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Autore: Tinotina    13/07/2011    13 recensioni
Voldemort e Bellatrix, nulla più che semplice passione - solo questo - sfociata però in una bellissima bambina, non voluta, abbandonata, ma mai lasciata.
E quando si ritroveranno, su schieramenti opporti, cosa scegliere?
Cosa fare? Chi essere?
Questa è una Fanfic On Demand presa dal forum di EFP. Idea originale di jaybree88
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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17.L'Ultimo Horcrux

 
Era la fine.
La fine della sua vita, la fine della sua magia, la fine di tutto.
E quel che era peggio, aveva trascinato Malfoy nel baratro insieme a lei. Un baratro che non sarebbero mai riusciti a risalire.
Voleva andare ad avvertire Draco; scappare con lui da quell'inferno, permettere ad entrambi di vivere. Ma non poteva fare nulla di tutto questo.
Chiusa com'era in quella bolla soffocante non poteva andare da nessuna parte.
La sfera volteggiava alle spalle del suo creatore, che avanzava spedito verso la camera da letto di Malfoy senza mai voltarsi indietro.
Quando ritenne di essere mediamente vicina, Hermione provo ad urlare a Draco di scappare, di nascondersi, ma fu prontamente messa a tacere.
<< No, no, Mezzosangue. Non si può rovinare una sorpresa in questo modo oltremodo barbaro >> disse Voldemort facendole un incantesimo.
Se solo avesse potuto parlare, Hermione avrebbe espresso tutta la sua rabbia con tutti gli incanti offensivi di cui era a conoscenza.
<< Non guardarmi così, mia cara. Hai fatto la tua scelta … ora affronta le mie conseguenze >>
Lo sguardo ferito di Hermione si rispecchiava infatti negli occhi immobili di Voldemort, come a voler promettere morte e sofferenza ma che ricevevano in cambio solo freddezza e indifferenza.
Voldemort continuò a camminare fino all'ingresso della camera del giovane Malfoy. Spalancò le porte facendo così sobbalzare il ragazzo chiuso all'interno.
Non appena lo vide entrare con Hermione imprigionata dietro di sé, Draco capì che questa volta non si sarebbe potuto salvare. Era venuto per lui, per la sua testa e non importava cosa avesse fatto o promesso per salvarsi; l'avrebbe avuta.
<< Mio signore >> disse inchinandosi di fronte a Lord Voldemort << Cosa posso fare per lei? >>
<< Una cosa ci sarebbe, Malfoy. Ti dispiacerebbe seguirmi in modo da potertela mostrare? >> rispose calmo.
Draco aveva la bocca secca. L'aria che respirava ardeva lungo la strada per arrivare ai polmoni.
Non sentiva più nulla del suo corpo. Le braccia si erano fatte pesanti, così come le gambe parevano pezzi di cemento immobile.
Sembrava soffocare sotto quello sguardo infuocato.
Deglutì a vuoto – Dio, quanto bruciava – e balbettò un assenso.
Voldemort parve soddisfatto dalla risposta. Era ovvio che non si aspettava null'altro che questo atteggiamento accondiscendente.
Si voltò e iniziò a camminare con passo strisciante, sicuro di essere seguito.
Hermione, da dentro la sua bolla, si voltò in direzione di Draco.
Il ragazzo avanzava in silenzio, lo sguardo vuoto.
Hermione a quella vista inorridì. Aveva avuto modo di osservare parecchie volte Malfoy durante i loro anni ad Hogwarts. L'aveva visto farsi bello per il suo cognome, cercare di dimostrarsi grande, forte, coraggioso come suo padre, per poi entrare davvero nel circolo di morte che suo padre aveva costruito intorno alle loro vite. Aveva visto cercare di combattere, spaventato dall'idea del fallimento, dalla morte, della sorte della sua famiglia e, in ultimo, vedere la forza di quel ragazzo che aveva tentato di salvarle la vita.
Aveva potuto apprezzare il vero coraggio che quel ragazzo possedeva. Valeva dieci volte il padre.
Si meritava molto di più. Si meritava una vita, una vita intera, una vita vera fatta di felicità, ma tutto quello che era stata in grado di offrirgli era l'ira di Voldemort.
Non avrebbe mai dovuto coinvolgerlo.
Draco alzò gli occhi su di lei e capendo i pensieri che le attraversavano le mante, abbozzò un sorriso.

Lui era con lei.

