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Autore: MiaStonk    15/07/2011    17 recensioni
Dimenticate una Victoire Weasley semplicemente perfetta, altezzosa e superba. Dimenticate la ragazza che ammalia col suo sguardo e il suo portamento elegante. Dimenticate la ragazza con un ottavo di sangue Veela. Fate spazio ad una giovane Grifondoro esuberante e chiassosa. Ad un giocatrice di Quidditch in gamba e stravagante. Ad un'amica leale e impicciona, ad una Victoire imperfetta, semplicemente Weasley.
Dal prologo: Ho sangue Veela nelle vene.
Lunghi capelli biondi, chiari come i raggi di una spenta luna.
Occhi di un azzurro pallido, ghiaccio direbbe qualcuno.
Ma i geni Delacour si fermano qui[...]
Non ho un portamento aggraziato, sono goffa e rumorosa.
Non ammalio con il mio sguardo, tutt’al più faccio ridere.
Sono l’orgoglio di mio zio George e la disgrazia di mia madre.
Sono una Weasley, e fiera di esserlo[...]
In ultimo, ma non meno importante, Teddy Lupin mi è completamente indifferente.
No, non sono innamorata di lui come in molti sperano.
Nemmeno lo odio come si vocifera.
A stento so che esiste, a stento ci rivolgiamo la parola.
Io vivo nel mio mondo fatto di caos e allegria.
Lui vive nel suo, fatto di ordine e noia.
Io e lui, opposti che non si attraggono.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You&Me'
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14. Maschi strani, facocero imbestialito e lucine colorate

 

<< Immaginavo che Teddy Bear avesse una cotta per te! Insomma, quale ragazzo potrebbe restare al tuo fianco tutta la vita, pur conoscendoti, se non perché è perdutamente innamorato? >>

<< Non suona come un complimento, Yvonne >>

<< Perché non lo è, Vicky >>

 

Sbuffo, accasciandomi sul letto e imprimendo la faccia contro il cuscino. Ancora una volta la confusione regna sovrana nella mia testa, e non so come scacciarla via. Sapevo, in cuor mio, che Teddy non mi avrebbe mai baciata se non avesse provato qualcosa, eppure sentirselo dire è tutt’altra storia. Tutto intorno a me si è come pietrificato, alle sue parole. Sentivo solo l’eco della sua voce rimbombarmi nelle orecchie.

 

<< Teddy mi piace, e credo che voi due siate perfetti per stare insieme >>

<< Mhhhhhh >>

 

Mugugno un lamento, attutito dal guanciale su cui la mia faccia è spiaccicata. L’affermazione di Marie non mi aiuta, anzi, sprofondo ancora di più nel baratro dell’incertezza.

 

<< Sono d’accordo, però… non credo che tu sia pronta per una relazione, non ora perlomeno >>

 

Yvonne ha centrato il punto, come sempre. Non sono in grado di reggere nessuna pressione, di condividere niente con nessuno. Voglio restare ancora un po’ nella mia bambagia, coccolata dall’innocenza di essere una quindicenne sprovveduta e ignara dei dolori della vita; perché che se ne dica, amare è un male. E’ sofferenza, è perdita della lucidità, è agonia: l’amore è un grave disturbo mentale.

 

<< Oh, Circe! >>

 

Sobbalzo all’urletto di Yvy, alzando la testa dal cuscino e voltandomi a fissarla, lo stesso fa Marie. Ci guarda, balzando dal letto e saltellando da un piede all’altro, quasi si trovasse sui carboni ardenti.

 

<< Siamo in ritardo per il duello, Vicky! Muoviti! >>

 

Il Torneo, il terzo incontro, l’avevo completamente dimenticato. Seguo Yvonne e Marie fuori la stanza e giù per le scale del dormitorio femminile. Dinanzi al ritratto della Signora Grassa, Shacklebolt si volta, scuotendo piano il capo.

 

<< Non ditemelo, ancora una volta l’avevate dimenticato >>

 

Annuiamo, sorridendogli mentre Marie si avvicina a Dylan e quest’ultimo le cinge la vita, schioccandole un bacio sulla fronte. Poi strizza l’occhio a me ed Yvy, augurandoci l’in bocca al lupo, nel caso in cui i nostri nomi venissero sorteggiati.

 

<< Bhè, muovetevi >>

 

Seguiamo Alastor fuori la Sala Comune, e con la coda dell’occhio noto la Robins camminare dietro di noi, ma non ha arpionato il braccio di Al, né sta mangiandogli la faccia, e la cosa è decisamente bizzarra. Aumento il passo, accostandomi a Shacklebolt e tirandogli una manica per richiamare la sua attenzione.

