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Autore: Lussissa    19/07/2011    18 recensioni
-James?- Lui alzò lo sguardo su di lei, cercando di non pensare a quanto stesse male, in quel momento. -Mi baci?- James la guardò, sentendo la rabbia che piano piano gli saliva al petto. Ripensò a tutte le volte che aveva sperato di sentire quelle parole uscire da quelle labbra.[...] E lei era lì, calda, invitante, con le labbra che tremavano leggermente, gli occhi verdi velati da un sottile strato di lacrime, i capelli rossi scarmigliati, che dava voce ai suoi desideri più profondi con una semplicità disarmante.[...]Ma non poteva, maledizione. Non adesso, dopo tutto quello che era successo.[...]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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cap 37 Emmeline camminava spedita verso la Torre dei Grifondoro, irritata e stranita dalla strana aria che l'aveva circondata per tutto il giorno.
Era il 29 Novembre e lei tecnicamente compieva gli anni, ma a quanto pareva quel giorno erano tutti troppo indaffarati nelle loro faccende per curarsene troppo, lei compresa.
Certo, quando si era svegliata Lily e le altre l'avevano immediatamente riempita di attenzioni e di auguri, o per meglio dire, Lily l'aveva svegliata tirandole diciassette cuscinate proprio come i suoi anni, parole sue, mentre Lene l'aveva quasi strozzata nel suo abbraccio durato la bellezza di quasi diciasette minuti contati dalla santissima Alice, che si era limitata a tirarle le orecchie diciassette volte mentre Mary se la rideva tra un augurio e l'altro. Aveva riso diciassette volte, naturalmente.
Ma a parte l'inizio burrascoso e gli auguri che erano susseguiti a quelli delle sue amiche, la giornata era sfumata nella solita noiosa ruotine scolastica senza più nulla di particolarmente ecclatante da riferire.
Eppure Em avvertiva qualcosa di strano nell'aria, come un senso di aspettativa che non riusciva a spiegarsi.
Tutto era iniziato non tanto quando Marlene era scomparsa, che ormai succedeva di continuo, ma più quando anche Lily era scomparsa, e, cosa più strana di tutte, senza James, il quale invece aveva gironzolato attorno a lei per tutta la giornata, inventandosi le scuse più disparate per tenerla occupata.
Ma la conferma che quei pazzi dei suoi amici stessero macchinando qualcosa di losco l'aveva avuta quando aveva visto Sirius confabulare con un gruppetto di Grifondoro del sesto anno: la cosa era particolarmente strana perchè il tale gruppo era formato anche da ragazzi, e il rampollo di casa Black sembrava non stesse affatto flrtando con nessuna delle ragazze presenti.
Stava giusto riflettendo su quei comportamenti insoliti, quando inaspettatamente si sentì afferrare per un braccio.
Stava per strillare, piuttosto spaventata, quando Remus J. Lupin le mise una mano sulla bocca, per farla tacere.
-Em, sono solo io.-
Le sorrise, mentre lei trasformava immediatamente gli occhi sgranati per lo spavento in un'occhiataccia fulminante.
Cercò di calmare il battito del cuore con un respiro profondo.
-Volevi farmi morire d'infarto per caso?- tuonò, indignata, mentre cercava di non sciogliersi alla vista di quelle labbra dischiuse in un sorriso.
-Non esattamente- le cinse la vita con delicatezza, osservandola attentamente mentre le guancie, già rosse per lo spavento preso, le si coloravano di un porpora ancora più acceso. -volevo semplicemente farti gli auguri in modo appropiato, visto che oggi non ne ho avuto l'occasione.-
Gli appoggiò le mani sul petto, cercando controvoglia di opporre una resistenza con le mani che sapeva bene non si sarebbe espressa affatto negli occhi.
-Remus- gettò una breve occhiata attorno a sè, per poi spostare gli occhi azzurri nuovamente su di lui. -potrebbero vederci.-
Lui sospirò, in maniera teatrale.
-Lo so, ma eri così bella che non ho potuto trattenermi.-
Una risata spontanea le sgorgò dalle labbra rosse, prima di sporgersi e baciarlo, leggera come il battito d'ali di una farfalla.
Lui però la trattenne più a lungo contro di sè, trasformando quello che doveva essere un bacio fugace in qualcosa di più lento e dolce, che le scaldava il cuore.
-Buon compleanno.- le mormorò infine, più rosso forse di lei.
Emmeline ridacchiò, intenerita dall'imbarazzo che provava lui ogni volta che la sfiorava.
-Che ne dici se andiamo in un luogo più appartato, dove non rischiamo di essere visti?-
Lo guardò, stupita.
Non era da lui fare certe proposte. Da quando si erano baciati per la prima volta, era sempre stata lei quella che spingeva a vedersi di nascosto per scambiarsi lunghi baci pieni di disperata passione.
Avevano deciso di non dirlo a nessuno, per non rischiare che la storia giungesse alle orecchie indesiderate dei verde-argento.
Fece un sorrisino compiaciuto, dimentica di tutti i sospetti che le erano frullati nella testa fino a quel momento.
-Ti sto forse portando sulla cattiva strada, Remus?-
Lupin si limitò a scrollare le spalle, prendendola per mano, dopo aver controllato attentamente che non ci fosse nessuno in giro.
-Sono pur sempre un Malandrino, no?-
Lei sorrise, non sospettando che con quella frase lui volesse dire molto di più di quello che lei poteva intendere.
-Certo, il più insospettabile.- gli lanciò un'occhiatina maliziosa. -Mi sono piaciute le ripetizioni di Trasfigurazione di ieri, davvero. Direi che sono da rifare.- rise apertamente, vedendo che Remus arrossiva.
-Tu mi prendi in giro- borbottò lui -solo perchè non sei in dormitorio con due scapestrati come James e Sirius. Felpato fiuta una buona pomiciata da un chilometro di distanza, mentre James è talmente petulante da spingerti a confessare dall'esasperazione. Mi sono dovuto praticamente fare violenza fisica per non sbattergli in faccia che si, quella delle ripetizioni era tutta una balla per sbaciucchirsi un po' in santa pace, e che no, non ero assolutamente disposto a dire altri dettagli. Fortuna che sono riuscito a farli stare zitti prima che loro riuscissero a farmi confessare.-
-Cioè, quindi, alla fine come hai fatto a farli tacere?-
-Nell'unico modo possibile- Remus sospirò con fare drammatico. -con un bel Silencio detto al momento giusto.-
La bionda rise.
