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Autore: skye182cla    19/07/2011    2 recensioni
"Fred … come fai a non perdere mai il sorriso? Insomma … tu e George siete sempre di buon umore, dopo l’attacco dei Mangiamorte alla Coppa del Mondo eravate gli unici che ancora trovavano la forza di fare qualche battuta, dopo la morte di Cedric l’anno scorso, eravate gli unici che …" Fred mi interruppe bruscamente posandomi un dito sulle labbra, forzandomi a fare silenzio.
"Chase, devi capire che io e George abbiamo un compito. Far ridere è l’obiettivo primario, la nostra missione. Niente di più."
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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1.1 Last Days

- Forza Chase, facci un sorriso! -
- Così, guarda! – Fred Weasley serrò le palpebre e strizzò gli occhi, arricciò il naso e si sforzò di sorridere nella maniera più falsa possibile, mentre George, suo fratello gemello, si sedeva accanto a lui su uno dei due letti nella piccola stanzetta. – non sei contenta? Tra qualche giorno arriverà anche Hermione, ci divertiremo come pazzi prima che inizi la scuola! -

   Le due chiome rosse, dopo ben sette anni passati insieme, avevano capito come prendermi; il fatto di dover lasciare Londra e la mia famiglia di babbani, i Worthington, alla volta di casa Weasley, La Tana, era di per sé un sollievo. Niente più signor Worthington che urlava dalla mattina alla sera contro la signora Worthington, niente Worthington Junior che non facevano altro che bisticciare per i giocattoli. Niente di tutto ciò, la Tana era una piccola e arroccata oasi felice nel bel mezzo del nulla, e la famiglia Weasley era una splendida boccata d’aria in una calda giornata estiva. Sebbene nel mondo magico si stesse insinuando il dubbio che Voldemort, l’oscuro signore, colui che non deve essere nominato, aveva fatto il suo ritorno durante il Torneo Tremaghi dell’anno prima.

- Ehi, dite che ci saranno nuove selezioni per la squadra in vista delle partite di quest’anno? … non voglio più perdere contro Corvonero, è stato uno smacco terribile. –
- Non cambiare discorso Piccola Chase, e dicci perché hai quel muso lungo.
 
  Ai gemelli Weasley non si può nascondere nulla, tentare di riuscirci è come violare un imperativo dell’esistenza; ma Chaselyn Worthington può.


- Non è nulla George …
- Fred.
- No, George.
- Un giorno riuscirò a fregarti.
- … sono solo molto stanca, tutto qua. – simulai un vistosissimo sbadiglio e mi buttai a peso morto sul letto di Fred.
- Ti faccio presente che quello è il mio letto e che tu dormirai su una brandina a terra. Ehi George, dobbiamo testare le pasticche vomitose! –
- … e il Torrone Sanguinolento, non dimenticartelo! –
- Sulla brandina ci dormirai tu, Fred Weasley! Comunque, avete sistemato anche le Mou Mollelingua? – chiesi. Tutti piccoli esperimenti di Fred e George, dolciumi e merendine con risvolti quasi sempre disgustosi; “per saltare le ore di noia a scuola!” era il motto.

- Quelle sono perfette ormai! Avevamo anche in mente un altro paio di merendine … i Fondenti Febbricitanti e i Pasticcetti Svenevoli. Sui primi dobbiamo ancora lavorarci. –
- Ehi, e le Crostatine Canarine? Ce n’è una? Voglio riempirmi di piume come Neville l’anno scorso! – mi misi a ridere, e sia Fred che George fecero un verso di approvazione: si ricordavano della simpatica scenetta di quando Neville Paciock si riempì di piume di canarino, che si posarono a terra e sui divani della sala comune di Grifondoro come neve sui tetti.

  La madre di Fred e George, Molly, una donna premurosa e gentile, avvisò tutti che la cena era pronta, con un urlo diffuso dal fondo delle scale di quella casa che si slanciava verso l’alto; ma prima di andare, fui attratta da un piccolo oggetto, un telescopio, posato sopra una scatola di cartone accanto al letto di Fred, che intanto si era alzato assieme al fratello per scendere in cucina. Feci soltanto il grave errore di tentare di aprire quel piccolo oggettino, da cui uscì una specie di pugno a molla che mi colpì proprio sulla guancia. Inizialmente non ci feci molto caso e raggiunsi il resto della famiglia Weasley a tavola: Ginny Weasley, la più piccola in famiglia e di tre anni più piccola di me, mi sedeva di fronte, accanto al fratello di mezzo, Ron, il migliore amico di Harry ed Hermione. Ron era il bersaglio preferito di Fred e George, e più volte durante gli anni scolastici, mi ero ritrovata a pregare quei due di lasciarlo un po’ in pace.

