Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Segui la storia  |       
Autore: harinezumi    21/07/2011    3 recensioni
La stanzetta era semibuia, soltanto un debole raggio di luce autunnale riusciva a passare attraverso le persiane abbassate. Era davvero disordinata, c’erano vestiti ovunque sul pavimento, e l’armadio era aperto, come se il suo proprietario fosse sempre di fretta, e non avesse il tempo nemmeno di chiudere l’anta. L’unica cosa in ordine religioso erano le file di manga sugli scaffali di un’ampia libreria. Su un comodino, quello accanto alla figura dormiente tra le coperte di un letto a due piazze, stava una foto incorniciata.
Raffigurava due ragazzi al lunapark: uno, che doveva aver scattato tenendo la macchina fotografica, dai capelli biondi leggermente lunghi e magrolino, con enormi ed allegri occhi azzurri e un sorriso stampato sul volto; l’altro, con un’espressione cupa negli occhi cremisi e una smorfia sul volto, più alto e con i capelli neri e corti, eccetto per dei ciuffetti ribelli sulla fronte.
{il seguito di "Do you want to know a secret" :D non tiratemelo dietro ^^'}
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Cap 14

Because

[Track 8 – Abbey Road]


 

Love is old, love is new
Love is all, love is you

Quando suonarono il campanello, Fay corse subito a nascondere in profondità dentro l’armadio il minipony rosa e lo squalo nero con cui stava giocando assieme a Ryu, pensando che si trattasse di Kurogane alla porta. Aveva addosso appena i pantaloncini del suo pigiama dei Pokémon, così s’infilò in fretta una delle camicie nere di Kurogane, afferrandola dall’armadio.

Ma quando l’aprì, si ritrovò davanti Chitose, e sorrise, sorpreso, perché era davvero molto tempo che non vedeva l’amministratrice del condominio. «Salve!» esclamò, allegramente, cercando di tenere Ryu dietro di sé nel corridoio per impedire che uscisse.

«Avevo sentito che eri tornato a stare qui» rispose Chitose, ricambiando il suo sorriso con un altro di molto gentile. Era sempre stata una ragazza molto dolce e tenera. «Mi fa davvero piacere, Fay! va tutto bene?»

«Ehm… sì insomma…» mormorò Fay, senza sapere esattamente cosa rispondere.

Ma Chitose non era il genere di persona che ficcava il naso negli affari degli altri, anzi seguitò a sorridergli, lanciando un’occhiata divertita a Ryu, che guaiva alle spalle di Fay, dato che il biondo gli impediva di farle le feste. «Sono molto contenta che tu sia tornato. Kurogane era veramente perso senza il suo Fay».

Fay rimase semplicemente interdetto, e le sue labbra si aprirono all’istante, per dire, che no, lui e Kurogane non stavano insieme. Ma guardando il viso sorridente di Chitose non poté fare nulla del genere, e cercò di non sembrare troppo nervoso quando parlò. «Io… davvero?»

«Ma certo!» esclamò Chitose, con una risatina. «Nei primi tempi da solo il signor Kurogane nemmeno usciva di casa. Mi sono molto preoccupata! Ma ora è tutto a posto».

«Sì» mormorò Fay. «Tutto a posto».

«Ora meglio che vada a prendere il bucato, penso che stia per nevicare… Ci vediamo, Fay» lo salutò lei, senza apparentemente notare il suo disagio. «Mi ha fatto molto piacere vederti» aggiunse.

«Anche a me!»

Quando Chitose se ne andò, Fay non riuscì a richiudere la porta. La guardò allontanarsi per le scale, sentiva appena Ryu guaire dietro di sé.

«Ehi, Ryu-chan» mormorò al cane, abbassando lo sguardo verso di lui. «A Kuro-koi sono mancato, non è vero?»

Da un po’ di tempo, cominciava a capire che era possibile che avesse sbagliato a calcolare ogni cosa. In quale maniera aveva vissuto Kurogane senza di lui? Aveva sempre creduto di saperlo, se lo immaginava felice, con il lavoro che aveva tanto amato finalmente suo, ma allora perché aveva la sensazione che non fosse affatto così? Che Kurogane non si comportasse in maniera tanto strana solo per aiutarlo?

L’animale, seduto ai suoi piedi, lo guardò con aria confusa, inclinando la testa, come se le sue stesse domande lo stessero assillando a sua volta.

Una manciata di attimi dopo, Ryu si alzò in piedi e corse fuori dalla porta, approfittando del suo momento di distrazione, e Fay si ritrovò ad esclamargli di tornare indietro, mentre correvano giù per le scale.