-Non credere che io abbia vita più facile, comunque. Dovevi sentire Lily l'altra sera.- Alzò gli occhi al cielo. -Dove sei stata?Con chi?Perchè?Da quando tu e Remus studiate insieme?O meglio, da quando tu studi?Perchè ti sei fatta spiegare Trasfigurazione da Remus e non da James?Secondo me tu mi nascondi qualcosa. Faresti bene a dirmelo, sai che lo scoprirei comunque da sola!- la scimmiottò, la voce a metà tra l'esasperato e il divertito.
-Quella ragazza sta diventando peggio di James e Sirius messi insieme.-
-Fidati- roteò gli occhi. -lo è sempre stata. Solo che non mi sono mai azzardata a dirglielo perchè ci tengo alla mia vita.-
Il Malandrino rise, scuotendo la testa. Chi l'avrebbe mai detto in fondo che James ci avesse visto giusto sin dall'inizio, nel dire che sotto quella cascata di capelli rossi si nascondesse una testa perfettamente malefica e adatta al ruolo di Malandrina Insospettabile forse addirittura più di lui.
-Allora- le strinse la mano, non sapendo bene ancora in che modo comportarsi nei confronti di quella relazione segreta che gli faceva provare tante emozioni contrastanti tra loro. -come hai passato il tuo compleanno?Hai già ricevuto dei regali?-
Naturalmente lui conosceva già la risposta a quella domanda, ma non doveva assolutamente farlo capire a Emmeline, o avrebbe mandato in fumo tutti i piani fatti fino a quel momento.
Em sbuffò, notando che intanto erano arrivati davanti al ritratto della signora grassa.
-No.- sollevò le spalle. -A dire il vero non mi è mai importato granchè del mio compleanno, alla fine è un giorno come un altro. Di solito le altre se ne fregavano e mi riempivano di regali lo stesso, si vede che quest'anno si sono finalmente rassegnate.-
Lanciò un'occhiata a Remus, che intanto aveva staccato la mano dalla sua e si apprestava a sussurrare la parola d'ordine per accedere alla Sala Comune.
-Sai, io non...- continuò, ma la sua frase non la finì mai.
Appena mise piede nella Sala, fu sommersa da uno scoppio di voci che gridavano in un coro unico e assordante "Sorpresa!" mentre lei sgranava gli occhi, letteralmente sorpresa.
Davanti a lei stava, sospeso per aria, un cartellone pieno di colori e disegni che recitava la scritta "Auguri, Em!". Sotto al cartellone, sorridenti e bellissimi, stavano tutti i suoi amici più una quantità non definita di faccie più o meno sconosciute, probabilmente reclutate apposta per l'occasione.
-Ma che..-
Prima che potesse concludere il pensiero, ancora sbalordita, le si avvicinò una traballante Lily, seguita da Lene, Mary e Alice, ognuna con uno o più pacchi in mano.
Le osservò attentamente, per poi scoppiare definitivamente a ridere quando notò che quella sera Lily aveva indossato i tacchi.
Tutti spevano benissimo che Lily Evans era fisicamente impedita a camminare su qualsiasi scarpa più alta di un centimetro.
-Ragazze, ma cosa..- rise ancora, imbarazzata e incredula. Notò che la Sala Comune era stata sistemata in modo che al centro ci fosse un largo spazio per ballare, mentre le poltroncine e i divani erano stati disposti ai bordi della stanza, e i tavoli che di solito usavano per studiare erano traboccanti di bevande, la maggiorparte naturalmente alcoliche, e lì sospettò ci fosse lo zampino di Sirius, e leccornie di qualsiasi tipo.
Non poteva credere avessero fatto tutto questo per lei.
-Tu lo sapevi?- domandò con fare fintamente accusatorio a Remus, che era entrato dopo di lei e stava tranquillamente ghignando.
-Ovviamente si.-
-Tendono tutti a sottovalutare troppo le doti malandrinesche di Remus, per questo abbiamo scelto lui per prelevarti e portarti qui.- era stato Sirius a parlare, che si era parato in quel momento di fronte a lei, un sorrisone enorme dipinto in volto.
-Ma come...-
-L'idea se te lo stai chiedendo- continuò Sirius. -è stata della coppia malefica.- dicendo questo si voltò a indicare James e Lily, che fecero un inchino sentendosi nominare.
-Sei davvero così ingenua da pensare che questo compleanno ti avremmo lasciato in pace?- sogghignò Lily, che con quell'espressione e il vestitino nero e corto pareva proprio un piccolo diavolo coi capelli rossi.
-Povera illusa.- comppletò la frase Mary, sogghignando anche lei con fare diabolico.
Tutti risero, mentre lei con una risata squillante si gettava sulle sue amiche, forse per abbracciarle o forse per strozzarle, dipende dai punti di vista.
Da lì, come era quasi ovvio, tutti vollero abbracciare la festeggiata, persino chi era la prima volta che la vedeva ed era lì solo sotto minaccia di morte. Vale a dire la metà dei presenti.
-Non so nemmeno come ringraziarvi. Io..io...-
Lily alzò gli occhi al cielo, fingendosi seccata.
-Su, ora fai silenzio, siediti e apri i regali.-
-Ma- la biondina la guardò, perplessa. -Vorrei prima quantomeno andare su e cambiarmi. Voi siete tutti vestiti bene, mentre io sono in divisa...- Scrutò tutti i presenti, notando quanto impegno ci avevano messo tutti ad apparire eleganti e vestiti di tutto punto, e sorrise, ancora incredula.
Lily le lanciò quella classica occhiata che riservava solo a chi non obbediva ai suoi ordini. Ovvero, quella che più che un'occhiata era una promessa di morte istantanea se non si faceva esattamente quello che diceva lei.
Emmeline gemette, capendo che o la stava a sentire o quella notte si sarebbe accidentalmente trovata sommersa nell'olio bollente.
A volte si chiedeva se non fosse il caso di trovarsi una migliore amica un po' meno psicopatica.
-Va bene, va bene li apro. Santo Merlino, nemmeno al mio compleanno posso fare quello che voglio...- si lamentò scherzosamente, mentre intanto sfilava il fiocco dal primo pacco che le veniva porto da Alice.
-Certo che no.- confermò Lily, lapidaria, mentre Em strappava la carta argentata del regalo.
