Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Hookina90    13/07/2011    2 recensioni
Salve ragazze questa è la miaprima fan fiction
Dpo la morte di Andrea la mia vita era diventata uguale troppo uguale. Ogni giorno avevo una crisi di pianto, ma non sapevo che la ia vita sarebbe cambiata totalmente
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terzo capitolo: la tesina
 
La casa di Angel si trovava in Via Pontino. Una stradina lontano dalla scuola.  Ci mettemmo una decina di minuti ad arrivare. L’appartamento si trovava all’ultimo piano. Era molto spazioso e luminoso, un luogo vivo e spensierato.
Dopo aver mangiato, ci sistemammo nella sua camera. Era arredata bene. Sui muri c’erano molti poster di vari gruppi. Alcuni erano dei Queen altri degli AC\DC. Vicino alla scrivania, dove c’era il computer si trovava un mobile composto da due scaffali con moltissimi cd, su un altro ripiano c’era un lettore cd ultimo modello, vicino c’era una foto di due giovani ragazzi abbracciati. Era una foto in bianco e in nero. Molto probabilmente erano i suoi genitori.
“Sono i miei genitori.”, mi disse Angel come se mi avesse letto nel pensiero.
Proprio in quell’istante sentì il suono del campanello.
“Scusa deve essere mia madre. Vieni così te la presento”
“Ok”
Ci spostammo verso l’ingresso, ma quando vidi sua madre, rimasi disorientata. Non assomigliava per niente alla foto. Angel appena vide la mia espressione disse: “Lei è la mia madre adottiva, i miei genitori sono morti in un incidente d’auto”
“Mi dispiace Angel”, dichiarai dolcemente.
“Non ti preoccupare è successo tanti anni fa.”
“Salve io sono Monica” disse gentilmente la madre di Angel.
“Piacere io sono Cassandra, sono una compagna di classe di suo figlio”
“Mamma adesso dobbiamo andare a fare una tesina”
“Ok buon lavoro”
“Grazie”
Ritornammo in camera. Pensando ai genitori e alla loro morte mi ricordai che Andrea era scomparso nello stesso modo. Ecco di nuovo la tristezza.
“Che ti succede Cassy?”chiese preoccupato.
“Niente, pronto per cominciare?”
“No finché non mi dice cosa ti succede. Se è per il fatto dei miei genitori ti ho detto di non ti tormentare.”
Sentivo gli occhi pungermi. Da un momento all’altro le lacrime sarebbero sgorgate. Non era proprio il momento adatto a farle uscire. Una lacrima però scappò al mio controllo. Provai a togliermela subito, ma Angel fu più veloce di me.
“Scusa”
“Ti puoi fidare di me.”disse serio.
“La morte dei tuoi genitori mi ha fatto cadere nella tristezza più nera.”
“Capisco me ne vuoi parlare?”
Dovevo prendere una decisione confidarmi e quindi fidarmi di lui o non dirgli niente.
Optai per la prima scelta.
“Un mese fa il mio ragazzo mentre mi stava venendo a prendere per festeggiare i nostri due anni assieme ha avuto un incidente con la moto, ma non c’è la fatta. È morto all’ospedale”
Sentivo gli occhi umidi. Le lacrime hanno avuto la meglio, come al solito.
Lui si avvicinò e iniziò ad abbracciarmi finché non smisi di piangere.
“Mi dispiace Cassy. Se c’è qualcosa che posso fare per te dimmi pure”
“Non ti preoccupare, adesso mi passa. Ogni tanto ho delle crisi di pianto. Possiamo iniziare la tesina e scusami se sono scoppiata così”
“Non ti devi scusare. A volte bisogna sfogarsi. Fa male tenersi tutto dentro”
“Grazie”
Mi sorrise e dopo accese il computer. Aspettammo un paio di minuti per la connessione poi Angel riuscì ad aprire internet e digitammo sul motore di ricerca le opere di Verga. Tra tutte le opere decidemmo “La storia di una capinera”. Iniziammo a tirare giù una taccia della tesina.
Quando mancava pochi minuti alle cinque Angel mi disse: “Per oggi basta così. Fra dieci minuti ho un appuntamento, ci possiamo vedere domani?”
“Va bene, sempre a casa tua?”
“Si vieni alle quattro”
“Ok a domani”
Ritornai subito a casa e appena entrata mi sedetti sul divano per rilassarmi.  Guardai un po’ di televisione, ma non badai molto a cosa stavano trasmettendo. L’indomani avrei dovuto rivedere Angel e non sapevo il motivo ma non vedevo l’ora di vederlo.
Non sapendo casa fare e non potendo restare sul divano lasciando la mia mente libera di cadere come al solito nei ricordi, decisi di cucinare qualcosa, così mia madre si sarebbe rilassata  dopo una giornata di lavoro.
Preparai gli spaghetti con il sugo e poi delle bistecche con un contorno di patate al forno. Ero brava a cucinare ma era da tanto che non lo facevo.
I miei genitori arrivarono puntuali alle nove e appena entrarono in cucina dissero in coro: “Che bel profumino.” Poi mia madre aggiunse: “ Cassy hai cucinato tutto te?”
“Si” risposi spuntando dalla porta della cucina.
Mia madre si girò mi fece un sorriso poi mi disse: “ Brava Cassy non vedo l’ora di assaggiare tutto ciò che hai preparato. Era da qualche tempo che non organizzavi qualcosa. Cosa è successo?”
