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Autore: Arthemisia    18/07/2011    2 recensioni
Un gruppo di fan fiction, su due dei miei pairing preferiti, basate sui prompt previsti dall'ormai conosciuta Big Damn Table.
Stralci di vita quotidiana di due coppie - a mio parere - perfette che condividono momenti felici, divertenti oppure tristi.
...
#45 - Luna
Ted odiava la luna piena. L’aveva odiata quand’era bambino e non conosceva le sue origini e continuava ad odiarla anche in quel momento, ben consapevole di essere stato fin troppo fortunato nel non dover diventare un grosso ammasso di pelo con una coda a ciuffo.
...
. « Jimmy? Sei… sei tu? » domandò, sentendosi un idiota nel parlare con un cane. Cane che, contro ogni sua previsione, annuì

...
#56 - Colazione
Quando si svegliò, Neville si rese conto di non trovarsi nella sua stanza, a Villa dei Paciock...
Accadde tutto così velocemente che quasi non se ne rese conto: la porta che si spalancava, qualcosa di chiaro davanti ai suoi occhi ed un forte dolore alla nuca, seguito dal buio...
Dopo aver deglutito quello che sembrava essere il suo cuore, Neville si ritrovò ad annuire, senza fare bruschi spostamenti « Si, certo… io… sì »

{Neville/Luna - Teddy/James Sirius}
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: James Sirius/ Teddy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Augusta Paciock aveva rivoltato tutto il San Mungo in meno di dieci minuti ma non aveva trovato neppure un capello di quello sconsiderato del nipote

Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei solo dedicare questo capitolo alle mie care cuginone ed ai loro piccolini. Non vedo l’ora che diventiate abbastanza grandi per iniziarvi al magnifico mondo di Harry Potter.

 

#28 - Figli

 

Augusta Paciock aveva rivoltato tutto il San Mungo in meno di dieci minuti ma non aveva trovato neppure un capello di quello sconsiderato del nipote. Finché, per pura disperazione, non si era recata nel cortile interno dell’Ospedale, solitamente pieni di bambini che giocavano e degenti liberi di fare una piccola passeggiata.

Neville era in un angolino a fumare quella che non doveva essere la prima sigaretta della giornata. E, probabilmente, neppure la ventesima. Aveva uno sguardo puramente isterico, gli tremavano le mani e sembrava dondolare leggermente su se stesso.

« Cosa stai facendo, qui? » domandò la vecchia, scorbutica come sempre, piantandosi davanti a lui e strappandogli la sigaretta dalla bocca, lo sguardo furente. Lui le dedicò una sola occhiata, prima di scuotere il capo con disperazione ed accucciarsi su se stesso. « Non dovresti essere con tua moglie? Sta per partorire! »

« Per questo motivo sono scappato. Avevo bisogno di rilassarmi » le parole di Neville suonarono ovattate a causa delle mani che gli coprivano il volto. Sembrava giusto leggermente nervoso.

« E da quanto tempo fumi? Ah, quell’Harry Potter ha avuto una pessima influenza su di te! » sbottò nuovamente la donna, agguantandolo per la collottola della camicia e rimettendolo in piedi, per poi trascinarlo all’interno della struttura, verso la Sala Parto.

L’unica risposta del giovane uomo fu un gemito sommesso ed un vago tentativo di ribellarsi alla presa della donna. Non voleva tornare lì dentro, non ne aveva proprio voglia. Avrebbe preferito rivelare alla vecchia Augusta di essersi abbandonato ai piaceri dell’alcol - sempre insieme al cattivo esempio di Harry Potter - piuttosto che tornare in quell’inferno.

Arreso al volere della donna, il professore di Hogwarts si ritrovò sbattuto nella camera in cui la nuova Signora Paciock era intenta a mettere al mondo l’erede del casato. Il verso soffocato di Augusta rese decentemente l’idea di ciò che i due si trovarono davanti.

