Oggi
ho deciso di
eleggerla giornata di postaggio generale: infatti dopo aver postato la
mia fic.
vinicola posterò anche quella storica “Sakura
– Fiore di ciliegio”, siamo in
vacanza (almeno voi spero) non posso lasciarvi senza nulla da fare.
Tornando
alla
nostra storia … Ufffffffff, (sospiro) non so. Credo che
questo capitolo vada
bene però sono lo stesso poco convinta,
l’ispirazione sembrava essersi andata a
fare un giro e probabilmente si sente. Inizialmente volevo fare altro,
poi ho
scoperto che questa giornata dovrà essere presa a piccoli
pezzi sino alla sera
perché è importante in vari aspetti della trama.
ci
sentiamo in
fondo con un mio commento più chiaro.
---ooOoo---
La
jeep continuava a sbalzare sulla strada
sconnessa. Sia Emmett che Jacob rimpiangevano un comodo sedile di
qualsiasi
cosa che non fosse il cassone centinato dove erano costretti adesso.
“Quando
torniamo a Boston mi farò fare un’ora di
massaggi alle chiappe a spese di Bella” grugnì
Jacob all’ennesimo scossone.
“Io
mi farei massaggiare un’ora da quella
sventola bionda, anzi, mi accontenterei anche di venti
minuti” rise Emmett in
risposta.
“Speriamo
non duri a lungo questo inferno perché
potrei diventare maleducato con i nostri salvatori quando
scendiamo”
“Cerca
di tenere a freno la lingua e di
connettere il cervello Jake! Non credo che Bella ti perdonerebbe la
cafonaggine
gratuita” puntualizzò Em, tirando una gomitata al
compagno.
Intanto
nella macchina, i ragazzi cercavano di
fare conversazione con Isabella.
“Allora,
come mai siete venuti da queste parti?”
chiese allegra Rosalie
“Stiamo
facendo un giro delle aziende vinicole
della zona, credo che il capo abbia in mente qualcosa”
rispose Isabella
ammiccando sulla frase misteriosa
Edward
continuava a pensare ad un piano per
rallentare un’eventuale acquisizione ed era quasi estraniato
dagli altri.
Jasper lo sbirciava incuriosito.
“Sembra
qualche cosa di grosso o pericoloso.
Siete dei gangster?” rise Rose.
“I
mitra li abbiamo lasciati a Boston. No, credo
che Jacob abbia in mente di ampliare i contatti con nuovi fornitori per
le
nostre catene di negozi” rispose Bella cercando poi di
cambiare argomento “Tu
fai sempre così?” chiese a Rose indicandola con il
palmo della mano alzato.
Rose
e Jasper risero forte, scuotendo Ed dai
suoi pensieri.
“No,
solo quando ci sono dei viaggiatori in
panne. Ci piace scherzare, sai non ci sono molti divertimenti da queste
parti.
Scusaci per come ci siamo comportati” rispose Jasper al posto
della sorella.
“Non
ti scusare, credo che tu abbia dato una
scossa ai miei due accompagnatori, soprattutto a Em” rispose
ridendo Isabella
“Chi?
Quello grande e grosso?” chiese
interessata Rose.
“A
me sembrano tutti e due grandi e grossi,
comunque si, quello più grosso” rispose Bella e
Rosalie curvò le labbra in un
piccolo sorriso soddisfatto.
Finalmente
giunsero alla grande casa dei Cullen,
una costruzione in pietra che ricordava un piccolo castello in
miniatura a tre
piani con una grande pianta di edera mischiata con una di gelsomino che
copriva
parte dell’entrata, accuratamente potata alle finestre.
Si
poteva trovare una magione simile in qualche
parte della campagna inglese e sembrava quasi stonare se si pensava di
essere
in una moderna California.
Isabella
guardava interessata la casa,
consapevole che, se anche l’interno fosse stato
all’altezza, se ne sarebbe
irrimediabilmente innamorata, spingendola ancora di più
nella decisione di
acquisire quella azienda.
“Eccoci
a casa!” disse allegro Jasper scendendo
dall’auto “Noi abitiamo qui”
“Credo
che abbiate bisogno di una rinfrescata e
di un cambio d’abito. Dove sono i vostri bagagli?”
chiese cortese Rosalie
guardando l’aspetto sudato e spiegazzato dei tre ospiti che,
nel frattempo,
erano scesi dalla jeep.
“Abbiamo
già tutto depositato in albergo”
rispose Emmett
“Credo
che si chiami Lodge Inn” rispose Jacob
“E’ stato prenotato dalla mia segretaria”
indicando Isabella con un gesto della
mano. “Assistente” sibilò la ragazza
piccata.
“Wow!
Lusso sfrenato a Sonoma allora!” esclamò
ammirato Jasper, sapendo che una semplice stanza costava quasi 3000
dollari a
notte.