***


 

I tre entrarono nel salone principale dove Bellatrix attendeva.
Appena misero piede all'interno della stanza la strega si alzò inorridita nel vedere sua figlia imprigionata in una bolla magica.
<< Che cosa significa? >> esclamò a Lord Voldemort, il quale ghignò compiaciuto dello stato d'ansia della mangiamorte.
<< Mia cara Bellatrix, ti prego di sederti in modo tale da spiegarti ogni cosa >>
<< Preferisco rimanere in piedi >> disse gelida << Spiegatemi >>
<< Come desideri. Devi sapere allora che la tua adorata figliola e il tuo caro nipote hanno congiurato contro di me, contro la nostra vittoria – come d'altronde io avevo previsto. Ha rifiutato la generosa opportunità che le avevo offerto e, come ben sai, questo porta ad un unico risultato possibile >>
<< Non ci credo. >> sussurrò a se stessa << Come hai potuto fare una cosa simile. Potevi vivere insieme a noi, diventare una brillante strega, molto più potente di come sei ora, sviluppare i tuoi poteri su ogni branca magica. Perché hai deciso di tradirci? >> urlò in preda alla collera alla ragazza.
<< Calma Bellatrix. Pagherà per quello che ha fatto… così come tuo nipote. Draco >> disse rivolgendosi direttamente al ragazzo << mi hai profondamente deluso. Tradire il tuo sangue, la tua intera famiglia per una come lei. Mi aspettavo molto di più da te. Crucio >>
Draco urlò in preda al dolore, seguito dal grido di paura di Hermione.
<< Non fategli del male, non fategli del male! >> ripeteva ma il Lord Oscuro non le prestò attenzione e lanciò un altro Cruciatus.
<< E' stata tutta colpa mia, lui non c'entra … vi prego … >> singhiozzò ancora vedendo il ragazzo sotto si sé contorcersi per i tormenti della maledizione.
<< Adesso chiedi la pietà, ragazza? >> disse Voldemort interrompendo per un attimo la maledizione. << Adesso che per me le tue parole sono vane, vieni a chiedermi clemenza? >>
<< Non chiedo clemenza per me, ma per Draco >> disse.
<< La sua vita non vale più della tua, dopo che mi ha voltato le spalle per aiutare te >>
Hermione guardò Bellatrix. Era vero che lei non aveva mai avuto intenzione di unirsi a loro ma, guardando quel viso immobile, sperava di riuscire a scorgere un muto indizio per poter salvare la vita di Draco.
Il volto di Bellatrix però era una maschera di morte. Immobile come se fosse stata scalfita nella pietra.
Lo sguardo di Hermione di offuscò ancora di più sotto il peso delle lacrime che sgorgavano senza essere raccolte da qualcuno.
<< In un moto di galanteria, Mezzosangue, potrei anche decidere di ucciderti per prima ma tu non meriti una tale gentilezza. Anzi, mi chiedo quale reazione scatenerebbe a Potter vedere la sua amica morire davanti a lui >> proseguì Voldemort dolce come il più letale dei veleni. << Sarebbe terribilmente affascinante >>
In quel momento Kreacher si smaterializzò all'interno della stanza, bloccando l'intera discussione.
<< Kreacher è di ritorno come il Padrone ha richiesto >> disse inchinandosi davanti a Voldemort.
<< Che notizie mi porti? >>
<< Kreacher ha trovato una cosa strana, Padrone. Kreacher è andato alla Gringott come richiesto per trovare la coppa e Kreacher l'ha trovata. C'erano tante e tante coppe nella camera dei Lestrange, signore. Allora Kreacher ha capito che doveva essere un incantesimo e che il Padrone voleva sapere della coppa originaria, così Kreacher ha fatto un incantesimo anche lui ma della coppa originaria non c'era traccia, Signore. Kreacher non sa dove si possa trovare >>
Voldemort urlò.
Con gli occhi completamente rossi, lanciò l'incanto mortale verso quel piccolo elfo che giacé a terra come un burattino senza più fili.
Si voltò verso Hermione. Liberandola dalla bolla, le lanciò un Cruciatus.
Hermione non era mai stata così spaventata in vita sua.
E così Harry e Ron erano riusciti a recuperare l' Horcurx.
Voldemort l'afferrò per i capelli e glieli tirò.
<< Dimmi, mezzosangue, gliel'hai detto tu? L'hai fatto? >> chiese duro.
La ragazza non fiatò.
<< Rispondimi! Crucio! >>
Hermione si morse le labbra fino a farsi sangue, pur di non parlare.
<< Molto bene. Vedo che non vuoi collaborare. >> disse sbattendola per terra. << Bellatrix puoi andare. >>
<< Ma signore … >> cercò di protestare la donna.
