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Autore: Romanova    21/07/2011    6 recensioni
Storia ispirata al flashback in cui si vede Piton trovare Lily morta.
Spero di non essere andata troppo OOC e che piaccia.
Perchè sia Harry che Severus hanno una cosa in comune: la solitudine.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Severus  entrò nella casa devastata accompagnato dai suoi sospetti e accolto dal silenzio più assoluto.
Si fece largo tra i mobili distrutti e le porte divelte finchè non raggiunse la camera del piccolino, che si sentiva ancora piangere.
La trovò morta, coi capelli a circondarle il viso come un’aura di fiamma.
Era pallida, fredda e con la bocca spalancata: l’aveva uccisa mentre stava parlando, urlando sicuramente di prendere lei al posto del suo bambino.
Pianse, pianse a lungo mentre l’abbracciava, la baciava e le chiedeva un perdono che mai avrebbe potuto avere.
Restò lì forse delle ora a scostarle i capelli dal viso con gentilezza, ad abbassarle le palpebre, ad implorare di essere scusato, perdonato, mondato dallo sporco che sentiva addosso per non averla saputa proteggere, per averla consegnata nelle mani della morte.
Di fronte a tanta bellezza, a tanto coraggio, si sentiva inadeguato, incapace.
Si alzò dal pavimento appoggiandosi al lettino di Harry con una mano.
“U?” chiese il piccolino notando la presenza del Mangiamorte e ormai troppo stanco persino per piangere.
 Gli occhi scuri di Severus si posarono su di lui, studiandolo, perdendosi nelle iridi chiare dell’infante.
Lily l’avrebbe voluto, lo sai.
Prima di prendere con sé Harry e cercare Silente, aspettò che i tremiti che lo scuotevano cessassero.
Succhiandosi un dito, il piccolo indicò il corpo della mamma, e gli bastò un solo cenno dell’uomo che ora lo teneva in braccio per capire e versare altre lacrime, molte altre lacrime.
Lacrime condivise, la Evans era e ora per sempre sarà ciò che vi renderà indivisibili, anche in futuro.
La Evans e l’uomo che ha messo al mondo quel bambino, che odierai con tutto te stesso eppure proteggerai.
Lo farai perché anche tu sai cosa vuol dire non avere un padre, oltre al grande amore che provi nei confronti della madre di quell’orfano.
Ora era giusto aspettare che anche il piccolo si sfogasse, e quando il suo pianto terminò, Snape si ritrovò addosso i suoi grandi occhi verdi e un’espressione ormai pacifica.
Dopo mamma e papà e rispettivi nomi, l’infante impara a definire le persone a lui più vicine.
Con un piccolo sospiro riprende a succhiarsi il pollice.
«E’vlus?»
«Andiamo,devo portarti da un’altra parte» spiega lui ascoltando il patronus di Silente dargli istruzioni.
«E’vlus?Papà?»
No, lui non avrebbe mai avuto un padre e di certo non voleva ricoprire quel ruolo.
Però, però, sarebbe bastato poco a far felice il figlio della donna che ama e dell’uomo che odia, senza contare che Silente avrebbe voluto che lo facesse.
«Sì, più o meno.»
Il che non voleva dire nulla, ma avrebbe, anche dopo vent’anni, continuato ad amare gli occhi verdi.
Odiandosi, sapeva che in realtà non avrebbe mai fatto del male a quel bambino.
L’avrebbe ferito, umiliato, ridicolizzato, ma non avrebbe mai permesso che qualcuno facesse del male ad Harry.
A quello che sentiva, anche se l’avrebbe capito molto dopo, anche un po’ figlio suo.

   
 
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