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Autore: Angel_Elric    11/07/2011    8 recensioni
A volte confidarsi con la propria migliore amica non è la cosa più saggia da fare e il nostro Kurt lo imparerà a sue spese. Chissà che, però, la cosa non possa avere risvolti positivi?
Tratto dal primo capitolo:
“Kurt li fissò tutti per un momento, in silenzio.
La scena, vista dall’esterno, sarebbe potuta persino risultare comica, con tutte quelle persone in piedi a scrutarlo in muta attesa come tante statue colorate.
Peccato che per il ragazzo quello fosse un incubo.
«Okay. Questo è solo un brutto, pessimo, orribile sogno, quindi ora io chiuderò gli occhi e quando li riaprirò voi sarete tutti scomparsi dalla mia stanza e io mi potrò dedicare ai miei trattamenti di bellezza mattutini» mormorò serio, prima di chiudere gli occhi sotto gli sguardi vagamente perplessi dei suoi amici.”
[Kurt centric]
Possibili cambiamenti di rating.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avvertenze: la lettura prolungata di questa fanfiction può causare effetti collaterali anche gravi, assumere con cautela e a piccole dosi, i personaggi – a livello teorico – non cambiano detentori di copyright tra un capitolo e l’altro quindi non sono – per il momento – di mia proprietà, se il disturbo persiste consultare un medico.
Uno bravo.

Cap. 3 Clothes – Perché non c’è MAI limite al peggio.

«Ma mi spiegate come ha fatto a chiudersi di nuovo in bagno?» chiese Mercedes, posizionata davanti alla porta di legno chiaro, con le braccia incrociate al petto «No perché io non l’ho assolutamente visto muoversi!»
«E’ scattato alla parola “look”» disse Blaine, ancora comodamente seduto sulle lenzuola del letto di Kurt.
«Credo… credo che si sia tuffato contro la porta. Letteralmente» aggiunse Lauren, annuendo appena, con gli occhi socchiusi.
«Per fortuna l’avevo previsto. Gli ho lasciato i vestiti piegati sul lavandino» sorrise Rachel, tutta zucchero; con quell’espressione era a dir poco inquietante.
«Non gli avrai dato da mettere un maglioncino con le renne, spero!» esclamò Quinn, arricciando il naso evidentemente schifata – come il resto dei presenti, dopotutto. I maglioncini di Rachel erano tristemente noti a tutti gli studenti della McKinley. Tutti.
Anche perché erano troppo pessimi per non attirare sguardi.
Persino Finn, che di moda non capiva un’acca, riusciva a rendersi conto che i maglioncini di Rachel erano… beh, di dubbio gusto. E questo è un chiaro indicatore di quanto fossero inguardabili.
«No, niente maglioncini Quinn» replicò seccata la Berry, facendo schioccare la lingua. A lei piacevano tanto, i suoi maglioncini!
«Io questa roba non la metto!» lo strillo isterico di Kurt si era probabilmente sentito fino in Cambogia, ma per il suo debole cuoricino quello era chiedere troppo. Come poteva vestirsi così?!
E Pavarotti? Che avrebbe pensato di lui il suo amato Pavarotti vedendolo conciato a quel modo?! Avrebbe smesso di cinguettare per lo shock! Santa Gaga…
«Mr. Penguiiiiin…» cantilenò Rachel, giocherellando con il povero peluche e ricevendo in risposta un gemito frustrato accompagnato da un debole «Ti odio!» da parte del ragazzo.
«Non penso che tutto questo lo aiuti in qualche modo… » obiettò Blaine, stando ben attento a non aizzare la Berry «a me sembra che stiamo ottenendo solo l’effetto contrario»
«Fidati Usignolo, presto ci ringrazierai» lo liquidò lei, nuovamente sorridente.
Davvero, davvero inquietante.
La porta del bagno si aprì con un cigolio sinistro – quasi dal film horror – sotto gli sguardi frementi e, perché no, anche lievemente preoccupati dei ragazzi.
Kurt, vestito con un paio di jeans piuttosto attillati, una semplicissima maglietta bianca totalmente anonima e un giacchetto di pelle borchiato – borchiato, Barbra benedetta! Borchiato! –, fece la sua entrata con aria mesta.
Mica male
«Woah, dolcezza sei anche più sexy che nella performance sul  mash up tra “It’s My Life” e “Confession”!» esclamò Mercedes sghignazzando e facendosi vento con una mano.
« Ero dopato, quella volta, come tutti gli altri. Non ero nel pieno delle mie facoltà psicofisiche» obiettò il ragazzo.
«Forse anche più di quando abbiamo cantato “Push it” davanti al corpo studentesco, l’anno scorso» intervenne Tina, scatenando un “uuuuuuh” generale e diversi ammiccamenti da parte delle ragazze al ricordo di quella coreografia.
Blaine inclinò appena il capo verso destra, interdetto; la reazione delle ragazze lo incuriosiva parecchio, avrebbe dovuto indagare su quei brani.
«Sembro il cugino stupido di Denny Zuco» borbottò Kurt, incrociando le braccia al petto «ma senza gel» si affrettò ad aggiungere, andando a sistemarsi il ciuffo sulla fronte con la mano destra.
«A questo si può sempre rimediare» disse Puck, prendendo un barattolo di gel dalla “Poppins-busta” e passandolo a Santana.
Il giovane Hummel prese al volo una spazzola e saltò sul letto – proprio lui che, in una situazione meno critica, avrebbe tagliato le gambe a chiunque avesse osato anche solo pensare di fare una cosa simile – , brandendola come una sorta di spada «Non mi avrete vivo!»
«Kurt è solo un po’ di gel» obiettò timidamente Finn, completamente ignorato – meglio che minacciato nuovamente di morte, senza dubbio –, mentre Santana avanzava di un altro passo.
«VADE RETRO, SAT… SANTANA!»
«Ah. Ah. Ah. Molto divertente» commentò lei con espressione scocciata.
«Calmi, ragazzi, calmi» intervenne Blaine, alzandosi finalmente dalla sua postazione – dalla quale aveva una discreta visuale del fondoschiena fasciato dai jeans del suo amico… non che ci avesse guardato, ovviamente «il gel si può benissimo evitare, no?»
«Sarebbe stato la ciliegina sulla torta, ma pazienza» sbuffò Rachel, riprendendo a sfogliare il suo librone.
Kurt lanciò uno sguardo riconoscente a Blaine – che stava riacquistando punti per tornare ad essere il suo personalissimo cavaliere dall’armatura scintillante –, prima di essere tirato per un braccio da Tina fino al centro della stanza, mentre Rachel si schiariva la voce, pronta a leggere qualche altro passaggio.