Si aprì in un sorriso quando vide gli occhi stupiti dell'amica al vedere il vestito che veniva fuori dalla carta.
-Questo è da parte di tutte noi.- trillò Alice.
-Naturalmente te lo devi mettere adesso.- aggiunse Mary, facendo un sorrisetto maligno.
-Ragazze, è bellissimo- disse, incantata, srotolando il vestito per vederlo meglio. Era di stoffa pesante, adatto per il periodo invernale, e il giallo, il rosso e l'arancio creavano una serie di figure lungo tutto il vestito che lo rendevano colorato e vivace. -Vado subito su a cambiarmi.-
-Eh no, Vance.- Sirius scuoteva la testa, divertito. -Così non vale. O ti cambi qui, davanti a tutti, o rimani in divisa.-
Solo pochi eletti si accorsero dell'occhiataccia di fuoco che Sirius ricevette da Remus a quell affermazione.
-In effetti non sarebbe male come idea...- allo sguardo fulminante che ricevette da Lily, James si corresse. -Voglio dire, potrebbe essere divertente. Altrimenti è tutto troppo facile, Em!-
Un brusio di assenso generale si espanse per tutta la sala, fino a che il brusio diventò sempre più forte, diventando alla fine un vero e proprio urlo di incitamento.
Emmeline guardò malissimo Sirius, che intanto se la rideva.
-Black, farò in modo di ucciderti in maniera lenta e dolorosa.-
-Ne devo dedurre che sei solo la barzelletta di una Grifondoro, Vance?-
Lei sbuffò, questa volta lanciandogli un'occhiata altezzosa.
-Ne devi dedurre solo che è ora di fare testamento.-
Remus si lasciò sfuggire uno sguardo supplichevole verso di lei.
Sapeva perfettamente che Sirius la stava provocando per gioco, e che lei con tutta probabilità da brava orgogliosa qual era avrebbe raccolto la sfida, ma non sapeva affatto se sarebbe riuscito a contenersi se lei si fosse spogliata così, tranquillamente, davanti a tutti.
Sirius intanto ghignava, e a lui venne voglia di farlo fuori. Perchè lo voleva morto, perchè?
-Avanti Vance, che sarà mai, un piccolo spogliarello per questi poveri Grifondoro dall'animo nobile..-
Sghignazzò. In fondo, si divertiva solo a provocarla un po'.
Emmeline lo guardò male, per poi fare spalluccie, incurante.
Era la guerra che voleva?Benissimo.
-Ok.- disse poi, facendo spalancare a tutti gli occhi.
Remus rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva.
Lei ghignò. Questa volta la sorpresa l'aveva fatta lei a tutti.
Poi alzò gli occhi al cielo, con finta esasperazione.
-E che sarà mai- disse -in fondo è esattamente come rimanere in costume.-
In un gesto rapido, si sfilò la camicia, gettandola a terra, lasciando tutti a bocca spalancata nel vedere il gioco di pizzo e merletti che si intrecciava nel reggiseno nero.
Si sentirono parecchi rumori di deglutimento generale.
L'unico che tentava con tutte le sue forze di non guardare, segnando così la sua colpevolezza, era Remus, che era diviso tra ciò che gli diceva la testa e ciò che gli dicevano gli ormoni, purtroppo in quei giorni decisamente più potenti di quanto lui stesso avrebbe mai ammesso.
Quello sguardo mancato però non passò affatto inosservato agli occhi di James, che si scambiò un'occhiata d'intesa immediata con Sirius, il quale, notando Lupin, fece un ghignetto rivolto a Ramoso, comprendendo esattamente cosa James gli stesse comunicando con il pensiero.
A volte quei due sembravano davvero legati da un filo invisibile che gli permetteva sempre di capire cosa pensasse sempre l'altro.
O forse era semplicemente perchè tra menti malefiche ci si capisce al volo.
Emmeline intanto stava sorridendo con aria di sfida all'aria da ebeti che a quanto pare avevano assunto tutti i componenti col cromosoma y presenti in quella sala.
E che nessuno osasse mai più dire che non era una vera Grifondoro.
Con noncuranza, come se fosse abituata a quel genere di spettacolo, senza mai abbassare lo sguardo azzurro che si era acceso di divertimento, si infilò il vestito, stando bene attenta a non sgualcirlo.
Quando la gonna a palloncino del vestito le scivolò in vita e andò a coprirle le gambe lunghe fino a poco sopra il ginocchio, si chinò per potersi sfilare la gonna della divisa, senza che nessuno riuscisse più a intravedere nulla, con grande rammarico dei ragazzi presenti.
-Et voilà!- concluse, con un sorriso, facendo ridere tutti.
In quel momento Lily Evans si girò con tutta tranquillità, puntando la bacchetta contro James Potter, il quale impallidì visibilmente.
-Evans cosa hai intenzione di fare?-
La rossa sorrise, con aria angelica.
-Naturalmente, ti cancello immediatamente il ricordo delle tette di Emmeline dalla testa.-
James indietreggiò di un passo, per niente rassicurato e più che deciso a fuggire a gambe levate per tentare di schivare qualsiasi incantesimo la sua ragazza avesse intenzione di propinargli.
Lily sbuffò, decidendo che quelle trappole mortali che aveva ai piedi non erano adatte a rincorrere Potter nel caso lui tentasse di scappare, a meno che non aspirasse a morire sfracellata al suolo.
Dunque se le sfilò con un mezzo calcio, sentendo chiaramente l'occhiata assassina di Mary perforarle la schiena.
Quelle erano le sue scarpe, e che cavolo.
Non ci badò minimamente, molto più interessata invece a continuare a fissare James, che decise che quell'esatto istante era il momento più consono per scappare, facendo un urlo che fece automaticamente spostare chi gli si parava davanti.
-Potter, non fare il vigliacco, torna immediatamente qui!- anche Lily si era lanciata all'inseguimento, tenendo comunque la bacchetta ben parata davanti a sè.
Emmeline rise forte, considerando che non si sarebbe mai stancata delle scenette di quei due, e afferrando contemporaneamente il pacchetto verde che le stava porgendo Marlene.
Osservò la moretta, notando che quel giorno era stranamente più serena del solito.
-Questo è da parte sempre di tutte. I regali singoli te li daremo man mano che la festa va avanti.- e sorrise, come non la si vedeva da un po'.
Mentre lo scartava, in lontananza si sentì l'urlo di James, seguito da un tonfo e seguito immediatamente dalla risata aperta di Lily.
