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Autore: Seren_alias Robin_    15/07/2011    3 recensioni
 “Hermione…”sussurrò.
Il cuore di lei fece una capriola. Amava quando lui pronunciava il suo nome in quel modo. Per un attimo smise di accarezzarlo. “Cosa c’è Ron?”
“Io e te ci sposeremo,vero?”
Non sembrava affatto una richiesta,semmai solo un’inutile conferma.
***
La mia prima fanfiction,i titoli dei capitoli sono semplicemente le canzoni che mi hanno ispirato nello scrivere questa follia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La Sala Grande piano piano iniziava a svuotarsi. Alla fine rimasero solo i membri dell’Ordine della Fenice e altri dell’Esercito di Silente. I signori Weasley cercavano di sorreggere i figli,in particolare George. Per lui,ancora di più che per gli altri,sarebbe stato impossibile tornare alla vita di prima.
 

C’era vita,dopo quella notte? Vedeva l’alba,i raggi del sole che gli illuminavano i capelli rossi, il calore sul viso pallido. Tutto questo era piacevole. Ma erano sensazioni offuscate. Tra sogno e veglia. Tra incubo e risveglio. Una parte di lui era morta. Era proprio così che si sentiva il gemello,una battuta raccontata a metà.
Affianco a lui Bill accarezzava piano i capelli dorati di Fleur,mentre Ginny e Hermione parlavano piano.
“Hai visto Harry e Ron?” mormorò Hermione. “Dopo che siamo stati nello studio di Silente,io sono tornata qui convinta che fossero dietro di me,ma erano spariti.”
“No,non li ho visti. Ho bisogno di staccarmi da qui anche io per un po’.” rispose Ginny,spostando dal viso una ciocca ribelle di capelli. “Andiamo a cercarli?”
L’amica annuì e insieme uscirono dalla Sala Grande,dirette verso la torre di Grifondoro. Fu un sollievo abbandonare il lutto che si faceva sempre più spazio nelle menti dei pochi rimasti,quasi cancellando l’euforia della vittoria. La signora grassa non chiese la parola d’ordine. Nel castello,ancora si aggirava un’atmosfera di confusione.
Harry era lì,steso sul divano nella sala comune,gli occhi chiusi. Non dormiva. Il suo respiro era troppo veloce,l’espressione del viso non del tutto rilassata. Ginny lo fissò ardentemente,finché lui non si accorse di non essere più solo. Si alzò a sedere immediatamente,gli occhi verdi in cerca di quelli nocciola di Ginny,ma lei aveva già distolto lo sguardo da lui,stava fissando dalla finestra.
Fu Hermione a rompere il silenzio. “Harry,ci chiedevamo dove diavolo eri finito.”
Il ragazzo sorrise. Gli faceva male la mascella. “Perdonami,ero così stanco che sono salito subito in sala comune e poi” continuò,gli occhi ancora fissi su Ginny “avevo bisogno di stare da solo,riassettare i pensieri,sai.”
“Capisco” rispose l’amica “ma potevate avvisare. Anche Ron è sparito prima che mettessi piede in Sala Grande. È su nel dormitorio?” chiese,con quello che doveva essere un tono disinteressato.
“Veramente no,credevo fosse con te.”
“Oh” rispose Hermione “beh,forse dovrei,dovrei…insomma,vado a cercarlo”
E senza aggiungere nient’altro uscì dal buco del ritratto,lasciando Harry e Ginny finalmente da soli.
La guerra era finita,ed entrambi sapevano che era solo questione di tempo prima che si unissero di nuovo. Questa volta senza nessun ostacolo. Questa volta anche il futuro di Harry era libero e sgombro. Questa volta,poteva vivere Ginny.
Lui tornò a guardarla,dopo una rapida occhiata ad Hermione che usciva. Era rimasta in silenzio da quando era entrata,immobile in piedi vicino al divano. Non lo guardava ancora,ma si mordeva il labbro inferiore con i denti,in attesa.
Harry si alzò e le si fece più vicino. A quel punto dovette cedere e guardarlo. Sembrava che non lo avesse mai visto veramente. I suoi occhi verdi sembravano penetrargli l’anima,mentre una mano incerta le ravvivava i capelli dietro l’orecchio,per poi poggiarsi delicata sul suo collo.
“Ginny” cominciò Harry.