 

<< Teddy non… >>

<< Credo ci raggiunga a breve, è un po’ fuori fase oggi >>

 

Probabilmente si riferisce alla luna piena e lui, essendo figlio di un lupo mannaro, pur non avendone ereditato la maledizione, soffre di qualche condizione sfavorevole legata ad essa. E’ spossato e irritabile , per non parlare dei suoi attacchi di rabbia incontrollabili. Non l’ho mai visto in queste vesti, solitamente tende ad isolarsi e restarsene chiuso in camera tutto il giorno e la notte, naturalmente.

 

Nemmeno io sono immune dall’influsso della luna: mio padre è stato morso dallo stesso lupo che ferì Remus Lupin. Tuttavia gli effetti sulla mia persona sono decisamente minimi; gli sbalzi di umore sono frequenti in me anche senza un satellite tondo in cielo, per cui nemmeno ci bado.

 

<< E’ molto probabile che oggi una di voi due venga sorteggiata, siete rimasti solo in quattro. Forse duellerete insieme… in ogni caso, siate prudenti e non avventate, ragionate prima di scagliare un incantesimo e… >>

<< Che carino che sei Shacky! Sei in pensiero per noi ! >>

<< Eseguo solo il mio dovere di Caposcuola. Dipendesse da me potreste anche schiacciarvi al muro! >>

<< Che dolce! >>

<< Questo farebbe male >>

<< Abbastanza >>

<< Però sarebbe interessante da vedere >>

<< Dylan perché non ti spiaccichi tu al muro? >>

<< Sono troppo bello, non posso rovinare così il mio viso. Inoltre Marie ne morirebbe >>

<< Credo che sopravvivrò >>

<< Tradimento! >>

 

Tra una cazzata e l’altra, arriviamo all’aula adibita ai duelli. Noto subito la piccola folla radunata intorno alla pedana e sgomitando, mi faccio spazio tra essa. Mi volto, Yvonne è accanto a me a strizzarmi l’occhio. Spero di non dover duellare con lei, non mi piace l’idea di doverle lanciare contro qualche incantesimo. Certo, a volte lo meriterebbe, ma le voglio bene dopotutto.

 

<< I duellanti si avvicinino alla pedana, prego >>

 

McMillian ci richiama, intimando il silenzio con uno dei suoi sguardi che tutto induce, tranne ad avere timore di lui. Io, Yvonne, Coote e la Robins compiamo un passo in avanti, attendendo con ansia il responso del sorteggio. Mi volto verso l’entrata, con la speranza di intravedere una chioma blu risaltare tra quelle deprimenti e normali. Ma Teddy non è qui, non è venuto.

 

<< Yvonne MacDonald e Jane Robins, venite avanti >>

 

Rivali in amore e nel Torneo, bizzarro e maledettamente ironico. Stringo il braccio di Yvy, cercando di infonderle quel poco di coraggio di cui dispongo. Ricambia il mio sorriso, voltandosi e lanciando un’occhiata ad Alastor che somiglia pericolosamente ad un blocco di ghiaccio. Dopo la dipartita della mia migliore amica, mi avvicino a lui mentre Marie e Dylan sono a pochi passi di distanza da noi. Le due duellanti intanto salgono sulla pedana, inchinandosi chi con riluttanza, chi con aria concentrata.

 

<< Stpeficium! >>

 

La Robins non perde tempo e subito cerca di schiantare la sua avversaria che, con un Protego, respinge l’incantesimo. Questo rimbalza, ma Yvonne è abbastanza veloce da evitarlo.  Si fissano, ognuna aspetta la mossa dell’altra.

 

<< Incarceramus! >>

 

E’ Yvonne ad attaccare per prima, questa volta. Ma con la stessa prontezza di riflessi, mostrata da Yvy poco fa, l’altra evita l’incanto. Non immaginavo che la Robins fosse così abile nei duelli, pur essendo al settimo anno. L’ho sottovalutata, così come probabilmente ha fatto Yvonne.

 

<< Impedimenta! >>

 

Nel tentativo di proteggersi dall’incantesimo, Yvonne viene sbalzata a qualche metro di distanza, pur restando sulla pedana e tenendo ben salda la bacchetta tra le mani; è ancora in gioco. Purtroppo non ho potuto impedirmi di cacciare un urletto impaurito nell’osservare la scena, né ho evitato di notare l’irrigidimento di Shacklebolt al mio fianco e le sue mani strette a pugno; le cui nocche sono talmente bianche che non ho difficoltà ad immaginare le unghie conficcate nel suo palmo.