I
ragazzi si incamminarono verso la casa
padronale.
All’improvviso
Isabella si ricordò di aver
dimenticato la valigetta nella jeep e tornò indietro di
corsa, mantenendosi in
precario equilibrio sui tacchi.
Edward
si voltò incuriosito dal repentino
cambiamento di rotta e senza neanche pensarci, decise di seguire la
ragazza,
mentre gli altri entravano nella casa colonica.
Isabella
aprì la portiera e si allungò sul
sedile portando una gamba sulla soglia dell’abitacolo.
In
quel modo mise molta pressione alle cuciture
della gonna stretta del tailleur che portava, e queste decisero di
separarsi
partendo dalla rotondità del sedere
“Scracccccc” sentì distintamente la
gonna
rompersi sul retro.
“Maledizione!”
imprecò Isabella mentre metteva
le mani sul suo fondoschiena cercando di quantificare il danno
“Quasi 1000
dollari di vestito ed è cucito con lo sputo!”
“Hai
bisogno di una mano?” chiese con tono
divertito Edward mentre si avvicinava alle sue spalle.
Isabella
si girò su se stessa, voltando il suo
sedere verso la macchina. Sperava che Ed non avesse visto nulla, ma a
giudicare
dal sorriso malizioso che stazionava sul suo viso era, appunto, una
speranza
vana.
Edward
decise di stuzzicare anche l’ospite
femminile (o forse soddisfare una sua piccola curiosità) e
si allungò per
prendere la valigetta di Isabella coricandosi letteralmente sulla
ragazza.
Sentiva
i seni di lei premuti sul suo torace e
si ritrovò a pensare come sarebbe stato baciare quelle
labbra rosee ed
invitanti.
Prima
di passare il limite della decenza si alzò
e fece scivolare una mano sulla nuova apertura della gonna strizzando
una
natica della ragazza mentre sussurrava all’orecchio
“Hai un sedere da urlo” e
ridendo si allontanò prima che Isabella riprendesse le
facoltà mentali e lo
picchiasse per il suo ardire.
Isabella
si era sentita ipnotizzata dalla
vicinanza di Edward e, cosa rara, era arrossita notevolmente quando lui
si era
coricato su di lei per prendere la ventiquattrore. Sentire i suoi
muscoli e
l’ampiezza del torace, nonostante i vestiti che dividevano i
corpi, aveva fatto
rinascere i pensieri impuri che l’avevano colpita nel momento
in cui aveva
posato gli occhi su di lui.
Quando
si era rialzato e aveva palpato il suo
fondoschiena era riemersa
Isabella
si tolse la giacca rimanendo in
camicetta e si legò le maniche in vita, in modo che
l’indumento le coprisse lo
strappo. Prese la valigetta che Edward le tendeva a distanza di
sicurezza e
impettita ed arrabbiata si diresse verso la villa che aveva fagocitato
i suoi
compagni.
Avevano
osato lasciarla sola in balia di quel
maniaco palpatore, e per questo decise di fargliela pagare cara. Come?
Era un
dettaglio irrilevante attualmente, aveva tutto il tempo del mondo per
studiare
qualche cosa, come del resto l’avrebbe pagata anche Lui.
“Rosalie,
credo che Isabella abbia bisogno del
tuo aiuto” rise Edward mentre entravano nella villa padronale.
Rose
stava servendo della limonata ai ragazzi,
si alzò e avanzò verso Bella che impacciata
cercava di tenere a bada la gonna
che ormai sembrava una bandiera al vento.
“Non
avresti qualche cosa da prestarmi? Mi si è
rotta la gonna” bisbigliò la ragazza quando
l’altra fu a portata di orecchio.
“Certo,
vieni con me” e condusse Bella al piano
superiore, alla sua camera.
Aprì
la porta massiccia ed entrò in una camera
confortevole con gli arredi blu e azzurri in contrasto con le pareti
bianche di
calce. Si diresse al suo armadio che copriva l’intera parete
ed estrasse un
prendisole dai toni verdeazzurro pastello.
“Questo
dovrebbe andarti bene. Quella è la porta
del bagno che condivido con Alice, la sorella di Edward. Adesso lei
è fuori per
lavoro quindi vai a rinfrescarti e fai con comodo, noi ti aspettiamo di
sotto”
disse Rose, dopo averle consegnato anche un reggiseno e mutandine di
semplice
cotone bianco che aveva recuperato dalla camera accanto.
Armata
dei suoi cambi, Isabella si diresse verso
la doccia e dopo essersi lavata ed asciugata si mise i vestiti prestati
lasciando i capelli sciolti e gli occhiali finti nella borsetta.