Lei ostentava nel suo silenzio,ma il suo orgoglio stava scivolando piano piano,mentre si avvicinava anche lei. Un piccolo passo. Un piccolo respiro.
“È  finita Harry.”finalmente parlò. “che scusa inventerai stavolta,per scappare da me?” sorrise debolmente.
“Ma cosa dici,io…” lei lo mise a tacere poggiando il piccolo indice sulle sue labbra.
“Stavo scherzando.”
Di nuovo,Harry si abbandonò a un sorriso. La guardò. Seppure sconvolta,era di una bellezza sconvolgente. La carnagione chiara e luminosa si armonizzava perfettamente con i suoi lunghi e morbidi capelli rossicci.  La sua espressione non era dura,ma dolce e gentile. Era un vulcano,la piccola Weasley,un continuo mutamento di espressioni,stati d’animo,sensazioni.  Harry ne rimaneva ogni giorno più sorpreso,riusciva a regalargli ogni giorno qualcosa di nuovo da scoprire. Aveva il carattere di una tigre,ma sapeva essere tenera come un gattino. Come in quel momento.
Le prese il viso tra le mani,esitante. I respiri di lei diventavano man mano più pesanti.
“Ginny.” ripeté Harry.
La ragazza sorrise,e il familiare profumo i fiori inebriò Harry a tal punto che dovette lottare con tutte le cellule del suo corpo per non baciarla. Non ancora.
“Mi…mi dispiace tanto per Fred” Non sapeva perché l’aveva detto,e sperò con tutto il cuore che questo non la facesse piangere.
Ginny fece una smorfia di dolore e inaspettatamente si lasciò cadere tra le braccia di Harry. Non pianse. Si lasciò sfiorare i capelli  dalle dita  di lui,come se ogni carezza spazzasse via un po’ di dolore.
 
***
 
Hermione camminava nervosamente per i corridoi della scuola,salendo e scendendo scale,ma di Ron ancora nessuna traccia. Conosceva lo stato d’animo in cui si trovava il ragazzo,e ciò le procurava ancora più ansia. Voleva raggiungerlo il prima possibile.
Ma mentre camminava si rese conto che comunque sarebbe stato abbastanza inutile. Il suo supporto morale non era niente,niente. Non poteva far tornare indietro Fred,e non aveva minimamente idea di cosa sarebbe servito per consolare il ragazzo.
I suoi passi si fecero più lenti e controllati,ma non si diede comunque per vinta. Forse non era solo per il desiderio di consolarlo che stava cercando Ron. Forse era proprio lei ad avere bisogno di lui più di quanto lui ne avesse di lei. Si sentiva sola. Era quasi un anno che non vedeva ne aveva notizie dei suoi genitori. E Ron era diventato molto di più di quanto riuscisse ad ammettere con se stessa.
Mentre la sua mente formulava questi strani pensieri,le sembrò di scorgere un bagliore  proveniente da una classe a pochi metri da lei.  La riconobbe subito,era la stanza dove si era rifugiata dopo aver visto Ron baciare Lavanda,durante i festeggiamenti in sala comune per la vittoria contro i  Serpeverde,e dove poi lei aveva scagliato addosso al ragazzo quei canarini cinguettanti...
Entrò con cautela e vi trovò Ron,che aveva gli occhi lucidi e rossi e l’aria stanca.
“Ron” bisbigliò appena. Lui si voltò verso di lei,e nella sua espressione c’erano ancora tristezza e debolezza,ma stavolta miste a qualcosa di diverso…sollievo.
“Hermione” Si alzò subito e la abbracciò.
La ragazza,stupita,si strinse timidamente dentro le sue braccia. Per un attimo chiuse gli occhi,la testa poggiata sul suo petto. Ne respirò piano il profumo.
Sembrava che insieme ad Hermione fosse entrata tutta la speranza del mondo. La sola presenza bastò a Ron per strappargli un sorriso,mentre un calore sconosciuto si diffondeva nel suo corpo,e lui si sentiva molto più leggero,pronto per affrontare quel domani che in quel momento,con la ragazza che amava tra le braccia,sembrava decisamente meno buio.
Hermione alzò la testa. “Ron,ti ho cercato dappertutto.” E senza riuscire a trattenersi,scoppiò in lacrime.
“Ehi,ehi…” Ron le alzò il mento con un dito “cosa succede streghetta?”
“Ero così…così…preoccupata”
“Shhh” La strinse più forte,quasi cullandola “sono qui.”