 

Gli sfioro il braccio con la mano, guadagnandomi un’occhiata quasi riconoscente da parte sua. Al è molto spesso inumano, terribilmente misantropo e snervante, ma oramai non posso più dubitare sul fatto che ad Yvonne ci tenga davvero. Noto la sua agitazione malcelata, le rughe del viso e dalla fronte spaventosamente aggrottata.

 

Nei minuti successivi, parecchi a dirla tutta, nessun incanto lanciato dall’una o dall’altra sembra centrare il bersaglio. Ho sempre saputo che Yvonne fosse abile con la bacchetta, ma raramente ho avuto modo di osservarla così a lungo: è veloce nei movimenti, è capace di prevedere le mosse dell’avversaria e ha una buona capacità di concentrazione, non si lascia sopraffare dall’ansia o dall’agitazione come per molti accade. Sarebbe un’ottima auror se non avesse espressamente declinato questa prospettiva futura.

 

<< Stupeficium! >>

 

Jane riprova a schiantarla, ma con un rapido Protego, Yvonne lo respinge, balzando e atterrando sulla pedana in malo modo. Rotola, ma no perde di vista l’avversario che, vedendola a terra e abbassando la guardia, si lascia disarmare da un Experliammus appena pronunciato da Yvy. Arpiono il braccio di Al, saltellando e urlando tanto da perforargli un timpano e dalla sua smorfia contrita credo di averlo indispettito non poco.

 

Riposo lo sguardo sulle due, osservando Jane inginocchiarsi sulla pedana ed Yvonne raccogliere la sua bacchetta e avvicinarsi a lei. Le porge una mano per aiutarla a rialzarsi, ma la Robins l’allontana in malo modo, rivolgendole un’occhiata al vetriolo.

 

<< Non voglio il tuo aiuto, stupida ragazzina >>

<< Non vedo perché dovresti rifiutarlo, è stato uno scontro leale e… >>

<< Non c’è niente di leale nel tuo comportamento! Mi hai portato via tutto… Al mi ha lasciato a causa tua >>

 

Yvonne si pietrifica, sgranando gli occhi e indietreggiando; non replica perché so quanto ancora si senta in colpa per quel bacio. Con la coda dell’occhio osservo Shacklebolt al mio fianco, ha lo sguardo puntato su entrambe, ma stavolta non riesco a percepire nessun tipo di emozione, ha rindossato la maschera che da sempre porta con sé, calata poco prima solo per la forte preoccupazione data dal duello.

 

McMillian, piuttosto imbarazzato, annuncia la vittoria di Yvy, incitandole a lasciare la pedana. Jane non se lo lascia ripetere e presa la sua bacchetta, corre via, non accennando a rivolgere la minima occhiata a nessuno. Yvonne mi raggiunge e afferra il braccio di Al prima che questi possa defilarsi.

 

<< Perché non mi hai detto che tra te e Jane è tutto finito? >>

<< Perché non sono affari che ti riguardano >>

 

Sta per voltarsi, quando sembra guardare, insistentemente, un taglio che la mia migliore amica ha sul viso. Probabilmente solo io noto il movimento del suo braccio che di poco si rialza per poi riabbandonarsi lungo il fianco. Voleva sfiorarne la guancia, carezzarne il livido?  Le rivolge un’ultima occhiata, prima di andare via. Dylan da un buffetto ad Yvonne, cingendole le spalle con un braccio. Si fissano un solo istante e so che è riuscito a tranquillizzarla quel tanto per farle rispuntare il solito sorriso sulle labbra.

 

Loro sono così: preferiscono insultarsi e ricorrere alla violenza per dimostrare il loro affetto reciproco, ma molto spesso si servono di una sola e intensa occhiata che riesce a trasmettere tutte le parole inespresse di cui l’altro ha bisogno. Questo significa essere fratelli, credo.

