alberi con la sorellina minore.

“ Nanny mi ha fatto così tante storie!”

“Perché non sembri per niente la signorina modello che dovresti essere!” le rispose sorridente Callie “ Allora, piccola detective, che notizie devi darmi?”

Henrietta piegò la testa di lato sorridente “Hai presente quella signora un po’decrepita che ogni domenica in chiesa si siede in prima fila? Quella...”

“La vedova Norris? E non esprimerti così…”

“Sì, proprio lei” sbuffò Henrietta “Pare che non riesca più a vivere da sola nella sua grande casa e così suo figlio ha deciso di trasferirsi qui con moglie e figli piccoli per non lasciarla sola…ah, e anche l’altro suo figlio quello grande dovrebbe raggiungerli…finalmente avrò qualcuno di interessante con cui giocare!”

Sicuramente il signor Norris si vorrà assicurare di poter amministrare la tenuta, finché suo fratello è impegnato in mare. Vuole la casa tutta per sé e porta moglie e figli…veramente gentile verso sua madre!

Callie si riscosse dai suoi ragionamenti vedendo la sorella con la manina tesa; sorrise. “ Allora, dieci caramelle come da contratto, non una di più…e ora vai a cambiarti, rospo, che fra poco nostro padre sarà qui!”

Henrietta non si mosse “ C’è dell’altro…”

“Sì?” chiese Callie alzando leggermente un sopracciglio.

Henrietta è proprio una bambina furba…

“ Ma solo per altre due caramelle!”

Appunto

Callie alzò gli occhi al cielo, chiedendosi perché sua sorella fosse già così vispa e insolente a soli otto anni “Tieni, Hennie! Sarai veramente la mia rovina!”

“ Son solo affari…comunque la signora Norris darà un grande ballo di benvenuto a cui tu e papà sarete invitati!” e detto questo se ne uscì correndo.

Sai che novità, la vedova Norris sarà ansiosa di mettere in vetrina la sua splendida famiglia!

“Devo dire al piccolo Charles Martins di smettere di vantarsi di queste notizie con Henrietta altrimenti finirò le caramelle nel giro di due settimane!” si ricordò ad alta voce.

Raccolse il libro dal tavolino e ne accarezzò il dorso.

Elisabeth…chissà se comparirà Mr. Darcy a questo ballo?

Mise via il romanzo sorridendo tra sé.

“Sono proprio una sciocca!” pensò amaramente per poi voltarsi e uscire dalla stanza.

 

La visita della famiglia Norris venne nuovamente discussa durante una delle tante passeggiate di Callie con le altre signorine di buona famiglia del circondario.

La ragazza si stava godendo uno di quei momenti di serenità che quel paesaggio campestre poteva offrirgli che, pochi secondi dopo, la signorina Charlotte Hayer con un risolino annunciò, per l’ennesima volta: “Ma ovviamente hanno invitato anche noi domani sera! Catherine è assolutamente agitata! E ne ha ben donde visto che sarà il suo debutto in società! Infatti…”

Callie ringraziò Dio di esser dietro la ragazza per poter comodamente alzare gli occhi al cielo.

Ed ecco che un’altra oca si va aggiungere allo stagno…oh, ma che delizia davvero!

“ So esattamente cosa stai pensando, cara Callie…” fece una voce melodiosa e pacata.

La ragazza voltò il viso verso Linda Clayton, sua migliore amica di sempre: era una giovane donna di ventiquattro anni, alta e magrissima, il volto affilato e lo sguardo un po’austero sottolineavano il suo carattere nobile e un po’orgoglioso, mentre una cascata di riccioli biondi le incorniciavano il volto rendendola bellissima.

Callie si era sempre chiesta perché fosse ancora senza marito. Con un viso e un patrimonio come il suo Linda poteva permettersi chiunque; ma forse, come lei stessa, non aveva ancora trovato la persona di cui veramente potersi innamorare.