E così anche Hermione si accorse che era un sollievo per entrambi quell’abbraccio.  Si rilassò,poggiando nuovamente la testa sul petto di lui,che le diede un leggero bacio tra  i capelli. “Hermione,siediti,sei sconvolta…”
La ragazza fu scossa da un brivido mentre Ron le sussurrava quelle parole all’orecchio.  Si staccarono,rimanendo comunque molto vicini,poi lui le prese la mano e si sedettero su una vecchia panca poggiata al muro.
“Come stai?” gli chiese Hermione.  Non piangeva più.
“Non benissimo,ma ora sto meglio” sorrise Ron. Era una sensazione meravigliosa,aver un motivo per sorridere.
Hermione posò la testa sulla spalla di lui,sospirando forte. “Anche io,molto meglio.”
“Hermione…”
“Si?”
“È bello che tu sia qui.”
“Davvero?” alzò la testa per guardarlo in faccia.
“Davvero,volevo restare da solo,ma sono contento che sei con me,ora.”
 Gli occhi azzurri di Ron la guardavano avidi. Si sentiva quasi in colpa per il suo stato d’animo. Suo fratello era morto,e lui stava lì a contemplarla,felice come non si sentiva da tanto…non pensava ad altro,se non a quel meraviglioso bacio. Sembrava fossero passati giorni e giorni,mentre si trattava solo di poche ore…
La vide arrossire leggermente,mentre i suoi occhi guardavano altrove. Era una sensazione incredibile lasciare Hermione senza parole. Evidentemente,stava ricordando la stessa scena di Ron.
Il silenzio aveva invaso l’aula,non si sentiva il minimo suono.
Ron continuava ad osservare rapito Hermione. Anche lei aveva i segni della battaglia,una piccola ferita sul labbro inferiore che non sanguinava più.  Lentamente alzò una mano e le sfiorò il taglio con la punta delle dita.  Lei tremò di meraviglia,gli occhi spalancati dallo stupore,ma a quel punto Ron aveva già ritratto la mano.
“Fa male?” chiese. La sua voce risuonò nell’aula e spezzò il silenzio.
“No,non più.”
“Hermione,io…”ma si fermò,riluttante.
“Dimmi.” Lo incoraggiò dolcemente Hermione.
“Senti io…io so che forse non è proprio il momento adatto ma ecco…io…”fu il suo turno ad abbassare gli occhi,mentre le mani presero a tremargli. Le infilò in tasta. Hermione era ancora in silenzio,in attesa.
Ron prese un gran respiro e continuò “Io continuo a pensare a quel bacio,Hermione. È  stato bellissimo.”
Lo disse tutto d’un fiato,e di certo Hermione non se lo aspettava,tanto che prese a balbettare “No,ecco…Ron forse non dovremmo…è appena finita…”
Ma Ron la mise a tacere con un nuovo bacio. Fu istintivo,e disperato. Hermione si sentì le labbra in fiamme,chiuse gli occhi un po’ in ritardo,ma si lasciò prendere totalmente dalle emozioni,rispondendo al bacio con quanto più amore poteva.
Si staccarono,entrambi affannati e scarlatti come dopo una lunga corsa,e nella stanza calò un silenzio impacciato. Fu Ron a parlare per primo.
“Hermione…Hermione…” ripeteva solo il suo nome,mentre si riavvicinava al suo viso senza sfiorarla,ma abbastanza da sentirne il profumo dolce.
La ragazza sembrò tornare in sé,anche se ancora le tremavano forte le mani. Si allontanò respirando a fondo e smise di guardarlo,concentrando il suo sguardo sui lacci delle sue scarpe. “Ron,per favore,andiamo. Tua madre è preoccupata,vogliamo tornare tutti alla Tana. Avremo tutto il tempo,tutto il tempo che vuoi.” E arrossì,ma alzò gli occhi su di lui. “Però adesso vieni?”
Di nuovo,Ron sorrise alzandosi,e le porse la mano. “Andiamo,Hermione.”
Sorrise anche lei di rimando,afferrando la sua mano ruvida,e insieme uscirono dalla classe.
 
***
 
Il ritorno alla Tana fu un sollievo. Alcuni in metropolvere,altri smaterializzandosi (nel caso di Ron e Hermione materializzazione congiunta),nell’arco di due ore tutti furono a casa.
