Prima
di lasciarvi alla lettura, vorrei solo dedicare questo capitolo alle mie care cuginone ed ai loro piccolini. Non vedo l’ora che
diventiate abbastanza grandi per iniziarvi al
magnifico mondo di Harry Potter.
#28
- Figli
Augusta
Paciock aveva rivoltato tutto il San Mungo in meno di dieci minuti ma non aveva
trovato neppure un capello di quello sconsiderato del nipote. Finché, per pura
disperazione, non si era recata nel cortile interno dell’Ospedale, solitamente
pieni di bambini che giocavano e degenti liberi di fare una piccola
passeggiata.
Neville
era in un angolino a fumare quella che non doveva essere la prima sigaretta
della giornata. E, probabilmente, neppure la ventesima. Aveva uno sguardo puramente
isterico, gli tremavano le mani e sembrava dondolare leggermente su se stesso.
« Cosa stai facendo, qui? »
domandò la vecchia, scorbutica come sempre, piantandosi davanti a lui e
strappandogli la sigaretta dalla bocca, lo sguardo furente. Lui le dedicò una
sola occhiata, prima di scuotere il capo con disperazione ed accucciarsi su se
stesso. « Non dovresti essere con tua moglie? Sta per
partorire! »
« Per questo motivo sono scappato. Avevo bisogno di
rilassarmi » le parole di Neville suonarono ovattate a
causa delle mani che gli coprivano il volto. Sembrava giusto leggermente
nervoso.
« E da quanto tempo fumi? Ah, quell’Harry Potter ha avuto
una pessima influenza su di te! » sbottò nuovamente la
donna, agguantandolo per la collottola della camicia e rimettendolo in piedi,
per poi trascinarlo all’interno della struttura, verso la Sala Parto.
L’unica
risposta del giovane uomo fu un gemito sommesso ed un vago tentativo di
ribellarsi alla presa della donna. Non voleva tornare lì dentro, non ne aveva
proprio voglia. Avrebbe preferito rivelare alla vecchia Augusta di essersi
abbandonato ai piaceri dell’alcol - sempre insieme al cattivo esempio di Harry
Potter - piuttosto che tornare in quell’inferno.
Arreso
al volere della donna, il professore di Hogwarts si ritrovò sbattuto nella
camera in cui la nuova Signora Paciock era intenta a mettere al mondo l’erede
del casato. Il verso soffocato di Augusta rese decentemente l’idea di ciò che i
due si trovarono davanti.
Luna
era seduta a gambe incrociate sul letto, le mani sul pancione ed un’espressione
tranquilla sul volto, quasi non stesse avendo le doglie. L’ambiente era buio,
illuminato solamente da alcune candele aromatiche che svolazzavano per la
stanza e che si tenevano lontane dal Medimago e dalle infermiere, che osservavano
cupi tutta la scena dal fondo della stanza. A giudicare dalla cera spiaccicata
al suolo, il dottore aveva sbatacchiato qualche candelina per reprimere i
nervi.
«
Luna, tesoro… » Augusta di fece avanti, affiancando la
nipote acquisita con aria ansiosa. « Che stai facendo?
»
« La signora Paciock non ha intenzione di farci
avvicinare, ecco cosa sta facendo! Se solo potessimo controllare… » il dottore tentò nuovamente di alzarsi, venendo respinto
dallo scudo che la partoriente doveva aver evocato. Neville si lasciò andare ad
un gemito desolato, abbassando il capo e pensando che - magari - fumare qualche
foglia di Aconito insieme ai ragazzi del settimo anno non sarebbe stata un’idea
così cattiva.
«
Il mio bambino nascerà da solo, favorito dall’effetto benefico dell’incenso di Frullobulbo » il
tono della donna era tranquillo, quasi alienato rispetto a ciò che le stava
accadendo. Neville pensò che forse era stata lei a
fumare l’Aconito.
« Incenso di… Frullobulbo? » Augusta pensò di essere particolarmente prossima all’infarto,
dopo aver ascoltato quelle parole. Amava Luna, ma aveva iniziato a chiedersi se
fosse anche lontanamente sana di mente.
« Tiene lontani i Nargilli. I Nargilli possono nascondersi sotto le vesti dei Medimaghi
ed io non posso permettere che il mio piccolo sia contaminato » fu la pronta risposta della donna. Il professore non si
azzardò ad aprire bocca, memore di tutte le volte che aveva rischiato la vita. La
gravidanza aveva reso la sua adorabile mogliettina
dolce come un Ungaro Spinato nel pieno della cova. Ogni volta che era scappato
da Harry a Grimmauld Place - praticamente il luogo di ritrovo di tutti i
ragazzi che desideravano staccare la spina dalle mogli - aveva avuto il
desiderio di portarlo a casa e metterlo contro Luna, esattamente come al Torneo
Tremaghi.
«
Ma se ci facesse controllare… » aveva iniziato un’infermiera, venendo
prontamente zittita da un cenno della mano della bionda signora Paciock. I suoi
occhi azzurri incrociarono quelli del marito.