 

                                                                   ***

 

<< Eddai Shacky! >>

<< Weasley, se non chiudi immediatamente quella bocca, giuro che abuserò della mia autorità da Caposcuola per rinchiuderti in qualche antro del castello, e lasciarti lì per due giorni interi >>

<< Forte! Ma a questo pensiamo dopo… non hai risposto alla mia domanda! >>

<< E non ho intenzione di farlo >>

<< Ma io ho bisogno di sapere di Teddy, di come sta e di cosa gli passa per la testa! >>

<< Bene, chiedilo direttamente a lui >>

<< Non posso! E tu, come mio amico, hai il diritto di aiutarmi >>

 

Al chiude il libro aperto sulle proprie ginocchia,  voltandosi a fissarmi con un sopracciglio inarcato e una smorfia decisamente inquietante in viso. Siamo seduti sul rosso divano di una Sala Comune semi deserta, fatta eccezione per un paio di ragazzetti del secondo anno, concentrati sulle proprie pergamene. Io sono inginocchiata accanto a lui, compostamente seduto, continuando a stritolargli un braccio e pizzicarlo per richiamare la sua attenzione. Ad un certo punto ho creduto che avesse intenzione di affatturarmi per farmi smettere, cosa che fortunatamente non ha fatto.

 

<< Cos’è questa storia che io e te saremmo amici, Weasley? >>

<< Oh, certo! Continuiamo l’assurda messinscena secondo cui niente ci lega, solo per mantenere alta la tua reputazione da uomo di latta >>

<< A dirla tutta sei stata tu a definirmi tale >>

<< Dettagli, sappiamo che non è così >>

<< E da cosa l’avresti dedotto? >>

<< Dal fatto che riesci a provare anche tu dei sentimenti… amicizia per Teddy e per la sottoscritta naturalmente …  >>

<< Naturalmente >>

<< E amore per Yvonne >>

 

Posso vederlo chiaramente trasalire e aggrottare la fronte, talmente tanto da unire le due sopracciglia; devo ricordargli di non farlo più, è raccapricciante. Si agita sul divano, ricercando una posizione per cui possa trovarsi più a suo agio. Ghigno, pensando che l’unico modo sarebbe correre via da me a gambe levate.

 

<< Non sai di cosa parli, Weasley >>

<< Può darsi… ma tu ora rispondi alla… >>

<< Pur volendo non potrei soddisfare la tua curiosità: Teddy è inintelligibile quasi più di me. Inoltre non sento il bisogno di ossessionarlo con stupide domande, come fareste voi ragazzine e Dylan,  solo per farmi dire cosa prova in questo momento. Quando sarà pronto a parlarne, sarà lui stesso a farlo. Fino ad allora, attenderò e mi limiterò a stargli accanto >>

<< Wow… voi maschi siete così strani >>

<< Detto da te non so se suoni come un’offesa o un complimento >>

 

Gli sorrido, scuotendo il capo e poggiandolo allo schienale del divano, riassumendo una posizione decisamente più umana. Almeno so che Teddy non è solo e questo mi conforta, seppur in minima parte. D’altro canto, sono ancora terrorizzata all’idea di affrontarlo e dirgli ciò che provo o meglio non provo.

 

<< Weasley… >>

 

Rialzo il capo, guardando verso il ritratto della Signora Grassa, da cui è appena sbucato Dylan in divisa da Quidditch. Le sue palpebre sono talmente assottigliate da sembrare chiuse e ha pronunciato il mio nome in un sibilo davvero poco confortante. Ma sono sicura che non era previsto nessun allenamento oggi, per cui non vedo perché…

 

<< Probabilmente la tua più alta aspirazione è quella di farmi incazzare ogni volta di più, o forse desideri inconsciamente attentare alla mia salute mentale, non lo so… quello di cui sono certo, però, è che se non vieni con me per scendere in campo e giocare la partita contro i Corvonero, giuro che ti farò male… tanto male >>

 

Ho dimenticato una partita, cazzo! Altro che stupidi allenamenti!

 

Quasi certamente non è il momento adatto, ma sento un’irrefrenabile voglia di ridergli in faccia e ridere di me stessa, dell’ennesima cavolata che ho fatto. Mi rialzo alla sua ennesima occhiata fulminante, posando una mano sulla bocca e trattenendomi. Ma arrivata accanto a lui, non resisto ed esplodo in una fragorosa risata.

 

<< WEASLEY! >>

 

Inutile dire che la mia corsa al campo è stata resa doppiamente veloce, a causa del facocero imbestialito che correva alle mie spalle, col tentativo di acciuffarmi e farmi la festa. E’ gratificante avere un capitano così attento ai propri giocatori,  davvero gratificante. Un po’ meno è stordirsi a causa delle sue urla agghiaccianti: temo che se dovesse venirgli un infarto, incolperebbero solo la sottoscritta.

