Capitolo
Uno- Cominciò tutto a San Lorenzo.
Ho
sempre pensato di essere assolutamente normale. Mi sembrava di non
avere niente
di più e niente di meno rispetto alle mie compagne di
classe. Ero sempre stata
nella media, senza nessun particolare che mi distinguesse e mi
lamentavo per
questo… Volevo essere unica, volevo essere chiamata
“quella con gli occhi blu
come la notte” o anche semplicemente “quella con un
bel sedere”. Quanto mi sbagliavo
a desiderare queste cose! Mi trasferii a Roma con i miei genitori
quando avevo
quindici anni. Mi dissi che avrei avuto un’occasione di
risaltare in mezzo alle
altre, di diventare qualcuna. Ma le mie speranze iniziarono ad
affievolirsi con
il passare dell’estate. Chi posso
impressionare? Chi mi può notare con il mio aspetto
così insulso e banale? Soffrivo
di molti complessi, è vero. Ma mai avrei pensato che questi
complessi si
potessero risolvere con un semplice desiderio.
Era
la notte di San Lorenzo quando tutto incominciò.
Ero
seduta nella veranda con la mia sorellina, quando vidi quel bagliore.
Non
sembrava affatto una semplice stella cadente: era così
lucente e… diversa. Mi
riscossi da quei pensieri e feci notare a mia sorella di aver visto la
prima
stella cadente della serata. “Esprimi un
desiderio!” mi incitò lei. Lì per
lì,
non seppi cosa dire perché ero rimasta paralizzata dalla
bellezza di quella
meteora tanto da dimenticare qualsiasi cosa alla quale stessi pensando.
Poi
vidi la mia immagine riflessa nella porta finestra della nostra
terrazza e
pensai che tanto valeva provare, anche se fino a quel momento ero
sicura che i
desideri posti silenziosamente ad una stella cadente non si avverassero.
Desidero…
trasformarmi.
Sì,
che desiderio inutile. Non si sarebbe mai avverato.
Come
vuoi.
Non
ero stata io a pensarlo, eppure quella voce rimbombò nella
mia testa con una
potenza inaudita, facendomi venire i brividi, forse per la paura, forse
per la
sorpresa.
Ce
ne furono molte altre di stelle cadenti, e a tutte espressi lo stesso
desiderio…
ma non era la stessa cosa. Era come se la stella lucente mi avesse
ascoltato e
le altre no.
Quando
andai a dormire, quella notte, mi guardai allo specchio: ero sempre la
solita
Marta, magra come uno stecchino e senza una curva, con capelli di un
insulso
marrone topo e gli occhiali con una montatura che non mi piaceva per
niente.
Nel
mese successivo, cercai di far avverare da sola il mio desiderio, ma
con pochi
risultati. Infatti, mangiavo come non avevo mai mangiato in vita mia ma
continuavo a rimanere uno stecchino senza un briciolo di seno o di
fianchi.
L’unica
notizia positiva, arrivò qualche giorno prima il mio primo
giorno nella nuova
scuola di Roma: non dovevo più portare gli occhiali! Forse,
il mio desiderio si
era ridotto a questo, ma sempre meglio di niente… no?
Due
sere prima della vigilia dell’entrata nella mia nuova scuola,
andai a letto
rassegnata. Non sarei stata nessuno nemmeno lì.