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Autore: _LilyLuna_    20/07/2011    5 recensioni
Lily era abituata ad essere al centro dell’ attenzione. Non che fosse difficile per lei, essendo la figlia di Harry Potter. Non contribuiva neanche il fatto che sua madre fosse stata una delle migliori giocatrici della squadra di Quidditch del momento, che fosse la sorella di James Sirius Potter, il ragazzo più ambito dalle giovani studenti di Hogwarts, e che lei fosse estremamente carina.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter, Lily Luna Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Grazie a tutti quelli che continuano a seguire la storia e ad aggiungerla tra i preferiti J

 

Una tradizione da non interrompere

 

Il fatidico giorno era arrivato.

James quella mattina si svegliò con un’ incredibile fitta allo stomaco, che sicuramente non si sarebbe placata come al solito con un toast. A differenza delle altre volte per lui vincere la partita non voleva dire soltanto fare in modo di non interrompere quella che era la più lunga lista di vittorie dei Grifondoro in tutta la storia di Hogwarts, ma catturare il boccino gli avrebbe fornito una scusa per parlare nuovamente a Sam, e catturare la sua attenzione.

Non gli era mai capitato prima d’ ora di comportarsi così; di solito per conquistare una ragazza gli bastava sfoderare uno dei suoi bellissimi sorrisi. Questa volta però era diverso, e non sapeva spiegarsi neanche lui il perché. Quello però non era certamente il momento più opportuno per pensarci, si disse, aveva una partita da vincere.  Si vestì con tutta calma, i suoi compagni erano ancora immersi in un sonno profondo, e solo pochi minuti prima di uscire li svegliò, non risparmiandosi le imprecazioni degli amici.

Decise di aspettarli in sala comune, quasi deserta, ad eccezione di Lily,seduta in disparte a giocherellare con qualcosa che James non vedeva.

“Jamie! Nervoso?” la sorella lo accolse con un sorriso, e il più grande dei Potter notò con piacere che la rossa negli ultimi giorni sembrava aver spazzato via la malinconia delle settimane precedenti.

Lily aveva deciso infatti di sforzarsi per ritornare ad essere quella di una volta, non avrebbe potuto rovinarsi la vita per un ragazzo, anche se in cuor suo era consapevole del fatto che le sarebbe servito molto più di un mese per dimenticare Zac, soprattutto perché continuava ad incrociarlo ogni giorno nei corridoi.

“James Potter nervoso? Sei impazzita?”  le rispose il fratello, tentando con ben pochi risultati di sembrare sfacciato come sempre.

“Certo che no! Non sei proprio il tipo che si agita per una partita di Quidditch” l’ ironia nella voce della ragazza era palese “E comunque, so che non ne hai assolutamente bisogno, ma tieni, ti ho fatto un portafortuna” E così dicendo gli porse un braccialetto di cuoio, su cui erano incise tre lettere: J. A. L.

“Ne ho fatto uno identico anche per Al, questo è il tuo ultimo anno qui, e voglio che ognuno di noi porti sempre con se un pezzettino degli altri due” spiegò imbarazzata.

“Oh Lils, voi sarete sempre le due persone più importanti della mia vita, non ce ne era bisogno, ma grazie.”

Proprio in quel momento arrivò Albus, che una volta ricevuto il suo portafortuna abbracciò i due fratelli contemporaneamente e con gli occhi lucidi disse “Vi voglio bene Potter”

“Basta con queste smancerie” James si allontanò sorridendo “stanno cominciando a guardarci” la sala comune stava infatti iniziando a riempirsi, e mentre i ragazzi si fermarono ad aspettare i loro compagni di squadra, Lily si avviò a colazione con Jess e Curt, che erano appena apparsi dal buco del ritratto della Signora Grassa.

“Dove siete andati a quest’ ora?” Chiese Lily sospettosa, mentre scendevano verso la sala Grande.

“Noi…siamo andati…bhè..” La rossa guardò attentamente Curt che stava evidentemente cercando qualche scusa, e un pensiero le balenò per la testa: non è che quei due…? Ma no, impossibile, era la migliore amica di Jess, sarebbe stata la prima a saperlo.

I suoi pensieri furono però interrotti da Hugo e Mark, che li raggiunsero correndo.

“Grazie per averci aspettato eh! Sto morendo di fame” Curt fu molto grato a Hugo che, seppur inconsapevolmente, gli aveva evitato di inventare una scusa, mentre Jess si sentiva sempre più in colpa.

Poco più tardi, la squadra di Grifondoro fu accolta tra gli applausi dei tifosi e dai fischi dei Serpeverde, capitanati da Malfoy, in sala Grande, dove però non restò per molto poiché James sosteneva che per volare bene bisognasse essere leggeri e non con la pancia piena come un uovo.

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“80 a 10 per Grifondoro! Anche quest’ anno Potter ha messo su una bella squadra, e siamo tutti curiosi di sapere se qualcuno riuscirà a fargli perdere almeno una partita!”

