Un’esplosione devastante distrusse quasi totalmente il
castello reale di Water-Lock. La guerra non sembrava essersi ancora conclusa e
quei pochi soldati ancora capaci di combattere tentavano con ogni mezzo di
impedire l’avanzata a quelli di Kubara. Valerian corse fuori seguito da Golden
per scoprire la causa di quel disastro e notando una grossa nube nera proprio
sopra la torre principale del castello del Re, decise di avvicinarsi quanto più
possibile.
“Che diavolo è successo?”
“La guerra continua”
Il mago accelerò il passo e senza voltarsi ordinò al compagno
di rimanere di guardia a casa sua per proteggere Marian e Carian da eventuali
assalti nemici. Lo spadaccino arrestò dunque la corsa e sorridendo stette a
pensare per un attimo, poi rispose:
“Ok d’accordo, hai ragione. Ma se succede qualcosa usa la
magia più potente che conosci per farti notare e sarò subito da te”
“Se usassi la magia più forte che conosco questa città scomparirebbe”
“Eheh, mi fido di te Val”
Val si fermò a qualche decina di metri di distanza dall’altro
ragazzo e voltandosi lo osservò con un’espressione cupa e immersa in un velo di
inquietudine.
“Ricorda quello che ti ho detto, non osare accennare a nessuno
della mia storia”
L’interessato rispose solo con un cenno della mano e
sospirando si accinse a tornare indietro. Davanti il mago si aprì invece quello
che sembrava essere uno dei celebri spettacoli di cui Water-Lock era teatro:
fiamme e fuoco ornavano quel quadro di morte e le urla degli innocenti
corrodevano l’aria già sporca di cenere che sospinta dalla leggera brezza che
in quegli istanti stava ricoprendo la città, si espanse oltre i confini. Il
suono delle lame che si scontravano, il crepitio del fuoco ed i gemiti di
dolore riecheggianti in quel contesto insostenibile, mossero Valerian in
direzione del castello di cui adesso non ne rimaneva che un cumulo di macerie.
“Ehi tu! Fermo!”
Tre guardie armate di spada e scudo arrestarono l’avanzata del
ragazzo che senza dire una parola alzò le mani come ordinatogli.
“Fermo lì…”
“Non ho fatto niente di male”
“Quella zona è stata resa inaccessibile, non hai visto i cartelli?”
“Che strano, il fatto è che sono davvero sbadato...”
“Torna subito indietro”
Il mago si voltò e gli interlocutori lo riconobbero
immediatamente.
“Valerian?! M-Ma cosa ci fa qui?”
“Mi ricordo di voi, siete dell’esercito di Tanarin, vero?”
“Ormai di Javia. Comunque sia sei accusato di rapimento! Perché si è comportato
così, principe?”
“Principe… E’ una carica che non mi si addice più, anzi, non è mai stata mia.
Sono qui solo fermare il marciume della vostra spedizione militare e per
riprendere ciò che VOI avete rubato a me”
“… Cosa vuole dire?”
“Mera era venuta con me di sua spontanea volontà mentre voi l’avete riportata
al castello con l’inganno, non vi perdonerò mai”
“P-principe...”
“Salverò Mera, ucciderò Javia e riporterò luce su Kubara”
Il corpo del mago venne traversato da un’aura oscura e le
guardie presenti si accasciarono al suolo senza vita. La stregoneria sarebbe
stata l’unica possibilità che l’avrebbe condotto dinnanzi l’origine di quel
caos: era un potere oscuro, malvagio, demoniaco, ma il suo richiamo avrebbe
sovrastato la volontà di ogni mago esistente. Senza guardarsi alle spalle, il
giovane continuò la corsa in direzione del castello e finalmente ne vide in
lontananza la maestosità.
“Eccolo... Mera sto arrivando”
Le guardie presenti vennero facilmente neutralizzate ed in
poco tempo l’infiltrato riuscì a raggiungere i cancelli d’entrata. A quel
punto, ignorando totalmente i restanti soldati nelle vicinanze, allargò le
braccia come per abbracciare l’intero castello e concentrandosi fece
letteralmente tremare la terra.
“Avanti, se sei qui devi per forza rispondere alla
provocazione…”
I cancelli vennero sbalzati da un’energia mentale pazzesca e
le guardie finirono tra le macerie bruciati da una fiamma comparsa improvvisamente.
Water-Lock tremò finché finalmente, un fascio luminoso proveniente da una delle
torri del castello venne sparato in direzione di Valerian.
“Eccoti!”
Una barriera di vento respinse l’offensiva ed il mago
contrattaccò congiungendo i palmi delle mani davanti a sé. Prima che potesse
completare l’incantesimo però, una voce riuscì a fermarlo in tempo, una voce
femminile e terribilmente familiare:
“Che potenza! Il Re non mentiva a fatto allora”
“Questa voce…”
Un fulmine si schiantò a pochi metri dal mago ed illuminata da
una luce quasi divina, ne uscì colei che probabilmente era la causa della
vittoria di Kubara su Green-Lock.