Luna era seduta a gambe incrociate sul letto, le mani sul pancione ed un’espressione tranquilla sul volto, quasi non stesse avendo le doglie. L’ambiente era buio, illuminato solamente da alcune candele aromatiche che svolazzavano per la stanza e che si tenevano lontane dal Medimago e dalle infermiere, che osservavano cupi tutta la scena dal fondo della stanza. A giudicare dalla cera spiaccicata al suolo, il dottore aveva sbatacchiato qualche candelina per reprimere i nervi.

« Luna, tesoro… » Augusta di fece avanti, affiancando la nipote acquisita con aria ansiosa. « Che stai facendo? »

« La signora Paciock non ha intenzione di farci avvicinare, ecco cosa sta facendo! Se solo potessimo controllare… » il dottore tentò nuovamente di alzarsi, venendo respinto dallo scudo che la partoriente doveva aver evocato. Neville si lasciò andare ad un gemito desolato, abbassando il capo e pensando che - magari - fumare qualche foglia di Aconito insieme ai ragazzi del settimo anno non sarebbe stata un’idea così cattiva.

« Il mio bambino nascerà da solo, favorito dall’effetto benefico dell’incenso di Frullobulbo » il tono della donna era tranquillo, quasi alienato rispetto a ciò che le stava accadendo. Neville pensò che forse era stata lei a fumare l’Aconito.

« Incenso di… Frullobulbo? » Augusta pensò di essere particolarmente prossima all’infarto, dopo aver ascoltato quelle parole. Amava Luna, ma aveva iniziato a chiedersi se fosse anche lontanamente sana di mente.

« Tiene lontani i Nargilli. I Nargilli possono nascondersi sotto le vesti dei Medimaghi ed io non posso permettere che il mio piccolo sia contaminato » fu la pronta risposta della donna. Il professore non si azzardò ad aprire bocca, memore di tutte le volte che aveva rischiato la vita. La gravidanza aveva reso la sua adorabile mogliettina dolce come un Ungaro Spinato nel pieno della cova. Ogni volta che era scappato da Harry a Grimmauld Place - praticamente il luogo di ritrovo di tutti i ragazzi che desideravano staccare la spina dalle mogli - aveva avuto il desiderio di portarlo a casa e metterlo contro Luna, esattamente come al Torneo Tremaghi.

« Ma se ci facesse controllare… » aveva iniziato un’infermiera, venendo prontamente zittita da un cenno della mano della bionda signora Paciock. I suoi occhi azzurri incrociarono quelli del marito.

« Ci siamo, sta arrivando » fu il suo unico commento, prima che il marito stramazzasse al suolo, svenuto. « Non è mai stato un cuor di leone, lontano dal campo di battaglia » aggiunse la donna, con un sorrisino intenerito. Poi la sua espressione si aggrottò leggermente, quasi stesse pensando a qualcosa di difficile e…

Un pianto particolarmente forte rimbalzò fra le pareti della camera mentre i Medimaghi - liberi dalla costrizione dello scudo - si precipitavano dalla nuova mamma.

Quando Neville si svegliò, ebbe di fronte a se lo spettacolo più bello a cui avesse mai pensato di poter assistere. La sua Luna era tranquillamente sdraiata a letto, la stanza illuminata dai raggi del sole, e teneva fra le braccia un fagottino azzurro.

« Ehi » la salutò, alzandosi lentamente. Guardandosi intorno notò che la stanza era già piena di fiori colorati e che, ai piedi del letto, vi era un grosso peluche a forma di Grifone. Luna seguì il suo sguardo ed il suo sorriso si allargò.

« Quello l’ha mandato Harry, pochi minuti fa. I gufi che l’hanno portato erano stanchissimi » rise, sistemandosi meglio sui cuscini e cullando il fagottino. Neville deglutì leggermente, avvicinandosi a passi particolarmente lenti e strascicati. Fissò l’enorme pupazzo, sorridendo al bigliettino allegato: “Come hai fatto tu per James, faccio io per il tuo piccolo. I nostri figli saranno grandi amici”.

