Intro: Inuyasha & co. Non sanno ancora nulla… ma una traccia di ciò che avviene intorno a loro risiede nei sogni e in un manoscritto dimenticato…
Ciao
Innanzi tutto ringrazio tutti coloro che hanno letto il primo capitolo e in particolare Raska81 e Elychan che hanno commentato… Grazie!!
Vi lascio al secondo capitolo… buona lettura!!
Capitolo 2 -PREMONIZIONI E
PROFEZIE-
L’anziana Kaede si svegliò di
soprassalto. Era la terza notte che aveva sempre lo stesso incubo: non poteva
essere una coincidenza! Si ripromise di parlare della questione con Inuyasha e
il monaco, quindi si sdraiò nuovamente tentando di riposare.
La sacerdotessa si alzò al
sorgere del sole e si mise subito a rovistare tra alcuni antichi manoscritti,
fino a quando la sua attenzione non si fissò su uno in
particolare: si trattava di un’antica profezia riguardante un male maggiore che
si sarebbe risvegliato dal suo sonno eterno per riconquistare il potere perduto
e di quattro ragazzi che lo avrebbero affrontato, sebbene non vi fosse alcuna
indicazione su chi fossero i quattro e su chi avrebbe vinto quello scontro
titanico.
Kaede si convinse più che mai
della necessità di parlare della cosa con Inuyasha,
Miroku e Sango, ma avrebbe preferito parlarne anche con Kagome, la quale però
si trovava nella sua epoca e non sarebbe tornata prima della sera del giorno
seguente.
Uscì dalla sua capanna frettolosamente
cercando i ragazzi, ma riuscì a trovare solo Miroku.
“Buongiorno onorato monaco, avete
forse visto Inuyasha?”
“Buongiorno venerabile
sacerdotessa. Inuyasha si è allontanato dal villaggio per allenarsi nell’uso di
Tessaiga, ma tornerà sicuramente per il pranzo… c’è forse qualcosa che vi
preoccupa? Noto in voi una certa agitazione.”
“Ebbene
sì, avete ragione. Sono preoccupata ed ho necessità di parlarvi proprio di
questo.”
Kaede passò a Miroku il manoscritto
e gli raccontò dell’incubo, mentre sopraggiungeva anche Sango che si fermò con
loro. Il monaco e la sterminatrice seguirono con attenzione il discorso dalla
sacerdotessa concludendo che, purtroppo, quell’ipotesi fosse tutt’altro
che da scartare, pur serbando in loro un po’ d’incredulità sulla possibilità
che il loro acerrimo nemico fosse stato eliminato.
Passò tutta la mattinata senza
che Inuyasha si facesse vivo. I tre erano rimasti silenziosamente a pensare sul
da farsi, nell’eventualità che le supposizioni della sacerdotessa si fossero rivelate corrette.
Improvvisamente la tenda che
chiudeva la capanna di Kaede fu scostata e i tre
osservarono, con un’espressione che faceva trasparire la loro preoccupazione,
il mezzo demone entrare con un’aria soddisfatta. Egli era evidentemente
riuscito a padroneggiare la potenza di Tessaiga nel migliore dei modi.
Inuyasha rimase sulla porta
chiedendosi cosa potesse turbare a quel modo i suoi amici, mutando in breve la sua espressione e assumendone una quasi contrariata: “Che
c’è? È morto qualcuno? Cosa sono quei visi tirati?” Con la sua solita grazia il mezzo demone aveva rotto il silenzio.
“Un morto potrebbe esserci
veramente, Inuyasha” Replicò Kaede, lasciando il suo interlocutore spiazzato,
ma anche molto incuriosito. Inuyasha si decise ad entrare nella capanna e si
sedette insieme agli altri:
“Si può sapere di cosa stai
parlando vecchia?” riprese il mezzo demone con tono incuriosito.
“Calma, ragazzo non avere fretta…
ti spiegherò tutto dall’inizio.” La sacerdotessa
ripeté nuovamente ciò che aveva già raccontato a Sango e Miroku.
Quando ebbe finito notò che
Inuyasha era furioso e sbottò senza pensarci troppo: “Ma che assurdità stai dicendo, dannata! Naraku non può essere morto, un
demone potente come lui non può essere stato sopraffatto in quel modo!!”.
“Ma
Inuyasha….” Miroku non ebbe il tempo di finire la frase che venne
zittito bruscamente dal mezzo demone.
“Taci dannato bonzo! Se è vero che Naraku è morto come mai sulla tua mano c’è ancora
quel maledetto vortice?”