Il
prendisole con le spalline sottili e la gonna
scampanata che partiva con alcune pieghe sotto il seno, per finire
sopra il
ginocchio, dava un senso di estate e freschezza veramente unici e Bella
approvò
la semplicità del capo che si adattava splendidamente al suo
corpo.
Tornando
nel salone al piano di sotto, la
ragazza non poté evitare di osservare i corridoi e gli
arredi della casa. Era
davvero bellissima e aveva irrimediabilmente rapito il cuore della
principessa
di Boston. Sarebbe diventata sua, un posto dove rifugiarsi per qualche
giorno
di assoluto relax. Al solo pensiero sospirava pensando: Divino!
Certo,
doveva sbarazzarsi degli attuali
abitanti, ma sarebbe stato un problema di poco conto, vista
l’ipoteca che il
gruppo era quasi sul punto di rilevare, acquisendo così
tutte le proprietà dei
Cullen.
Stava
ancora fantasticando sulla magione, che
non si era neanche accorta di aver sceso la scala che portava al
salone, sino a
quando non si trovò Jake vicino che le prendeva la mano
sorridente per portarla
al cospetto dei signori Cullen.
“Bella,
vieni. Voglio presentarti Esme e
Carlisle Cullen, i proprietari di questa deliziosa tenuta”
disse mentre le
indicava una signora di mezza età e un uomo costretto sulla
sedia a rotelle.
[Ci
mancavano gli invalidi] pensò Bella mentre
ricambiava la stretta di mano dei nuovi arrivati.
“Vedo
che ha già conosciuto mio figlio Edward e
i nostri collaboratori” disse Esme indicando orgogliosa suo
figlio.
“Ci
hanno aiutato durante il tragitto. Eravamo
rimasti fermi per la strada per un guasto alla macchina”
spiegò Isabella,
sicura che comunque questa storia fosse già stata raccontata.
“Fermatevi
a pranzo, così dopo potremo farvi
visitare la tenuta e parlare di affari, avete detto di voler ampliare i
vostri
fornitori per i vostri negozi” propose allegro Carlisle,
mentre si faceva
spingere verso la sala da pranzo da una servizievole Esme.
Jacob
e soprattutto Emmett, acconsentirono in
maniera calorosa mentre Edward, si scusò dicendo di non
poter presenziare al
pranzo in quanto occupato altrove.
“Figliolo,
abbiamo ospiti e Alice non verrà a
pranzo oggi, almeno tu dovresti restare” obbiettò
la madre mentre Ed era già
con un piede sulla scala.
“Davvero
mamma, non posso. Ci vediamo oggi
pomeriggio, promesso. Ora devo proprio andare” e
salì i gradini a due per volta.
Evidentemente
i fratelli Hale erano abituati a
queste fughe, visto che non diedero a vedere alcun imbarazzo o
curiosità per
questo fatto,
almeno agli occhi degli
ospiti.
Cosa
che invece incuriosì Emmett e soprattutto
Isabella.
Sospirando
Bella si accomodò a tavola accanto a
Jake ed Esme, mentre Emmett si era direzionato subito verso la sedia
accanto a
Rosalie, sicuramente intenzionato ad approfondire la conoscenza.
Quello
sarebbe stato un pranzo interessante,
sentenziò mentalmente Isabella, ma sarebbe stato meglio con
la presenza del
maniaco palpatore.
---ooOoo---
Angolino
mio:
Prima
di
commentare, voglio ringraziare chi mi recensisce con così
tanta simpatia:
LadyRhoswen, Ary94, Corny83, Paperacullen, Fffabi e Vanderbit, (grazie), grazie anche a chi mi ha inserito
nelle storie preferite, seguite, ricordate e semplicemente per chi ha
letto.
Detto
questo
cercherò di essere più chiara nei miei pensieri
riguardo al capitolo appena
postato: questa giornata si sta dimostrando più interessante
del previsto,
tutto quello che succederà nei prossimi giorni
sarà conseguenza delle decisioni
e delle strategie prese oggi, sia da parte di Bella, sia da parte di
Edward.
Infatti
potete già
constatare che, se prima Isabella voleva valutare la tenuta dei Cullen
adesso
la vuole, anche passando sopra alle persone che vi abitano. Diciamo uno
squalotto assassino.
Nel
prossimo
episodio sentiremo cosa viene fuori durante il pranzo e nel tour
pomeridiano
della tenuta Cullen e soprattutto, quali decisioni prenderà
Edward nella sua
strategia di difesa.
Questa
volta sono
più fiduciosa nella sicurezza di postare il prossimo
capitolo entro una
settimana, visto che l’ho già iniziato…
ma non finito.
Visto
che posto il
capitolo appena pronto, se volete suggerire qualche cosa siete libere
di farlo,
potrei anche sviluppare ed inserire le vostre idee.
Recensite
numerosi.
baciotti