- Quest’anno non voglio ricevere alcun gufo, di nessun genere, che riguardi voi due! Mi avete capito bene? Nessun – Gufo! Sono stanca di tutti i richiami e gli avvisi su di voi che importunate i vostri compagni di scuola. Avete i M.A.G.O quest’anno, dovete impegnarvi! – disse Molly tra un boccone e l’altro mentre Arthur, il capofamiglia, annuiva silenziosamente al tavolino; aveva un aria un po’ preoccupata, tesa.

- Finché abbiamo questa brillante noce di cocco come amica, non dobbiamo preoccuparci! – disse Fred, scompigliandomi i capelli e scatenando l’ilarità di Ron.
- Ehi, e il nostro Ronald ha i G.U.F.O, quest’anno! – dissi io addentando una coscia di pollo.
- Sì ma finché avrà Hermione come amica, non dovrà temere nessun’esame! –
- Comunque sembra un destino comune a molte persone in questa famiglia il fatto di avere un’amica studiosa e diligentemente responsabile. Studiare un po’ non vi farebbe male! – disse Molly con aria seria.
- Studiosa e responsabile? Stai parlando di Hermione, vero mamma? – disse George, cercando l’appoggio di Fred.
- No, anche di Chase naturalmente!

   I gemelli si misero a ridere sguaiatamente, facendo quasi sputare l’acqua a Ron dalla sorpresa di sentire delle risate così fragorose, mentre Ginny finiva il suo pollo con serafica pazienza.
- Chase, QUESTA Chase, una ragazza studiosa e … DILIGENTEMENTE RESPONSABILE? Al massimo diligentemente dormigliona. – disse Fred rubando nel piatto della sorellina l’ultimo pezzo di pollo.
- Non ti faccio più i compiti di pozioni, cavatela tu con Piton, caro.
- NO! – urlò Fred, in preda al panico.
- Oh, sì. L’hai voluto tu.

   Notando che nessuno mi rispondeva più e che Ron e Ginny mi fissavano ridendo sottecchi, chiesi se avevo qualcosa in faccia di così divertente da scatenare la loro ilarità. Ron mi disse che in effetti avevo un livido blu/nerastro proprio sulla guancia, e allora maledii Fred, George e il loro stupidissimo telescopio.

   Molly era visibilmente turbata da tutte le invenzioni che affollavano la camera dei gemelli; mi rivelò, quando iniziai a sparecchiare, che ormai neanche entrava più in camera loro per pulire e rifare i letti, si era completamente arresa. Arthur entrò in cucina portando gli ultimi piatti, rimanendo un po’ sorpreso dall’entità del danno sulla mia guancia; chiesi a Molly se avesse bisogno di una mano con le stoviglie, ma lei mi sorrise e mi disse di andare pure a riposarmi, che ci avrebbe pensato Ginny ad aiutarla. Così andai di nuovo in camera dei gemelli, trovandoci Fred, alle prese col telescopio e con una pasta giallognola.
- George e Ron? –
- Papà gli ha chiesto di andare fuori a stanare le lumache carnivore nel giardino. –
- Che ingrato lavoro. E quella roba cos’è, un esplosivo per caso? Fred, ti giuro che se non mi fai sparire questo livido ti trasformo in un posacenere!

   Fred, non molto convinto dalla mia minaccia, mi guardò e smise di rimescolare quella strana pasta gialla dall’odore nauseante; ne prese un po’ e me la mise sulla guancia, premendo piano e spalmandola sul livido delicatamente.
- Ha un odore davvero schifoso, che diavolo c’è dentro? –
- Meglio che tu non lo sappia. – disse sorridendo. – bene, ti andrà via presto, non preoccuparti. Vuoi fare una partita a Quidditch? Andiamo a salvare gli altri due dai lumaconi!
   
   Così ci mettemmo a giocare a Quidditch. Quell’anno, Ron voleva fare le selezioni per diventare il portiere della squadra dei Grifondoro, quindi lo facemmo allenare parecchio; non era scarsissimo, ma aveva bisogno di molta … molta pratica. Così, mentre tentava di parare un tiro di Ginny, che ci aveva raggiunti per giocare, il sole tramontò lento e pigro su uno degli ultimi giorni d’estate. Uno degli ultimi giorni di tranquillità, in ogni senso.
  
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