Ritornò con la mente al giorno in cui, parecchi anni prima, Linda era sparita mettendo in agitazione non solo lei, ma anche tutta la famiglia Clayton. Fortunatamente Callie l’aveva ritrovata poche ore dopo, seduta su una panchina, a piangere.

L’uomo che l’aveva circuita per mesi, facendo sperare alla famiglia in un matrimonio pressoché imminente, non solo era un libertino della peggior specie, ma era anche sposato.

Inutile dire che era fuggito all’estero a causa, come pensava Callie, di importanti debiti di gioco.

“…non vedi l’ora di poter assistere al debutto di Catherine Hayer, non è vero?”

Callie scosse la testa e si tolse il cappellino lasciando i capelli castano scuro, imprigionati nella solita acconciatura,esposti al sole “ Mi chiedo solamente, Linda carissima, in che posto dovrò accomodarmi per ammirarla meglio infatti…”

Charlotte Hayer che aveva udito e, ovviamente, non aveva compreso la battuta si voltò raggiante “Oh! Anche voi signorina Honeycombe siete ansiosa di assistere mia sorella al suo debutto?”

“Sarò estasiata” rispose atona Callie beccandosi una leggera gomitata da una divertita Linda.

“In molti lo saranno! D’altronde è pur sempre una Hayer!” continuava a blaterare Charlotte “Non è vero, Margareth?”

La cugina di Charlotte, la signorina Margareth Hayer, assentì solamente con la testa, loquace come sempre.

Probabilmente è assai cupa perché questo non è un pic-nic e non ci si può ingoz…oh, santo cielo Callie stai diventando così acida!

Dopo un’altra straziante mezz’ora passata ad ascoltare le fasi di preparazione dell’abito bianco di Catherine, finalmente le quattro giovani signorine si sedettero comodamente su una larga tovaglia, portata da Linda per l’occasione.

E appena furono sedute che Charlotte tirò fuori il pezzo forte della discussione di quel pomeriggio.

“Care amiche, non posso trattenermi oltre dal dirvi che, finalmente, i Norris sono arrivati ieri mattina! E con essi anche il figlio maggiore del signore e la signora Norris!” squittì tutto d’un fiato.

Anche se infastidita, Callie era pur sempre una ragazza di indole piuttosto curiosa quindi non si poté trattenere dal domandare “Avete avuto modo di vederli?”

So bene che non aspettavi che questa domanda, cara la mia Charlotte!

“Ma certo, signorina Honeycombe, ma certo!” rispose trionfante la ragazza “Che persone distinte! E i bambini!Assolutamente adorabili!”

“Sbaglio o abitano a Londra?” chiese Linda interessata.

Charlotte sgranò gli occhi, fingendosi stupita dall’ignoranza che la circondava. Evidentemente si stava godendo la posizione di superiorità in cui la ponevano quelle informazioni.

“Certo che no! Cara Linda, pensavo sapeste che attualmente la famiglia vive nel Derbyshire! Sapeste che paesaggi vi sono laggiù! La signora Norris me li ha descritti a pranzo ieri…vorrei proprio convincere papà a portarci me e Catherine un giorno!” aggiunse ridendo.

Callie scambiò uno sguardo divertito con Linda per poi aggiungere in tono leggermente ironico “ Sì, sì, tutto ciò è molto interessante…comunque sia, ragazze, non ha senso crucciarci con questi discorsi quando potremo scoprirlo con i nostri occhi domani sera!”

“Assolutamente giusto!” assentì Margareth Hayer, attirando su di sé tutta l’attenzione delle ragazze, compresa la cugina. D’altronde, era raro vederla spiaccicare più di due monosillabi a giornata.

Callie aveva sempre pensato che fosse o immensamente timida e impacciata, o immensamente stupida. E, avendo come esempio la cugina, propendeva per la seconda ipotesi.

