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Autore: cioccorana_    17/07/2011    2 recensioni
Tutto è pronto per una nuova edizione del Torneo Tremaghi. Oltre vent'anni dopo la caduta definitiva di Lord Voldemort, nessuno si aspetta che qualcosa di terribile stia per succedere di nuovo. Hogwarts è nuovamente minacciata da oscure presenze.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Salve a tutti! Siamo arrivati al quarto capitolo di questa storia e mi sento di dover ringraziare tutti coloro che stanno continuando a leggere il mio lavoro.
Innanzitutto, un particolare ringraziamento va a Victorie15, Guinevere_90 e ___lumos per aver recensito.
Un altro grazie va a Emi_, robysnape, _Alix_, _anda e DominiqueWeasley che seguono la storia e a paperottamartina che l’ha ricordata.
Per finire, un’enorme grazie alle mie care _LoveMe, xjustadreamer e MelCullen per il sostegno e l’affetto che mi dimostrano tutti i giorni. Non immaginate quanto sia fondamentale per me, nonostante arrivi attraverso un monitor.
Che dire, spero che continuiate a leggere! Devo avvisarvi che potreste trovare questo episodio un po’ noioso, ma vi assicuro che tra un paio di capitoli inizierà davvero l’azione.
Quindi, ancora mille grazie e buona lettura!
 
Nicole

 
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« E’ un’ingiustizia ».
Il sasso, scagliato con forza, rimbalzò due volte sulla superficie dell’acqua, poi andò a fondo.
« Lo so, James, ma che possiamo farci? »
Roxanne Weasley era seduta ai piedi dell’enorme quercia secolare che si affacciava sul Lago Nero e giocherellava distrattamente con alcuni fili d’erba, mentre osservava il cugino con aria rassegnata.
« Avremmo dovuto aspettarcelo », aggiunse Albus afflitto.
 
In qualità di capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, James era appena stato convocato nell’ufficio della McGranitt insieme ai capitani delle altre squadre della scuola. Lì, la preside aveva annunciato che, come da regolamento, quell’anno il campionato scolastico di Quidditch sarebbe stato sospeso per lasciare spazio al Torneo Tremaghi.
James non aveva preso affatto bene la notizia ed era uscito dall’ufficio della Preside a dir poco furioso, imprecando contro tutti quelli che aveva incontrato lungo il percorso fino al cortile (Albus compreso). L’unica che non aveva osato mandato a quel paese era stata Roxanne.
 
Albus sapeva che suo fratello era molto affezionato a sua cugina, benché non lo avesse mai ammesso di persona. Era una delle poche persone per cui portava rispetto, e non era il solo ad avere questi riguardi per lei.
Nonostante avesse solo quindici anni, Roxanne Weasley era probabilmente la miglior  Cacciatrice che la squadra di Quidditch di Grifondoro avesse mai visto. Agile e scattante, riusciva sempre a segnare almeno una decina di gol ad ogni partita. Inoltre, era una ragazza piuttosto carina e questo la rendeva assai popolare tra i compagni. Aveva lunghi capelli corvini che le scendevano fin sotto le spalle e la carnagione ambrata del suo viso contrastava in modo curioso con i suoi occhi azzurri, tipici dei Weasley. Malgrado ciò, Roxanne non era affatto vanitosa. Era, invece, molto concreta , decisa e, spesso, fin troppo testarda: quando si arrabbiava, non c’era modo di trattenerla.  In effetti, da questo punto di vista, lei e James si somigliavano parecchio. Forse era per questo che si capivano così bene.
 
James raccolse un altro sasso dalla riva del Lago e se lo rigirò tra le mani.
« L’anno prossimo non sarò più a Hogwarts. Speravo di avere l’occasione di vincere il Campionato per l’ultima volta ».
« Quest’anno hai anche i M.A.G.O., James. Non te ne eri dimenticato, vero? » domandò Albus con tono di rimprovero.
« Oh, ehm… No, certo che no » rispose lui lanciando il sasso sul pelo dell’acqua. La pietra fece un balzo, poi andò a fondo.
 