Em tirò fuori dal pacco un bellissimo paio di scarpe col tacco nere, mentre la cosidetta coppia malefica tornava, con l'una che ridacchiava ancora e l'altro che si massaggiava la testa con faccia da martire.
-Sei riuscita nella tua impresa Lily?- chiese Remus, che sotto sotto sperava in una risposta affermativa.
Lily rise, scuotendo la testa.
-L'idiota ha fatto tutto da solo. E' inciampato e ha sbattuto la testa contro un tavolo. Ho riso talmente tanto che ho deciso di risparmiarlo.-
Ramoso la guardò male.
-Non riderai tanto quando scopriranno che ho una commozione cerebrale e quindi sarò sul punto di morte!-
-Per avere una commozione cerebrale bisogna presupporre che tu abbia un cervello Potter, quindi tranquillo, non penso proprio sia il tuo caso.-
Questa volta fu Sirius che scoppiò in una risata talmente compulsiva che per poco non si strozzò con la saliva, guadagnandosi un'occhiata omicida da James.
-Ma bene. Tradito dalla mia ragazza e dal mio migliore amico!Dove andremo a finire di questo passo?-
Frank Paciok gli battè una mano sulla spalla, in segno di comprensione.
-Amico ti capisco. Siamo purtroppo condannati a...-
-Frank, vieni immediatamente qui, mi devi aiutare a portare la torta!-
Frank imprecò tra sè e sè, non riuscendo a finire la frase e facendo in modo che tutti i presenti ridessero affettuosamente.
Purtroppo per lui, adorava Alice, anche quando faceva la dispotica, il che corrispondeva ai tre quarti delle volte.
-Torta?C'è anche una torta?- esclamò Emmeline, deliziata alla vista di Frank e Alice che trasportavano una torta che pareva la fine del mondo.
-Sai Em, solitamente è questo che si fa a un compleanno: si aprono i regali, si mangia la torta...-
Il commento sarcastico di Mary venne ignorato bellamente dalla bionda, per lasciare il posto a un'espressione beata quando la torta composta da più piani di cioccolata e panna venne piazzata davanti a lei, munita di candeline.
-E' una torta spettacolare.-
-Ovviamente l'ha fatta Lene.-
La diretta interessata arrossì, imbarazzata dall'avere tutta l'attenzione su di lei.
-Si ecco...ho pensato che ti potesse piacere, ho fatto un misto tra la tua torta preferita e qualcos'altro.-
-L'ho aiutata anch'io!- Lily si era fiondata di nuovo a sedersi accanto a Em, attirata dalla torta più che un'ape col miele.
-Lily, tesoro, ti sei limitata a sbattere le uova.-
-Bè, sbattere le uova è una parte fondamentale per una torta. Se le uova sono sbattute male, tutta la torta viene male.-
-Ma veramente...-
Lily impugnò la bacchetta e la puntò verso Lene, in una finta minaccia, ridacchiando comunque sotto i baffi.
-Se le uova sono sbattute male, tutta la torta viene male. Vero Len?-
Marlene non potè fare a meno di scoppiare a ridere.
-Ok, ok, come vuoi tu.-
-L'unico modo per scoprire se le uova sbattute da Lily sono state realmente fondamentali alla riuscita della torta, è appunto mangiare la torta, direi.- decretò Frank, che con aria sognante si stava già gustando quella sinfonia di cioccolata sul palato.
-Hai ragione, amore- Alice battè le mani, felice. -Avanti Em, spegni le candeline che così mangiamo!-
-E poi sono sempre io quella che pensa solo al cibo, vero?-
-Ma state zitti, che così la povera Emmeline spegne le candeline!-
-Si dai Em, soffia!-
-Sembra che stia compiendo due anni, altro che diciasette.- rise la biondina.
-L'età mentale è quella, infatti.-
-Ma Lily!Neanche al mio compleanno riesci a non essere acida?-
-Scusa, scusa. E' più forte di me.-
Tutti risero.
-Allora?io ho fame!-
-Sirius tu hai sempre fame.-
Emmeline si sporse il più possibile verso la torta, protesa per soffiare, e in quel momento tutti si zittirono.
-Ricordati di esprimere un desiderio.- Sussurrò Lene, un secondo prima che Em soffiasse.
Nessuno si accorse del suo tono malinconico.

-Sai che sei bellissima?-
Marlene si irrigidì, e bloccò automaticamente il braccio che si stava allungando per prendere la caraffa di Burrobirra appena sentì una presenza dietro di lei.
Dopo il primo istante in cui non riuscì a muoversi, decise di ignorare la voce, e continuare a fare quello che stava facendo, flettendo il braccio rimaso sospeso per aria.
Si riempì il bicchiere di burrobirra, non calcolando minimamente le varie brocche di superalcolici posate là accanto.
Mentre Lily e Mary, che stavano ballando poco distanti con Emmeline, una con cautela perchè non era abituata ai tacchi e l'altra scatenata come sempre, reggevano piuttosto bene l'alcol, lei con una sola goccia andava fuori di testa, quindi solitamente preferiva non bere.
Sirius la osservò attentamente, da dietro, mentre con un gesto nervoso posava la caraffa dov'era posizionata prima.
Avrebbe disperatamente voluto che lei gli parlasse.
Stupido, era uno stupido.
Aveva mollato lì James che chiaccherava con Frank e Alice dall'altra parte della sala, già alticcio, appena l'aveva vista gironzolare dalle parti del tavolo con le bevande tutta sola.
Non ne aveva potuto fare a meno.
Forse era già ubriaco, ma per quella sera avrebbe solo voluto che lei lo guardasse con quegli occhi grandi e innocenti, anche solo con disprezzo.
L'alcol lo spingeva a parlare troppo, e forse era stato quello a farlo parlare, così come era forse sempre quello a farlo continuare a blaterare, nella speranza di una qualsiasi tipo di reazione da parte della ragazza, che quasi senza accorgersene aveva iniziato a tremare impercettibilmente.
-Sai..mi..mi dispiace che siamo arrivati a questo punto. Almeno..una volta eravamo amici..-
Le ultime parole le aveva biascicate, e la vide stringere il bicchiere con più forza, come se si stesse trattenendo a forza per non tirarglielo addosso.
-Non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando.-
Quell'affermazione gli fece sgranare gli occhi, incredulo.