<< Ho detto vattene, Bellatrix. Non farmelo ripetere >>
Bellatrix lo guardò confusa e umiliata. Mai, in tutta la sua carriera di Mangiamorte, era stata trattata così dal proprio padrone. Ciononostante dovette nascondere l'orgoglio ferito e uscire dalla stanza, balbettando un incerto: << Si, Signore >>
<< Ora che siamo soli >> disse Voldemort ai due ragazzi ansanti sotto di sé << voglio illustrarvi l'idea che mi è venuta in mente >>
Hermione tremò mentre Draco cercava di avvicinarsi a lei per tranquillizzarla. Purtroppo il suo corpo era troppo pesante e martoriato per poter ubbidire ai suoi desideri.
<< Ragazzina, tu sai benissimo che cos'era quella coppa. Perché non lo spieghi anche a Draco? >>
Hermione temette quel tono affabile con cui aveva parlato ma iniziò a parlare.
<< Draco, ascoltami bene. Quella coppa era un oggetto oscuro davvero molto prezioso. >> si fermò e guardò Voldemort. Davvero voleva che Draco conoscesse il suo segreto?
<< Continua >> intimò.
<< Beh … ecco … quella coppa racchiudeva in sé un pezzo … un pezzo dell'anima di Voldemort. Questo tipo di magia si chiama Horcrux. Fino a che esiste l' Horcrux, Voldemort non può morire >>
<< Molto bene, ragazzina. Davvero molto in gamba e dimmi … sai come si crea un Horcrux? >>
<< Un Horcrux si crea … NO! >> gridò sbarrando gli occhi. << Non puoi farlo! >>
<< Non può fare cosa, Granger? >> disse Draco parlando per la prima volta da quando era stato portato via dalla sua camera << Cosa sta succedendo? >>
<< Coraggio, Granger. Non glielo spieghi al tuo amico? >>
<< No … tu non puoi volere questo … >>
<< Granger parla! Come si crea un Horcrux? >>
Hermione lo guardò. << Con un assassinio, Malfoy. Bisogna uccidere qualcuno >>
La voce della ragazza era piatta ma trasudava paura. Una paura folle.
Draco la guardò, indeciso se credere o meno a quella rivelazione.
<< Davvero molto brava. Sei una strega brillante ragazza. E' un peccato che tu non sia interessata alla vita dei Mangiamorte >>
Draco si girò verso Voldemort. << Non potete ammazzarla! E' vostra figlia! Sangue del suo sangue! >>
Voldemort si girò verso di lui, come se lo guardasse per la prima volta.
<< Oh mio caro, temo che tu abbia frainteso. Io non ammazzerò lei. Io ucciderò te. >>
<< No! >> singhiozzò Hermione << Non potete ucciderlo per colpa mia. Uccidete me! >>
<< Lo farei mia cara, ma come tu ben sai Potter è alla ricerca dei miei Horcrux e quando scoprirà di dover uccidere la sua migliore amica per potermi distruggere, cercherà in tutti i modi un'altra soluzione, anche se non esiste! >>
<< Vuoi … vuoi che io diventi un Horcrux …. >> balbettò Hermione.
<< Esattamente. >>
<< Ma … tu hai già ucciso adesso. Hai ucciso Kreacher. Non hai bisogno di uccidere anche lui. >> disse come ultimo disperato tentativo di salvare il ragazzo affianco a lei.
<< Hai ragione, ma non posso permettere che lui sveli il mio segreto a qualcuno >>
<< Bastardo! >> gridò alzandosi il più velocemente possibile per fare su quel corpo ciò che lui aveva intenzione di fare a loro.
<< Hermione! >> urlò Draco fermandola con un braccio.
Ormai aveva capito che aveva i minuti contati e, seppur spaventato da morire, volle impedire a lei di dargli qualche pretesto per ammazzarla.
<< Hermione >> ripeté tirandosela vicina. << Ti ricordi cosa ti dissi? Morire per qualcosa che hai scelto è onorevole. Ti dissi anche che non avevo altre possibilità, non avevo vie di fuga. Ebbene, tu me l'hai data. Per la prima volta in vita mia ho fatto qualcosa per me, in linea con i miei desideri ed ideali. Non mi pento di morire per questo. Solo … tu non farlo. Non morire per una stupidaggine. Promettimelo. >>
Hermione lo guardò. Non poteva permettergli di morire, non voleva che si arrendesse così.
<< Devi promettermelo, Hermione >>
<< Lo prometto >> disse afona.
<< Che scena disgustosa >> commentò Voldemort << Avada Kedavra! >>
E così Draco morì, impresso nel volto un'espressione di completa felicità e gratitudine.
<< Ora a noi due, ragazzina >> disse puntando la bacchetta verso di lei.
Ed Hermione gridò per l' immenso male che le entrava in corpo.
La fine iniziava ora.
  
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