“Naos... Echel?”
“Ahahah, che cosa credevate? Che donandoci un Luthus fasullo avreste fermato il
nostro potente esercito? Non sapete nulla, non sapete fino a dove possa
arrivare il potere che celiamo adesso”
“Restituiscimi Mera, maledetta”
“Sapevo che stavi arrivando, so del nascondiglio che avete trovato e so che la
tua cara mammina si trova qui. Javia ha però insistito, voleva vedere con i
suoi occhi l’eredità del demone nero e quindi ti ho permesso di arrivare qui
sano e salvo”
“Che cosa?”
“Avanti Valerian Cha’sid, mostrami il tuo potere!”
“Come diavolo fai a conoscere quel cognome?! Chi sei?!”
“Il tuo peggior incubo!”
La donna fece volteggiare il bastone che teneva saldamente tra
le mani e dopo aver concentrato abbastanza energia, lanciò una palla di fuoco
terrificante verso l’avversario. Valerian non abbandonò la sua posizione e
ponendo in avanti le mani creò celermente una barriera di ghiaccio che fermò
del tutto l’impatto.
“Sei davvero una maga?”
“Non ricordi al castello di Kubara? Lì vi salvaste solo per quella maledetta Liz.
Se fosse stato per lei a quest’ora starei ancora marcendo nelle viscere della
terra”
“Vuoi dirmi chi sei?!”
“Prima hai detto il mio nome no? Dunque non mi conosci meno di chiunque altro,
ora però muori!”
La maga sbatté con forza la sua arma contro il terreno ed una
scossa elettrica ricoprì in poco tempo l’intero campo. L’avversario balzò senza
indugiare e non perdendo la concentrazione riuscì in seguito a completare un
incantesimo di levitazione per mantenersi in aria.
“Gingillo niente male, te l’ha regalato Javia?”
“Stupido, questo è il bastone di Hanamir e adesso ne proverai sulla tua pelle
il vero potere!”
Intorno alla giovane maga venne evocato un muro di fiamme alto
almeno dieci metri che a comando lasciò partire delle piccole sfere ardenti. Il
mago schivò i colpi con grande rapidità ma più lo scontro continuava, più Naos
sembrava acquisire potere.
“Non mi lasci altra scelta...”
“Avanti, sto aspettando il vero Valerian!”
Il ragazzo chiuse gli occhi lasciandosi manovrare dalla sua
ira e accumulando energia vitale, si
preparò ad un potente incantesimo di stregoneria.
“Avanti, uccidimi! Uccidi la donna che ami!”
“Forse non te l’hanno mai detto... ma la stregoneria agisce sulla mente delle
persone. Mi riprenderò Mera da solo!!”
Dopo un’esplosione luminosa, Naos cedette in ginocchio con le
mani sulla testa afflitta da un dolore lancinante, il potere di Valerian era
mirato ad intaccare direttamente la sua mente per far riemergere la vera
proprietaria di quel corpo angelico.
“Riuscirò a liberarti!!”
“Come… come puoi avere tanto potere?”
“Mera combatti!! Non lasciare che ti manovri!”
“Tu... tu non oserai mai più... entrare nella mia testa!!!”
La donna rilasciò un’energia devastante distruggendo tutto ciò
che la circondava in un’area di cinquanta metri. Il castello ne finì in balia e
ormai completamente provato, cominciò a crollare sopra i due combattenti. Tra
il fumo e le fiamme si rese poi visibile un’ombra volteggiare a mezz’aria che
in modo piuttosto inquietante cominciò a sogghignare maleficamente. A quel
punto fece volteggiare il bastone che brandiva nella mano sinistra per
accumulare quanta più energia possibile.
“Eri degno del nome che portavi ma non eri al mio livello...
E’ FINITA”
Dall’arma di Naos venne generata una sorta di tempesta azzurra
che scagliata violentemente contro la terra ne causò la totale distruzione: era
la fine di Water-Lock che tra le grida degli ultimi superstiti ed il suono
dell’elettricità simile all’infuriare di uno stormo di falchi, scomparve in una
nube di fumo.
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“Ehi, svegliati!”
Valerian riaprì improvvisamente gli occhi e guardandosi
intorno cercò di capire dove si trovasse.
“Dove diavolo sono? Sono vivo?”
“Sei fortunato, devi essere molto più che un principe per non finire ucciso
come un cane da Javia”
“Chi sei?”
“Non mi riconosci?”
Gli occhi azzurri e i caratteristici capelli rossi di quel
ragazzo erano inconfondibili. Valerian provò quindi ad alzarsi per osservare
meglio ma una fitta al fianco sinistro lo costrinse a rimanere in quel letto
sudicio ed a limitarsi a qualche domanda.