Lei si era finalmente voltata verso di lui, i riccioli neri che le incorniciavano il volto a cuore quella sera non sembravano proprio voler rimanere al proprio posto, e qua e là le coprivano il viso, infastidendola.
Ma Sirius quasi non li notò, troppo impegnato a sorprendersi per badare a qualsiasi altra cosa.
Ma una cosa la notò, e ne rimase sconvolto.
Gli occhi.
Gli occhi non erano quegli stessi occhi che lui si era abituato a guardare, quei grandi pozzi argentati in cui aveva amato immergersi.
Quegli occhi erano senz'anima.
Sembravano spenti, morti.
Più che argento vivo parevano due lastre d'acciaio, e altrettanto senza vita.
Stava per dire qualcosa, qualsiasi cosa per fare allontanare quella freddezza così innaturale per lei, quando lei continuò il discorso, con voce gelida.
-Non siamo mai stati amici, Black.-
E a quel punto Sirius si accorse che c'era davvero qualcosa che non andava.
Quella non era la sua Marlene.
Quella donna che gli stava davanti non era quella stessa Lene che arrossiva a ogni suo tocco, che rideva sguaiatamente per ogni minima cosa, che metteva l'amore e la passione in ogni gesto che faceva.
Quella persona era qualcuno che lo considerava un estraneo, una persona dalla personalità fredda e calcolatrice.
Non era la sua Lene.
Non era la Marlene che amava.
Quel pensiero gli arrivò a ficcarsi dritto nel cuore, come un coltello lacerante e appuntito che gli fece a brandelli quegli ultimi pezzettini di quella negazione che l'aveva tanto protetto sino ad allora.
Qualcosa di quell'antico dolore doveva essersi mostrato nel suo volto, perchè improvvisamente anche Marlene sembrò vacillare.
La vide chiudere gli occhi, mentre la mano che impugnava il bicchiere tremava in uno spasmo.
Quando li riaprì, qualcosa era nuovamente cambiato.
Oltre il velo di lacrime che li copriva, quegli occhi sembravano essersi fusi nel solito, dolce argento liquido, e per un attimo il cuore di Sirius fece una capriola strana, perchè Marlene pareva essere tornata Marlene.
-Non siamo mai stati amici, Sirius.- un mormorio incrinato era tutto ciò che era rimasto di quella voce fredda che aveva tentato di mantenere fino a quel momento. -Io ero innamorata di te da molto prima di quella notte.-
Sirius aprì la bocca sottile, per poi richiuderla, lasciando che tutta l'incredulità e il trauma dovuto a quella frase si esprimesse negli occhi blu e tormentati.
La guardò, in attimi di silenzio che si rincorrevano nel tempo, facendogli parere che un secondo potesse durare un secolo, e viceversa.
Per un attimo fu come averla di nuovo vicina a sè, come se lui avesse potuto allungare le braccia e stringersela al petto e sarebbe tornato tutto com'era prima di quel trambusto, ma fu una sensazione che durò meno di un battito di ciglia, perchè in un attimo Marlene sembrò riacquistare quella maschera di freddezza tanto odiosa quanto dolorosa per lui.
In un attimo i suoi occhi tornarono gelidi come il vento del Nord, e Lene distolse lo sguardo, come se volesse riprendere il controllo di sè.
-Ti prego Sirius.- la voce era ritornata distaccata, e per un attimo Sirius odiò quella Marlene che voleva parere dura, così diversa da quella fragile ma indimenticabile Lene. -Fai finta che questa conversazione non sia mai avvenuta, va bene?Fai finta...fai finta che io mi sia dimenticata di te, che io non sappia nemmeno chi tu sia. E' meglio così. Per tutti.-
-Io non..-
-Per favore.- in quell ultima supplica, per un attimo Sirius rivide la solita Lene, e l'attimo dopo, in cui avrebbe voluto chiederle perchè, lei era già scivolata via da lui, tornando dalle sue amiche, più che decisa a dimenticarsi quella conversazione.
Sirius strinse i pugni.
C'era qualcosa di strano, in Marlene. Qualcosa di oscuro che aveva scorto in quegli occhi solitamente così puri e ingenui.
Qualcosa che lo terrorizzava, anche se non sapeva dire esattamente cosa.

Lily Evans non era una che si arrendeva facilmente.
Quando quella mattina aveva deciso che quella sera si sarebbe messa i tacchi, facendoseli gentilmente prestare da Mary, nessuno aveva potuto farla desistere, anche se lei stessa sapeva bene che rapporto burrascoso aveva con quelle scarpe micidiali.
Quando poi James, con una faccia da schiaffi degna dei più noti malfattori, le si era avvicinato con un bicchierere colmo di Wishkey Incendiario, ricordandole così la loro scommessa, non aveva comunque fatto una piega, più che decisa a vincere sia la scommessa fatta con James sia la scommessa fatta con i suoi piedi.
Non aveva considerato quanto sarebbe stato problematico ballare senza rendersi eccessivamente ridicola.
Lanciò un'occhiata particolarmente scettica ai suoi piedi, che parevano chiederle pietà, mentre cercava di muoversi senza sembrare un tirannosauro e contemporaneamente senza rischiare di fare un capitombolo per terra che avrebbe segnato per sempre la dipartita del suo orgoglio.
Fu allora che Lene le raggiunse, con un bicchiere di Burrobirra stretto in mano e gli occhi grigi attraversati da un turbamento inquieto.
-Bello questo gruppo che canta, come si chiama?-
Mary e Lily si gettarono una breve occhiata, accorgendosi entrambe che la moretta aveva qualcosa che non andava. Fu Emmeline a risponderle, del tutto ignara della comunicazione silenziosa che stava avvenendo tra le due Grifondoro, per il semplice fatto che ormai era decisamente brilla.
-Sono le Sorelle Stravagarie- urlò, per sovrastare la musica. -è un gruppo nato da pochissimo, a quanto pare una di loro è la cugina di Matthew Stevenson, il Tassorosso del sesto anno che sta ballando con Karin Smith. A proposito, sono una bella coppia, non trovate?-
Lene sorrise, nascondendo quel velo di malinconia che l'aveva accompagnata per un attimo.
-Ti sei mai accorta che sei parecchio pettegola, quando sei ubriaca?-
-Non sono affatto ubriaca!- Em assunse la tipica espressione indignata degli ubriachi quando li accusano di aver alzato troppo il gomito.