***

Kurogane si fermò, ansimante, al cancello del condominio, appoggiandosi per un secondo prima di afferrare le chiavi con mani tremanti. Si era dimenticato di mettere i guanti, quindi aveva le dita congelate, perciò centrare la serratura fu più difficile del previsto; imprecò una o due volte, specialmente quando le chiavi gli caddero a terra, poco propense a collaborare.

Quando finalmente aprì il cancello, si bloccò sulla soglia, perché vide che Fay era lì, in giardino. E gli mancò il fiato, perché in quel momento nulla gli sarebbe sembrato più bello (anche se il suo era un comportamento degno del più scemo tra gli idioti).

Il biondo indossava una delle sue camicie appena, sopra quegli stupidi pantaloncini del pigiama dei Pokémon; il cane doveva essere uscito dall’appartamento, perché Fay lo stava inseguendo a piedi scalzi sul sottile strato di neve che andava formandosi sul vialetto e sul piccolo giardino davanti al condominio.

Aveva i capelli ormai bagnati dalla neve, segno che doveva essere lì da un po’; chissà come, anche se il suo corpo e le sue labbra stavano assumendo toni bluastri, l’idiota non era ancora caduto in ibernazione. Quella vista un po’ più accurata del primo impatto, in effetti, fece incazzare parecchio Kurogane.

«Ryu, torna qui! Non voglio giocare con te adesso!» gridava Fay, scivolando appena ogni tanto. Il cane sembrava non calcolarlo nemmeno, e scodinzolava, abbaiando senza fermarsi, intento a mordere i fiocchi di neve che aveva cominciato a cadere più fitta.

Kurogane capì in quel momento che non ce l’avrebbe mai fatta a vivere senza quel povero idiota che correva mezzo nudo nella neve. Non quando Fay si voltò verso di lui vedendolo e gli rivolse un sorriso, uno dei più bei sorrisi che avesse mai visto; perché era spensierato, gentile, sincero; non aveva nulla a che vedere con quelli che nascondevano il guscio che aveva rotto tanto tempo prima. Ed era anche terribilmente fragile.

«Kuro-pon, che fai lì fermo? Così Ryu andrà in strada!» esclamò il biondo, correndo verso Kurogane e parandosi davanti a lui, mentre quello lo guardava imbambolato. Fay lo sorpassò, chiudendo il cancello che aveva lasciato aperto. «Scusami! Il cane è uscito, non ho fatto apposta… avevo aperto la porta perché Chitose mi voleva chiedere come stavo, e prima di poterla richiudere…».

Kurogane lo interruppe, afferrandolo per le spalle. Non notò nemmeno l’espressione spaventata e sorpresa di Fay a quel gesto, ma alla vista di quegli occhi azzurri sgranati fu solo capace di stringerlo a sé con tutte le forze che aveva; voleva renderlo suo, per sempre. In quel momento, non gli importava nemmeno che Fay stesse tremando dal freddo, non riusciva nemmeno a capire il perché, quando lui riusciva soltanto a sentire il suo corpo emanare un intenso calore.

«Kurogane, che cosa è succes…» gli lasciò appena mormorare. Trattenersi ancora gli era diventato impossibile.

Quando lo baciò, a Fay sembrò di essere stato investito da un treno in corsa. La testa gli girò per un attimo, prima di sentire che il proprio corpo si era abbandonato a quello di Kurogane, e che anche le proprie mani lo stavano stringendo, aggrappate alla sua giacca, bianche e tremanti.

Non sentivano il cane abbaiargli contro, né il freddo che velocemente si stava impossessando di loro immobili l’uno nell’altro. Fay baciava Kurogane disperatamente, totalmente, come se il suo intero corpo si trovasse in quel momento nelle sue labbra e nella sua lingua, come se il suo amore potesse raggiungerlo soltanto mettendo l’anima e il cuore in quel loro divorarsi a vicenda, come se quello fosse stato l’unico cibo di cui avessero mai avuto bisogno.

Era impossibile capire chi per primo avesse interrotto quel bacio; forse Kurogane si svegliò all’improvviso, percependo i tremiti del corpo di Fay –non certo dovuti all’emozione-.

«Brutto idiota, vuoi congelare? Che cosa pensavi di fare?» sbottò Kurogane, cercando di non lasciar trasparire la sua agitazione facendo in modo di non far tremare troppo il tono della voce.

Quando però abbassò gli occhi riaprendoli in quelli celesti di Fay, vide che erano pieni di lacrime.

«Kurogane… io ti amo». Fay era consapevole che in quel momento stava piangendo come un bambino, ma percepì che alle sue parole anche il corpo dell’altro era stato scosso da un fremito. «Mi hai sentito? Ti amo» gridò più forte, sentendo la stretta attorno alle proprie spalle farsi più forte.

