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Autore: RondineSapientina    18/07/2011    4 recensioni
"Al cuor non si comanda, sai Remus?"
"Sì, l'ho sentito dire; ma dubito fortemente che il tuo si lascerebbe sopraffare dalla ragione!"
"E il tuo"
, ribattè lei stizzita,"l'hai nascosto su un'isola deserta anni fa e hai buttato via la chiave del forziere, in cui si trova, perchè nessuno, nemmeno tu, potesse arrivarci!"
Ecco a voi una fanfiction su Lupin e Tonks e su cosa potrebbe essere successo tra i due, durante il quinto libro! Spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Immagino che vi starete chiedendo cosa sia successo…bè, ho riscritto il capitolo! Quello precedente non mi convinceva per niente, soprattutto il falshback e la parte in cui Tonks doveva chiedere a Remus di accompagnarla al ballo! Spero almeno di averlo migliorato! Ringrazio tutti, ovviamente, per aver recensito il vecchio capitolo e che siate stati clementi con i commenti, anche se faceva davvero pena! Spero che questo vi piaccia di più!
Abby_nigel
 



Capitolo 21

Un invito inaspettato

 



I passi di Tonks riecheggiavano nel corridoio del quarto piano dell’Ufficio Auror. Era da qualche settimana che non metteva piede al Ministero per l’attacco, sferratole da Bellatrix e nulla sembrava cambiato, tranne l’ atteggiamento degli altri impiegati, che apparivano esuberanti ed entusiasti. Ninfadora non sapeva spiegarsi a cosa fosse dovuto tutto ciò, ma quella strana atmosfera riuscì a coinvolgere anche lei. Sorrideva a ogni collega che incontrava e, quando entrò nel proprio ufficio, capì che, nonostante tutto, il lavoro le era mancato. Lanciò uno sguardo veloce attorno a sé e notò che non c’era niente fuori posto, tranne la pila di scartoffie, che si erano accumulate durante la sua assenza. Si buttò svogliatamente sulla propria sedia e sbuffò nel constatare che in realtà la montagna di fogli era molto più grande di quello che sembrava. Allora, cercando di richiamare a sé un po’ di buona volontà, afferrò la penna e prese il documento in cima. Cominciò a sfogliarlo, ma fu totalmente inutile, poiché la sua mente aveva cominciato a navigare tra i ricordi della settimana precedente, trascorsa alla Tana. Soprattutto ripensò ai momenti trascorsi con Remus, a tutte le volte che, svegliandosi, lo aveva trovato affianco al letto a leggere un libro, a tutte le volte che le aveva portato colazioni, pranzi e cene in camera, a tutte le volte che l’aveva accompagnata a fare una passeggiata, quando lei ne aveva voglia o si sentiva abbastanza in forma.
Ad un certo punto rivolse lo sguardo verso la finestra e rimase ad ammirare il cielo azzurro, che sovrastava l’intera città. Quel cielo terso e limpido era lo stesso della settimana precedente.
 


Una mattina, infatti, quando ormai stava abbastanza bene da poter abbandonare la propria stanza, uscì dalla casa e si avviò lungo il sentiero, che aveva percorso solo una settimana prima. Il caldo sole di fine aprile le baciava le gote un po’ troppo pallide per i suoi gusti e sembrava quasi far evaporare quella sensazione di malessere, che le aveva fatto compagnia per tutto quel tempo. Sentiva la ghiaia scricchiolare sotto i suoi anfibi e i canti allegri degli uccelli erano musica per le sue orecchie. Non si era mai sentita così bene, né così felice. Anche se il Fato era deciso ad esserle avverso a qualsiasi costo, Tonks cercava di andare avanti e di sorridere alle difficoltà. Ormai aveva già percorso abbastanza strada, quando improvvisamente qualcuno la affiancò.

-Non dovresti andare in giro da sola, soprattutto non nelle tue condizioni.

Quando Ninfadora si voltò, trovò al suo fianco Remus, che le sorrideva premurosamente. Allora lei si bloccò e, fingendosi offesa, disse

-Guarda che io so badare a me stessa.

-Questo non lo metto certamente in dubbio!- ribatté lui, portando le mani dietro la schiena –Ero solo preoccupato per te…

Tonks rimase sorpresa da quella risposta e non poté fare a meno di guardarlo meravigliata; poi, però, le si dipinse un sorriso sul volto e, mentre riprendeva a camminare, esclamò

-Remus Lupin sai sempre cosa dire al momento giusto! E’ snervante come cosa!

