13.
Tangenziale
Che
cosa imbarazzante. I tre camminavano in fila e potevano essere scambiati quasi
per i tre moschettieri.
Hermione
non parlava e guardava l’amico in cagnesco. Draco non parlava, ma ghignava
soddisfatto. Harry parlava a vanvera di una mattonella.
“Harry,
a quella tizia li non gliene frega un cazzo della mattonella” disse
allegramente Draco
“Cosa?
M..ma Hermione?” balbettò tristemente, guardandola con occhi da Bambi
bastonato.
“Perché?
Perchè gli hai detto che poteva venire?” lo aggredì invece Hermione.
“Io
non gli ho detto proprio un bel niente” si difese il moretto, sistemandosi gli
occhiali in precario equilibrio sul naso.
“Fatto
sta che è qui davanti a me, sempre che il succo di zucca che ho bevuto non
avesse allucinogeni dentro” disse sarcasticamente la ragazza, fermandosi di botto
e obbligando gli altri a fare lo stesso per poterle parlare.
“Già,
sono un miraggio di molti piattola. Sei fortunata” commentò Draco, con i denti
bianchissimi a fare bella mostra di sé.
Hermione
alzò gli occhi al cielo e fece due profondi respiri:”Direi che la mia fortuna
non è proporzionale a quella che intendi tu”
“Era
un insulto per caso?” disse con il sorriso forzatamente impresso, mentre uno
strano tic gli deformava un lato della bocca.
“Ti
lascerò nel dubbio Signor Gelo”
“Stupida
piccola…”
“Ok,
ho capito. Sono di troppo. A dopo piccioncini” se ne uscì Harry, alzando gli
occhi al cielo.
Venne
aggredito peggio di uno spacciatore di gomme da masticare.
“Ma
che ti sei fumato oggi?! Prima ti porti il platinato con te e poi te ne
vai?!” Hermione sembrava una iena,
strano, era diventata ancora più rossa quando si era avvicinata per afferrarlo
per la manica e non farlo andare via.
“Ehi,
hai la febbre per caso?” disse spiazzandola, e le appoggiò delicatamente le
labbra sulla fronte, come aveva visto fare zia Petunia quando Dudley stava
male.
“Ehi,
ma scotti!” decretò Harry allontanandosi e osservandole le gote arrossate.
“Smettila…
Sto bene” mormorò la riccia, nascondendo il viso tra le ciocche di capelli.
Draco
la osservò con sospetto e poi assunse un aria di superiorità:”Sei ridicola
piattola”
“Senti
chi parla. Il tizio che si è imbucato per tenere sotto controllo l’amico.
Sembri una moglie gelosa” replicò Hermione, con le piccole spalle che
tremolavano.
Draco
stava per replicare, infastidito, ma Harry lo interruppe:”Ragazzi! Basta, non
possiamo convivere in pace per una buona volta?”
I
due ragazzini si fulminarono con gli occhi e dissero all’unisono un No secco e
si allontanarono in direzioni opposte.
“Almeno
per una volta siete d’accordo” mormorò Harry sarcasticamente a se stesso,
decidendo di muoversi per non essere scambiato per un pazzo che parla da solo.
Tirò
su un respiro afflitto e decise di non seguire nessuno dei due, anzi, prese per
la tangente e andò dritto, uscendo dal castello per stare un po’ al parco, da
solo.
Si
diresse verso un grande albero, forse un Platano se ricordava bene, e fece per
sedersi li accanto, sospirando sollevato di aver trovato un po’ di fresco.
Sentì
uno scricchiolio sopra la sua testa, come se un ramo fosse stato improvvisamente
spezzato da un colpo di vento.
“Ma
che cazz..”
Si
allontanò di qualche passo, strofinandosi gli occhiali sulla divisa per pulirli
e poi li inforcò. Un ramo che si muoveva? Perfetto. Il caldo gli aveva dato
alla testa.