Sì, se n’era dimenticato. Era incredibile come suo fratello dimenticasse in fretta le cose che non gli importavano.
Con un grugnito di irritazione per l’ennesimo lancio fallito, James afferrò un masso molto più grosso dei precedenti e lo gettò nell’acqua a circa un metro da lui, sollevando altissimi spruzzi gelati che gli piovvero addosso, inzuppandogli il maglione.
« Spero che ai M.A.G.O. non ti chiedano una dimostrazione pratica di come far rimbalzare un sasso sull’acqua, o sarai nei guai » osservò Roxanne, nascondendo un ghigno compiaciuto.
James alzò gli occhi al cielo. « E io spero che ai G.U.F.O. non ti chiedano di tenere per te i tuoi irritanti commenti perché proprio non ne sei capace ».
Roxanne rispose con una linguaccia, ma non riuscì a trattenere un sorriso e James scoppiò a ridere.
Non c’era niente da fare. Quei due non avrebbero mai perso l’occasione di stuzzicarsi e darsi fastidio.
Albus sorrise guardandoli, ma poi si fece serio e disse: « A proposito di esami, studio e compiti… Per domani devo scrivere cinquanta centimetri di saggio di Storia della Magia sull’argomento “Streghe nel Medioevo” e non ho ancora iniziato ».
« Allora, buona fortuna, fratellino. Cerca almeno di finire in tempo per la festa di stasera » rispose James noncurante.
Albus lo fissò confuso. « Festa? Quale festa? »
« Quella di Halloween, tontolone! » rispose lui, ridacchiando e non sentendo Roxanne che borbottò, roteando gli occhi: « Da che pulpito… »
« Oh, già » fece Albus, sforzandosi di non ridere per la reazione della cugina. « Me n’ero dimenticato. Comunque pensavo di non venire. Non amo particolarmente le feste in maschera e poi… ».
« Tranquillo, non ci saranno clown. Posso assicurartelo » lo interruppe James in tono solenne.
« Non hai ancora superato la tua paura per i clown, Albus? »
Roxanne lo guardava cercando di mantenere un’espressione il più seria e neutra possibile. Fu James a rispondere.
« Certo che no! E’ ancora traumatizzato da quella volta in cui il clown del circo lo scelse tra il pubblico come volontario per il numero della monetina scomparsa ».
« Quel Galeone era la mia paghetta della settimana! » intervenne Albus, accigliandosi. « E facevo bene a preoccuparmi, visto che non l’ho più rivisto! »
James rise di gusto e osservò: « Mai fidarsi dei Babbani che si cimentano nella magia! »
Albus fece una smorfia. « L’ho imparato a mie spese ».
« E che spese! » esclamò James, scoppiando a ridere un’altra volta.
Albus sbuffò spazientito. « Oh, piantala! Se non sbaglio, stavamo parlando della festa. Se tu mi avessi lasciato finire, ti avrei detto che non posso venire perché non ho un costume di Halloween! »
Con evidente sforzo, James tornò serio. « Questo non è un problema. Lily e Rose ti aiuteranno volentieri a renderti presentabile per la serata. Il compito è arduo, ma ce la faranno ».
Roxanne raccolse una pigna da terra e la lanciò verso James, colpendolo sulla testa.
« Ti aiuterò anche io, » disse sua cugina mentre si spostava di lato per evitare la pigna che stava volando nuovamente verso di lei, scagliata in risposta da James. « ma solo se prometti di venire ».
« Ecco. Ora non hai più scuse » replicò James in un tono che non ammetteva repliche, riservando un’occhiataccia alla cugina, che era scampata all’attacco.
Albus sospirò sconfitto. « Va bene, va bene. Ci sarò ».
« Fantastico! » esclamò Roxanne sorridendo allo sguardo arcigno di James e alzandosi in piedi.
« Ci vediamo stasera, allora » lo salutò James, dandogli una pacca sulla spalla.
« D’accordo, a più tardi » urlò Albus mentre già correva lungo il sentiero che portava al castello.
 
 
Appena entrato in biblioteca, lo accolse la tipica quiete dei luoghi di studio. Albus frequentava di rado quell’ala del castello: non si riteneva propriamente un “secchione” e non voleva che gli altri lo pensassero.
 