Ma in fondo non era mai stata una ragazza ritrosa a cambiare i suoi giudizi sulle persone e, quando udì Margareth proporre a Linda di leggere un brano del libro che aveva portato con sé, era perfettamente sicura che la cugina di Charlotte fosse solo estremamente timida.

“ Ah, ma…è Ragione e sentimento?” balbettò Margareth tormentandosi le pieghe della gonna.

“Sì, avete letto anche voi il libro?” chiese stupita Linda, ignorando lo sguardo sbigottito di Callie, seduta di fianco a lei.

Margareth annuì “ Sì…effettivamente vedete…”

“Oh, Santo cielo cugina!” esplose Charlotte in una risatina “ Ero quasi certa che voi non sapeste leggere! Insomma non credo di avervi visto più di due volte con un libro in mano!” aggiunse, cominciando a farsi aria con il ventaglio.

Un silenzio stupito scese sul gruppetto. Callie rivolse i suoi occhi nocciola su Linda, scioccata; su Margareth, rossa in viso come un peperone e con le nocche delle dita, bianchissime, strette intorno al tessuto della veste; infine sulla stessa Charlotte che, sorridente, sventolava il ventaglio guardando le colline lontane.

Né timida né stupida, solo cresciuta all’ombra di una cugina così idiota da far ammutolire anche le pietre!

Non c’è da stupirsi che Margareth faccia solo fatica a dire “Sì” o “No”!

“Credo…” cominciò Callie “… che potrei prestarvi un libro della stessa autrice, penso che vi piacerebbe molto..”

La ragazza paffuta sollevò lo sguardo di scatto, guardando Callie come se la stesse prendendo in giro. Poi si sciolse in un sorriso pieno di gratitudine “ Mi… Mi farebbe molto piacere…vi ringrazio!”

Callie annuì, sentendosi piena di orgoglio per aver salvato la povera ragazza da quella situazione. Ma forse era anche felicità, perché con una semplice frase si era guadagnata il rispetto di una persona che un giorno avrebbe potuto chiamare amica.

Cosa che con Charlotte non le passava neanche per l’anticamera del cervello di fare.

“ Ora che avete finito di discutere di libri…” arrivò puntuale a rovinare il momento la voce dura di Charlotte “ …mi sono appena ricordata che è il figlio maggiore del signor Norris a vivere a Londra!”

Callie sbuffò: ecco che aveva riacquistato il suo buon umore. E la causa era chiara come il sole: il figlio del signor Norris. Immaginava che i perché fossero pochi, sicuramente sarebbe stato…

“…Un uomo assolutamente elegante, dai modi gentili, di bel aspetto e, cosa da non sottovalutare, ricco come Creso!” spiattellò Charlotte agitando le mani come per far intendere alle altre la portata di ciò che stava dicendo.

Infatti

 “ Secondo me state esagerando cara Charlotte!” sorrise incredula Linda, per poi rivolgere uno sguardo a Callie, intenta a cercare di nascondere le risate che rischiavano di esplodere in faccia alla signorina Hayer.

Callie sapeva bene che Charlotte era solita descrivere così ogni uomo che non fosse di ceto sociale inferiore al suo e che non fosse sposato, quindi assolutamente abbordabile. Aveva fatto dell’accasarsi prima della sua cerchia d’amiche una missione. Soprattutto prima di Linda, che ormai si avviava verso i venticinque anni.

Ma Callie dubitava che qualsiasi uomo, trovandosi di fronte una bellezza delicata come quella di Linda Clayton, avrebbe scelto una Charlotte Hayer qualsiasi.

Poveretto colui che l’avrebbe fatto!

La ragazza in questione sospirò “ Potete non credermi, ma vi assicuro che è un uomo veramente distinto! E che stile! Comunque sia, avrete l’occasione di incontrarlo domani sera…e allora mi darete ragione!”

Callie rise “ D’accordo, vi prendo in parola! Spero per voi di non dovervi smentire!”