«Anch’io» mormorò Kurogane, lentamente. Lui non aveva la voce rotta dall’emozione, non piangeva, ma la sincerità di quell’affermazione era tale che Fay non poté non pensare di non meritarsi nulla di quel momento.

«Non solo adesso, non solo quando eravamo insieme… io ti amo da sempre» singhiozzò. «Quindi ti prego… anche se sono stato stupido, non mi lasciare! Tu non meriti assolutamente me, io sono un disastro, io… potrei anche morire… ma ti prego, non mi lasciare!»

«Non ti lascerei mai». Com’era tranquilla, ferma, la sua voce. Fay non avrebbe mai dubitato di lui, perché non c’era nulla in grado di rassicurarlo come quel suo tono.

In quel momento, ogni pezzo del loro universo era tornato al suo posto; c’era solo pace, pace assoluta, e il silenzio della neve che cadeva.

(Anche se il cane, quindici secondi dopo, li fece cadere a terra saltandogli addosso).

***

Ryu si ritrovò improvvisamente rinchiuso in cucina, e si stese sotto il tavolo, appoggiando il muso per terra, con aria imbronciata. Kurogane era riuscito a prenderlo in braccio nonostante i suoi trenta chili e più, e l’aveva portato di forza lì, chiudendolo a chiave. Poi, Ryu aveva sentito degli strani rumori provenire dal corridoio, e la porta della camera dal letto sbattere.

Il cane sospirò, un sospiro che sembrava piuttosto uno sbuffo umano di disappunto.

Kurogane stringeva Fay tra sé e il muro, tenendolo sollevato da terra, anche perché il biondo si era arrampicato su di lui, passandogli le braccia al collo e le gambe attorno alla vita. La camicia gli stava troppo grande, quindi più di qualche bottone si era slacciato mentre era intento ad inseguire Ryu in giardino.

Il suo corpo era gelido, come gli comunicò Kurogane con uno sbuffo spazientito, quando cominciò a succhiargli la pelle attorno all’ombelico. Fay arrossì, aprendo gli occhi che fino a quel momento aveva tenuto chiusi, preso com’era dalla foga del momento, risvegliandosi bruscamente e tornando alla realtà.

«Sei un deficiente» disse Kurogane, sollevando la testa e andando a baciargli il collo. Allentò la presa sui suoi fianchi, spostando le braccia più in basso, così da tenere sollevato Fay da terra proprio come un bambino. «Ti prenderai la polmonite. Sei già abbastanza malato».

«S-scusami…» balbettò Fay, arrossendo ancora di più quando sentì la lingua di Kurogane passare sulla pelle gelata del collo. La situazione gli sembrava talmente irreale che non era capace di non provare imbarazzo. «Io… posso fare un bagno caldo, e poi se vuoi parliamo…».

«Credi veramente che dopo sei mesi quello che io voglia fare di più sia parlare? Credevo di essere stato chiaro ieri notte» ringhiò Kurogane, alzando gli occhi su i suoi e facendolo deglutire. Sembravano di fuoco.

«No! Ma a te non piace quando sono gelato, lo dicevi sempre…» mormorò, sciogliendo dolcemente la presa delle proprie braccia attorno al collo di Kurogane. Dato che l’altro lo stava tenendo in braccio, però, non riuscì a farsi posare a terra in quel modo. «Vorrei fare un bagno, ti prego…». Abbassò lo sguardo, fissandolo con le guance di fiamma sul colletto della giacca di Kurogane.

«Di cosa hai paura?» sbottò Kurogane dopo un po’, lasciando finalmente che i suoi piedi toccassero terra, facendo scivolare le proprie mani sui suoi fianchi.

«Che tu non sia reale» rispose Fay, a voce molto bassa, ma udibile per uno che era abituato a lui come Kurogane.

«Questo dovrei dirlo io a te. Non sono stato io a lasciarti» sospirò, con il tono di voce di un padre che tenta di spiegare pazientemente qualcosa a suo figlio. «Però hai ragione, devi riscaldarti o ti ammalerai sul serio. Vai a farti quel bagno…».

Fay rialzò lo sguardo, con un mezzo sorriso. Non sembrava ancora particolarmente convinto dalle parole di Kurogane, ma senza dubbio si sentiva felice di venire ancora ricambiato in quel modo da lui. «Poi voglio continuare da dove abbiamo interrotto» lo stuzzicò, prendendogli le mani nelle sue e baciandolo sul naso.