«Per quanto concerne i capi d’abbigliamento, ci sono molti look differenti che, portati nel modo giusto, possono risultare molto interessanti. Tra le varie possibilità, una particolarmente apprezzata è quella del “look da ragazzaccio”»
 
Le sopraciglia di Kurt s’inarcarono in un’espressione scettica, naturalmente ignorata dalla lettrice. Look da ragazzaccio? Ma l’avevano preso per Puckerman?

«Jeans strappati o pantaloni di pelle nera, una maglia semplice e un giacchetto, anch’esso di jeans o di pelle, meglio se borchiato: questi sono gli strumenti base per iniziare a “lavorare”.»
 
Oh sì, lo avevano decisamente preso per Puckerman.
«Beh, fino a questo punto ci siamo» disse Mike, mentre Tina faceva fare una mezza piroetta al padrone di casa.
«Uhm…» Rachel prese a mordicchiarsi l’unghia del pollice, squadrando attentamente il ragazzo. Qualche momento di silenzio e i suoi occhi tornarono a seguire le parole sul tomo.
 
«Questo genere di vestiario è adatto per chi vuole dare l’idea di possedere una personalità forte e indomabile, che rende il soggetto affascinante e magnetico agli occhi altrui. Molto importanti sono anche il tipo di gestualità e portamento da accompagnare ai vestiti: camminata cadenzata e molleggiata, sguardo strafottente e mani nelle tasche»
 
«Ma nemmeno ci entrano le mani in queste tasche!» protestò il paziente/vittima/Kurt, tentando inutilmente di infilare le mani nelle tasche di quei jeans aderenti; aveva infilato solo pollice e indice e già aveva perso la sensibilità all’intera mano.
«Basta che infili i pollici. E ora smetti di lamentarti e pensiamo alla camminata» ordinò Rachel, agitando una mano come a cacciare una mosca fastidiosa «cammina piegando le ginocchia e sii sciolto»
Kurt si mordicchiò il labbro inferiore, piegando appena le gambe e cercando di camminare “sciolto”, riuscendo soltanto ad assomigliare a uno strano e alquanto improbabile incrocio tra un gorilla e un cowboy.
O a Finn, in alternativa.
E in ogni caso non sembrava un miglioramento rispetto allo stadio “cucciolo di pinguino”.
«Più sciolto!»
«Le gambe devono essere più strette»
«Non così strette!»
«Espressione strafottente, mi raccomando!»
La camera di Kurt – solitamente così in ordine e silenziosa o, al limite, ravvivata dalle note di una qualche canzone di Wicked – sembrava un mercato, più precisamente il bancone dell’ortolano. Ognuno diceva la propria, creando una calca di voci incredibile e mandando in crisi il nostro povero pinguino,che non sapeva chi ascoltare.
Certo, non tanto in crisi come quando sentì le mani di Blaine appoggiarsi sulle sue anche «Piegati giusto un pochino» disse questi con la sua solita voce pacata, spingendolo leggermente verso il basso e facendogli mancare un battito.
Incredibile come un gesto tanto semplice fosse riuscito a riportare il silenzio assoluto nella stanza.
Finn si mosse sul materasso, inquieto: non gli andava che quel Blaine nonsochecosa  – tucano, fagiano, cardellino o usignolo che fosse – toccasse suo fratello a quel modo. Chiamiamola “gelosia da fratello maggiore”, ma non gli andava a genio che lo facesse.
Non davanti a lui, almeno!
 «Così?» chiese Kurt, titubante, iniziando a sciogliersi leggermente. Merito delle gambe diventate gelatinose?
Ai posteri l’ardua sentenza.
«No, no, così non va» sbuffò Rachel prendendo a frugare nella busta e tirandone fuori un paio di pantaloni larghissimi, una felpa grigia – probabilmente di tre taglie di troppo –, un cappellino, un paio di occhiali da sole e qualche ritaglio di stoffa a cui era difficile dare un’identità precisa.
