Capitolo
uno: Sorpresa!
—Svegliaaa!
Elena
aprì gli occhi, pentendosi di averlo fatto in modo
così brusco.
Sopra di lei c’era Caroline che sorrideva in modo altamente
inquietante. —Ma
che ora sono? E che ci fai qui?
La
sua amica
le mise un finto broncio, —Oh
scusami,
bella addormentata! Ma sono le 2 del pomeriggio e non credo che tu
voglia
spendere il tuo compleanno in questo modo! Ora alzati, fatti bella e
usciamo.
—Uscire?
— Le
chiese. — Caroline non ne ho voglia, davvero. E poi dove
dovremmo andare?
—Non
lo
saprai mai se rimani a letto. Forza, vai a farti la doccia. Anche
perché
francamente, puzzi un po’. — Caroline scese dal
letto e uscì dalla camera
sorridendole un’ultima volta. Cosa le aveva detto prima?
“Non credo che tu
voglia spendere il tuo compleanno in questo modo.” Dunque era
arrivato, il suo
compleanno. Aveva ufficialmente diciotto anni. E tutto quello che
voleva, non
era lì con lei a svegliarla dolcemente. Con riluttanza si
alzò dal letto e andò
in bagno a farsi una doccia. Uscì dalla camera e dopo aver
optato per un paio
di jeans e camicia leggera, andò di sotto da Caroline. Ma
quando arrivò al
salotto lei non c’era, bensì c’era
Damon.
Non
lo aveva
più visto dal giorno che Katherine era apparsa davanti alla
porta della sua
camera e gli aveva salvato la vita. Erano passate due settimane. Ogni
tanto
ancora ci ripensava, al bacio. Ma scacciava via subito il pensiero per
i sensi
di colpa. Non doveva pensare a Damon! Non ora che Stefan non
c’era più e lei
non sapeva neanche perché e dov’era.
Damon teneva in mano un mazzo di fiori e una scatola
bianca dall’altra
mano.
—Auguri
festeggiata! Questi sono per te, freschi del giardino della tua vicina.
—Damon!
Non
puoi andare a rubare, anzi strappare, fiori nei giardini di altre
persone come
se niente fosse — lo riproverò Elena.
—Okay,
va
bene. Significa che dopo andrò a chiederle scusa per averle,
oh, sottratto tre
fiori.
—Comunque,
sono belli. Che fiori sono? —chiese incuriosita.
—Peonie.
Quella vecchietta ha buon gusto! Le Peonie non sono molto ricercate, e
trovo
che siano stupende. —Le sorrise facendole
l’occhiolino. Elena alzò gli occhi al
cielo e guardo la scatola che aveva ancora in mano —E quello
cos’è invece?
—Oh
questo.
Tieni, è il mio regalo. Conservalo per bene.
Elena
non
sapeva se avere paura di cosa ci fosse dentro o essere stupita che lui
le
avesse fatto un regalo. Quando aprì la scatola
alzò un sopracciglio. —Un
quaderno? Mi hai fatto un quaderno? — dentro, c’era
un diario in pelle
rilegato. Niente di più. —Non un semplice
quaderno. Quello è il diario di
Stefan. Il diario che cominciò a scrivere quando si
trasferì qui all’inizio
dell’anno. E ogni pagina parla di te. Pensavo ti avrebbe
fatto piacere. — Elena
sentì gli occhi bruciare, voleva scoppiare a piangere. Ma
non lo fece. Invece,
rispose a Damon con la voce che le tremava. — Grazie Damon.
Grazie davvero. —
Mise il diario sul tavolo e abbracciò il vampiro. Elena
sentì che l’aveva colto
alla sprovvista perché all’inizio non
ricambiò l’abbraccio, ma poi senti che
lui le cingeva la vita con le sue mani forti, quasi incerto se poteva
toccarla.
Si allontano un poco da lui e lo guardò negli occhi.
—Dunque emh, dov’è
Caroline? Mi aveva detto che saremmo uscire. —
—Oh
sì, è
fuori in giardino a parlare con Bonnie, io ero passato per darti questo
e poi
me ne sarei andato subito. Tolgo il disturbo e vi lascio fare le cose
da
ragazze. — Detto questo le fece l’occhiolino e si
recò alla porta di casa. —Damon?
— Elena lo fissò. —Quello che hai fatto.
Il diario, perché? —
—Perché
so
quanto ami mio fratello, e anche se non vuoi ammetterlo ti manca
terribilmente,
così ho pensato di regalartelo. — Le fece un
accenno di sorriso e uscì.
Come
se
stessero origliando, Caroline e Bonnie entrarono dalla porta sul retro
e le
fecero un mega sorriso.
—Allora
festeggiata. Oggi niente cose supernaturali, va bene? Niente magia,
niente
sangue, e niente canini fuori. — Bonnie guardò
Caroline, che e fece un sorriso
malizioso —Ho già mangiato stamattina. Mi ha
accompagnato Tyler. —
—E
perché
Tyler dovrebbe accompagnarti a caccia? — Le chiese Elena
alzando un
sopracciglio.
—Mi
ha detto
che io sono stata con lui durante la sua trasformazione e
l’ho aiutato e beh,
l’ho visto trasformarsi. Quindi lui in cambio voleva vedere
la Caroline vampira
all’opera— Il sorriso si allargo di più.
—Umh
capito. —
Elena voleva risponderle che queste cose si fanno tra fidanzatini, ma
non lo
disse perché sapeva che Caroline nutriva ancora una speranza
di stare con Matt.
—Allora — disse cambiando argomento.
—Dove si va? —
—Fuori
città!
— rispose Bonnie.
—Ad
Atlanta! —
continuò Caroline senza nemmeno dare tempo ad Elena di fare
domande.
—Atlanta?
E
perché? — fu tutto quello che riuscì a
dire Elena.
—
Perché qui
i negozi sono ben pochi, e tu cara mia hai bisogno di uno shopping
terapia.
Quindi, prendi la borsa e andiamo ad Atlanta! Sono solo poche ore di
viaggio, e
staremo lì anche la sera. E noi pagheremo tutto quello che
vorrai. Tutto!
Quindi datti alle spese pazze. — rispose Caroline. Elena
ricordò che quando
Caroline era ancora umana, prima ancora che lei sapesse che esistessero
i
vampiri, andava sempre ad Atlanta a fare shopping quando litigava con
la madre.
E ritornava la sera con minimo venti buste piene di abiti.
—Va
bene.
Andiamo! — rispose Elena sorridendo. Sebbene avesse passato
due settimane
chiusa in casa, a piangere e a chiedersi dove fosse Stefan, quello fu
l’unico
momento in tutto questo tempo che sorrise davvero.
Si diresse verso la porta di casa per prendere le chiavi e la borsa.
—Usiamo la
mia auto o di Caroline? —
—La
mia
dolcezza! Ho una nuova auto, mia madre me l’ha regalata
qualche giorno fa.
Perché voleva farmi capire che ora che sa cosa sono, non ha
paura di me. E
quindi mi ha regalato un’auto per chiedermi scusa del fatto
che aveva dato
della verbena a Matt e l’aveva usato per scoprire cosa ero.
— Sorrise. —Niente
domande! Vedrai che splendore che è la mia auto nuova!
—
—Già,
è una
bomba! — rispose Bonnie ridendo.
Le
tre
ragazze uscirono di casa e si diressero verso la nuova misteriosa auto
di
Caroline, pronte per fare un po’ di shopping e passare un
compleanno
indimenticabile, davvero
indimenticabile.