 

                                                                   ***

 

<< Vicky, forse dovresti andarci piano con quel succo di zucca >>

<< E’ buono! >>

<< E’ strapieno di alcool >>

 

Scrollo le spalle, ignorando Marie e ruotando su me stessa, osservando strane lucine colorate invadere l’intera Sala Comune, assieme all’assordante rumore di musica e schiamazzi dei vari ragazzi che festeggiano la nostra vittoria su quei Corvi perdenti. Ma tutto sembra arrivare ovattato alle mie orecchie e continuando il mio girotondo, osservo le scie di luce arrivare prepotenti ai miei occhi. Li chiudo, ballando una melodia che sento solo nella mia testa.

 

<< Merlino, sembra proprio andata >>

<< Forse dovremmo portarla a letto >>

<< Sarebbe un delitto portarla via ora, sembra così felice >>

<< Dylan, è ubriaca! >>

<< Lo vedo Marie, e allora? >>

 

Sorrido alle voci dei miei amici, ora chiare, ora indistinte. Credo stiano ancora discutendo tra loro quando riapro gli occhi e osservo il bicchiere che ho in mano. Il liquido giallognolo si muove, creando piccole onde ed un effetto davvero ipnotizzante. Assottiglio le palpebre, perdendomi in quel flusso ammaliante. Poi rialzo il capo di scatto, allungando un braccio e  guardando gli altri con un cipiglio serio.

 

<< Qualcuno ha corretto il mio succo di zucca! >>

Tutti mi fissano, io ridacchio.

<< Uh, sono stata io! >>

 

E scoppio in una fragorosa risata, riprendendo la mia folle danza e rovesciando gran parte del liquido scintillante sulla maglietta delle Sorelle Stravagarie, fissandola poi con sguardo deluso. Poso il bicchiere sul tavolino basso, afferrando i lembi della mia t-shirt e singhiozzando per il danno causatele.

 

<< E’… ubriaca? >>

<< Teddy ti prego fai qualcosa tu >>

 

Teddy? Rialzo il capo, scontrandomi con due occhi ambrati e qualche ciuffo di un blu meraviglioso. Allungo una mano, sfiorando quei capelli che si rivelano morbidi come avevo pensato fossero. Sorrido alla sua espressione preoccupata e al leggero rossore di cui si imporporano le guance.

 

<< Sei bello, lo sai ? >>

<< Ahm, vieni con me Victoire >>

<< Perché mi chiami sempre Victoire? >>

<< Perché è il tuo nome >>

<< No, io sono Vicky! Victoire non mi piace… >>

<< Perché no, sentiamo… >>

 

E mentre mi parla, sta conducendomi fuori la Sala, passando per il ritratto di una Signora Grassa che si è unita ai festeggiamenti dei Grifondoro, a giudicare dalla sua aria allegra. Inciampo, attendendo l’incontro con la fredda pietra che però non avviene. Sento due braccia cingermi la vita, e mi volto, trovandomi a pochi centimetri dal mio, il volto di Teddy. Gli sorrido, aggrappandomi a lui e continuiamo a camminare.

 

In un attimo siamo fuori, perché pur mantenendo gli occhi chiusi, avverto l’aria gelida carezzarmi i viso, lasciando che mi copra come fosse una coperta. Mi piace sentire il freddo sulle mie guance, mi piace sentirlo penetrare dentro di me, mi rende viva.

 

<< Il tuo nome ha un significato Victoire… ne sei a conoscenza, immagino >>

 

Riapro gli occhi, voltandomi verso Teddy e sedendomi accanto a lui, su una vecchia panchina. Nel farlo gli finisco addosso, sbilanciandomi a causa di un equilibrio che in questo momento non ho.

 

<< Che cosa vuoi dire? >>

 

Tutto intorno a me è ancora confuso e sfocato, eppure afferro quel briciolo di lucidità che mi rimane per rispondergli, per sentire la sua voce: parlerei con lui di qualsiasi cosa.