Charlotte si sentì punta sul vivo “ Credetemi, cara Callie…” incominciò con impazienza per poi essere interrotta da una balbettante cugina Margareth.

“ Ma…leggiamo un brano di Ragione e sentimento o no? Insomma…lo dico perché fra poco dobbiamo rincasare...”

Aggiudicandosi così tutta la simpatia e ammirazione di Callie.

 

Era in torto.

Per la prima volta nella sua vita aveva torto su Charlotte Hayer.

Callie, amando i balli, aveva passato il pomeriggio ad attendere la sera, passando da uno stato di agitazione ad uno di totale apatia in cui fantasticava sui divertimenti della serata.

Ed era ballando attorniata da persone a lei famigliari che Callie riusciva a lasciarsi andare, sfoggiando spesso volentieri un sorriso luminoso.

“Un vero sorriso” come soleva definirlo Linda.

Il padre di Callie non finiva mai di stupirsi dell’impressionante cambiamento di stati d’animo della ragazza. “ Tesoro, credo che tu abbia assolutamente bisogno di vedere un medico. D’altronde, dopo tre season passate a Londra, ancora sei capace di agitarti per un semplice ballo di campagna..” asserì nascondendosi dietro al giornale, dopo l’ennesimo spostamento della ragazza.

“ Non fate l’indifferente! Siete o non siete voi che alla vostra età, passatemi l’imprudenza, ancora vi dilettate nella danza come un giovane appena uscito dalla nursery?” scherzò lei andandosi a sedere in un angolo della stanza e concentrando il suo sguardo sulla finestra. Oltre le nuvole e le colline all’orizzonte.

“Venite, Darcy,” gli aveva detto “voglio che balliate. Mi dà noia vedervi lì solo impalato. Fareste molto meglio a ballare.”*

Il signor Honeycombe schivò abilmente la frecciata di sua figlia e sospirò “ Sei proprio come tua madre..”

La ragazza si voltò di scatto, lasciando i capelli scuri invaderle parzialmente il viso leggermente scurito dal sole. Gli occhi nocciola si rifecero attenti sul padre.

Il signor Honeycombe non parlava mai della moglie e, se lo faceva, non la paragonava certo a Callie. Morta dando alla luce Henrietta, Grace Honeycombe era una donna bellissima e altrettanto fatale. Parlava poco, ma con poche parole, era capace di far infatuare tutti gli uomini intorno a lei.

E suo padre l’aveva amata teneramente.

“Perché dite questo?”

Lui piegò il giornale e guardò la ragazza sorridendo “ Perché come te si perdeva ore nelle sue fantasticherie…e io l’amavo anche per questo. Te l’ho detto, era una donna fatale...”

“ Una donna sognante non la definirei proprio con l’aggettivo fatale, padre!” inarcò le sopracciglia Callie. Non poteva trattenersi dall’essere scettica su quelle parole, soprattutto perché era stato lui stesso a definirla così diversa da sua madre.

E poi, perché parlarne proprio ora?

Il signor Honeycombe scosse stancamente la testa. “ E voleva avere sempre ragione!”

 

Ma ora sono assolutamente in torto…

Charlotte Hayer stavolta l’ha raccontata giusta...

E io sono in torto.

Questo aveva pensato scorgendo per la prima volta la sagoma alta del figlio maggiore dei Norris. La signorina Hayer non aveva gonfiato la verità, almeno sull’aspetto fisico.

Per il resto l’aveva solo scorto per un momento, perché poi era stata sommersa dai complimenti dell’anziana vedova Norris ed era stata prontamente presentata a tutta la famiglia.

“Signor Honeycombe, signorina! Posso avere l’onore di presentarvi mio figlio David Norris e sua moglie Teresa?”

