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Autore: myprettyoddromance    14/07/2011    1 recensioni
next generation, una Rose Weasley adolescente alle prese con il suo cuore e i pregiudizi della sua famiglia
Storia basata sul pairing Rose/Scorpius. Non anticipiamo altro.
Enjoy!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
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Seccature varie ;D
Buongiorno a tutti! Ho accumulato un ritardo epocale nel pubblicare questo capitolo... inoltre sono anche stata fuori cinque giorni e Carols era senza capitolo :D Durante questo viaggio (campo con la chiesa... non c'entra un emerito cavolo ma vabbè), ho anche scritto una serie di drabbles che forse pubblicherò su questo account... Devo ancora chiedere a Carols! Vi prometto che entro la fine della settimana pubblico il sesto capitolo... Mi sono fatta aspettare! Ancora non partono per Hogwarts... Vi tocca aspettare! Credo di aver trovato il mio font... se avete eventuali critiche su di questo (ah, quanti crucci 'sto font...) e sulla storia, è tutto bene accetto. Per favore :33 Recensite.. Una recensione piccina picciò mi va bene :33
Con tanto amore per chi legge (e venerazione per chi recensisce...)
Ells <3
Prometto che scriverà anche Carols. :D

 
Avevo mangiato perlomeno quattro fette di crostata al rabarbaro di nonna Molly, come i miei cugini, sotto lo sguardo offeso di zia Fleur. Mi dispiace per lei ma non reggo la cucina francese (o perlomeno quella che cucina zia Fleur, perché quando cucina Victoire mangio sempre tutto). Salii su a braccetto con Albus, sembravamo due ubriachi. “Te lo sei già finito il barattolo di nutella di oggi?” chiesi. “Quasi” disse noncurante. Quaaaaaaasi?? Io devo mangiarne poca per volta perché altrimenti la finisco in cinque minuti! Siamo andati a Londra, io gli ho comprato la nutella e lui quasi se la finisce?? Pazzo. Lo guardai visibilmente offesa. “Che c’è?” mi guardò con i suoi occhioni verdi. “Ah già” rise. “Drogata di nutella”lo guardai. “Chi arriva per ultimo è un salame” gridò a tradimento, e ci ritrovammo tutti a correre su per le scale.
 
Stavo dormendo. La luce filtrava fioca dai buchi nelle tapparelle, ed ero in quella fase del sonno in cui si dorme ma si è consapevoli dei rumori del  mondo circostante. Sentivo la gente che già armeggiava al piano di sotto, qualcuno (James?) che scalciava contro il muro, gli uccellini che cinguettavano come una radio accesa. Mi strinsi al cuscino. Qualcuno bussò alla mia porta. Mugolai qualcosa in risposta. “Rosie cara” Nonna Molly. Passava sempre lei a dare la sveglia. Mi rivoltai, e successe un casino. La notte io mi rivolto come una sardina viva in scatola, la coperta mi si avvoltola addosso come ad una mummia. Ora, siccome mi ero mossa decisamente verso il lato che non dà verso la porta, la coperta si è ulteriormente arrotolata attorno alla sottoscritta, che è diventata una mummia nel frattempo, e cade dal letto intrappolata dalle coperte. Mugolo una parolaccia indefinita.

“Nonna, aiuto” Nonna aprì la porta sghignazzando. “Nonna?” La voce si mise a sghignazzare più forte. “Ma che nonna, a scema” disse cadendomi accanto tra le risate “Sono Albus”. Oh. Aprii gli occhi e mi ritrovai la faccetta di Albus davanti. Gli occhioni verdi scintillavano nel buio, e distinguevo il suo sorriso luminoso. “Ok, aiutami uguale! Sono intrappolata!” “Ok, ok.” Cavallerescamente mi aiutò a districarmi dalle coperte e mi prese in braccio. “Quanto sei imbranata, Rose!” Mi sorrise. “Ti porto io giù.” Nonostante le mie proteste mi portò giù davvero ( anche se in fondo alle scale crollò come un sacco di patate). “Grazie, Al” dissi quando mi ritrovai sopra di lui in fondo alle scale. “Oh Rose” fece lui con aria romantica. “Però ora potresti spostare il tuo dolce peso da qualche altra parte?” Mi alzai. “Grazie Rosie”. Si alzò anche lui, cavolo quanto è alto, io sono una nana da giardino. “Oggi si torna a Godric’s Hollow” disse. Già, e questo voleva dire che fra cinque giorni si partiva per Hogwarts. “Sesto anno, aspettaci” mormorai. Al rise sottovoce. Entrammo in cucina per mangiare, e detti un’occhiata al salotto. “Ciao nonna” salutai. Ovviamente era già ai fornelli, anche se erano… Gettai un’occhiata all’orologio sulle pareti della cucina… Ah no, già, quello no. C’era il cellulare di Hugo appoggiato sul ripiano della cucina. “Speriamo sia acceso” pensai.