«Ah» mormorò però Kurogane, senza arrabbiarsi a quel gesto come il biondo aveva previsto. Lo guardò perplesso, mentre il moro pareva stranamente a disagio. «Sono un idiota…» continuò, facendo sgranare gli occhi al biondo per la sorpresa. «Ero venuto qui per dirti un’altra cosa… ho parlato con la dottoressa Satsuki, sono andato all’ospedale finita l’università. Ha trovato un donatore per te».

Fay s’irrigidì, fissandolo ora completamente sconvolto, le labbra leggermente schiuse per la sorpresa. «Com’è possibile…?»

«Poco prima che Ashura morisse avevano parlato e ti avevano inserito in una lista… ma non ha importanza, capisci? Adesso tu rimarrai qui per sempre, con me» rispose Kurogane, con voce decisa. Sciolse la sua presa dalle proprie mani, andando a posarle sulle guance dell’altro, che presto vennero rigate dalle lacrime. «Tu non morirai, e nemmeno mi lascerai. Altrimenti, Fay, stavolta potrei essere io ad ammazzarti, mi hai capito?»

Fay aveva la sensazione di non riuscire più nemmeno a respirare. Kurogane non l’aveva mai chiamato per nome. Per quanto folle potesse sembrare dato che si conoscevano da ben quattro anni, non aveva mai usato quelle tre semplici lettere ad alta voce, neppure una volta.

«Scusami» mormorò allora, rendendosi improvvisamente conto di tutto ciò che aveva fatto. Aveva gli occhi ancora umidi, ma non singhiozzava, per una volta. «Ti ho lasciato da solo… ma non potevo permettere che la tua vita venisse rovinata da uno come me».

«La smetti di scusarti? Io amo te, e sarei felice soltanto con te. Quale parte di questa frase non capisci?»

«Ma vedi… me ne sono andato per questo» sussurrò Fay. «Ci ho davvero provato con tutte le mie forze, a trovare una cura decente, prima di arrendermi ed andare a Seattle. E pensare che la soluzione era qui… così vicina al solo luogo al mondo dove sono felice».

***

Fay immerse metà del volto nell’acqua calda, facendo scivolare il proprio corpo più in basso nella vasca. Fissava le goccioline di vapore e condensa nell’aria con sguardo vuoto, senza riuscire a capacitarsi di tutto ciò che gli era successo.

Se non avesse ancora la sensazione delle labbra di Kurogane sul corpo non avrebbe mai immaginato che lui era proprio di là fuori ad aspettarlo, a preparargli la cena. Poteva sentire la sua voce mentre rimproverava (cioè urlava dietro a) Ryu, che doveva avergli rubato qualcosa prima di nascondersi sotto il mobile del televisore.

Solo per sentirla, anzi, non aveva nemmeno chiuso la porta. L’aveva lasciata accostata, come faceva sempre quando stavano insieme e sperava che il suo Kuro-amore lo seguisse mentre faceva il bagno.

Si strinse il corpo magro tra le braccia, cercando di non mettersi di nuovo a piangere. Sarebbe guarito, e avrebbe passato la vita con Kurogane. Anche se tutto era cambiato, anche se le sue colpe non si sarebbero mai potute nemmeno contare, lui lo desiderava ancora con un’intensità tale da lasciarlo stordito.

Non si accorse nemmeno che Kurogane lo stava fissando dalla porta del bagno. Quando alzò gli occhi su di lui, riemergendo leggermente, vide che aveva socchiuso la porta ed era entrato; si era appoggiato lì e lo guardava, quasi curioso, come se volesse penetrare la sua tristezza e trovarvi una cura, anche se non aveva nemmeno parlato.

«Cosa c’è?» domandò, cercando di non far tremare troppo il tono della voce.

«Stai bene?» gli chiese Kurogane in risposta, sollevando un sopracciglio. Come se volesse avvertirlo: qualsiasi risposta gli avesse dato, avrebbe sempre sospettato di lui.

Fay rise, nel farsi venire in mente un ragionamento del genere, poi sorrise, vedendo l’espressione imbronciata di Kurogane. «Starei bene se tu fossi qui con me».

«Ci sono già, idiota» sbottò lui, probabilmente offeso a morte per quella risata a sue spese.

«No, intendevo proprio qui» spiegò Fay, allargando il proprio sorrisetto con aria maliziosa. «Vieni dentro la vasca e fai il bagno con me, Kuro-amore!» esclamò, godendosi l’espressione prima allibita di Kurogane e poi le sue guance fattesi rosse in gran parte per la rabbia.
Stringendo i pugni, il moro gli lanciò un’occhiataccia. «Sei proprio un imbecille!» gridò, afferrando la maniglia della porta e spalancandola.