I due coniugi si fecero avanti distribuendo ai nuovi vicini i sorrisi più smaglianti che riuscissero ad avere “ L’onore è nostro. Mia madre ha parlato veramente bene di voi…sapeste quanti complimenti vi ha prodigato signorina!” esclamò David Norris inchinandosi davanti a lei.

Callie ebbe modo di osservare che erano proprio una bella coppia: lui, a dispetto dei suoi cinquantacinque anni, era veramente distinto e di bel aspetto. Mentre la moglie, se non affascinante come lui, aveva dalla sua parte una figura davvero gradevole e una risata cristallina che portava quasi subito alla inconsapevole simpatia.

“Mi dispiace non potervi presentare mio figlio maggiore…” si scusò l’uomo voltando appena la testa verso l’interno della casa “ Ma sembra che sia stato rapito da qualcosa di urgente all’interno della sala…questi giovani, quando impareranno a rispettare l’etichetta?”

Callie sorrise “ Non importa, davvero…avrò modo di essere presentata durante la serata” e con un inchino sparì dentro il salone, alla ricerca di qualcuno di conosciuto.

 

Non trovò Linda, ma ebbe modo di comprendere cosa avesse rapito il figlio di David Norris. O perlomeno chi.

Attorno all’uomo si raggruppava un capannello di ragazze con il viso imporporato di rosso, tutte sospiranti e agitate, che facevano letteralmente a gara per presentarsi e rivolgere la parola a colui che sarebbe sicuramente diventato il punto di più alto interesse di tutta la serata.

E poteva capire il perché. Callie non poté non ammettere di essere stata totalmente sconfitta da Charlotte Hayer: Alexander James Norris, perché questo era il suo nome, era un uomo dalla pelle leggermente  scura, i lineamenti delicati resi ancora più belli a causa degli occhi neri, che brillavano di una non comune furbizia. La figura era alta, slanciata e i capelli, corvini, ricadevano sulla fronte in onde pericolosamente ribelli.

A Callie bastò osservare l’assoluta eleganza del suo abbigliamento composto dai soli nero e bianco;  e dai modi composti e assolutamente gentili con cui si rivolgeva a tutte le signore per capire chi aveva davanti. Il fiore all’occhiello della giacca e una spilla perlata sulla cravatta  fecero il resto.

Un dandy…

La ragazza distolse gli occhi nocciola da quella scena, costringendo la sua persona a portarsi in fondo alla sala, dove un piccolo corridoio portava ad un più ampio salone, adibito ad ospitare le danze.

Si accorse di avere le guance calde. Era arrossita, come quasi tutte le dame che ora erano impegnate a strisciare attorno a quell’uomo assurdamente intrigante.

Scosse la testa, ricacciando indietro l’imbarazzo.

Io non li sopporto!

Perché lei detestava quei personaggi ridicoli che a Londra sembravano ormai essere “di moda”…li trovava grotteschi nella loro continua ricerca della bellezza attraverso l’eleganza. Avevano fatto del loro essere la maschera dell’indifferenza e dietro i loro modi gentili era sicura che si nascondesse un artificioso divertimento.

Per non parlare delle loro abitudini sessuali!

Callie cercò di non arrossire al ricordo di ciò che aveva sentito sui loro confronti. Le storie che giravano su personaggi come il signor Alexander Norris erano note a Londra e dintorni. Tutti sapevano e tutti elevavano queste figure a idoli della Buona società!

È semplicemente ridicolo!

Colui che ferì profondamente Linda era dello stesso stampo!

E anche…

No

Callie chiuse gli occhi, respirando profondamente.

“ Immagino che voi abbiate già avuto modo di vedere il figlio maggiore dei Norris”

La ragazza alzò lo sguardo ed ebbe il tempo di ricomporsi dietro al solito sorriso gaio prima che Linda fosse a pochi passi da lei.

“ L’ho intravisto, in effetti. Ma non sono stata presentata presso di lui e, che voi ci crediate o no, non penso di voler che ciò accada!” rise Callie prendendo le mani della migliore amica “Finalmente vi trovo Linda carissima!”