«
Ci siamo, sta arrivando » fu il suo unico commento, prima che il marito
stramazzasse al suolo, svenuto. « Non è mai stato un cuor di leone, lontano dal
campo di battaglia » aggiunse la donna, con un sorrisino intenerito. Poi la sua
espressione si aggrottò leggermente, quasi stesse pensando a qualcosa di
difficile e…
Un
pianto particolarmente forte rimbalzò fra le pareti della camera mentre i
Medimaghi - liberi dalla costrizione dello scudo - si precipitavano dalla nuova
mamma.
Quando
Neville si svegliò, ebbe di fronte a se lo spettacolo più bello a cui avesse
mai pensato di poter assistere. La sua Luna era tranquillamente sdraiata a
letto, la stanza illuminata dai raggi del sole, e teneva fra le braccia un
fagottino azzurro.
«
Ehi » la salutò, alzandosi lentamente. Guardandosi intorno notò che la stanza
era già piena di fiori colorati e che, ai piedi del letto, vi era un grosso
peluche a forma di Grifone. Luna seguì il suo sguardo ed il suo sorriso si
allargò.
« Quello l’ha mandato Harry, pochi minuti fa. I gufi che l’hanno
portato erano stanchissimi » rise, sistemandosi meglio
sui cuscini e cullando il fagottino. Neville deglutì leggermente, avvicinandosi
a passi particolarmente lenti e strascicati. Fissò l’enorme
pupazzo, sorridendo al bigliettino allegato: “Come hai fatto tu per James, faccio io per il tuo piccolo. I nostri figli saranno
grandi amici”.
« Che ne dici di venire a dargli un’occhiata? » la voce di Luna lo fece riprendere e, nonostante gli
costasse tanto coraggio, Neville l’accontentò, affiancandola. Il fagottino
azzurro nascondeva un bimbo piccolissimo, con le guanciotte
tonde e rosee, un ciuffo di capelli biondo cenere sulla testolina. Allungò la
mano per sfiorarlo ed il piccolo, quasi si fosse reso conto di chi lui fosse,
aprì gli occhietti, con un gorgoglio adorabile. Era ancora presto per dirlo ma,
molto probabilmente, sarebbero stati azzurri come quelli della madre.
«
È meraviglioso »
sussurrò il professore, estasiato alla vista del primogenito. Sua moglie gli
accarezzò il braccio, dolcemente. Forse i tempi bui della gravidanza, completi
di reazioni da Ungaro Spinato, erano finite.
«
È nato lontano
dai Nargilli, che ti aspettavi? »
mormorò, accarezzando la testolina del bambino con aria sognante. Non sembrava
minimamente che fosse reduce da un parto, era la tranquillità fatta a strega.
«
Già » Neville si ritrovò a commentare, troppo estasiato per preoccuparsi delle stramberia della moglie a cui, dopotutto, era
affezionato.
«
Il nostro Frankie sarà un grande mago, coraggioso come il suo papà e suo nonno »
aggiunse poi Luna, senza badare all’espressione stupita del marito.
« Frankie? »
« Certo, è il suo nome. Frank John Paciock »
« John? » domandò Neville,
confuso da quel secondo nome. Non conosceva nessuno che lo portasse.
« Esatto. Il maschile del secondo nome di Hermione, la sua
madrina »
Neville
sorrise, compiaciuto dell’acume mostrato dalla moglie. Suo figlio sarebbe stato
un piccolo genio, come la sua madrina. Si chinò per baciare prima la moglie e
poi la testolina del figlio.
«
Frank John Paciock »
» Per amor
di contestualizzazione
Questa scena è ambientata qualche anno dopo la fine della
Guerra, esattamente due mesi dopo la nascita del primogenito di Harry e Ginny,
cioè James Sirius. Chiamatemi romanticona, ma per me
i due piccoletti sarebbero stati davvero grandi amici, i nuovi Malandrini di
Hogwarts! Luna e Neville dovrebbero essere sposati da circa due anni ma, a
causa del lavoro - come sappiamo lui insegna ad Hogwarts, lei, invece, lavora
per il Cavillo e gestisce una negozio di animali a
Diagon Alley - non hanno allargato subito la famiglia, come invece hanno fatto
Harry e Ginny (lei dovrebbe essere rimasta incinta praticamente subito).
» Arthie’s Corner
Eccomi tornata, come promesso, dopo una giornatina
lontana dal computer!
Il prompt utilizzato per questa flashfic è il #28 - Figli, che sembrava aver catturato
parecchio l’attenzione! Ho riflettuto parecchio su questa tematica, indecisa se
buttarmi in una storiella particolarmente introspettiva e sentimentale oppure
in una più divertente, come spero sia quella che ho scritto.
Ringrazio chi continua ad aiutarmi ed a sostenermi! Probabilmente
non riuscirei ad andare avanti in quest’avventura senza ognuno
di voi.
Grazie, grazie e grazie.
Credo sia meglio andare, mi aspetta una bella visitina al mio
adorato dentista. Chissà, questa potrebbe essere la volta buona per sottoporlo
ad una Cruciatus!
Ricordo
a tutti che per propormi un prompt basta andare nella
mia pagina autore e farmi sapere il numero corrispondente
alla tematica che desiderate!
Attendo i vostri suggerimenti!
A presto,
A.