Cosa cercavi fuori di qui?
Cosa cercavi lontano da me?
Te
ne sei andata, lasciando il vuoto dietro di te. Il tuo posto non è stato
rimpiazzato, anzi, è rimasto la… dove nessuno
può portartelo via.
Mi
manchi, davvero tanto.
Ma sai… non ti darò la soddisfazione
di saperlo.
So
che è inutile vivere nel passato perché ormai tu hai
un’altra strada, un’altra vita…
lontana, molato lontana da me.
Sono
solo…
Aspetto,
aspetto il fatidico giorno che potrò
rincontrare i tuoi occhi chiari… aspetto il giorno in cui si trasformeranno
nuovamente in quelli che erano una volta.
Sangue, morte, dolore…
Questo
hai seminato e questo raccoglierai.
“Aspetto,
te e la mia vendetta!”
13 settembre ore 11:07 p.m.,
la luce invase la stanza, Blacky
poteva finalmente vedere cosa stava accadendo. Zak
aveva gli occhi bordati di rosso, le iridi cremisi e le pupille fine come
quelle di un rettile. Dalla camicia aperta si poteva vedere la grande ferita che dominava sul suo addome, non era
migliorata, anzi… sembrava addirittura peggiorata, questo veniva
dimostrato dalla grande quantità di sangue che ricopriva il fine tessuto
lacero che la copriva appena. Anche le coperte del
letto erano macchiate con il sangue di Zak, ed
essendosi addormentata con la testa sul letto si ritrovava lei stessa macchiata
di quel denso liquido cremisi. Lui ringhiò portandosi subito le mani
davanti agli occhi per proteggere la sua vista da quegli intensi raggi
luminosi.
-Fa vedere…-
disse Blacky avvicinandosi al ragazzo che aveva a
circa due passi di distanza ma lui si scostò.
-Ti avevo detto di n_non accenderla!!- ringhiò
con quella strana voce roca. Blacky non si
lasciò convincere e si avvicinò a Zak.
-Vuoi guarire o no?!- fece sera posandogli una mano sulla spalla destra. Lui
in quel momento si sentiva abbastanza preso in giro… non era un ragazzino
che fuggiva via da chi voleva curargli una semplice sbucciatura, stava male,
davvero male… si vedeva benissimo poiché
la pelle sulla quale vi era il tatuaggio era bianca e lessa, tutt’intorno invece la pelle era un po’ gonfia
e violacea dove non era macchiata del sangue che colava lento dai bordi del
disegno.
-Non scherzare Blacky! Non mi parlare così!- aveva il respiro
affannato, sicuramente stava nuovamente per perdere i sensi… almeno
questo è quello che credeva Blacky –Fa
male, molto male…- prese nuovamente fiato e si scrollò la mano di
dosso lasciando finalmente libero il suo strano sguardo cremisi -… e tu,
tu non puoi fare nulla per alleviare il dolore!!-
-Per lo meno posso provarci!- disse lei indietreggiando di un passo.
-No!-
improvvisamente si mise a ridere –Non puoi!- una risata strana e
soprannaturale –Devi lasciare che il sangue
d’unicorno purifichi il mio…- rideva ancora, ma improvvisamente gli
mancarono i sensi e cadde in terra… come se momentaneamente la sua anima
avesse abbandonato il suo corpo.
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14 settembre ore 8:55 a.m.,
Yugi si svegliò di colpo, la luce non
filtrava dalle due finestre del salone, e dalal
cucina non proveniva nessun odore di cucinato. Forse Blacky
non si era alzata?
Yugi si mise a sedere un po’ a fatica, le
costole gli facevano molto male, forze anche più del giorno precedente
poiché adesso era cosciente.
Sentì il
suolo sotto di se, non il mordilo divano, e nemmeno il
tappeto sotto di esso che si trovava a casa della ragazza. Nulla, solo un
freddo pavimento in una stanza oscura e isolata.
Dov’era finito?
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14 settembre ore 9:00 a.m.,
finalmente Blacky si
destò dal suo sonno. Stava sul pavimento, accucciata con un cuscino
accanto alla faccia. Si era addormentata così la sera precedente
quando Zak era svenuto.