La bionda sospirò “ Non c’è alcun bisogno di fingere con me. So benissimo quanto vi infastidiscano personaggi come il signor Norris, il figlio, intendo…”

La castana rinforzò appena la presa sulle mani dell’amica, per poi lasciarle andare “Ma lo stesso vale per voi, o sbaglio?” fece sorridendo “Certo, ammetto che non mi sarei mai aspettata di vedere nell’Hampshire, e soprattutto nella nostra modesta vita campestre, un dandy di tale stampo pronto ad allietare le nostre dame della sua presenza!”

Linda scosse la testa, ridendo “ Ora esagerate! Come sempre! Ma d’altronde se io stessa posso ammettere che questo discorso valga anche per me, voi potete ammettere che il vostro sia anche pregiudizio?”

Pregiudizio?

Sì, lo era e lo sapeva.

E riusciva anche ad ammettere a sé stessa di essere profondamente antipatica su questo argomento…

Ma ripensandoci, ogni volta, le sembrava di stare male persino fisicamente.

Un’altra volta.

Callie prese sottobraccio l’amica.

“ Avete vinto voi, al solito! Ma ora non pensiamo a queste sciocchezze!” si arrese “ pensiamo piuttosto a fare onore all’orchestra! Perché non ballare tutta la notte?”

“E voi siete pazza, nessuna novità! Ma vi prenderò in parola!”

E, ridendo, si fecero strada nel salone.

 

La serata esaudì i suoi desideri: ballò praticamente per tutto il tempo a disposizione, parlò con tutte le persone con cui riteneva conveniente parlare e non venne mai presentata ad Alexander James Norris.

Quest’ultimo, poi, sembrava abbastanza occupato a compiacere la cerchia di ragazze ormai perdutamente innamorate e ad intrattenere una vivace conversazione con tutti i giovanotti del paese presenti, intrigati dal suo abbigliamento elegante e dai suoi modi studiati.

E anche se avesse notato la ragazza castana che volteggiava radiosa per la sala, Callie era sicura di aver sentito il suo sguardo addosso almeno una volta, non chiese di lei e non diede nemmeno segno d’averla veduta.

“Meglio così” si trovò a pensare Callie verso la fine della serata “ Ciò non fa che confermare la mia opinione su di lui…pregiudizio o no!”

Evidentemente avrà già abbastanza signorine intorno per questa sera!

Non ebbe tempo di approfondire questo ragionamento che sentì una presenza farsi timidamente vicina alla colonna dove si era momentaneamente appoggiata lei.

Margareth Hayer le si mise al fianco, aprendo il ventaglio e cominciando a farsi aria con esso. Era “impacchettata” in un abito azzurro che non faceva per nulla onore alla sua figura, facendola sembrare ancora più goffa.

“ Caldo, nevvero?”

Margareth annuì “ Non mi aspettavo…che i Norris avessero invitato così tanta gente. Anche se, come potete vedere voi stessa, sembra che il punto di massimo grado si tocchi proprio davanti a noi…” e fece cenno al bel gruppetto radunato attorno al giovane signor Norris.

Callie rise “ Già! E, scusate l’impertinenza, ma credo che vostra cugina Catherine sia già perdutamente innamorata!”

Le due si fermarono un momento a guardare la sedicenne che, rossa in viso, veniva condotta al centro del salone dal signor Norris. Quando la danza iniziò, Margareth si voltò verso la ragazza al suo fianco.

“ Non…non che non me lo aspettassi sinceramente…ero quasi sicura che sarebbe caduta ai piedi di un bel giovane la stessa sera del suo debutto. Non per niente lei e Charlotte sono sorelle!” ammise tutto d’un fiato.

Callie guardò stupita Margareth Hayer: quella che inizialmente aveva giudicato ingiustamente come una delle più grosse sciocche che avesse mai conosciuto si stava rivelando come una persona dotata di buon senso e spirito d’osservazione.

