Ad interromperci fu un lieve colpo di tosse che ci fece staccare e abbassare gli occhi: era Shannon.
“Ehm, scusate..Io…Non volevo.”, disse lui frettoloso.
“Non..Non è niente.”, balbettai.
Jared aveva stampato in faccia un sorrisino ebete che mi fece innervosire.
“No davvero. Prendo una cosa e scendo di sotto.”
“Tranquillo,- sbottai, mandando uno sguardo truce a Jared- io vado.”
Finalmente si decise a parlare e mormorò un semplice “Ti accompagno”, seguito da un sorriso.
Scendemmo di nuovo le scale che avevamo fatto prima, stavo quasi per cadere e lui mi trattenne per un braccio.
“ Va tutto bene, Mary?”, disse preoccupato.
“ Tranquillo, va bene..-, risposi afferrando la maniglia della porta.- Ci vediamo, sai dove trovarmi..”
“ Aspetta..- disse lui tenendomi la mano- Non puoi salutarmi così.”
Mi prese per il bacino e mi avvicinò a lui. La distanza che ci separava era minima, potevo percepire il calore del suo corpo, il profumo delle sue labbra invitanti che era come se richiamassero le mie. Con un gesto felino prese il mio viso e lo avvicinò al suo, facendo aderire per la seconda volta le nostre labbra. Chiusi gli occhi.
Mi fece inclinare la testa, facendosi spazio fra la mia mandibola ed il collo, per poi andare a posare le sue labbra proprio lì, provocandomi mille spiritelli sulla schiena. Continuò a sfiorare il mio collo con le sue labbra leggere, mentre le sue mani mi tenevano per la vita. Aprii gli occhi e trovai lui che mi guardava con uno sguardo divertito.
“ A domani, Mary.”, mi disse lentamente.
“ A domani, Jared.”
La strada per casa fu una continua successione di pensieri. Io e Jared nemmeno ci conoscevamo e già c’eravamo scambiati due baci, cosa che non era molto solita, almeno per me. Avevo visitato pure casa sua, ancora più strano. La cosa che mi preoccupava di più era quello che avrebbe potuto pensare Jared di me, insomma, gli avevo raccontato la mia vita ed in fondo ora stavo meglio. Non avevo più il senso di pesantezza che mi assaliva ormai da troppo tempo, quel senso di schifo e repulsione per l’intera umanità s’era affievolito con uno sguardo, con un suo sguardo. Ripensando a tutto quello che avevo vissuto quel pomeriggio, un senso di tranquillità e tenerezza pervadeva il mio animo.
Arrivai a casa e, come al solito, non vi trovai nessuno se non un bigliettino.
“ Sono ad una cena di lavoro, tua madre è al cinema con delle amiche. Dì a Sophie di preparti la cena.
Papà.”
Questa storia succedeva almeno sei giorni su sette, non vedevo quasi mai i miei fra lavoro e studio. Eppure io trascorrevo molto tempo a casa, non avendo molti amici rimanevo molto spesso chiusa in camera mia a leggere o imparare il piano da autodidatta. Mi piaceva stare da sola e pensare, riflettere sulla mia vita o semplicemente sognare. Sognare era, ed è ancora, l’unico mondo in cui le cose vanno come vuoi tu, senza imprevisti né sofferenze; Insomma, tutto quello che serve per essere felice.Mi stiracchiai sul letto e, rimuginando ancora su quanto era successo, mi addormentai.
Aprii gli occhi e mi trovai in un posto sconosciuto.
Ero su una collina, una collina circondata da nuvole. Non c’era nessuno intorno, solo tanta nebbia. Il silenzio assordante mi faceva paura. Feci un passo indietro e sentii un paio di mani infilarsi sotto la mia maglietta leggera.
Mi girai ma non c’era nessuno.
Qualcuno mi stava accarezzando i capelli, ma non riuscivo a vedere nessuno. Un senso di spaesamento si impadronì della mia testa, fin quando mi sentii toccare di nuovo alla schiena. Le mani mi facevano male, mi strappavano la maglietta e gli shorts che avevo.
“C’è qualcuno?”, dissi piano.
Di tutta risposta mi fu tappata la bocca, non potevo parlare. Riuscivo a malapena a respirare, mi girava la testa e fui costretta ad abbandonarmi sull’erba gelida della collina.
“Chi sei?”, chiesi impaurita.
Nessuna risposta. Le mani ancora frugavano, sentivo scorrerle lungo il bordo degli slip, poi entrare dentro.
Gridai, gridai più forte che potei, gridai fino a perdere la voce, fino a lacerarmi le corde vocali.
“Hey Mary, tranquilla! Era solo un brutto sogno, solo un brutto sogno!”
La voce di Sophie mi tranquillizzò, riportandomi sulla Terra.
“Va tutto bene piccola, tutto bene. Non aver paura, ci sono io con te. Hai solo avuto un incubo..”, cercava di farmi calmare, cullandomi.
Ero ancora madida di sudore e avevo gli occhi iniettati di sangue. Tremavo ancora e avevo la maglia veramente strappata.
Cosa mi stava succedendo?
“ Ho paura, Sophie. Aiutami.”, dissi ancora tremando.
“ Non devi averne tesoro, non averne.”
Mi adagiai sul petto di Sophie, cercando di riprendermi dallo shock.
Mi faceva male lo stomaco, respiravo a stento. Sophie mi portò un bicchiere d’acqua che ingollai tutto d’un fiato, sudavo ancora freddo. Mi alzai per togliermi la maglietta, nel togliermi le coperte, mi accorsi di lividi freschi e di graffi sulle braccia e sulle gambe.
Cosa diavolo stava succedendo?
NdA: Allora, allora, allora. Vorrei ringraziare un paio di persone prima di salutarvi. Innanzitutto devo ringraziare la mia Ciccia, che anche se non leggerà questo ringraziamento, è importante citare. Lei è la mia lettrice per eccellenza, ed io la sua scrittrice preferita.. Direi anche l'unica. Grazie per tutti i complimenti e grazie soprattutto per starmi accanto.
Poi devo ringraziare:
- Fra_Echelon, perchè mi riempi sempre di complimenti e sei la mia sposa. Tanto amore.
- MikyEchelon, la mia Chela. Che risate che mi ci faccio, ti adoro Ikeona mia!
- Angel_echelon, la mia Bell. Sei sempre più importante, sei un tesoro. <3
- Niente, devo ringraziarti ogni giorno della mia vita io. Scusa, sopportami. <3
- Handofblood12, non potevo non ringraziare anche te. Sei il mio aiuto-scrittrice, quella che non è di parte e mi fa notare errori e robe varie. Ti voglio bene. <3
Detto questo, penso d'aver finito.
Cosa sarà successo alla nostra Mary? Dite che è un cattivo presagio? E della situazione con Jared, cosa ne pensate? Aspetto i vostri pareri.
Un bacione,
Vale.