« Che ne dici di venire a dargli un’occhiata? » la voce di Luna lo fece riprendere e, nonostante gli costasse tanto coraggio, Neville l’accontentò, affiancandola. Il fagottino azzurro nascondeva un bimbo piccolissimo, con le guanciotte tonde e rosee, un ciuffo di capelli biondo cenere sulla testolina. Allungò la mano per sfiorarlo ed il piccolo, quasi si fosse reso conto di chi lui fosse, aprì gli occhietti, con un gorgoglio adorabile. Era ancora presto per dirlo ma, molto probabilmente, sarebbero stati azzurri come quelli della madre.

« È  meraviglioso » sussurrò il professore, estasiato alla vista del primogenito. Sua moglie gli accarezzò il braccio, dolcemente. Forse i tempi bui della gravidanza, completi di reazioni da Ungaro Spinato, erano finite.

« È  nato lontano dai Nargilli, che ti aspettavi? » mormorò, accarezzando la testolina del bambino con aria sognante. Non sembrava minimamente che fosse reduce da un parto, era la tranquillità fatta a strega.

« Già » Neville si ritrovò a commentare, troppo estasiato per preoccuparsi delle stramberia della moglie a cui, dopotutto, era affezionato.

« Il nostro Frankie sarà un grande mago, coraggioso come il suo papà e suo nonno » aggiunse poi Luna, senza badare all’espressione stupita del marito.

« Frankie? »

« Certo, è il suo nome. Frank John Paciock »

« John? » domandò Neville, confuso da quel secondo nome. Non conosceva nessuno che lo portasse.

« Esatto. Il maschile del secondo nome di Hermione, la sua madrina »

Neville sorrise, compiaciuto dell’acume mostrato dalla moglie. Suo figlio sarebbe stato un piccolo genio, come la sua madrina. Si chinò per baciare prima la moglie e poi la testolina del figlio.

« Frank John Paciock »

 

 

 

 

» Per amor di contestualizzazione

Questa scena è ambientata qualche anno dopo la fine della Guerra, esattamente due mesi dopo la nascita del primogenito di Harry e Ginny, cioè James Sirius. Chiamatemi romanticona, ma per me i due piccoletti sarebbero stati davvero grandi amici, i nuovi Malandrini di Hogwarts! Luna e Neville dovrebbero essere sposati da circa due anni ma, a causa del lavoro - come sappiamo lui insegna ad Hogwarts, lei, invece, lavora per il Cavillo e gestisce una negozio di animali a Diagon Alley - non hanno allargato subito la famiglia, come invece hanno fatto Harry e Ginny (lei dovrebbe essere rimasta incinta praticamente subito).

 

» Arthie’s Corner

 

Eccomi tornata, come promesso, dopo una giornatina lontana dal computer!

Il prompt utilizzato per questa flashfic è il #28 - Figli, che sembrava aver catturato parecchio l’attenzione! Ho riflettuto parecchio su questa tematica, indecisa se buttarmi in una storiella particolarmente introspettiva e sentimentale oppure in una più divertente, come spero sia quella che ho scritto.

Ringrazio chi continua ad aiutarmi ed a sostenermi! Probabilmente non riuscirei ad andare avanti in quest’avventura senza ognuno di voi.

Grazie, grazie e grazie.

Credo sia meglio andare, mi aspetta una bella visitina al mio adorato dentista. Chissà, questa potrebbe essere la volta buona per sottoporlo ad una Cruciatus!

 

Ricordo a tutti che per propormi un prompt basta andare nella mia pagina autore e farmi sapere il numero corrispondente alla tematica che desiderate!

 

Attendo i vostri suggerimenti!

A presto,

A.

 

   
 
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