Ovvio che era acceso. Controllai l’ora. LE SEI MENO UN QUARTO???? Stramaledetto Albus, stramaledettissimo Albus! “Mi hai svegliato alle sei meno un quarto??” Calcai minacciosa sull’orario. “Non riuscivo a dormire.” Lo trascinai fin su in camera mia. “Ora stai qui fin che non si alzano tutti” e il che voleva dire verso le undici del mattino. Anche se quel giorno dovevamo partire, gli adulti se la prendevano comoda come al solito. Mi buttai a pesce sul letto. Albus si sedette in pizzo in un angolo. “Bhe, che facciamo?” chiese il maledettissimo insonne che mi aveva svegliato. “Io dormo” dissi premendomi il cuscino sopra la testa. Albus si stese accanto a me e mi diede un pizzicotto sul braccio. “Albuuuus. Stai fermo” mormorai mentre già mi stavo addormentando. Sono veloce ad addormentarmi. Albus iniziò ad accarezzarmi la schiena. “Albuuuus…” sussurrai ancora più piano. La sua mano scendeva sempre più in giù, Albus fermo, cazzo, il mio culo è off limits, Albus, o ti fermi adesso oppure te la vedrai con me, brutto cretino, “NON CI PROVARE NEMMENO!” sbottai sedendomi sul letto.

Albus ghignò come una vera Serpe. “Imbecille” mugugnai. Ghignò ancora. Era seduto in un angolo del letto, quegli occhi da gatto che scintillavano verdissimi al buio e quel sorriso che non si vedeva, anzi quel ghigno che non si vedeva ma sapevo benissimo che c’era. “Ce l’hai la ragazza Albus?” iniziai arrabbiata. “Ah già” ghignai. “Malfoy , l’amore della tua vita”. Albus ridacchiò. “Sono etero, cugina. Non penso di essere così sessualmente ambiguo.” “Invece lo sei.” “Ah sì?” disse, e mi saltò addosso a tradimento abbracciandomi. “Albus, mollami!” dissi isterica ridacchiando. “No” disse affondando la testa nei miei cosiddetti capelli. “Non sono per l’incesto, Al” gli sussurrai all’orecchio mentre glielo mordevo. “Neanche io. Sto giocando con mia cugina” disse malizioso. Cretino. Sentivo il suo petto che premeva contro il mio, le sue gambe che si muovevano (le mie anche si muovevano, ma cercavano solo di fargli male). “Albus! Levati dal cazzo!” urlai sussurrando. “E non toccare niente!” Albus si sdraiò accanto a me. “E ti pare? Sei mia cugina. Però un ragazzo ti servirebbe. Magari McLaggen.” A me? Un ragazzo? Ero stata senza sedici anni, ed ero ancora sana mentalmente, perciò NO. “Proprio McLaggen?” chiesi. “Sì, piace a tutte le ragazze, è coraggioso, senza paura ed è bravo a Quidditch.” Calcò la voce maliziosa sulle parole “coraggioso” e “senza paura”. Albus mi teneva in grande stima proprio perché io, Rosie secchiona, lo distruggevo in cinque secondi. “Certo. Un eroe, come dice Dom”. Ok, non è ancora arrivata a tanto, ma vediamo… Scoppiamo a ridere silenziosamente. Si sentiva ancora James che scalciava contro il muro. “Bhe, visto che ora saranno le sei io mi rimetterei a dormire.” “Concordo” disse sbadigliando. Ci addormentammo insieme e ci svegliammo alle undici e mezza.
 