“Non volevo stare sul divano per non ricadere nei ricordi, e non avendo nulla da fare ho preparato la cena. Tra poco è pronto.”
“Allora andiamo a cambiarci”
Prima di andare mio padre mi diede un bacio sulla guancia e poi raggiunse mia madre.
Dopo mangiato dissi a mia madre: “Domani andrò di nuovo a casa di Angel per quella tesina”
“Bene. Cassy sono contenta che ti stia facendo un nuovo amico”
La prima settimana dopo la morte di Andrea mi ero chiusa in me stessa e tutti gli amici che avevo si erano allontanati da me escluso Daniele, anche nei brutti momenti lui c’era sempre. Ecco perché mia madre era contenta che qualcuno si fosse fatto avanti. I miei genitori in quel periodo cercavano di non farmi sentire sola ma io li allontanavo come avevo fatto con i miei amici. Stavo provando un dolore troppo forte che mi toglieva il respiro, era insopportabile. Quella forza oscura e misteriosa dentro di me ormai aveva preso il sopravvento e continuava a indebolirmi. Non volevo farmi vedere in quello stato. Volevo solo rimanere nella mia camera a provare a dare un valore alla mia vita, ma non lo trovavo. Una sera quando ero sola in casa cercai in bagno dei sonniferi per dormire per una volta senza incubi senza versare una lacrima ma ne presi troppi molto probabilmente lo feci apposta per potermene andare finalmente da quel mondo fatto solo di sofferenza e rivedere Andrea, per fortuna mia madre era tornata prima del previsto e quando mi vide, svenuta in bagno mi portò subito all’ospedale. Mi fecero una lavanda gastrica e dopo qualche giorno ritornai a casa. Ero sconvolta ed ero arrabbiata con me stessa come potevo fare quello ai miei genitori come potevo dare a loro un dolore così grande come la perdita di una figlia. Non volevo che i miei genitori provassero lo stesso dolore che stavo sperimentando in quel momento. Da quell’episodio capii la frase “Dicono che l'amore è vita, io per amore sto morendo”.  Non tentai mai più di uccidermi. La mia vita però da quel fatidico incidente era cambiata, io ero cambiata ormai stavo sempre per conto mio o a letto a piangere o facevo i compiti per tenermi la mente occupata. Non sapevo quando sarei riuscita di nuovo a sorridere come prima però ero cosciente che il dolore sarebbe rimasto forse si indebolirà ma rimarrà sempre. Alla fine sarei riuscita a vivere veramente.
“Be adesso vado a letto. Buona notte.”
“Ok tesoro. Buona notte”
 La mattina seguente mi svegliai tardi perché quel giorno c’era l’assemblea di classe e così potei recuperare qualche ora di sonno perso nelle notti passati. Quando mi svegliai, trovai mia madre occupata nelle faccende domestiche, invece mio padre era uscito a fare delle commissioni. Salutai mia madre e andai a fare una passeggiata per negozi. Dopo un’ora avevo comprato una maglietta, un paio di jeans a sigaretta e un cappellino da abbinare alla maglia. Ritornata a casa, mangiai qualcosa di corsa e dopo mi preparai per andare da Angel. Non sapevo ancora se saremmo diventati amici, forse col tempo. Mi sembrava un bravo ragazzo e poi ieri mi ero aperta con lui, non so perché ma ispirava fiducia.
Inforcai la mia bicicletta e mi diressi verso la casa di Angel. Arrivai con qualche minuto di ritardo.
Appena Angel mi vide mi sorrise e mi fece entrare. Nel salotto vidi Rachel che si stava preparando. La salutai e poi raggiunsi Angel in camera sua. Finimmo la tesina prima del previsto così Angel ed io iniziammo a parlare. Quando a un tratto Angel mi chiese: “Domani sei libera?”
“Si…perché?”chiesi titubante.
“Verresti domani a vedere un film con me?”
Non sapevo perché ma quella semplice domanda mi pietrificò. Quando provai a riavvicinarmi ai miei vecchi amici loro, avevano provato a starmi vicino ma non per molto. Daniele mi aveva detto che facevano così perché loro si sentivano a disagio per il fatto dell’incidente e che avevano paura di farmi soffrire. Quell’allontanamento mi affliggeva di più. Non so perché Angel era diverso. Lui dopo aver saputo la verità non si era allontanato come gli altri anzi mi aveva invitato a uscire. Adesso il problema era: ero pronta a uscire con un nuovo ragazzo anche se solo come amici? Mi ero ripromessa di iniziare di nuovo a vivere, quindi dovevo accettare quell’invito.
I miei pensieri furono interrotti da Angel che mi chiese:
“Se non vuoi fa lo stesso. Non ti preoccupare”
“No no voglio venire.”
“Allora ti vengo a prendere a casa tua. Dove abiti?”
“Abito al 23 interno 15 in via Aurelia”
“Va bene allora ci vediamo domani”
Ritornai a casa. Ero un po’ frastornata dall’invito di Angel perché non me l’aspettavo proprio. Speravo che quell’uscita andasse bene, non volevo che anche lui si allontanasse.
Appena arrivata, i miei genitori non c’erano, ma c’era un biglietto sul frigo, dove c’era scritto:
                                           