Lui ridacchiò divertito e affiancò immediatamente la ragazza.

-In effetti è snervante anche per me, soprattutto quando da ragazzo, dovevo trovare una scusa per quello che combinavano James e Sirius…Silente mi aveva nominato prefetto per cercare di tenerli a freno, ma fu totalmente inutile. Erano irrecuperabili!

-Non dirmi che Silente ti ha ordinato di proteggermi?- domandò lei, ironicamente.

-Tecnicamente sì,- ammise Remus –ma io non sono stato in grado di farlo…

Tonks smise di camminare e guardava Lupin, come meravigliata. L’uomo si fermò un po’ più avanti e si girò indietro per aspettarla.

-Dici sul serio?- chiese lei –Davvero credi di non avermi protetta?

-Certo!- disse lui, annuendo con convinzione, -Se non fosse stato così, tu non saresti entrata in coma e non saresti stata male e…

-Remus, prendi fiato e ascoltami!

Allora Ninfadora gli si avvicinò e, allargando le braccia, riprese a parlare

-Non è assolutamente colpa tua! Neanche Silente aveva previsto che Bellatrix sarebbe arrivata fin qui! Sei un essere umano come tutti noi e a tutti capita di commettere degli errori!

Il volto di Lupin divenne funereo e il suo tono di voce era completamente atono.

-Io non sono un essere umano…sono un licantropo…

-E questo cosa c’entra?

-C’entra, perché sono un mostro!

Remus si voltò, dando le spalle alla ragazza e, quasi in un sussurro, disse

-Sono pericoloso e non sono nemmeno capace di proteggere chi amo…

Tonks sussultò nel sentire quella parola. Possibile che lo avesse detto davvero, che fosse riferito a lei? Un barlume di speranza si accese nel suo cuore e, spinta dall’amore che provava per lui, gli posò una mano sul braccio e lo costrinse a girarsi verso di lei.

-Remus tu non sei un mostro! Se davvero fosse stato così, non saresti qui, adesso, a preoccuparti per me! Tu hai dei sentimenti, come tutti noi…come me…

Dopo quella frase, Ninfadora trattenne il fiato nell’attesa di una risposta, che non arrivò, poiché Lupin le sorrise. Non c’era niente da fare, ma per lei quel sorriso valeva più di mille parole, di mille gesti, più di qualsiasi altra cosa. Questa era l’unica cosa che riusciva a spiazzare Tonks. Il suo sorriso, il suo sguardo, riuscivano a catturarla, a catapultarla in un altro universo, senza che lei nemmeno se ne accorgesse. Amava Remus perché sapeva essere dolce e gentile, premuroso e amorevole, deciso e sicuro di sé.
Senza accorgersene, Tonks rabbrividì a quel pensiero e lui se ne accorse.

-Torniamo dentro. Non vorrei che ti ammalassi per colpa mia!

Così la prese sotto braccio e la riportò alla Tana e, da quel giorno, non parlarono più di quell’argomento.
 


 

-Ehy Tonks! Posso entrare? Ti disturbo?

-Cos…oh Sarah, no figurati! Vieni entra!

Sarah era la ragazza tutto fare dell’ufficio Auror. Non era molto sveglia ed era anche un po’ civetta, ma andava comunque bene per consegnare messaggi o informazioni.

-Finalmente sei tornata! Stai bene? Perché sei un po’ pallida!

-Sì, sì, sto bene, grazie!- tagliò corto Ninfadora -C’è qualcosa di importante che devi dirmi?

-Oh, sì! Ecco, dovevo consegnarti questo!

Mentre lo diceva, le passò una specie di invito. Sopra c’era il simbolo del Ministero e alla fine la firma di Caramell stesso.

-E’ l’invito per il ballo organizzato dal Ministero!- spiegò Sarah, con un po’ troppo entusiasmo –Gli inviti li hanno distribuiti, mentre eri assente. Devono partecipare tutti coloro che lavorano qui e devi
portare un accompagnatore…allora? Con chi verrai?

-Che significa che devono partecipare tutti?!- domandò l’altra, preoccupata.

-Che c’è “frequenza obbligatoria”! Non vedo l’ora che arrivi questo ballo, tu no?

-No, per niente…a me non piacciono i balli e non ho alcuna intenzione di fare un’eccezione per questo!