-Tesoro- Lily roteò gli occhi, divertita, decidendo che quello non era il momento per fare domande a Lene. -Prima hai abbracciato una perfetta sconosciuta del sesto anno di Grifondoro dicendole "Oh, Professoressa Mcgranitt, come sono contenta che ci sia anche lei alla mia festa!Vuole un drink?"-
Emmeline proruppe in una debole protesta senza senso, mentre una figura ben conosciuta si avvicinava alle ragazze, con aria malandrina.
-Evans, sbaglio o sei ancora un po' troppo sobria per i miei gusti?-
Lily si girò, fintamente scocciata.
-Potter, non hai ancora capito che ormai hai perso la scommessa?-
-Io non credo proprio- le porse un bicchiere pieno di un liquido dal profumo inebriante, sorridendole. -Ho ancora due possibilità per farti ubriacare, ricordatelo.-
Lei si limitò a sbuffare con indifferenza.
-Ragazze, perchè non dite a James quante volte ho perso una scommessa?-
-Mai.- fece Em, allungando la a con voce quasi infantile, mentre Mary annuiva per darle man forte e Lene scoppiava a ridere, come a dire che la sola idea di Lily che perdeva una scommessa fosse ridicola.
James si limitò a ridere, passandole le braccia attorno alla vita per attirarla a sè.
Non avrebbe mai ammesso ad alta voce che quasi quasi ci sperava, di perdere, giusto per scoprire qual era la fantasia più nascosta della sua rossa preferita.
Lei gli cinse il collo con un braccio, mentre con l'altro teneva in mano il bicchiere che lui le aveva gentilmente offerto.
-Sembra che Em si stia divertendo.- la indicò con un gesto della testa, facendo in modo che Lily lanciasse un'occhiata dietro di sè, dove Em stava ridendo a crepapelle a una battuta di Mary che lei non aveva sentito, probabilmente troppo presa a perdersi negli occhi nocciola del suo Malandrino.
-Si, direi di si, abbiamo avuto una bella idea. E poi avevamo tutti bisogno di una serata dove svagarci un po'. Almeno per una sera, rimanere senza pensieri.-
Ballavano lenti, seguendo un ritmo piuttosto discostante dal resto della massa scatenata che ballava attorno a loro, per il semplice fatto che Lily voleva approfittarne con una certa nonchalance per riposare i suoi poveri piedi, che se avessero avuto occhi per piangere in quel momento avrebbero inondato il pavimento di lacrime.
James annuì, prima di cambiare argomento, con un sorriso carico di malizia.
-Ma tu prima hai visto Remus?-
-Quando?-
-Prima. Quando Em si è mezza spogliata. Hai visto come l'ha guardata?Secondo me sta succedendo qualcosa tra quei due, te lo dico io. Conosco il mio pollo...anzi, il mio lupo.-
Lily rise.
-Ma tu farti gli affaracci tuoi mai?Sei peggio di una donna!-
-Disse colei che continua a fare bere Emmeline da tutta la sera solo per estorcerle informazioni..-
Lei si finse indignata.
-Ehi!Questa è una calunnia bella e buona!-
Lui alzò un sopracciglio con fare scettico, e Lily scoppiò a ridere di nuovo.
-E va bene, forse. Però detta così mi fai sembrare una persona subdola e stronza, che farebbe di tutto per ottenere i suoi scopi!-
James fece per parlare, ma la rossa lo guardò immediatamente male, anticipandolo.
-Non provare a dire che infatti è quello che sono, Potter, o stanotte ti converrà dormire con metà cervello sveglio a meno che tu non voglia morire in maniera più dolorosa di quanto potrebbe essere.-
-Ti sei resa conto che con questa frase hai solo confermato la mia ipotesi, vero?-
Gli occhi verdi della rossa scintillarono di ilarità, resa ancora più allegra dall'alcol che ormai la stava rendendo lievemente alticcia.
E si sentiva decisamente accaldata, ancora non sapeva bene se per aver bevuto o per il corpo del suo ragazzo premuto contro il suo.
Non che avrebbe mai confessato questa cosa a James, naturalmente. Lei non perdeva mai una scommessa, non aveva certo intenzione di cominciare ora.
In quel momento si diffuse nell'aria una melodia che fece illuminare lo sguardo di Lily di quella contentezza che i bambini provano quando ricevono un regalo inaspettato.
-Sono i Beatles!- esclamò, deliziata.
Doveva assolutamente scoprire chi era quel genio che aveva pensato alla musica da mettere e ringraziarlo profusamente, soprattutto perchè aveva avuto la brillante idea di inserire musica Babbana nel mezzo degli strilli e delle urla di tutti i musicisti maghi che proprio non riusciva a gradire completamente.
Inoltre, chi apprezzava il suo gruppo preferito doveva per forza essere una persona degna della sua stima.
Il moro la guardò, perplesso.
-Chi?-
Lo fissò, indecisa se essere più sconcertata o indignata. Si allontanò un po' da lui, mettendo su un'espressione di finto ribrezzo.
Intanto le note di I Saw Her Standing There vibravano nell'aria, ricordandole le sere che profumavano d'estate dove suo padre e lei si ascoltavano ogni canzone cantandola a squarciagola, in un misero tentativo che perennemente falliva di non essere stonati.
-Potter- scosse la testa, con drammaticità. -mi dispiace, questa relazione non può continuare.-
James si aprì in una risata che rimbombò per tutta la sala, per un secondo coprendo la voce di John Lennon, e lei ebbe per un secondo la strana fantasia di lui che cantava i Beatles senza niente addosso.
Il Wishky stava decisamente facendo un effetto strano, doveva assolutamente contenersi o sarebbe probabilmente finita male.
-Cioè fammi capire Evans, mi stai mollando perchè non conosco i...come si chiamano?-
Lei si allontanò ancora di più, mettendo su un'espressione da finta martire e portandosi una mano al petto.
-Ogni tua parola mi ferisce sempre di più, sappilo. Come potrebbe continuare, come?!- poi finse di riflettere. -Penso che mi metterò con Remus. Lui sicuramente li conosce, i Beatles.-
James si passò una mano tra i capelli, fingendo un'arroganza che ormai era stata inghiottita dall'età puberale.