Sentii la serranda che veniva tirata su bruscamente. La luce del sole entrò violentemente e mi premetti il cuscino sulla testa. “Mmmmh” mugolai. “Sveglia!” Mamma Hermione. Aprii un occhio e vidi il viso di Albus. Spostai la visuale su mamma: vestaglia trasparente. Oh. Forse non era James che scalciava stamattina. “Albus?” gracchiai stanca. “Rosie” gracchiò lui aprendo gli occhi verde smeraldo. “Cosa ci fai qui?” chiese mamma ad Albus con una voce a metà tra il curioso e il divertito. Mi schiarii la gola. “Vedi mamma, Albus ha avuto un incubo ed è venuto da me.” Albus mugolò. “Tremava di paura” dissi trattenendo le risate a stento. “Va bene” disse mamma ridacchiando mentre usciva dalla stanza. Albus mi diede un pugnetto su una coscia mentre mi guardava. “E poi dici che non sei una Serpeverde mancata.” Sogghignai. “No. Non lo sono.” Ci mettemmo a ridere come due cretini: finisce sempre con le risate, con Albus.

Drappeggiai la coperta a mò di vestito e mi diressi verso la valigia. Presi una maglietta a caso e me la infilai. Fucsia? Scollata? Me la tolsi e la ripiegai accuratamente mentre cercavo disperatamente di non far cadere la coperta. Mi diressi verso un mucchio informe di magliette buttate in un angolo della stanza e ne presi una a caso. “Albus” lo ammonii, e me la infilai. Mi arrivava appena sopra le ginocchia. “Di grazia, ti vorresti alzare?” Ridacchiò. Si levò la coperta di dosso. Oh cavolino. Indossava solo un paio di boxer neri, e evidentemente si era appena… “Non sul mio letto, Albus!” urlai isterica. Albus mi guardò con gli occhi sgranati. “Che c’è!” disse davanti alla mia faccia palesemente schifata. “Potresti andare da un’altra parte a…?” Albus si sedette sul bordo del letto. “Cazzo, Rose, tutti i ragazzi…” “Questo non giustifica che tu te le debba fare sul mio letto, cazzo!” La mia voce aveva raggiunto quasi gli ultrasuoni. Sarei andata a far compagnia ai pipistrelli. “Magari ci hai anche…” Non ci volevo neanche pensare! Che schifo! Ero profondamente indignata dalla cosa. “James se le fa durante Trasfigurazione!” disse Albus a mo’ di giustificazione. “Tu non sei James!” Stavo sfociando nel buonsenso grangeriano adulto. “E vabbè!” disse scendendo dal letto e passandomi davanti. Lo seguii. “Al, sei in boxer” gli feci notare. “E che ci sto male?” fece malizioso come al solito.

Figurati. Non replicai e ridacchiando scendemmo in cucina. “Ribuongiorno, nonna, cosa c’è a colazione?” La nonna ci salutò e noi ci sedemmo. A quanto pare mancavamo solo noi due a colazione: persino Domi era seduta a tavola e si limava le unghie con fare noncurante. “Giorno, sorellina, ciao Al” salutò Hugo, che stava rileggendo il tema che aveva fatto insieme a me il pomeriggio scorso. Ci sedemmo nei due ultimi posti rimasti. Sulla tavola c’era un bricco di succo di zucca, un bricco di cioccolata calda, la teiera col tè, una scodella di biscotti fatti in casa – santa nonna! – e un piatto che forse conteneva una dozzina di panini alla marmellata, che al momento ne conteneva quattro. Presi una manciata di biscotti (cioccolato!) e iniziai a mangiare insieme ad Albus. “Ben arrivati” fece Domi stanca. “Perché, voi a che ora vi siete alzati?” Louis mi guardò con i suoi occhi azzurrissimi: aveva due occhiaie lunghe un chilometro. “Noi siamo in piedi dalle otto e mezzo. Con tutto il fracasso che c’era ci siamo alzati.” Oh. La nonna spense i fornelli e andò in salotto. Mi alzai e chiusi la porta. “Fracasso?” chiesi titubante. “Gridolini vari e calci contro il muro. Tu e Albus fate un mucchio di casino” disse Hugo. Io e Albus iniziammo a ghignare serpentescamente: mamma in vestaglia trasparente non si vede mica tutti i giorni. Mi schiarii la gola. “Forse non eravamo noi” esordii. Albus continuò: “Ok, va bene che ho svegliato Rose, ma poi ci siamo riaddormentati.” I nostri cugini continuavano a non capire. “Mamma era in vestaglia trasparente stamattina” dissi sperando di essere abbastanza eloquente. Hugo mi guardò. “Oh.” Gli sguardi di tutti erano sorpresi. “Ecco cos’era quel ‘basta basta’ stamattina” disse Lily con un mezzo sorriso. Stavamo ghignando come un raduno di Serpi. A quel punto la porta si aprì e spuntò la testa di mamma. “Cosa sono tutte queste risate?” chiese. Ce la svignammo tutti di sopra.