-Credo che non potrai fare diversamente!- disse Sarah, alzando innocentemente le spalle –Il Ministro è irremovibile su questo punto e, se fossi intelligente, capiresti il perché!

Tonks avrebbe voluto ribattere, ma la ragazza se n’era già andata. Allora si girò l’invito tra le mani e ne osservò attentamente le decorazioni sfarzose. No, non sarebbe mai andata a quel ballo e nessuno l’avrebbe potuta costringere.
 

*          *         *

 

-Invece ci andrai!

-Andiamo Malocchio! Perché devo andarci? Non mi puoi costringere!

Tonks scattò in piedi e il tavolo della cucina di Grimuland Place oscillò pericolosamente.

-Non essere sciocca!- la ammonì Alastor, che stava percorrendo la stanza a grandi falcate –Anche io non voglio andarci, ma dobbiamo! Non hai ancora capito che Caramell ha organizzato tutto questo per far credere che viviamo in un periodo di pace, tanto che il Ministero può permettersi di stare in panciolle e di organizzare un maledetto ballo?

-Ma io cosa c’entro in tutto questo?- domandò la ragazza, che ormai era sull’orlo dell’esasperazione.

-Se tu, che sei un Auror, non partecipi ad un evento del genere,- cominciò Lupin, appoggiandosi al bordo del tavolo con i gomiti –penseranno tutti che sei in combutta con Silente e, allora, potresti anche perdere il tuo posto di lavoro…e poi, a mio parere, più membri dell’Ordine ci sono e meglio è.

-Già!- convenne Alastor –Quella potrebbe essere un’ottima occasione per attaccare…

-Oh…- disse Tonks, sorpresa da quella spiegazione –In effetti non ci avevo pensato…è che mi scoccia dover fingere che vada tutto bene, quando sappiamo che non è così…

Moody fece un ghigno divertito e, puntando rumorosamente il bastone per terra, esclamò

-Devi ancora capire come gira il mondo, ragazzina!

-Grazie Malocchio, lo prenderò come un complimento!

-Cara hai già pensato a chi chiedere di accompagnarti?- domandò Molly Weasley, portando alle labbra la tazza con il tè.

Ninfadora si grattò pensierosa la testa.

-Non ne ho la più pallida idea! Io non sono una tipa da ballo di gala! Insomma guardatemi!

Allargò le braccia come per indicarsi e tutti si voltarono verso di lei per osservala, ma l’unica a prendere la parola fu Molly.

-Sciocchezze, ragazza mia! Sei molto carina e…

-…e ho la grazia di un elefante che cammina sulle uova! Anche volendo, nessuno sano di mente accetterebbe di accompagnarmi, rischierebbe ti tornarsene con tutte le dita dei piedi fratturate!

-Cosa che hai certamente ereditato da tuo padre! Noi Black siamo sempre stati eleganti e leggiadri!- disse, scherzando, Sirius, che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

Tonks gli lanciò uno sguardo truce, non riuscendo comunque a trattenere un sorriso.

-Remus perché non l’accompagni tu?- propose l’amico dopo poco.

Lupin si sentì colto di sorpresa e, in un primo momento non rispose, ma si limitò a far scorrere il suo sguardo sui volti di ogni presente. Erano tutti in attesa di una sua risposta, ma questa volta non ci fu il solito tacito sorriso, come Tonks si aspettava.

-Non…non credo sia il caso. Penso che la mia presenza non gioverebbe alla posizione di Tonks. Sono sempre un licantropo e…

-Figurati! A me non importa!- disse la ragazza, alzando le spalle indifferente –Pensassero quello che vogliono!

-Ma voi non capite!- cercò di ribattere lui, ma fu tutto inutile.

-Non ricominciare ad autocommiserarti, Lunastorta!- lo ammonì Sirius –E poi lo hai detto tu stesso: più membri dell’Ordine ci sono e meglio è! Ci andrei io stesso, ma, se metto piede al Ministero, mi
rispediscono ad Azkaban!

Lupin sembrò pensarci su, mordicchiandosi il labbro inferiore e lanciando all’amico uno sguardo severo. Poi si rivolse a Ninfadora e le chiese

-Tonks sei sicura che per te vada bene? Non ti crea problemi il fatto che sia un licantropo?

-Remus, non mi è mai importato dell’opinione degli altri né mai mi interesserà!

-Allora va bene!- esclamò Lupin, alzando le mani come segno di resa –Ti accompagnerò io!
 
  
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