-Io sono molto più bello di Remus, se permetti.-
-Sei anche molto più stupido, se permetti.-
-Ehi!-
-Sei tu l'ignorante che non conosce i Beatles, non prendertela con me.- gli fece una linguaccia. -ora se permetti vado a...-
Non fece in tempo a finire la frase, perchè giusto in quel momento il suo piede sinistro decise di dare forfait, storcendole la caviglia in modo tale che dopo un dolore acutissimo capitombolò finendo col sedere per terra e con un'espressione stupefatta a incorniciarle il volto, come se nemmeno lei potesse credere di essere caduta.
Per un attimo tutti parvero fissarla allibiti.
La caduta era stata talmente rapida che James non aveva fatto nemmeno in tempo ad afferrarla, e senza quasi volerlo, vedendola con quella faccia stralunata e incredula, non potè fare a meno di scoppiare sguaiatamente a ridere, ricevendo immediatamente un'occhiataccia da Lily.
-Merlino, è stata bellissima..- tra una risata e l'altra si accorse dell'espressione di Lily che si stava trasformando da sbalordita a indignata. Si schiarì la gola, senza però smettere di sorridere. -Scusa, scusa. E' che è stata una scena troppo comica. Aspetta, ti do una mano.- si avvicinò, porgendole la mano.
-Non serve, ce la faccio da sola.- le sue parole però furono smentite appena cercò di rialzarsi da una fitta acuta che le colpì nuovamente il piede, facendola crollare di nuovo a terra e facendo piegare il suo viso in una smorfia di disappunto.
James alzò gli occhi al cielo. -Vedo.- mormorò, annotandosi mentalmente che non avrebbe mai davvero compreso fino a dove l'orgoglio della rossa poteva arrivare.
Senza una parola di più le prese il braccio e se lo portò al collo, per poi sollevarla di peso, ignorando bellamente i suoi segnali di protesta.
La fece appoggiare completamente su di lui, e la aiutò a zoppicare verso il divano, vedendo che a ogni passo lei faceva una smorfia.
La scrutò un po' con aria preoccupata, mentre l'accompagnava a distendere le gambe per mettersi più comoda, dopo averla aiutata a scalciare via i tanto odiati tacchi.
-Stai bene?- chiese, notando che lei teneva lo sguardo fisso su un punto imprecisato della stanza, piuttosto imbarazzata.
Lei annuì, borbottando qualcosa di incomprensibile.
Non poteva credere di essere davvero caduta come un salame davanti a lui e a un altro centinaio di persone.
James si sedette, iniziando a massaggiarle la caviglia con delicatezza, per vedere se riusciva ad alleviarle il dolore almeno un po'.
Intanto si era avvicinata Lene, con un bicchiere in mano dall'aria promiscua.
-Che è successo?- la voce, sebbene fosse di un'ottava sopra il normale, sembrava preoccupata. -Ti ho vista cadere da lontano..- ridacchiò, poi, come a ricordare una scena spettacolare.
Lily la osservò attentamente, con gli occhi stretti in una severa fessura.
-Oh no- gemette. -ti prego Len, dimmi che non hai bevuto.-
L'altra alzò le spalle, indifferente.
-Solo un pochino.- tutti sapevano che anche "solo un pochino" a Lene bastava per fare disastri in giro, per questo di solito tentava di tenersi il più lontano possibile dal tavolo delle bevande, ma quella sera dopo aver visto Sirius non ce l'aveva proprio fatta, e si era detta che un bicchierino in fondo non poteva farle nulla di male.
Ovviamente si sbagliava.
-Ma piuttosto dimmi che è successo?Ti sei fatta male?-
La rossa scosse la testa.
-No, va tutto bene Lene. Torna a ballare, su.-
-Io ancora non capisco perchè ti sei messa quelle trappole ai piedi se sa benissimo di non saperci camminare.-
James si chiese perchè a quell'affermazione Lily fosse improvvisamente arrossita.
-Non è affatto vero che non so camminare sui tacchi!- tentò, debolmente, sapendo bene che era un'affermazione sin troppo pretenziosa persino per il suo orgoglio.
-Oh, Merlino.- Lene aveva sgranato gli occhi, fissandola con la bocca spalancata, e Lily tremò. Perchè se già Marlene aveva un filtro piuttosto inesistente tra bocca e cervello da sobria, non osava immaginarsi da brilla. Le lanciò un'occhiata di avvertimento, ma era già troppo tardi, la moretta stava già continuando a parlare. -Non dirmi che te li sei messi per quello che ha detto Alice stamattina!-
Ecco, per l'appunto.
Perchè, perchè Lene aveva deciso di bere proprio quella sera?
Era così dolce e carina, quando era sobria.
Automaticamente James guardò Lily intensamente, chiedendo -Cos'ha detto Alice?- mentre lei diventava rossa fino alla radice dei capelli.
-Niente. Alice non ha detto niente.- ringhiò, per poi voltarsi verso Marlene. -E non l'ho fatto certo per quello che ha detto, Lene. Che ne dici di andartene ora?- cercò di rendere il suo rono di voce minaccioso, in modo da farle comprendere l'antifona.
Marlene sembrò non averla minimamente sentita, troppo presa a focalizzarsi sulla domanda di James.
Si sentiva girare immensamente la testa, e ormai la razionalità sembrava essere andata in vacanza alle Canarie insieme al suo buon senso.
-Alice le aveva detto- ignorò il tentativo di Lily di trucidarla con lo sguardo. -che probabilmente a te avrebbe fatto piacere per una volta vederla vestita in maniera femminile e non con i soliti vestiti di tre taglie in più e scarpe che potrebbero definirsi carri armati.-
A Lily prese un'immediata voglia di strozzarla, mentre James la guardò, incredulo.
-Non l'ho fatto per quello!- sbottò, tentando di mantenere la calma e contenere l'imbarazzo che andava dipingendosi chiaramente sulle sue gote.
-Ti sei distrutta un piede solo per farmi piacere?-
-No!- lo guardò male, mentre lo vedeva aprirsi in un sorriso splendente. -Li ho messi perchè mi andava. E che cavolo, una persona non può nemmeno mettersi dei dannati tacchi senza ricevere il terzo grado?-
Lui scoppiò definitivamente a ridere, per poi allungarsi e baciarle il naso.