Il monaco rimase impietrito di
fronte a quell’osservazione, non sapendo cosa
rispondere.
Inuyasha si alzò di scatto, si
diresse verso l’uscita della capanna e corse verso la foresta: “Ho cose più
importanti da fare che stare ad ascoltare le vostre farneticazioni!”
I due ragazzi avrebbero voluto
fermarlo e farlo ragionare, ma l’anziana sacerdotessa li bloccò: “Inuyasha sa,
in cuor suo, che le mie paure sono fondate, ma per lui è difficile accettare la
prospettiva di non poter più soddisfare la sua sete di vendetta.” Dopo un profondo sospiro continuò, “Dobbiamo lasciargli il
tempo di accettare questa nuova situazione… Quando ci
sarà riuscito tornerà da solo.” Kaede pregò allora i due giovani di lasciarla
sola. I due ragazzi acconsentirono e si allontanarono insieme.
Rimasta sola, Kaede iniziò a
cercare qualcosa in una cassa che conteneva molti oggetti, alcuni dei quali
appartenuti alla sorella defunta. Ad un certo punto si fermò avendo trovato ciò
che cercava. Estrasse due oggetti dal baule, li avvolse in un panno e si
diresse con calma verso la foresta.
La sacerdotessa vagò per circa un ora in quel luogo, sembrava stesse aspettando
pazientemente che qualcosa avvenisse. Ad un tratto una figura saltò giù da un
ramo fermandosi dietro lei. Kaede si voltò senza
fretta.
“Dunque
Inuyasha, che intendi fare ora?”
“Non lo so vecchia. Sei tu quella
che sai tutto… cosa proponi?” rispose il mezzo demone
con un tono decisamente sarcastico.
La sacerdotessa non rispose e si inginocchiò, appoggiò per terra il panno in cui erano
avvolti i due oggetti da poco recuperati e li porse ad Inuyasha che la
osservava incuriosito. I due oggetti si rivelarono essere spade molto antiche
che inspiegabilmente erano state sigillate ed erano intrise di un odore che,
nonostante il tempo, il mezzo demone non fece fatica a riconoscere.
“Ma
questo è l’odore di…… Kikyo.” disse Inuyasha con voce
un po’ nostalgica.
“Devi sapere che quelle spade,
assieme al rotolo contenente la profezia di cui ti ho parlato, furono
consegnate a mia sorella da un monaco morente, perché le custodisse: quel
monaco, prima di morire, affermò che solo due dei ragazzi della profezia
avrebbero potuto impugnare quelle armi, una volta rimosso il sigillo.”
Nonostante ascoltasse Kaede, l’attenzione
di Inuyasha era attratta da quelle spade: nel tenerle
in mano aveva una strana sensazione. “E secondo te
cosa ci dovrei fare io con questi gingilli? Ho già Tessaiga e inoltre ho come
l’impressione che, tolto quei sigilli, non riuscirei
nemmeno a toccarle!”
“Non sono sorpresa di ciò… sono
lame sacre e non possono venire brandite da demoni e
tu, che sei demone per metà, non fai eccezione.” ribatté
la sacerdotessa. “Le affido a te, trova i due ragazzi e consegnagliele.”
Inuyasha rimase spiazzato da
quelle parole: “Dannata, non hai forse detto che i
ragazzi della profezia sono quattro? Perché dunque dovrei cercarne solo due?”
“Vedi ragazzo mio, sono fortemente convinta che tu e Kagome farete parte di quel
quartetto, in fin dei conti tu sei più potente di qualsiasi umano e inoltre
possiedi Tessaiga. Quanto a Kagome… lei è la reincarnazione della mia defunta
sorella, una delle più potenti sacerdotesse mai esistite.”
“Se quello che dici è vero, forse
è il caso di avvertirla di tutta questa faccenda e farla ritornare qui al più
presto” sentenziò Inuyasha che ebbe come unica risposta un cenno di assenso da parte di Kaede.
I due si lasciarono e, mentre la
sacerdotessa si incamminava verso il villaggio, il
mezzo demone corse più veloce che poteva verso il pozzo. L’ansia che mostrava
era dettata, più che dalla preoccupazione per il pericolo incombente, dalla
voglia di rivedere Kagome che era rimasta lontana quasi per una settimana. In
breve fu al pozzo e senza nemmeno fermarsi ci saltò dentro, ritrovandosi di
colpo nel futuro.
Confido sempre in qualche commento… ci risentiamo con il prossimo capitolo: PRELUDIO ALLA GUERRA
Ragnarok79