Si era sdraiata
accanto al ragazzo e si era addormentata così, tra l’aspro odore
del sangue che regnava in quella camera. Lui era ancora li, e una chiazza rossa
si era allargata sotto di lui. Aveva perso ancora sangue… Blacky si domandava quando sarebbe
finito quello strazio per il suo amico (forse qualcosina
di più di amico). Si alzò da terra, decida
finalmente a darsi una lavata e a cambiarsi d’abito… avrebbe
chiesto a Yugi di tenere d’occhio la stanza in
sua assenza.
-Yugi!! Svegliati!!-
fece entrando nel salone. Si guardò intorno, il salone
era vuoto. Corse in cucina… ma era vuota anche quella, e il bagno?
Anche…
Che fine aveva fatto Yugi?
E Yami? Dov’era finito Yami?
Sospirò
aprendo l’acqua fredda dal lavandino, si tolse il sangue dalla faccia,
poi decise di farsi una doccia… in fin dei conti nessuno avrebbe rapito anche Zak, lui era
libero di fare tutto quello che voleva, e non era certo un nemico del suo capo!
Lasciò solo la porta aperta nel caso avesse
sentito rumori sospetti.
Si chiuse sotto la
doccia, le fredde e fine pareti di vetro opaco la
circondavano creando strani effetti di luce con il colore azzurro delle
mattonelle del muro e con le gocce d’acqua cristalline che scendevano a
rigare le quattro pareti che delimitavano la doccia. L’acqua che cadeva
prendeva mano a mano il colore rosso del sangue che
veniva lavato via, e sulle pareti di vetro ben presto si unirono gocce rosse a
fare compagnia a quelle trasparenti.
Finalmente dopo tanto tempo aveva rinunciato a scappare dal suo passato
e dalla sua condanna. Aveva deciso
di combattere con tutta se stessa, lo aveva deciso grazie ad un ragazzo
incontrato per caso una mattina di pochi giorni prima. Quel ragazzo era in
pericolo, lo sapeva… eppure non avrebbe potuto
fare molto per lui.
Aveva
tentato per lo meno a renderlo felice… era riuscita a liberare Yugi
dalla sua strana e oscura prigione. Lo aveva portato in salvo e a cosa era
servito? A niente…
Ma perché? Perché
avevano rapito quel piccoletto al posto suo! Perché?
Se erano entrati in
casa sua da vigliacchi, di notte mentre stavano
dormendo… perché avevano rapito Yugi se
volevano lei?
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14 settembre ore 9:05 a.m.,
Yami si destò solo in quel momento. Non
era passato tanto tempo da quando era stato morso,
eppure non sentiva più quel forte dolore all’altezza del collo. La
sua maglietta odorava ancora di sangue, quel sangue
che era stato assorbito dallo scuro tessuto. Si alzò da terra facendo
tintinnare qualcosa, quel rumore metallico ricordava quello delle catene…
infatti le catene che gli serravano i polsi e le
caviglie non lo facevano muovere più di tre passi dal muro, al quale
erano inchiodate. Sentì un passo ed alzò immediatamente la testa
nella direzione da cui proveniva quel rumore.
-Yami…- disse una voce che l’altro
riconobbe immediatamente…
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Ita rb- Per il momento non ho altre idee… spero che
questo capitolo vi piaccia alla prossima!!
Ringrazio:
Akemichan, sicuramente ho sbagliato l’impostazione del tempo in cui
è narrata la storia… il fatto è che a me piace scrivere
(perché di cavolate nel mio cervello ce ne sono a bizzeffe! ^-^ ndIta rb)(non
si era visto… -_____- ndSeto)(taci! è__é***** ndIta rb) ma non sono tanto brava, sto migliorando. Adesso sono a
casa con l’influenza, ecco perché ho aggiornato quasi subito,
spero che questo capitolo ti piaccia! ^^
Kelly, twe ti riprendi e io mi ammalo…
ç________ç ho la febbre!!! Bwaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
ç_______________________________ç Ehm… comunque, tornando a
noi: Zak sta facendo la nanna (chiamala nanna quella!
=__= Io mi sono addormentato agonizzante sul pavimento =__= ndZak)(dettagli… U.U’’
ndIta rb), Yugi è stato rapito (eheheheh
^-^ ndIta rb)(ma che ti ridi?! Ç_____________ç ndYugi), Blacky si sta
facendo una doccia (chi può biasimarla V__V ndIta
rb)(V__V ndBlacky) e Yami si è appena svegliato in una stanza buia…
secondo te cosa succederà nel prossimo cappy?
*________________________* (è partita… >__> ndSeto)(zitto -____________-** ndIta rb)
Dunque… commentate mi raccomando!
^-^