Un giorno di pioggia
Non ho mai pensato in grande, non ci ho mai fatto caso alle mie esigenze, i miei genitori hanno sempre voluto tutto ciò che volevano loro quando erano bambini, e io gliel'ho lasciato fare, sono una persona abbastanza limitata, non so da quanto è che sono diventata così negativa, lo sono e basta, è inutile guardare indietro nel passato; ci sono vari cambiamenti nella vita, dei cambiamenti che potrebbero arrivare e mutare completamente il proprio essere, io li ho fatti arrivare troppo in fretta, diciamo che li ho presi in tempo per trasformarmi completamente in questo essere che sono e dimenticarmi della bimba con le guanciotte rosse e la sua ingenuità che faceva sciogliere. Ora sono diventata così, è come una prigione, imprigionata dalla propria persona, dal proprio essere, e mi sono persa la chiave nel percorso per uscire da questo cambiamento imminente accaduto anni fa.
Era un giorno freddo e piovoso, eppure eravamo in primavera, vidi a terra delle pozzanghere aumentare di densità e profondità, il freddo mi penetrò nell ossa completamente, così ingoiai due pasticche calmanti, per rilassarmi quanto dovuto. Una felicità che dopo ore di smarrimento mentale finisce, senza pensare a niente, ma solo alle piccole cose, così da non guardare in faccia la realtà per almeno un paio di ore, eppure sono una persona abbastanza realista.
Eri fissa nel guardare la pioggia scendere sulle abitazioni e schiantarsi con delicatezza sul terreno mentre si univa alle altre goccie formando le pozzanghere, sembrava come se fosse il suo unico obbiettivo, come delle persone che vengono mandate sulla terra separate nel nascere ma poi si scontrano e si uniscono tutte quante. La pioggia è solo un presagio, tutti quanti ritroveremo la propria goccia che abbiamo perso anni fa o forse anche secoli, o forse è solo una banalità per sperare in qualcosa, beh arrivata come sono adesso ne ho davvero bisogno di un po' di speranza, ma il mio realismo mentale appende una campanella dorata sul mio cervello e la fa scuotere come se gridasse "Ei Rach smettila di sparare 'ste cazzate e svegliati, non sei nel paese delle meraviglie, ma nella cruda realtà"
Fottutamente e crudamente vero.
Ero così assorta nel contemplare la pioggia che cadeva e scivolava con grazia, che presi un palo, si esattamente, uno di quei pali inutili enormi e grigi, dritto in faccia, caddi a terra come se fossi scivolata su una buccia di banana come nei cartoni, sbattei la nuca forte, mi sentivo la testa che palpitava da dentro; spero solo che nessuno mi abbia visto, cerco di recuperare tutta la roba che mi è scivolata insieme a me, ma come non detto, una mano bianca pallida mi si pone di fronte, lo sapevo, ho fatto un altra figura di merda delle mie, ma perchè non cerco mai di stare attenta?
Afferro la mano tremando dalla vergogna, un sorriso perfetto si porse davanti ai miei occhi e dei capelli biondi bagnati dalla pioggia che gli cadevano sulle spalle vidi. Rimasi impietrita, stupita da tutto ciò che mi si era presentato di fronte
Mi fece rialzare e ci guardammo negli occhi, aveva dei occhi azzurri, che con questo maltempo sembravano ancora più chiari, un angelo. Stava per parlare siccome aprì la bocca con un mezzo sorriso, io tremai.