“Carser, sei proprio tu?”
“Che tristezza vederti in questo stato pietoso, tu, che hai sempre cercato di
essere il primo in tutto”
“Che cosa ci fai qui? Lavori per Javia adesso? Che ne è stato di Kubara?”
“E’ questa Kubara, Javia non ha mai fatto niente di male. Tu piuttosto, perché
hai rapito la principessa?”
“Rapito... la principessa? E’ voluta venire di sua spontanea volontà!”
“Eppure a noi ha detto il contrario, e ci ha pure detto che sei uno stregone,
l’ho sempre sospettato”
“Accidenti Carser, credevo che almeno tu non ti facessi abbindolare in questo
modo. Anche solo guardandola negli occhi, non vedi che la principessa non è in
sé? Quella non è Mera!”
“Non agitarti, hai una ferita profonda”
“Ascoltami... devi aiutarmi, dobbiamo fermare Javia. Io so perché è qui!”
“Vuole recuperare ciò che appartiene a Kubara di diritto, tutto il Luthus che
Green-Lock ci ha rubato! Cosa c’è di tanto sbagliato?”
“Come puoi dire questo? Ha attaccato un paese alleato e mi ha praticamente
scacciato dalla famiglia per...”
“Per salvarti, sai del Luthus no?”
“Non posso credere che hanno plagiato anche te”
“Io non mi faccio plagiare da nessuno Valerian, semplicemente ho ascoltato le
motivazioni che hanno alimentato la guerra e le ho accettate. Tu piuttosto,
perché sei così ostile?”
“Maledetti... maledetto Javia”
“Tu lo maledici ma è stato lui a volerti vivo, dovresti ringraziarlo”
“Sì, lo farò quando l’avrò davanti”
“Beh a quanto pare avverrà molto presto, mi aveva chiesto di verificare se
fossi vivo e l’ho fatto. Ora se non ti dispiace devo tornare alla mia
postazione”
“Fai il bravo cane da guardia eh?”
“Oh Val, sei un mago... dovresti sapere che non si gioca col fuoco. Ci
rivedremo, ne sono certo”
L’uomo uscì e Valerian si lasciò cadere nel letto con una mano
sul volto. Sospirò pesantemente ripensando a ciò che era successo e quando
sembrò stesse per accettare il fatto di aver perso, una voce attirò la sua
attenzione:
“E’ così che proteggi la persona che ami? Ecco perché non ti
stimerò mai”
Il mago alzò la testa osservando il punto da cui pensava fosse
venuta la voce, ma al buio non vide nessuno.
“Dove guardi? Che grande mago che sei, davvero”
“Questa voce... Golden?!”
“E’ la seconda volta che ti salvo la vita, ormai mi sei debitore fino alla
morte, eheh”
“Dove sei?”
Celermente, il giovane si intrufolò da alcune grate che
tenevano sbarrata la finestra, poi fece una capriola e riatterrando con grande
equilibrio si rivolse al giovane compagno sbeffeggiandolo.
“Neanche con tutta la magia di questo mondo saresti riuscito a
fare una cosa del genere”
“Ma di dove sei passato? Quelle grate erano resistenti”
“Hai presente la mia spada? Diciamo che ha qualcosa da raccontare anche lei”
“Già, la spada... E’ per quella che sei andato nell’Euvenia vero?”
“Direi che prima di parlare di me, sarebbe meglio uscire da questo tugurio”
“Già, e andare dove? Naos mi ha distrutto, non posso competere, nessuno può e
poi sono ferito”
“Avanti! Abbiamo ancora diversi assi da giocare Val, non conosci mia sorella”
“Ehi aspetta un attimo... se tu sei qui, mia madre e Carian dove sono?”
“Stanno bene tranquillo, ora muoviamoci”
“Lo spero, comunque sia se mi dici dove si trovano potremmo raggiungerle con un
incantesimo di teletrasporto. Mi proverebbe parecchio ma è un metodo sicuro”
“Smettila con queste pagliacciate, sembri un fenomeno da baraccone quando parli
così. Niente cose strane, vieni da questa parte”
Golden spaccò la porta della stanza e furtivamente scivolò
fino all’altra parte del corridoio.
“Svelto!”
“Ehi aspetta un attimo, ho visto Water-Lock distruggersi, dove siamo?”
“A Kaimar”
“Di nuovo...”
“Ci sei già stato? Ma non dovresti essere un principe?”
“Che vorresti dire?”
“Fa nulla, eheh. Forza, usciamo di qui prima che cominci ad abituarti al posto”
I due uscirono dalla prigione raggiungendo una grande distesa
di verde illuminata dal sole e proseguendo in direzione del porto speravano di
potersi infiltrare in una delle navi presenti.
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“Eheh, dove credono di andare?"