I corpi delle vittime furono seppelliti ad Hogwarts,poco distanti dalla tomba bianca. Fu una scelta di comune accordo. Il loro ricordo sarebbe rimasto vivo negli anni a venire,fra tutte le anime che avrebbero varcato la soglia di Hogwarts e avrebbero visitato quei lunghi di riposo eterno,perché era anche grazie al sacrificio di quelle persone che si poteva finalmente parlare di futuro; e per quanto probabilmente fossero degni una sepoltura ancora più lunga,Harry fu lieto che invece si svolgesse velocemente,per non prolungare ancora di più il dolore di tutti.
Lui e Hermione si unirono ai Weasley,ma già coscienti che la loro sarebbe stata una visita breve.
Harry non aveva ancora pensato dove andare a vivere,di sicuro non al Grimmauld Place. Contava di trovare presto un lavoro e trovarsi una casa per conto suo,mentre Ron gli aveva confessato che avrebbe aiutato George con il negozio di scherzi.
Hermione dal canto suo parlava già di ritrovare i genitori in Australia e di completare i suoi studi ma per quanti sforzi facesse,nessuno dei due amici era intenzionato a seguirla. Non sarebbero tornati ad Hogwarts.
Una sera,mentre gli altri erano da tempo saliti nelle loro camere,Hermione scese al piano di sotto per prendere un bicchiere d’acqua e sentì dei singhiozzi soffocati.
In cucina,la signora Weasley piangeva piano,sfogando quel dolore che cercava di trattenere davanti ai figli. Il viso stanco in una maschera di un dolore troppo grande per mostrarsi completamente,lucido di commozione. Hermione esitò sulla soglia,chiedendosi se fosse il caso di scappare immediatamente e lasciare la signora Weasley libera di esprimere le sue strazianti emozioni. Ma poi la donna alzò gli occhi verso di lei e accennò un sorriso imbarazzato. Hermione si sedette accanto a lei.
“Signora Weasley,mi scusi tanto…io…io ero scesa solo…non sapevo ci fosse lei…”
Il sorriso della signora Weasley si tese anche se quando parlò sembrava avesse un forte raffreddore “Non preoccuparti cara,non preoccuparti. È colpa mia. Non è facile essere madre,sai? A volte i sentimenti degli altri vengono prima di ogni altra cosa. Come credi che reagirebbero Ginny,Ron o George…” e le sfuggì un singhiozzo,ma continuò a parlare con più forza. “Come credi che reagirebbero i miei figli vedendo la loro madre così. Io e Arthur siamo la loro forza ora,il loro sostegno,il loro conforto. Però…”
“Però a volte anche lei avrebbe bisogno di qualcuno che la consoli,non è vero?”
Molly la guardò negli occhi. Quella ragazza le ricordava lei da giovane. Così vitale,così curiosa. Forse a volte un po’ petulante in alcune situazioni,ma giusta. Non si meravigliò affatto che il più giovane dei suoi figli avesse perso la testa per lei.
“Si.” Rispose semplicemente.
Hermione le prese la mano. Fu un gesto molto naturale,vedeva la signora Weasley quasi come una seconda madre,oppure come la zia preferita in assoluto.
“Torneremo a vivere. Lo so che nulla ci può riportare indietro quello che è stato perso,ma torneremo a vivere. Non credo di poter capire a fondo come si sente,ma posso immaginarlo.”
La donna strinse di rimando la mano della ragazza. “Ti mancano tanto vero?”
Hermione abbassò lo sguardo. “Si,tanto.”
“Hermione,non credo che dovresti partire da sola,aspetta qualche altro giorno magari,posso accompagnarti io stessa,oppure Arthur…”
Hermione sorrise. “Non vi chiederei mai di allontanarvi dalla vostra famiglia,anche se si tratta di pochi giorni. Dovete restare tutti uniti. Lo ha appena detto lei che siete la sola forza che hanno. Quest’anno ho affrontato cose ben peggiori che un viaggio in solitudine…”
“Ma in ogni caso tu da sola in vai da nessuna parte.”
Non fu la signora Weasley a parlare stavolta,ma Ron.
“Ron!” Hermione arrossì violentemente. “cosa ci fai qui?credevo stessi dormendo…”
“Non avevo sonno.” Alzò le spalle. “tutto bene mamma?”
“Si,tesoro.” Effettivamente,sembrava che stesse molto meglio di come Hermione l’aveva trovata,anche se la sua voce era un po’ più bassa del solito.