Quel giorno, tuttavia, non poteva proprio fare a meno di quella visita: aveva bisogno di alcuni volumi riguardanti le persecuzioni delle streghe nel Medioevo, dove trovare qualche spunto per il suo compito. Quindi, si diresse senza indugi verso la sezione della biblioteca dedicata alla Storia della Magia. Trovò in fretta quello che stava cercando. Scelse una mezza dozzina di libri polverosi e dall’aria antica e si mise in cerca di un tavolo libero su cui studiare in pace. Evitò accuratamente un manipolo di Serpeverde radunati vicino alla Sezione Proibita e salutò con un cenno un paio di compagni di classe impegnati con Antiche Rune. Mentre correva con lo sguardo lungo gli stretti passaggi tra gli scaffali, voltò l’angolo e urtò contro qualcosa, anzi qualcuno. I pesanti tomi di Storia della Magia rovinarono a terra con gran trambusto.
« Per i mutandoni a pois di Merlino! Ma che accidenti… » borbottò Albus guardandosi intorno. Quando capì con chi si era scontrato, tuttavia, arrossì imbarazzato e balbettò: « Oh! Ehm… S-scusa, io… mi dispiace ».
Irina Rawndilgeld era inginocchiata sul pavimento, intenta a raccogliere i suoi libri. « Non fa niente, tranquillo » lo rassicurò con voce leggera.
« Aspetta, ti do una mano » disse Albus, inginocchiandosi a sua volta. Riunì in fretta i volumi di Storia della Magia per il suo compito e stava aiutando Irina a raccogliere le sue cose, quando una voce dietro di lui lo fece sobbalzare.
« Ma che succede qui? Cos’è questo baccano? »
Madama Pince era sbucata da dietro un alto scaffale e li guardava truce, le guance incavate, la pelle incartapecorita, il lungo naso adunco e i minuscoli occhi scuri fissi su di loro.
« Niente, va tutto bene » assicurò Albus.
« Ci scusi » aggiunse Irina.
Madama Pince sparì di nuovo tra le pile di libri, borbottando tra sé. Albus si alzò in piedi e allungò una mano a Irina per aiutarla a rialzarsi. Lei l’afferrò e gli sorrise, rimettendosi in piedi. « Grazie. E scusa ».
« Ma no, è stata colpa mia. Non guardo mai dove vado ». Albus rise, a disagio. Quando era in imbarazzo diceva sempre cose stupide. « Comunque sono Albus. Piacere ».
« Io sono Irina. Piacere mio » rispose lei, fissandolo con i suoi straordinari occhi celesti e stringendogli la mano.
Solo allora Albus notò che si tenevano ancora per mano. Sentendosi un’idiota, si affrettò a lasciarla andare.
« Ehm… sei di Durmstrang, vero? »
Domanda brillante, davvero.
Irina annuì, poi si guardò intorno. « Mi piace molto la vostra scuola ».
« Sì, anche a me. Cioè, in realtà non molto, ma un po’ sì… ».
Avrebbe voluto Smaterializzarsi all’istante, ma primo, non aveva ancora diciassette anni, secondo, era impossibile Smaterializzarsi all’interno di Hogwarts, Rose glielo diceva sempre.
Irina ridacchiò. « Capisco » disse « Be’, è stato bello conoscerti, Albus. Ora devo andare. Ci vediamo in giro ».
« Eh? Ah! Sì, okay ».
Era sicuro di avere un’aria da ebete, ma non poteva farci niente.
« Ciao, Albus. A presto ». E con un ultimo sorriso, Irina si avviò tra gli scaffali polverosi, diretta all’uscita.
 
Albus rimase a riflettere, fissando i libri che teneva in mano.
Si erano parlati e lei aveva addirittura detto che era stato un piacere conoscerlo e che si sarebbero rivisti presto.
Forse non era parso poi così stupido quanto immaginava. Almeno, pensò, lei non sembrava averlo preso completamente per un idiota ed era questa la cosa importante.
In cuor suo sperò che il “presto” di quel “a presto” arrivasse in fretta.
 
« Tutto bene, ragazzo? »
Madama Pince lo scrutava da dietro uno scaffale con aria preoccupata e indagatoria insieme. In quel momento, Albus si accorse di avere stampata in faccia un’espressione da perfetto imbecille. Fece sparire in fretta il suo stupido sorriso sognante e borbottò un « Si, si » mentre si dirigeva a tutta velocità al primo tavolo libero che aveva individuato.
Si sedette e si costrinse a concentrarsi sul compito di Storia della Magia. Mentre scorreva con lo sguardo la pila di libri selezionati dagli scaffali, si accorse che c’era qualcosa in più. Estrasse da sotto gli altri volumi un quaderno con la copertina in pelle scura e lo osservò per un momento. Di certo non era suo. Lo aprì e iniziò a sfogliarlo: qua e là, tra le pagine piene di appunti scritti in una grafia chiara e ordinata, trovò qualche foglio di pergamena piuttosto vecchio, su cui figuravano strani schemi e disegni. Albus non comprendeva la lingua utilizzata dall’autore di quelle pagine, ma capì che si trattava di qualche importante studio di magia. Per un momento pensò di averlo preso per sbaglio da uno scaffale della biblioteca, mentre estraeva i libri di Storia della Magia che gli interessavano, ma poi, sfogliando a ritroso fino alla prima pagina, vide il nome del proprietario. Al centro del foglio, con inchiostro nero, in un elegante corsivo, campeggiava la scritta Irina Rawndilgeld.
  
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