Cassy, papà e io siamo andati al cinema e poi andremo a mangiare una pizza. Arriveremo tardi prenditi una pizza.
                 Baci mamma
 
Non avendo niente da fare andai in camera per leggere un libro, guardai nella mia libreria. Decisi per “Orgoglio e pregiudizio”.
Lessi fino alle sette poi andai alla ricerca del numero della pizzeria. Quando lo trovai, chiamai e ordinai una margherita e presi anche una lattina di coca cola. Per pagare usai i miei soldi, come il solito mia madre si era dimenticata di lasciarmeli. Mangiai tranquilla guardando un film alla televisione. Poi andai a letto. Il mattino dopo passò in un lampo e quando erano già le tre e non ero ancora pronta perché all’ultimo momento mi era venuto un attacco di panico, volevo disdire ma non avevo il numero di cellulare né di casa per chiamarlo. Per fortuna poi intervenne mia madre e mi calmai. Lui non mi avrebbe lasciato sola. Lui era diverso dagli altri. Mi ripetevo questa frase di continuo, ma dentro di me c’era ancora un po’ di timore.
Guardai dentro all’armadio decisi di vestirmi casual. Non mi truccai. A me piaceva essere acqua e sapone.
Angel arrivò puntuale. Quando scesi, però trovai una brutta sorpresa. Angel era vicino a una grossa moto. Io impallidì subito. Non volevo salire sul quel “coso”. Avevo ancora troppa paura.
“Cassy ti senti bene?” chiese preoccupato.
“Non voglio salire sulla moto”dissi sicura.
“Perché?”
“Ho paura. Dopo l’incidente del mio ragazzo non ci salgo più”
“Ah capisco.  Allora andremo a piedi. Ci farà bene una bella passeggiata” esclamò con dolcezza.
Così iniziammo a incamminarci e per i primi minuti rimanemmo in silenzio. Poi io gli dissi:
“Mi dispiace, non volevo cambiare i tuoi programmi per una mia stupida paura”
“Non ti preoccupare. Le proprie angosce alla fine si devono affrontare. Il primo passo è ammetterlo.”
“Si hai ragione. Tu di che cosa hai paura?”
“Io…..ho il terrore dei posti chiusi”
“Lo hai superato?”
“Non ancora, però lentamente ci sto provando. Se vuoi ti posso aiutare a superarla?”
“Ok ma ti avverto che sarà molto difficile”
“Sono molto paziente. Semmai lunedì dopo scuola possiamo fare il primo passo”
“Ok, ma perché fai tutto questo per me? Perché non ti allontani come gli altri?” , chiesi, stupita.
“A tempo debito scoprirai perché faccio tutto questo per te”
“In che senso?”chiesi incuriosita.
Non rispose.
Dopo il film Angel mi riaccompagnò a casa. Mi salutò e prese la sua moto che aveva lasciato proprio sotto casa mia e se ne andò. 

   
 
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