E Callie era prontissima ad ammettere una certa simpatia nei suoi confronti.

Rivolse di nuovo il suo sguardo alla sala e ciò che vide non poté non farla scoppiare in una risata gustosa.

“ Si…signorina Callie?” chiese scioccata Margareth.

La ragazza castana allungò una mano guantata sul fondo della sala; indicandole con discrezione sua cugina Charlotte Hayer che, schiumante di rabbia, fulminava la sorella ancora impegnata a danzare con il giovane Norris.

Le due si guardarono per poi scoppiare in una risata silenziosa.

“ Ragazze!” le richiamò all’attenzione una Linda affaticata, evidentemente appena uscita da un complicato giro di danza “ La serata sta per giungere al termine e voi siete qui ferme! Un ultimo ballo?”

Callie guardò Margareth, che sembrava più che intenta a non voler danzare per tutto l’oro del mondo, e la prese per mano trascinandosela dietro “ Ma certo! Tutti i balli devono concludersi con una danza!”

 

Aveva un estremo bisogno di dormire.

Il ballo si era concluso almeno quattro ore prima ma lui, ovviamente, si era trovato qualcos’altro da fare. Come d’abitudine ormai.

Sorrise leggermente, portando una mano guantata a scompigliarsi i capelli corvini.

Qui in campagna sembro già essere molto famoso…

Vi è buona probabilità di trarne qualche divertimento.

Non fece in tempo ad aprire la porta della camera da letto che la voce fredda di David Norris lo inchiodò lì dov’era.

“ Abbiamo fatto particolarmente tardi, Alexander?”

Il moro si voltò verso la figura composta del padre: era a pochi metri da lui, già in un completo da giorno, e lo osservava con occhi carichi di biasimo.

Troppo biasimo a parere del figlio.

“ Padre…” iniziò lui “ …non sono appena uscito dalla nursery e non sono nemmeno più così giovane per cui voi possiate sgridarmi così facilmente. Ho già trentun anni e sono qui ospite, come voi, sempre che ve lo siate dimenticato…”

David Norris lo ascoltò in silenzio e rimase a guardarlo ancora per qualche secondo prima di dire, con una lentezza estenuante “ Voglio solo ricordarti chi sei e dove ti trovi. Qui non siamo a Londra, dove puoi atteggiarti come ti è più comodo. Gestisci i miei affari con una bravura fuori dal comune e quindi non trovo niente da dire sugli…atteggiamenti che adotti in città. Ma qui siamo in campagna e ospiti di tua nonna, mia stimata madre… non vorrei mai dover prendere provvedimenti nei tuoi confronti. Mi hai compreso Alexander?”

Visto che l’uomo in questione sembrava non voler rispondere in alcun modo, egli si voltò e cominciò a scendere le scale quando la voce carica d’ironia del figlio gli giunse alle orecchie “ Non credo che voi possiate darmi alcun consiglio sul comportamento da adottare…e voi sapete a cosa mi riferisco. Vi auguro una buona giornata, padre.”

E il rumore secco della porta che si chiudeva pose fine ad ogni possibile discussione. David Norris sospirò sistemandosi i baffi arcuati. Quel ragazzo sembrava esser nato per dare a lui e a sua madre dei problemi: il suo nome e quello dei suoi amici, quasi tutti dello stesso stampo, erano noti a Londra e dintorni. Per non parlare delle voci che giungevano alle orecchie di un vecchio padre.

Non erano propriamente positive.

Ma Alexander era uno dei fiori all’occhiello della Buona società e lui, come padre, doveva soprassedere e farsi da parte.

Non a caso quel ragazzo assomiglia a me da giovane!



Appunti:

* Orgoglio e pregiudizio, cap. LXI
* Orgoglio e pregiudizio, cap. III
  
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