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Autore: Seren_alias Robin_    15/07/2011    7 recensioni
 “Hermione…”sussurrò.
Il cuore di lei fece una capriola. Amava quando lui pronunciava il suo nome in quel modo. Per un attimo smise di accarezzarlo. “Cosa c’è Ron?”
“Io e te ci sposeremo,vero?”
Non sembrava affatto una richiesta,semmai solo un’inutile conferma.
***
La mia prima fanfiction,i titoli dei capitoli sono semplicemente le canzoni che mi hanno ispirato nello scrivere questa follia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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E così era veramente finita.
 

Harry Potter non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che era davvero,definitivamente,irrimediabilmente finita. L’ultimo compito che gli era stato affidato dal mago più grande che avesse mai conosciuto era stato portato a termine. Voldemort non esisteva più. Aveva visto nei suoi occhi spegnersi il fuoco. Non doveva più temere nulla,non avrebbe più dovuto nascondersi,cambiare luogo ogni due settimane,alla ricerca di oggetti ignoti sparsi nel mondo,ascoltare la radio nell’ansia di sentire nomi familiari. Poteva correre da Ginny,forse,scusarsi per averla protetta in un modo così brutale.
 

Harry per la prima volta dopo mesi,o forse addirittura anni,si sentiva in pace. Totalmente. Nonostante le fitte di dolore al pensiero degli amici che aveva visto morire in guerra,sapeva benissimo che i giorni di sole sarebbero arrivati presto.
 

E poi,c’era Piton.
 

Tutto l’odio e il rancore che gli aveva riservato nell’arco di sette lunghi anni gli era scivolato addosso nella sua tranquilla passeggiata incontro alla morte. Per un attimo,mentre si rigirava la fredda pietra della resurrezione nella mano per tre volte,credette di rivedere anche lui,ma probabilmente anche nel mondo dei morti il disprezzato insegnante di Pozioni non avrebbe sopportato la presenza di suo padre,James.
 

I sentimenti del ragazzo erano sconnessi verso Piton. L’affetto,si disse,sarebbe stato troppo. Ma egli aveva visto l’animo dell’uomo in profondità,e non poté fare a meno di chiedersi come sarebbero andate le cose se Piton in tutti questi anni l’avesse guardato come figlio di Lily,e non di James. Non sarebbero mai stati amici,ma senza gli antichi rancori forse avrebbero potuto comunicare come persone civili,magari avrebbe fatto qualche accenno a sua madre,come facevano spesso altri professori ad Hogwarts. E chissà,magari anche il suo rendimento in pozioni sarebbe nettamente migliorato.
 

Sorrise,mentre si toccava la cicatrice. Tutto per una maledettissima cicatrice. Si mise a rimuginare su quanto il corso degli eventi fosse sfuggito di mano all’intero mondo e di come il destino avesse premiato alla fine i suoi sforzi; la morte di Voldemort era il compenso per i sacrifici di sua madre,suo padre,il suo padrino,Silente,Moody,Fred,Lupin,Tonks e tante,troppe altre vittime ignote.
 

Lupin e Tonks. Avevano appena avuto un figlio. Il loro sacrificio,seppur nobile,aveva tolto ad un neonato il sorriso paterno,e le tenere carezze di una madre,per sempre. Harry,il suo padrino,sapeva cosa aspettava a quel piccino ancora prima di lui. Il suo stesso destino era capitato al povero Teddy.  
 

Ma poi pensò ai Dursley. E prima ancora,alla profezia. A Silente,e alla sua protezione magica mentre lo lasciava sulla soglia degli zii poco più che neonato. Si tocco di nuovo la cicatrice. No,pensò con un misto di tranquillità e sollievo,non proprio lo stesso. Ci sarò io con te,tutta la vita.  
Era finita,e probabilmente la saetta non gli avrebbe più fatto male. Mai più.
 
***
 
Ron Weasley  se ne stava in un’aula vuota del castello. La stessa aula dove l’anno prima Hermione gli aveva proiettato addosso uno stormo di canarini che aveva trasfigurato dal nulla.  Ricordò la scena con mezzo sorriso.
Si era allontanato dalla sua famiglia,voleva restare solo. Aveva gioito insieme agli altri mentre il corpo di Voldemort cadeva a terra,esanime.  Il successo del suo migliore amico,lo stupore e il sollievo di vederlo vivo e vincente. Il trionfo,finalmente,della luce,e non delle tenebre. Le parole del preside Silente non erano più così maledettamente incomprensibili,per una volta. L’amore aveva vinto.
Ma fu una felicità intensa,quanto passeggera.
Ron aveva perso un fratello. Fred non c’era più,cadendo da eroe sconsiderato,il sorriso per sempre impresso nel suo volto.
Era come se,avendo visto la morte così da vicino,gli fosse stata sottratta tutta la voglia di ridere,di rallegrarsi. Incomprensibilmente pensò di nuovo a Hermione. Non aveva detto nemmeno a lei dove fosse diretto,era rimasta affianco a Ginny e a sua madre senza dire una parola,ma stando comunque vicino alla famiglia Weasley in quel momento di smarrimento così immenso,e adesso Ron sentiva di aver bisogno di lei,della sua piccola mano intrecciata alla sua. Anche con lui sarebbe rimasta in silenzio,lo sapeva. Lo avrebbe guardato piangere,forse avrebbe pianto con lui,gli sarebbe rimasta accanto fino alla fine.
La fine,ma non era quella la fine?
Ed Hermione non era lì,non aveva la forza di andare a cercarla. Si guardò i piedi. Indossava le vecchie scarpe del gemello che se n’era andato. Una lacrima calda rimase sospesa per qualche secondo tra le ciglia chiare,per poi staccarsi e cadere a terrà,sul pavimento scuro.
Ron la osservò per qualche secondo,o minuto,o forse anche un’ora,finché non sparì. 
 
   
 
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