Hugo ridacchiava come una radio accesa e Albus ghignava nel suo solito modo da Serpe. Io ghignavo peggio di Albus e Lily e Dominique ridevano come due galline. “Preparatevi le valigie, si torna a casa” gridò mamma da sotto. Altro accesso di risatine da parte nostra. Sfrecciammo su nelle nostre stanze, io andai con Lily e Domi. “Ve la immaginate zia Hermione?” disse Lily stravaccandosi sul MIO letto, abbracciando il MIO cuscino e provando a prendere il MIO vasetto di nutella. “Sinceramente no” rispose Domi sedendosi sul mio letto con le gambe accavallate. “Non mi immagino neanche zio Ron” aggiunse. D’improvviso ebbi un flash: Godric’s Hollow, io che dormivo nel mio letto e sentivo dei colpi sul muro. Oddio mio. Cercai di spostare il discorso su un altro argomento: “Speriamo di occupare lo scompartimento dell’anno scorso, dovrebbero esserci delle Gelatine Tuttigusti+1 sotto uno di quei sedili…” dissi. “Oddio no, che schifo. Speriamo di andare nello scompartimento con Warry…”

Strabuzzai gli occhi. “Adesso McLaggen è diventato WARRY?!” Domi sfarfallò le sue lunghe ciglia nerissime. “Quant’è figo, Rose” disse Domi sognante. Lily sospirò. “Certo, lui, i suoi pettorali…” dissi io. Lily e Domi mi guardarono sorprese . “…i suoi bicipiti…” Domi sorrise. “…il suo lato B…” Lily e Domi sorrisero. “E quel cervello da stegosauro scemo che si ritrova.” Iniziai a sghignazzare. “Come fa a piacervi uno così??” chiesi. “E’ figo” fu l’unica giustificazione che riuscirono a trovare. Iniziai a sistemarmi la valigia piegando le magliette buttate nell’ angolo più recondito della stanza. “Va bene, non esiste solo McLaggen” ammise Domi. “C’è anche il Portiere di Grifondoro, e l’altro Battitore, e uno dei Cacciatori che sono carucci” disse Lily. Quidditch! Se iniziavo a piantare grane contro il Quidditch, mi facevano un’ arringa in sua difesa peggio di un avvocato Babbano. “Aspetta, il Portiere è Thomas, e gli altri due… Finnigan e Corner? Quel cretino che diceva di aver preso un mio reggiseno?” chiesi mentre chiudevo il trolley sedendomici sopra e saltandoci. “Ahà” rispose Domi con quel tono sognante che non mi piaceva nemmeno un po’. Mi affrettai a cambiare discorso. “E…Le vostre valigie?” chiesi.

“Le abbiamo preparate ieri” risposero le mie cugine in coro. “Mentre tu giocavi a nascondino con i ragazzi” soggiunse Domi. Oh, già, è vero: dopo aver finito i compiti insieme ad Hugo avevo giocato a nascondino nel giardino della Tana per tutto il pomeriggio come una bambina. “Io l’ho preparata ieri sera mentre Domi si smaltava le unghie” disse Lily. Ad un tratto sentimmo bussare alla porta: aprirono e vidi la testa di mamma spuntare da fuori. “Ragazze, siete pronte? Adesso mangiamo velocemente e poi ce ne andiamo.” Vediamo un po’ come si riesce a mangiare velocemente… Ad un colpo di bacchetta di mamma, le mie valigie si alzarono in aria e iniziarono come a galleggiare, in attesa di istruzioni. Uscimmo fuori dalla stanza con le mie valigie che ci seguivano lentamente. In fondo alle scale si posarono gentilmente a terra senza alcun suono, sollevando solo una nuvoletta di polvere dalla moquette dell’atrio. Ovviamente il pranzo era tutt’altro che frugale, secondo lo stile di nonna, e soltanto verso le due potemmo tornare a casa con la Metropolvere, non senza un bacio dei nonni stampato sulle guance.
Solo cinque giorni e saremmo tornati ad Hogwarts….
E Hugo doveva ancora finire il tema di Pozioni.
 
 
 
 

   
 
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