Scosse
la testa sconsolato e si avvicinò alle acque placide del lago, tenendosi a
debita distanza perché aveva sentito dire che li in mezzo da qualche parte ci
stavano alcune creature che non erano tecnicamente “pesci”.
Si
ritrovò a pensare ai Dursley. Strana la vita! Prima non li voleva vedere
neanche con il cannocchiale e adesso un filino, giusto un po’, ne sentiva la
mancanza.
“Troppo
sole. Assolutamente” mormorò al vento, mentre una brezza leggera gli
scompigliava i capelli.
“Per
me è nuvoloso oggi” lo interruppe una voce ed Harry arrossì, consapevole di
star parlando da solo.
“Ehm…
io..”
“Non
preoccuparti, anche io parlo da solo a volte, mi metto davanti a uno specchio e
risolvo i miei dubbi esistenziali, anche se molto spesso vengo distratto dal
mio volto. Sono molto bello, vero?”
“Certo
certo Zabini” rispose divertito, nascondendo un sorrisetto mentre si voltava a
guardare il lago.
“Pff…
Odio quando la gente diventa accondiscendente con me” mugugnò indispettivo il
nuovo arrivato, sedendosi accanto al moretto.
“Scusami,
ma sai, risulterebbe un po’ strano se io dicessi ad un altro maschio che è
bello” ci scherzò su Harry, provocando le risate dell’amico.
“Hai
detto la prima cosa intelligente della giornata mi sa. Ma io qualche dubbio
l’ho avuto sempre su di te. Quegli occhiali non ti danno proprio un aria da duro,
sono aggiustati con lo scotch, per Dio!” ribattè Zabini guardandolo critico.
“Ehi,
se per da sempre intendi da poche
ore, hai un senso del tempo un po’ sballato. E poi non è colpa mia! Non avevo
altro” si difese, arrossendo fino alla punta del naso.
Gli
lanciò uno sguardo in tralice e lo vide pensieroso, poi gli puntò la bacchetta
contro.
“Cazz..?”
sbottò Harry, indietreggiando di colpo.
“Eddai
calmati occhioni verdi. Non voglio farti un Avada Kedavra” sorrise Blaise,
mettendo in mostra la chiostra perfetta dei denti.
“Eh?”
ribattè Harry, mettendo una debita distanza di sicurezza tra loro.
“Reparo”
disse in tono limpido, scandendo bene le parole.
Harry
avvertì un calore improvviso sul suo naso e poi un puff. Segno che qualcosa se
n’era andato.
“Oddio
che hai combinato? Ho tre occhi? Sono un ciclope?” esclamò Harry, portandosi le
mani sul volto, alla ricerca di qualcosa di anormale o fuori posto.
“Calmo.
A cuccia, ti ho solo rinnovato gli occhiali” disse tra un sorriso e lo sguardo
soddisfatto di chi è consapevole di aver salvato il mondo da chissà quale
disgrazia.
Se
li tolse e li guardò meravigliato, sembravano addirittura nuovi.
“Sei
un mago” esclamò meravigliato, rimettendoseli al loro posto sul naso.
“Perché,
che dovrei essere? Una zucchina?”
“Ma
no! Era un complimento per dirti che sei stato bravo” si spiegò Harry, capendo
che era solamente un modo di dire babbano.
“Ah
ok, come dici tu.. Comunque grazie” rispose un po’ stranito, scuotendo il capo
e facendo animare i capelli di riflessi argentati, colpiti dal sole.
“E
comunque ti consiglierei di non tirare troppo la corda con Draco, sfiora il
limite ma non oltrepassarlo.” Dettò ciò l’amico si defilò ed Harry osservò la
sua sagoma traballante sparire avvolta dalla leggere nebbiolina che soffice
aveva cominciato ad avvolgere ogni cosa.
“Io
non voglio essere incatenato da nessuno” borbottò imbronciato al vento.