-Evans- le sussurrò, mantenendo il suo viso a pochi centimetri da lei, facendole arrivare il suo fiato caldo sul volto. -Solo per questo potrei impararmi tutta la discografia dei Beatles a memoria.- vide gli angoli della sua bocca piegarsi lievemente all'insù, prima di continuare. -So benissimo che ti puoi trasformare quando vuoi in una bomba sexy, quindi non serve che mi dimostri niente, okay?Mi piace la Lily che si veste da maschiaccio tanto quanto la bomba sexy, anzi forse anche di più, quindi basta tacchi, i tuoi poveri piedi non lo meritano affatto.-
Lei finalmente si aprì in una risata, per poi baciarlo velocemente e alzarsi, l'imbarazzo volato via sulle ali di una canzone sconosciuta che stava suonando le sue ultime note.
Non si rimise le scarpe, decidendo che preferiva girare scalza piuttosto che rimettersi quei trampoli, e gli porse la mano.
-Andiamo a ballare, su.-
James sorrise, senza dire altro.

-Em, sai che non dovremmo...-
Lei lo zittì, baciandolo.
Remus non sapeva esattamente come erano arrivati al dormitorio maschile, nè si ricordava se era stato lui a trascinarla su per le scale o lei a iniziare la cosa.
Non sapeva esattamente nemmeno che peso dovesse dare a quella faccenda, visto che fino a due minuti prima Emmeline era evidentemente brilla e lui...lui era abbastanza sobrio da accorgersi che lei era alticcia, ma non lo era abbastanza per fare l'uomo d'onore e non cibarsi dei baci caldi che lei gli concedeva su tutta la pelle.
Sarebbe potuto entrare qualcuno da un momento all'altro.
Forse non James, perchè lo aveva chiaramente visto mentre saliva le scale che portavano alla stanza riservata ai Caposcuola, ridacchiando e sorreggendosi a Lily o sorreggendo Lily, ancora non gli era ben chiaro, entrambi ubriachi d'amore, forse, o molto più semplicemente entrambi ubriachi e basta.
Forse nemmeno Sirius in fondo sarebbe salito, l'ultima volta che l'aveva visto stava facendo quella che a dire di Remus era la parodia di uno spogliarello sotto lo sguardo affamato di un gruppetto di ragazzine con gli occhi a cuoricino.
Ma Peter, per esempio?
O magari Frank Paciock, venuto a chiedergli qualcosa?
Si staccò dalle sue labbra con riluttanza, lasciandole scappare un gemito di protesta.
-Em, potrebbe entrare qualcuno.-
Gli occhi azzurri lo squadrarono da cima a fondo con una lucidità che per un attimo fece dubitare Remus sul fatto che lei non fosse in fondo così brilla come voleva far credere.
-Non mi importa.- fece per avvicinarglisi di nuovo, ma lui la bloccò.
-No. Ascoltami non voglio...non voglio fare niente, con te in questo stato. Sei brilla, e io non so quanto potrei mantenere il controllo se...non voglio fare qualcosa di cui domani ti pentiresti, Em.-
Questa volta fu lei ad allontanarsi di scatto, e sul volto aristocratico si dipinse una smorfia infastidita. In quel pozzi fatti di cielo per un attimo passò una macchia scura, come una nuvola che preannunciava una tempesta fatta di amarezza e tristezza.
Emise un lungo sospiro, chiudendo per un secondo gli occhi.
-Remus.- poi gli prese il volto tra le mani, facendo in modo che la guardasse dritto negli occhi. -Proprio non capisci, vero?- scosse la testa, per un attimo. -Oggi è il giorno del mio compleanno. L'ultimo compleanno che posso passare con le persone che amo, divertendomi e bevendo e ballando e baciando e amando e...sentendomi felice, e a casa.- fu un secondo prima che continuasse, che Remus ebbe conferma al suo sospetto: lei non era affatto ubriaca. Non da perdere di vista le cose che voleva, almeno. -Quindi, per favore- Emmeline continuò, non accorgendosi che Remus aveva già fatto crollare tutte le sue barriere. -per favore, questo ultimo compleanno, fammelo passare a modo mio. Con le persone che amo.-
Remus John Lupin non sapeva esattamente
come erano arrivati al dormitorio maschile, nè si ricordava se era stato lui a trascinarla su per le scale o lei a iniziare la cosa.
Sapeva però che quando si allungò per catturare quelle labbra rosse e intrappolarle in un bacio che non poteva che approdare a qualcos'altro di più intimo e profondo, lei avrebbe risposto aggrappandosi a lui con tutte le sue forze, più che decisa a prolungare quegli attimi fino a che non sarebbero rimasti marchiati a fuoco sulla sua pelle candida, in modo che nessuno mai avrebbe potuto portarglieli via.





Ma buongiooooooorno!!!Avanti su, ditemelo che sto migliorando e pubblico sempre più in fretta U.U no eh?ç___ç uffa ç___ç bè almeno i soliti 5 mesi non sono passati, ne sono passati dinuovoquasidue, puhauah XD
Ehm...ok adesso mi do un contegno XD domani parto per la Puglia e prima di partire dovevo assolutamente postare!
Questo capitolo...ehm...allora, doveva essere un capitolo divertente. Uno stacco da tutta la melma e la melodrammaticità in cui li ficco di solito, ecco, ma credo di non esserci affatto riuscita come al solito. C'è da dire che anche il prossimo probabilmente sarà ancora motivo di respiro per questi poveretti, ma non assicuro nulla.
Spero che questo capitolo non sia sembrato superficiale o cosa, è solo che secondo me avevano bisogno di un po' di sano svago. E io avevo bisogno di un capitolo di transizione!XD
Alla fine Lene non  si è fatta cancellare il ricordo di Sirius, avete visto?(sono fiera di Lene XD) e credetemi, il fatto che lei si ricordi di Sirius è moooooolto importante, visto che piano piano Mark le sta facendo il lavaggio del cervello XD
Intanto Sirius già si accorge che qualcosa in Lene non va, dite che se la darà una mossa?XD
Come vi sembrano Em e Rem invece?io li adoro *__*
Invece scopriremo solo nel prossimo capitolo chi ha vinto la scommessa tra James e Lily, puhauah XD su chi scommettete?XD
Mmm...altro da dire non credo ci sia.
Scusate se vi risulta noioso, è che veramente a scrivere i capitoli leggeri nn sono capace ç___ç vado molto meglio quando li stermino tutti, phuahuahauha XD Ora passo a rispondere alle meravigliose 16 persone che mi hanno recensito *__*
Ma un grazie particolare va anche a chi solamente legge o mette le mie storie tra le preferite/seguite/ricordate XD
Un bacio a tutti!






















  
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