 

<< Vctoire… Vittoria. Sei nata in un giorno importante, l’anniversario della Seconda Guerra Magica, no? >>

<< Si, e come puoi apprezzare il mio nome se è associato a qualcosa di così doloroso per te? >>

<< Associare quel giorno alla sola morte dei miei genitori, è sbagliato. Non li onorerei se pensassi semplicemente che mi hanno lasciato solo, ignorando il loro sacrificio. Sono morti per un ideale, per dare a me e a tutti un futuro in cui vivere. E’ triste e orrendamente ingiusto, ma quel giorno non ha segnato solo una fine, ma soprattutto un inizio. Mi ci sono voluti diciassette anni per comprenderlo, Victoire >>

 

Pone enfasi sul mio nome e mai come in questo momento mi appare tanto bello. L’ho sempre odiato non solo per l’accento altezzoso con cui veniva pronunciato, ma per quello che rappresentava. La perdita di innocenti, la morte di molti volti cari alla mia famiglia. Non avevo mai guardato la cosa da quel punto di vista, non avevo mai considerato entrambe le facce della medaglia.

 

Nella mia famiglia la Guerra non è un argomento di cui si ama discorrere, la morte di zio Fred sembra ancora aleggiare su ognuno di loro. E io da bambina, non volevo che ricollegassero quel dolore a me, non volevo che ricordassero. Ma solo ora capisco appieno il senso del mio nome: non una fine, ma un inizio.

 

Perché quando parlo con lui scovo quelle risposte che sembrano essere sempre state lì, ma che io, cieca, non riuscivo a vedere? Afferra ogni mio timore o dolore e lo cancella, in un attimo. Questo vuol dire amare qualcuno? Proteggerlo, come lui fa con me?

 

<< Perché sei innamorato di me, Teddy? >>

Trasale, voltandosi a fissarmi, e con un sorriso sulle labbra, noto alcune ciocche colorarsi di rosso.

<< Domani non ricorderai quasi nulla di questa conversazione >>

<< Una ragione in più per essere completamente sinceri >>

 

Sembra rimuginare sulle mie parole e poi decide di credere alla mia replica poco sensata, perché si schiarisce la voce, guardando dinanzi a sé e parlandomi.

 

<< Questa è una di quelle domande a cui dare una risposta sembra impossibile. Perché la Magia esiste? Perché le persone muoiono e … >>

<< Quanti anni ha la McGranitt? >>

 

Uscita infelice, me ne rendo conto ora che la sbronza sembra in fase di arresto. Mi guarda con la coda dell’occhio, accennando ad un sorriso e continuando.

 

<< Si, anche quella. Ti poni queste domande, scervellandoti sulla risposta più appropriata, più adatta… e poi ti accorgi che semplicemente non c’è…  sono innamorato di te perché non potrei non esserlo, perché c’è una forza che mi spinge verso di te e la stessa forza mi impedisce di starti lontano. Amarti è naturale come una scintilla che fuoriesce dalla mia bacchetta, se pronuncio un incantesimo,  è… cos… Victoire! >>

 

Immagino che solo un Gratta e Netta possa togliergli il mio vomito dai pantaloni e dalle scarpe. E mentre il mio stomaco sembra alleggerirsi, ho l’impressione che il mio cuore stia riempiendosi di qualcosa che non riesco bene a definire. E allo stesso modo credo che stesse dicendomi qualcosa di importante a cui avrei dovuto rispondere, eppure… sento la testa vuota e le palpebre terribilmente pesanti.

 

L’ultima cosa che avverto, è il calore del suo petto e le sue braccia cingermi, prima che mi prenda in braccio. Sento qualche rumore lontano, come di una musica e delle urla e l’attimo dopo sorrido al colore rosso delle tende del mio baldacchino.

Ho bisogno di dormire.

 

 

 

 

 

 

 

Si, Vicky ha vomitato su Teddy dopo che lui ha detto di amarla. Non ve lo siete immaginato, è andata proprio così!  ._.

Riguardo la sbornia di Vicky, ammetto che è un po’ autobiografica: anch’io ho visto lucine colorate, liquidi strani, etc’ etc’… bhè, perlomeno non ho vomitato su chi stava dichiarandosi! xD Questo è tutto made in Victoire!

Riguardo il nome… finalmente spiegato il motivo per cui lei lo odiasse tanto e, anche se non ricorderà l’argomentazione di Teddy, inconsciamente, sarà meno incline ad affatturare chiunque la chiami ‘Victoire’! :D

Ah, riguardo Teddy e la luna… so che non ha eredito la maledizione di Remus, ma è plausibile che soffra di qualche ‘svantaggio’ legato ad essa e prima d’ora non avevo mai potuto inserirlo nella storia, immagino che la cosa si ripeterà!

Forse scriverò un altro p.o.v su Al e Yvonne. ;)

Questo è il link del mio gruppo su facebook! Lo rimetto!

http://www.facebook.com/groups/129830763768816?ap=1

A presto, care!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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