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Autore: Reghina    11/07/2011    5 recensioni
S-P-O-I-L-E-R!
"Pateticamente ridicolo.
Ecco cosa aveva pensato Drakul Mihawk quando Zoro si era prostrato davanti a lui, chiedendogli di insegnargli l'arte della spada.
Solo dopo aveva capito che quel ragazzino era tutto tranne che patetico o ridicolo.
Aveva un sogno da realizzare e voleva raggiungerlo a qualsiasi costo, oltre che per sé, per non essere di peso ai suoi compagni e al suo Capitano.[...]".
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Drakul Mihawk, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quelle labbra erano divenute il suo mondo prima ancora che Zoro potesse effettivamente rendersene conto.
Il bacio era stato improvviso, forse quasi violento per come Mihawk gli teneva bloccato il mento nemmeno ad impedirgli di fuggire, ma al giovane non era affatto dispiaciuto.
Non si aspettava delicatezza e anzi probabilmente si sarebbe ritratto ringhiando come una belva se ne avesse ricevuta.
Lui non era e non sarebbe mai stato fragile o debole, era un guerriero che doveva diventare il miglior spadaccino al mondo.
Ancora lunga era la strada da percorrere, lastricata di difficoltà e ferite che l'avrebbero fatto sanguinare e soffrire, con il rischio perenne di perdere i suoi compagni e deludere il suo Capitano.
Quella era una sfida, lanciatagli tramite un bacio è vero, ma pur sempre una sfida e Zoro sapeva di non poter rifiutare nessun tipo di duello che il suo maestro gli avesse proposto.
Ed il motivo era semplicemente che non aveva la minima intenzione di essere un passo indietro rispetto al componente della Flotta dei Sette, perché per quanto più debole anche lui era uno spadaccino e come tale si comportava.
Le motivazioni si sarebbero tranquillamente potute fermare lì, perché bastavano e avanzavano per un bacio.
Però non erano più sufficienti per un corpo giovane che si lascia stendere con le guance appena arrossate più dall'imbarazzo che d'altro, cercando con gli occhi neri di sfuggire ad uno sguardo dorato che sicuramente lo risucchierebbe accendendolo d'eccitazione.
Nonostante tutte le motivazioni valide e sensate, da spadaccino determinato a raggiungere il suo obbiettivo, in fondo la verità era che se Zoro non aveva preso a pugni Mihawk dalla prima volta che il maggiore l'aveva baciato era semplicemente perché al Cacciatore di Pirati quei contatti piacevano da impazzire.
E per impazzire intendeva proprio letteralmente; quando il capo gira frenetico e il mondo non ha più un verso, o forse semplicemente non esiste più; quando tutto è lecito e niente è concesso, macchiandosi di un bianco nerastro che andrebbe definito grigio, ma non lo è.
Non bastava una forte volontà, un allenamento o chissà cos'altro; forse semplicemente non esisteva nulla che potesse abituare il suo fisico a quei contatti intimi che erano come li aveva dannatamente immaginati: delicati ma rudi.
Quello che non aveva immaginato era invece quanto fossero sensuali ed eccitanti, quanto venisse voglia d'inarcarsi gemendo e implorando per averne ancora un poco, desiderando le mani e i sospiri dell'altro fino a diventarne dipendenti.
E forse davvero avrebbero potuto diventare più indispensabili dell'aria e del cibo, se il pirata non avesse avuto una tempra d'acciaio che sembrava restia a mutare anche solo di poco, figurarsi a piegarsi o addirittura spezzarsi.
Dal canto suo Occhi di falco muoveva le mani leggero su quel corpo giovane che d'acerbo non aveva nemmeno l'apparenza, quasi fosse molto più grande dei suoi diciannove anni.
Niente fianchi esili o gambe sottili, ma una virilità prorompente ed un petto scolpito che non vuole saperne di far salire ansiti e gemiti fino alle labbra, lottando per mantenere un predominio che non ha mai avuto ma a cui ambisce.
In ogni caso se avesse voluto tratti vagamente femminili Occhi di falco di certo non sarebbe andato da nessuno dei pirati che conosceva, perché erano tutti uomini fatti e finiti.
Zoro non era ancora adulto, ma Mihawk era certo che a parte metter su altri muscoli, più di così non sarebbe cresciuto.
Ed in ogni caso, non che gli importasse granché, perché trovava quel fisico gradevole già com'era.
La pelle abbronzata scorreva ruvida sotto le dita, segnata dalla cicatrice immensa che lui stesso gli aveva fatto e da altre minori che parevano farle da cornice come ad uno splendido quadro degno di nota.
Mihawk sogghignò appena, notando che come lui fissava gli addominali di Roronoa, il ragazzo osservava il petto scolpito e pallido del maggiore.
“Non hai nessuna ferita” fu la constatazione di Zoro, poggiando le dita sui pettorali, facendole poi scorrere percorrendo quelle linee sensuali e mascoline che emanavano grazia regale.
Drakul fremette, impercettibilmente, con le mani ai lati del capo del minore che pareva quasi incantato, come stesse ammirando un idolo lontanissimo.
“Le ferite non sono segno di disonore. Semplicemente si era troppo deboli per vincere, ma troppo forti per morire” rispose con tono calmo, come il piacere non fosse intenso ed indescrivibile, quasi non stesse divorando entrambi.
Perché Mihawk la vedeva, negli occhi neri che il Demone dell'Est tentava di nascondere, quella voglia di mordere e baciare che diventava prepotente ogni secondo di più mentre continuava a passare le mani su quei muscoli perfetti.
E se Zoro avesse alzato lo sguardo e fosse stato attento, in quelli dorati di Mihawk avrebbe potuto vedere la stessa passione e lussuria, lo stesso desiderio di toccare e mordere.
“Sì, maestro”.
Mihawk sorrise, per una volta sinceramente, perché quel ragazzino sapeva essere sfacciato e prepotente, aggressivo e violento, ma mostrava anche un rispetto e una fedeltà che avevano dell'impressionante.
Verso il suo sogno, in primis, e verso i suoi compagni ed il suo Capitano poi.
Una cosa che lo spadaccino apprezzava sul serio, perché volente o nolente aveva visto quanto Cappello di paglia meritasse la stima di chi lo circondava.
E meritava anche quella di Roronoa, come il Cacciatore meritava quella del componente della Flotta dei Sette.
“Fin dove vuoi spingerti, Roronoa Zoro?” chiese, sta volta malizioso, sollevandosi un poco sui gomiti.
Zoro spalancò gli occhi, improvvisamente consapevole di essere sotto lo spadaccino completamente nudo se non per l'asciugamano, capendo solo in quell'istante a cosa poteva andare incontro rimanendo lì eccitato per quel corpo e con la mente annebbiata.
Si sporse, baciando quelle labbra sottili con ardore.
Non gli importava granché di cosa o come sarebbe finita, della figura che avrebbe fatto e di tutto il resto.
Al momento desiderava solo quelle labbra.


Ragazzuole, dal 12 al 19 non ci sarò, quindi aspettate che aggiorni dopo il venti <3

   
 
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