 «Tieni, vai dietro il separé e mettiti questi» disse in tono pratico, lanciandogli i vestiti tra le braccia mentre Blaine si sedeva nuovamente sul letto, accavallando le gambe e prendendo tra le braccia un cuscino, sul quale poggiò il mento.
«Perché non in bagno?» chiese Hummel, perplesso.
«Perché poi ti ci barrichi dentro. Di nuovo» lo sguardo della Berry lo convinse a tacere.
«Sbrigati, su» fece Quinn, facendogli segno con la mano sinistra di andare a cambiarsi mentre Rachel  voltava velocemente le pagine del libro.
Con un sospiro sconsolato – l’ennesimo della giornata –, Kurt si posizionò dietro il separé, vestendosi in tutta fretta: il fatto di essere seminudo in una stanza con tutte quelle persone gli metteva un po’ d’ansia.
Giusto un po’.
«Yo yo, Big K!» esclamò Artie non appena poté vedere il risultato di quel secondo esperimento, scatenando uno scroscio di risa da parte dei presenti.
Il padrone di casa sbuffò contrariato, mettendosi le mani sui fianchi e battendo il piede destro a terra – ricordando a Blaine un’insolita  versione rapper di Tamburino, l’adorabile coniglietto della Disney: i pantaloni color cachi, pieni di tasche, avevano il cavallo alle ginocchia e gli impedivano di camminare decentemente – o di fare un qualsiasi movimento che prevedesse l’uso delle gambe – ; la felpa grigia, come sospettato, gli era incredibilmente grande e gli arrivava a metà coscia; il cappellino era verde scuro e su di esso era tirato il cappuccio della felpa.
Tocco finale? Occhiali da sole e guanti senza dita verde acido.
Dove diavolo andava a comprare i vestiti, quella ragazza? Alla fiera del cattivo gusto?
Terribile.
Si portò gli occhiali sulla punta del naso per poter fulminare Rachel con uno sguardo che avrebbe fatto rabbrividire anche la strega di Biancaneve «Osa farneticare qualche pazzia sul rappare o sul molleggiare e finisci nella lista nera» sibilò, aumentando la velocità con cui sbatteva il piede a terra.
Eh sì, somigliava proprio tanto a Tamburino.
Rachel alzò le mani in segno di resa «Anche così non ti ci vedo, in ogni caso» disse ridacchiando nervosamente «ti preferivo vestito di pelle!»
Il giovane Hummel fece un lungo sospiro e si tolse gli occhiali, gettandoli di lato con espressione abbattuta «E’ tempo sprecato, essere sexy non fa per me» mormorò con uno stiramento di labbra appena accennato «Sono un ragazzo da musical e strass non da ecopelle e borchie!»
Ci fu qualche istante di silenzio prima che la Berry si alzasse in piedi, sistemandosi le pieghe della gonna «Per oggi abbiamo finito» iniziò mettendo via il libro, mentre gli altri si alzavano dalle loro postazioni «Ma abbiamo promesso che ti aiuteremo a diventare sexy e lo faremo!» esclamò decisa.
Kurt si lasciò cadere tra le lenzuola con un gemito: quella di Rachel sembrava tanto una minaccia – e dal suo punto di vista lo era.
Mentre le labbra di Blaine che mimavano un “a domani!” sparivano dietro la porta della sua camera, che si chiuse con un leggero click metallico, il padrone di casa si concesse un sorriso, sedendosi finalmente davanti allo specchio per il trucco, pronto a compiere i suoi adorati trattamenti mattutini per l’idratazione della pelle.
Era stata la mattinata più imbarazzante della sua breve vita, ma si consolava pensando che finalmente, con i membri delle New Directions e Blaine fuori da casa sua, quell’incubo poteva considerarsi finito.
Dopotutto, potevano architettare qualcosa di peggio di quell’assalto?
Kurt ne dubitava fortemente.
E non poteva sapere quanto si stesse sbagliando.
 