“Ma cosa fa, cerca di portarci sfiga?” Disse Lily, riferendosi a Spencer, il tassorosso che commentava i campionati di Quidditch. Erano passati soltanto dieci minuti dal fischio d’ inizio e Albus e Arielle avevano già segnato quattro volte ciascuno, Anthony aveva parato tutti i tiri ad eccezione di  uno, Fred aveva scagliato numerosi bolidi contro gli avversari e le new entry stavano facendo del loro meglio. Del boccino non c’ era traccia. I Serpeverde dal canto loro, non molto abili nel gioco, tentavano di bloccare i Grifondoro commettendo una grande quantità di scorrettezze.

“Lo odio quel Malfoy, non sa fare altro che spingere James!” commentò Hugo, come sempre pronto a schierarsi dalla parte del cugino maggiore.

“Hugo che c’ è, sei innamorato?” Lo prese in giro la sorella, facendo ridere tutti.

“Io no, ma qualcun altro a quanto pare si” Sogghignò il piccolo Weasley, indicando una coppietta davanti a loro intenta a sbaciucchiarsi.

“Chissà chi saranno…” Chiese Jess, curiosa come al solito. I due si voltarono, come se avessero sentito, e a Lily venne un colpo. Zac sembrava mortificato, con i capelli tutti spettinati, e tentò di dire qualcosa, mentre la sua ragazza lo guardava infastidita. Lily fece uno sguardo disgustato, e alzò gli occhi al cielo, apparentemente per guardare la partita, in realtà per evitare di piangere. Non avrebbe dato quella soddisfazione al ragazzo. Questo intanto si era allontanato, trascinato dalla bella corvonero e nessuno a parte Jess, tra i cugini e gli amici della rossa, sembrava essersi accorto di quello che era successo, troppo occupato a seguire la partita.  

Spencer aveva infatti un tono di voce molto più alto e agitato di prima, e stava dicendo

“Potter si lancia in picchiata a tutta velocità verso la porta Serpeverde, Malfoy cerca di seguirlo, ma è troppo lontano…Potter allunga la mano… e afferra il boccino! Potter afferra il boccino e chiude la partita! Grifondoro vince 230 a dieci!”

Albus, Arielle, Fred, Anthony, Anna e Justin fecero il giro del campo, tra gli applausi di tutti, guidanti da un esultante James, che stringeva tra la mani il boccino.

Lily, tenuta sottocontrollo da Jess, accantonò i suoi tristi pensieri, per andare a congratularsi con i suoi fratelli e con tutti gli altri.

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Quella sera, la sala comune dei Grifondoro era, se possibile, più chiassosa e rumorosa del solito. James, Anthony e Fred erano sgattaiolati nelle cucine e avevano sottratto agli elfi molte delle loro prelibatezze, unendo a queste calici di burrobirra arrivati direttamente da “La testa di porco”. James era circondato da un gruppetto di ragazze che lo guardavano ammirato, mentre raccontava per la millesima volta la sua picchiata verso il boccino.

“Ora però scusatemi, ma devo mantenere una promessa” E così dicendo si avvicinò a Sam, che sembrò rimpicciolirsi tra Jannet e Anna, e le porse il boccino, sotto gli occhi meravigliati di tutti.

“Grazie” disse, con gli occhi bassi e rossa come un peperone.

James restò per alcuni secondi ad osservarla, notando che aveva degli occhi bellissimi.

“L’ ho fatto con piacere” Rispose poi, continuando a fissarla. Dopo pochi altri secondi, che però sembrarono interminabili non solo per loro, ma per tutta la sala comune che si era fermata ad osservare la scena, James si allontanò, avvicinandosi a Fred, seduto sul divanetto con Rose, e lasciando Sam a subirsi le occhiatacce di tutte le altre ragazze.

Alcune ore dopo la Sala Comune era notevolmente più vuota rispetto a prima, e Lily si era distaccata da Jess, Hugo, Curt e Mark, che giocavano a sparaschiocco, appartandosi in un angolo nascosto, vicino alla finestra, ad osservare il parco ed il cielo stellato. Stava ancora pensando a Zac e a quanto facilmente l’ avesse dimenticata, quando le si avvicinò qualcuno.

“Perché una ragazza bella come questa se ne sta tutta sola soletta in un angolo?” Le chiese Anthony. Lily gli sorrise, era impossibile per lei evitare di farlo.

“Sai Anthony, a volte vorrei che tutti i ragazzi fossero come te”

“Beh, lo vorrebbero tutte!”

“Cretino!” La rossa rise

Anthony si sedette accanto a lei, sulla finestra.

“Non capisco perché dovresti accontentarsi delle copie, quando tu potresti avere l’ originale” fece Baston, facendosi ad un tratto più serio.

“Cosa intendi?” Lily fece finta di non capire, più che altro per evitare lo sguardo di lui, sempre più vicino.

Anthony non le rispose, ma continuò ad accostare il suo viso a quello della ragazza, finché le loro labbra si sfiorarono.

“Ma cosa dirà James?” chiese Lily, sussurrando

“James capirà”.

E forse per colpa della luna, del parco che faceva da sfondo, di un bicchiere di burobirra di troppo o degli occhi penetranti di lui, Lily dimenticò per un attimo Zac, James e chiunque altro e rispose al bacio.

  
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