“Bene. Quindi dicevamo?” Ron si accomodò su una sedia vicino alle due.
“Nulla che ti riguardi.” Esclamò Hermione con una punta di asprezza.
“Ah no?”
“No,Ron. Stavo solo per dire a tua madre che domani sera partirò per l’Australia,da sola.”rispose Hermione con particolare enfasi nell’ultima parola.
“Oh no che non lo farai.” Ribattè Ron tranquillo.
“Scusa,perché no?” sbottò lei stizzita. “Vuoi forse impedirmi di ritrovare i miei?”
“Da sola ti ho già detto che non vai da nessuna parte Hermione!”
“Ragazzi,non c’è bisogno di bisticciare per questo.” Si intromise la signora Weasley in tono di rimprovero prima che Hermione potesse ribattere,sempre più indispettita. “Ron,stavo giusto consigliando ad Hermione di non partire da sola,ma se vuole farlo è una sua scelta,non puoi impedirglielo.”
“Invece si! È la mia…”arrossì violentemente in zona orecchie,ma continuò,con voce più bassa. “è la mia migliore amica,e io mi preoccupo per lei,ecco.”
Hermione dovette trattenere un sorriso. Lo guardò intensamente e poi disse “Grazie,Ron.”
Lui ricambiò lo sguardo per un po’,in evidente imbarazzo,poi improvvisamente sorrise. “Ti accompagno io,Mione”
Hermione sgranò gli occhi. Si sentiva il viso in fiamme. Passare giorni completamente da sola con Ron era più di quanto potesse desiderare dopotutto,ma le sembrava anche il sogno più egoista mai immaginato.
“Ron,sei pazzo…tu…tu devi restare con la tua famiglia…non puoi venire…”guardò la signora Weasley un po’ cercando approvazione,un po’ per scusarsi,quasi come se fosse colpa sua se il figlio avesse avanzato una proposta tanto sciocca.
“Per niente,non sono impazzito. Non mi sembra il caso che tu parta da sola”
“Ma tu devi restare con la tua famiglia!”
“Si tratta solo di qualche giorno,poi tornerò da loro…andiamo,perché devi sempre fare la difficile?”
“Perché penso che in questo momento la tua famiglia abbia più bisogno di me di averti vicino,ecco perché!”
Per un po’ calò il silenzio mentre i due ragazzi osservavano la signora Weasley mordersi il labbro inferiore. Probabilmente stava lottando con se stessa,perchè alla fine disse. “Hermione,io non credo che sia una cattiva idea che Ron ti accompagni.”
Ron sorrise trionfante. Hermione era ancora incerta.
“Ma signora Weasley…”
“Ha ragione Ron,se tutto andrà bene si tratterà solo di qualche giorno,ma tu non hai la minima idea di dove si trovino,insieme potrete trovarli prima. Non è bello che una ragazza se ne giri da sola in Australia.”
“Beh ok,ma Harry?” disse,guardando il ragazzo. “dovresti rimanere con lui,è ospite a casa tua in fondo!”
“Oh,non credo proprio che Harry dispiacerà.” Rispose lui,in tono vago. Hermione sapeva che alludeva a Ginny.
Hermione tacque mentre cercava come attaccare di nuovo,incerta. Ron approfittò del vantaggio. “È  inutile che stai lì a cercare l’argomentazione giusta per controbattere,Hermione. Ormai è deciso.”
“Si” si arrese lei impotente. “credo proprio di si.”
E con questa ulteriore conferma Ron si alzò gongolante dalla sedia. “Bene,allora me ne vado a letto. Buonanotte mamma” e le diede un bacio sulla guancia. Poi sorrise a Hermione “Notte anche a te.”
E si allontanò a grandi passi verso le scale.
Hermione si sentiva molto più mortificata ora che era rimasta da sola con la signora Weasley. “Mi dispiace così tanto…”le disse.
Ma lei sorrideva. “A me no,cara. E in fondo Ron è un vero Weasley,quando si mette una cosa in testa difficilmente gliela si può levare. Sono molto orgogliosa di lui. Solo una cosa….” E il tono della voce cambiò,somigliando terribilmente a un rimprovero. “Vedete di comportarvi bene.”
E anche lei si congedò,augurando la buonanotte a Hermione e lasciandola da sola nel suo imbarazzo. 

   
 
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