 
*Il Sottoscala*
Okay, sono in ritarderrimo, lo so, non uccidetemi! ç_ç
L’ispirazione va e viene e iniziare a postare la fanfiction senza prima averla finita – ma soprattutto senza sapere come finirà – non è stato affatto furbo.
Ma voi mi volete bene comunque e mi perdonate, vero? :3 
… vero?  é_è
Oh, beh, in ogni caso sono pronta a fuggire in Canada in qualsiasi momento.
Passando alle cose serie, mi scuso davvero per il ritardo e per la scarsa qualità del capitolo. I due precedenti non mi hanno mai soddisfatta, è vero, ma questo lo trovo semplicemente orribile.
Quasi quanto i maglioncini di Rachel, sì.
Voglio ringraziare tutte quelle anime buone che seguono questa storia in silenzio, quelle che mi lasciano un commento –non sapete quanto mi faccia piacere avere i vostri pareri e consigli! I vostri commenti mi rincuorano e mi tirano su di morale, veramente – ma soprattutto quelle che hanno l’ardire di mettere questa cosa strana fra i preferiti. Non so come facciate, avete un coraggio da leoni!
Questo capitolo, benché orrido, è dedicato a tutti voi lettori (anche se forse lettrici sarebbe più corretto XP) specialmente ai non Klainers che, nonostante non apprezzino il pairing, stanno continuando a seguire la mia storia.
Sempre dedicato a voi – principalmente alle Klainers, questa volta –, c’è anche un disegnino fatto qualche giorno fa che potete trovare sulla mia pagina di dA (http://crazyalpaca.deviantart.com/#/d3l8g4w).
Grazie per la vostra infinita pazienza e per la vostra attenzione, cercherò di completare il prossimo capitolo prima della partenza per l’Harry Potter Summer Camp!
You’re totally awesome! <3
   
 
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