Ma Fay era destinato ad avere la meglio dal principio, perché gran parte del suo cervello trovava anche troppo seducente la visione del biondo tra tutto quel vapore. Quando poi gridò un “fermati Kuro-bau!”, alzandosi letteralmente in piedi nella vasca, Kurogane pensò seriamente che solo un miracolo gli avrebbe restituito la capacità di muoversi o pensare.

Il corpo di Fay era nudo, bagnato, a tre metri da lui, dopo sei mesi che non lo vedeva (non che la notte prima contasse: non aveva visto un bel niente).

«Non dobbiamo fare niente se non vuoi, voglio che vieni qui e mi abbracci! Ti prego, Kuro-pii!» Senza un minimo di imbarazzo, il biondo lo stava scongiurando.

Come se ce ne fosse stato fottutamente bisogno.








____________________

salve a tutti u.u non era mia intenzione farvi aspettare stavolta, ho cercato di aggiornare entro tempi brevi (cercherò di farlo anche per l’altro capitolo, che è l’ultimo :3). questo pezzo di storia, per quanto leggermente surreale, è il mio preferito perché è quello che ho curato di più, anche se probabilmente non si noterà xD è stato scritto ancora prima dei capitoli centrali u.u

spero che vi piaccia! intanto grazie di continuare a leggere, mi fa molto piacere vedere che ci sono tante visualizzazioni ^^ un grazie e un grossissimo abbraccio anche a chi recensisce ç_ç siete praticamente l’unico motivo per cui continuo ad aggiornare!!

 
to Julia_Urahara: la KuroFay non svanirà mai dai nostri cuori :3 nonostante la nostra OTP sia un’altra x°D comunque grazie mia cara, sono contenta che ti sia piaciuto ^^ spero che ti ricordi di questo pezzo xD ero proprio innamorata di quello che avevo scritto ai tempo (inspiegabilmente tra l’altro), perciò conto sul fatto che non faccia così schifo! baci tesoro! <3 <3

to Corvar: x°D la storia purtroppo l’ho scritta in inverno quindi sì, per loro nevica.. e qui si muore di caldo.. scusate ç_ç sono felicissima che ti sia piaciuto il capitolo, spero che anche questo non sia tanto male ^^’ come ho detto ho cercato di impegnarmi per la scena iniziale, rendendola più realistica (cioè più adatta ai personaggi) eppure romantica possibile (mi sono fatta una LISTA delle cose che giudicavo più romantiche e le ho messe sulla scena x°D).. sono felice anche che per te siano IC i personaggi ^^ dopo tanto tempo che ho letto TRC mi vengono sempre dei dubbi! grazie mille!! a presto ^^

to ___Di: grazie per gli incoraggiamenti ç_ç anche se in quel momento ti mancava il cervello (?), credimi, sei riuscito a farmi piacere e divertire come al solito con la tua recensione xD specie sulle osservazioni che fai di Fay, secondo me le CLAMP dovrebbero leggerle, così imparerebbero a farsi quattro risate xD dici che Fay sta riprendendo intelligenza? secondo me no u.u più che altro dato che è confuso si lascia direttamente trasportare dagli eventi probabilmente.. però penso che in fondo sia la stessa cosa per Kurogane. forse la scena l’ho impostata in maniera troppo semplice e tranquilla, avrei dovuto spiegare meglio quali erano i sentimenti dei personaggi.. però io penso che entrambi volessero fortemente la vicinanza l’uno dell’altro tanto da non riuscire a controllarsi in una situazione del genere (e poi Kurogane era mezzo addormentato v-v -> cerca di giustificare quello che ha scritto). comunque, la scelta che ho fatto di farli finire a letto insieme non mi ha mai convinta del tutto in effetti, nemmeno era prevista xD non era mia intenzione confondere anche i lettori però ç_ç spero di non averlo fatto insomma. per quanto riguarda la faccenda del trapianto, anch’io avevo pensato che Fay potesse non accettarlo x°D in realtà poi ho anche pensato che Kurogane l’avrebbe fatto a fette, oppure gli avrebbe tirato una mazza in testa per portarlo di persona in sala operatoria. sai, è l’amore. in ogni caso grazie mille mio caro, mi fai sempre un sacco di piacere e poi quello che hai scritto mi aiuterà a sistemare l’ultimo capitolo ^^ baci, alla prossima!! (ps: non stai aggiornando ç_ç il mio cuoricino soffre, le tue sono le uniche KuroFay che leggo D: oh spero che ti vada tutto bene, sì sì ^^)
 

harinezumi

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: harinezumi