20 dicembre 1996
 
Joanne Kathleen Rowling era seduta su un treno, diretta alla stazione di King’s Cross. Stava giocherellando coi propri pensieri, ispirata dal paesaggio fuori dal finestrino. Che idea buffa le era venuta in mente: un maghetto che non sa di esserlo, una scuola di magia, un vecchio mago saggio, uno cattivo e senza scrupoli, un passaggio segreto che parte proprio da King’s Cross…
- Scusi, posso? – chiese una voce.
Joanne spostò di malavoglia lo sguardo dal finestrino per incontrare quello di un uomo coi capelli neri e lunghi ai lati del volto. Non trovando in lui qualche carattere molesto, la donna annuì e tornò a guardare fuori, cercando di riprendere il filo dei suoi pensieri. Dunque, dov’ero arrivata… pensò, mordendosi il labbro inferiore.
Ah, già! Un passaggio da King’s Cross, e anche due amici inseparabili per il maghetto, una gran sapientona, ma anche simpatica, e un ragazzino sempre pronto a far battute, con tanti capelli rossi…se li figurò e sorrise tra sé. Poi, però, ci voleva un insegnate cattivo alla scuola di magia.
Un aspetto antipatico ma anche  misterioso, dunque…si ritrovò a lanciare un’occhiata di sottecchi all’uomo seduto di fronte a lei. Capelli unticci e neri, naso adunco, occhi neri e profondi, carnagione olivastra, abiti scuri. Perfetto! esultò.
Eh, sì, Joanne.guardò d’improvviso l’uomo con acuto interesse. È proprio lui il nostro…
Come se le avesse letto nel pensiero, l’uomo rispose.  
- Severus Piton, piacere – disse, porgendole la mano.
Severus Piton!urlò la donna nella propria mente. Sarebbe un nome fantastico! E la voce, strascicata e ricca di sfumature!
- Joanne Rowling – si presentò a sua volta la donna, afferrando la mano e stringendola con un gran sorriso. L’uomo provò a guardare fuori dal finestrino, ma, visto che non la smetteva di guardarlo, fece una domanda a Joanne.
- Dov’è diretta? – chiese.
- King’s Cross – rispose lei, pensando nuovamente che quello era proprio un posto adatto per il passaggio magico. 
Severus la fissò attento, come se le avesse letto la mente.
- King’s Cross… - mormorò lui, inarcando un sopracciglio e guardando fisso negli occhi azzurri della sua interlocutrice.
Solo il piacere di prendere il treno, per una volta, sotto copertura, senza Mangiamorte al seguito e mi doveva capitare questa psicopatica. È  una comunissima Babbana, sì.rifletté l’uomo, cercando piano tra i pensieri della donna. Ma allora perché sa tante cose di Potter e… di me?!
…Ci vuole un passato pieno di misteri, per lui…pensava intanto Joanne, lavorando frenetica. Un amore non corrisposto, attaccamento al lato oscuro… sì, sì, sì!
Che cosa? Ma sta… inventando?! pensò incredulo Severus
Uhm…rimuginò Joanne. Il frutto del suo amore potrebbe essere… la madre del maghetto! Harry… Potter, sì, Potter. E lei… Lily, Lily Evans! Sposata giovane col suo unico amore, James, che l’ha conquistata dopo tante peripezie, facendola in barba al nostro Piton, qui, che si è giocato l’amicizia della bella Lily…
Ma questo è troppo…!pensò Piton. Il contatto visivo tra i due non si interrompeva e lui stava ascoltando tutti i rumorosi pensieri della donna, che non si fermava di elaborare cose già ovvie per Severus, esaltandosi a ogni particolare.
Severus odia James, perché sa che lui ha una cotta per Lily, e James odia lui, per lo stesso motivo, coi pretendenti inversi, però… Harry però non può avere una brava famigliola felice! si rimbrottò Joanne.Non è un protagonista viziato, il mio! Anzi, abiterà con gli zii materni, sotto i continui dispetti del cugino antipatico. annuì convinta della sua idea.Harry è orfano perché… perché… uhm… Joanne riemerse dai propri pensieri, dubbiosa, e quelli sembrarono prendere forma srotolandosi dagli occhi profondi e neri di Severus.
Ecco! Il mago oscuro, Lord Voldemort, uccide i genitori di Harry perché il bimbo era pericolosa, ma… perché? Uhm… intanto una cosa è certa: purtroppo, il mio caro Severus, qui, deve morir…
Ok, adesso basta. si spazientì Severus.
- Oblivion! – disse, puntando la propria bacchetta magica sul volto di Joanne.
Il treno si fermò, sferragliando.
- Questa è la mia fermata, cara la mia Babbana – disse Severus, riponendo la bacchetta al sicuro sotto la veste. – Ed è meglio che tu abbia scordato tutto… il nostro mondo è segreto – concluse, sentendosi un paladino della giustizia, o meglio, della segretezza per lo statuto anti Babbani. Uscì dallo scompartimento e scese dal treno, inspirando l’aria gelida di fine dicembre con fare fiero.
Joanne rimase lì, riprendendosi poco dopo. A King’s Cross scese con un gran mal di testa…
 
13 luglio 2011
 
Siedo alla mia scrivania e sbuffo, annoiata.
La scuola è finita da quasi un mese, ormai, e sono giorni e giorni che non faccio altro che dormire e stare al computer.
Non ho nulla da aspettare, nulla da fare…
È da un po’, però, che un’idea mi frulla in testa.
Prendo un foglio pulito dalla stampante e recupero una matita minuscola da sotto la scrivania.
Tenendo fermo il foglio con la mano sinistra, inizio a tracciare una linea, poi un’altra e un’altra ancora, sgommando qua e là.
Poi poso la matita con aria soddisfatta, ammirando la mia opera.
Una saetta domina il foglio bianco.
Sarebbe un bella cicatrice… penso, ridendo della mia assurda idea.

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Ed eccoci qui, all'ultimo capitolo!
Amo molto questa ff, dato che è la mia prima, e finirla mi ha riempito di tristezza...
Ma ho pensato che pubblicarla alla vigilia del nostro tanto atteso "epigolo mondiale", o, semplicemente, dell'epilogo della nostra infanzia, sarebbe stato bello.
Ringrazio tutti quelli che hanno messo questa ff tra le preferite, seguite o ricordate e, soprattutto, chi ha recensito!
Grazie,
Patta97